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lunedì 24 ottobre 2011

Italia contro Repubblica delle Banane

Pubblico una storiella satirica su politica e dintorni, di autore sconosciuto, che mi è stata inviata da un lettore del blog e che ironizza sui comportamenti stereotipati e, in molti casi, discutibili di alcuni protagonisti della scena nazionale. E' una storia che fa ridere, ma anche pensare.


Vi siete mai chiesti cosa succederebbe se una potenza nemica attaccasse l'Italia?
Proviamo ad immaginare.
Il nemico, diciamo la Repubblica delle Banane, dichiara guerra ed ammassa il suo esercito lungo le Alpi e la sua flotta lungo il Tirreno.

Primo giorno
Il TG1 dà la notizia dopo lo sport. Nessuna reazione dei politici.

Secondo giorno
Berlusconi dice che va tutto bene, lui è amico del Presidente della Repubblica ddelle Banane, non sussiste pericolo: Bossi insulta chi lo intervista. Calderoli va in TV con la maglietta "Repubblica delle Banane m..da".
Di Pietro chiede le dimissioni di Berlusconi.
Napolitano si appella all'unità nazionale.
Casini chiede un gesto di discontinuità.
Le parti sociali chiedono di essere sentite.

Terzo giorno
Berlusconi compare in TV e dice che, invero, si tratta di una mossa eversiva dei  magistrati di Milano.
Bossi dice che la Padania non corre alcun pericolo. Degli altri non gli frega niente (pernacchia).
La FIOM dice che è un complotto della FIAT. Intanto, il nemico sfonda al Brennero.
La CGIL esprime contrarietà. Pannella inizia lo sciopero della fame. Di Pietro chiede le dimissioni di Berlusconi.
Bersani chiede un passo indietro.

Quarto giorno
Berlusconi compare in TV e, con un sorriso complice, dice: "ho risolto tutto, grazie ad una serata galante con la figlia del Presidente della Repubblica delle Banane. Ora siamo amici, il loro esercito si è ritirato dal Brennero"
Berlusconi non sa che il nemico ha cambiato sttrategia ed ora attacca dal mare.

Quinto giorno
La TV annuncia che il nemico è sbarcato in Sicilia. Bossi dice: "la cosa non ci riguarda". Gli fanno notare che la Sicilia fa parte dell'Italia. Lui mostra il dito medio.
Casini chiede la convocazione di un tavolo di crisi con le forze sociali. D'Alema si dice contrario e propone l'istituzione di una Commissione Bicamerale ( si dice pronto a presiederla) per decidere la strategia difensiva.
La CGIL minaccia uno sciopero.

Sesto giorno
Il nemico arriva in Calabria e, nel contempo, sfonda in Friuli.
Il governo convoca le parti sociali e le opposizioni per decidere come difendere la Patria.
Napolitano manda un messaggio di auguri nel quale ricorda che sarebbe increscioso essere conquistati da una potenza nemica proprio nel 2011. Bossi chiede cosa c'entra il 2011; gli spiegano che è per via del centocinquantesimo dell'Unità d'Italia. Lui rutta.

Settimo giorno
Ha inizio la riunione. Berlusconi dà il benvenuto a tutti ma pare distratto. Il suo sguardo è attratto dal vestito trasparente della Prestigiacomo. Bossi si è portato il figlio Renzo ("il Trota") per fare pratica: gli dice di prendere appunti perchè dovrà fare il riassunto del convegno.Renzo appare disorientato e , di nascosto, telefona al CEPU per farsi spiegare il significato di "appunti" (pensava fossero punti appuntiti) e "riassunto".
Di Pietro chiede le dimissioni del Governo. Bersani chiede un passo indietro.
La Russa propone di bombardare il nemico con l'aviazione; Tremonti si oppone perchè costa troppo, La Russa allora propone di usare il gas almeno contro il nemico che ha invaso la Sicilia e la Calabria. Casini si oppone perchè sarebbe messa in pericolo la popolazione locale. Bossi dice : " che se ne frega, son tutti terroni". Brunetta gli fa notare che sono italiani anche loro. Bossi replica: "non rompere i c.......i nano" E mostra il dito medio.
La Russa propone di mandare i bersaglieri; la CGIL chiede che prima sia rinnovato il contratto, sia concesso un aumento di salario e siano diminuite le ore di lavoro. Sacconi, Ministro del Lavoro, fa notare che non esiste il CCNL dei bersaglieri. La Camusso, indignata, proclama sei giorni di sciopero generale. Pannella inizia lo sciopero della sete.
Ore 18: la riunione è sospesa perchè questa sera gioca l'Inter in Coppa e il Ministro della Difesa deve prendere un aereo ( di Stato ) per arrivare in orario allo stadio.
Renzo Bossi ne approfitta per copiare gli appunti della Bindi; poi li manda al CEPU per farsi fare il riassunto.
Berlusconi si assenta per qualche per rilassarsi con la Minetti.

Ottavo giorno
Arriva un messaggio di Napolitano che contiene un severo monito.
Il nemico è arrivato a Verona. La Russa è furibondo: l'Inter ha perso ed è stata eliminata dalla Coppa.
Bossi arriva in ritardo fumando il sigaro. Casini chiede serietà. Di Pietro chiede le dimissioni del Governo. Bersani chiama Penati ed esulta: "abbiamo i fondi per per finanziare la difesa; però serve un passo indietro del governo".
Si va avanti a discutere fino a sera. Alla fine arriva un telegramma di Napolitano che dice di essersi stufato: si mandi l'esercito a difendere la Patria. (Renzo Bossi chiama di nascosto il CEPU per sapere cosa sia l' "apatria""). Calderoli è felicissimo perchè può mostrare la sua nuova maglietta con scritto : " vi romperemo le ossa".
La CGIL, pur esprimendo rispetto per il Presidente, fa notare che, fino a quando non si è rinnovatio il CCNL, i soldati non si muovono: altri sei giorni di sciopero!

Nono giorno
Tutti al mare

Decimo giorno
Compare in TV il Presidente della Repubblica delle Banane ed annuncia di aver conquistato l'Italia e arrestato governo, deputati, senatori e parti sociali. Tutti mandati a lavorare nel circo locale dove, peraltro, si trovano benissimo: Bossi ha fatto amicizia coi gorilla e rutta in continuazione; Berlusconi ha trovato una femmina di scimpanzè che è carinissima.  Bersani passa il tempo a smacchiare i leopardi.
Unico problema, la Camusso ha convinto i clown del circo a scioperare.

Un mese dopo
Gli italiani decidono di fare da soli e, armati di forche e badili, si sbarazzano in tre giorni delle forze nemiche.

Secondo voi, andranno al circo a liberare i politici e le parti sociali?
Fine.

giovedì 13 ottobre 2011

Il dramma dell'economia globale e le prospettive per l'Italia

Felix Zulauf, uno dei maggiori esperti mondiali di finanza, ha delineato in due  articolate e pungenti interviste televisive le prospettive dell'economia e dei mercati, che sono - a suo avviso - molto negative.

Gli ingenti sforzi fatti, dopo la crisi del 2008, negli Stati Uniti e in altri Paesi per rilanciare l'economia con misure monetarie e fiscali hanno avuto un esito assai modesto, in quanto la ripresa si sta rivelando, nei paesi industrializzati, anemica. Ciò è dovuto al fatto che, a seguito della crisi che riduce occupazione e redditi, i consumi ristagnano, quali che siano le politiche governative di supporto.

Tali sforzi hanno però prodotto un aumento enorme e insostenibile  dei debiti pubblici e, in molti Paesi, un significativo aumento dell'inflazione.
A questo punto stanno prevalendo politiche di austerità, soprattutto in Europa,  mirate a rientrare dai deficit di bilancio e dagli elevati debiti pubblici e a contenere le spinte inflazionistiche.
Tali politiche, secondo Zulauf, si inaspriranno con la nomina di Draghi quale Presidente della Banca Centrale Europea, perchè "...questo italiano agirà come un tedesco, più di quanto farebbe un tedesco".

Ma le politiche di austerità non dureranno a lungo perchè esse rinforzano le tendenze recessive  e  i Governi cercheranno di trovare soluzioni meno penose, anche a fronte delle ribellioni popolari che si stanno manifestando in vari Paesi. A suo avviso, nelle democrazie non è possibile perseguire con determinazione politiche di austerità perchè vi è la necessità di perseguire il consenso e perchè i sistemi poilitici, anche quelli bipolari,si stanno sfrangiando, con la creazione di sempre nuove formazioni politiche che rendono difficile formare maggioranze forti e coerenti, capaci di adottare misure impopolari.

Nei prossimi anni si tornerà quindi  nuovamente a cercare di stimolare  artificiosamente l'economia, ma ciò avrà solo l'effetto di procrastinare la soluzione dei problemi, che passa necessariamente attraverso un prolungato e  doloroso  periodo di bassa crescita, e ad alimentare  alla lunga le spinte inflazionistiche.

Ciò avrà, verso la meta del decennio, un forte impatto negativo sui mercati finanziari che li porterà in prossimità o oltre i minimi raggiunti nel marzo del 2009.  Un tracollo non lontano da quello degli anni '30 del secolo scorso.

Come si vede è una diagnosi impietosa e che può apparire pessimistica ma che, date le argomentazioni molto stringenti di Zulauf, è a mio avviso realistica, a bocce ferme. Bisogna valutare se e quali mosse è possibile fare per evitare la deriva descritta da questo esperto e quali condizioni di contesto si richiedono per avere una probailità ragionevole di successo.

A questo riguardo vorrei considerare le recenti dichiarazioni di Draghi che, a proposito dell'Italia, ha opportunamente ricordato che non c'è possibilità di uscire dalla crisi sperando in interventi esterni, tipo quelli adottati temporaneamente dalla BCE per sostenere il nostro debito pubblico, riducendo lo "spread" nei confronti dei bund tedeschi. L'Italia (come peraltro gli altri Paesi) se vuole continuare a esistere come Paese avanzato, deve trovare al suo interno le risorse, anzitutto morali, necessarie per affrontare una situazione che non ha precedenti,  perchè mai nella storia il livello globale d'indebitamento pubblico e privato ha raggiunto i livelli attuali e quelli, ancor maggiori, che si avranno in futuro. Anche se la cooperazione internazionale sarà necessaria, le risorse disponibili per aiutare gli altri saranno sempre più limitate. Quindi si produrrà un fenomeno di "selezione naturale" che porterà a persistere solo i sistemi  nazionali  o sovranazionali dotati di maggiore capacità di adattamento ad un contesto rischiosissimo e ultra competitivo.

La lotta per la sopravvivenza che si produrrà nel prossimi anni vedrà come vincitori i Paesi che sapranno far accettare ai loro cittadini  fortissimi sacrifici per un lungo periodo di tempo, con una netta riduzione degli standard medi di prosperità, per ottenere faticosamente e gradualmente una situazione finanziaria sostenibile e un elevato livello di produttività, premessa per un effettivo rilancio dell'economia e del benessere.
Dato che, per ottenere tutto questo è necessario un sistema politico complessivo e  in particolare un Governo molto credibili, si potrebbe considerare la partita perduta in partenza, visto il degrado cui assistiamo quotidianamente nella scena politica, con un Governo che ha perso gran parte del suo consenso ed un'opposizione incapace di proporre una coalizione coesa, con un programma chiaro e sostenibile. Anche la congenita tendenza degli italiani ad autoflagellarsi non aiuta.

Ma non dobbiamo dimenticare che, con tutti i nostri difetti e la perdita di competitività che abbiamo avuto nell'ultimo decennio, l'Italia è ancora un grande paese industriale (la seconda manifattura d'Europa, dopo la Germania), con un sistema bancario più sano della maggior parte dei nostri "competitors", con doti d'imprenditività e creatività di alto livello. Tutte le forze produttive del Paese, dei settori industriale, commerciale, artigianale, bancario e assicurativo hanno saputo proporre in breve tempo un piano in cinque punti per il rilancio del Paese, che è certamente opinabile ma che rappresenta comunque una buona base di confronto con le forze politiche e sindacali.
Una volta terminata la fase di acuta instabilità politica che stiamo vivendo e che, a mio avviso, terminerà entro la prossima primavera con nuove elezioni politiche, si potrà partire da qui per ricostruire la credibilità del Paese e di chi lo rappresenta e creare le basi per affrontare la sfida.

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Chi fosse interessato alle interviste di Zulauf, che sono in inglese, può farmelo sapere via mail: gli fornirò le coordinate per trovarle sul web:

sabato 1 ottobre 2011

Leggi ad personam: i dilemmi della Lega

E' iniziato il 28 settembre alla Commissione Giustizia della Camera l'esame del provvedimento noto come "processo lungo"  perchè consentirebbe di allungare indefinitamente i processi, favorendone la prescrizione, mediante la presentazione di una lista illimitata di testimoni che il giudice non potrebbe respingere o selezionare. Cio consentirebbe, fra l'altro, di vanificare i processi in corso contro il premier.
E', come ho già scritto in un precedente post ("Il processo lungo avrà vita breve" dell'1 agosto ) un provvedimento abnorme che ha stravolto completamente il senso della proposta originaria fatta da Carolina Lussana della Lega per escludere dal rito abbreviato i procedmenti per reati puniti con l'ergastolo. Ciò a causa di un emendamento inserito durante l'esame al Senato
da Franco Mugnai del PDL, approvato peraltro anche dal partito del Carroccio.
A proposito dell'atteggiamento della Lega al riguardo, ho scritto nel post dell'1 agosto  quanto segue:

" La Lega, dopo il voto su Papa, non ha potuto tirare ulteriormente la corda nei rapporti con il PDL e quindi in questa occasione ha abbozzato anche perchè è stata posta la fiducia e quindi il voto palese. Ma questo partito, soprattutto nella componente che fa capo a Maroni, è ben consapevole che, se continua a legare il proprio destino ai problemi personali del premier, finirà per andare a fondo con lui. Chi conta ancora sulla facile acquiescenza della Lega è, a mio avviso, destinato ad essere deluso".

Questa previsione sembra essere puntualmente confermata dalle dichiarazioni rilasciate  il 28  settembre da due esponenti di questo partito: il capogruppo in Commisssione Giustizia della Camera, Nicola Molteni ha detto " Se abbiamo dubbi? Assolutamente sì perchè bisogna salvaguardare la ragionevole durata del processo".  E la relatrice Carolina Lussana: " La mia proposta, che ha avuto anche le firme dell'opposizione, era limitata alla questione dell'esclusione  del rito abbreviato e degli sconti di pena per i reati più gravi. Ma di questo si è parlato poco. Al Senato è stato modificato. Mi riservo di approfondire".
Inoltre il tentativo, fatto dal PDL, di inserirlo nel calendario di ottobre dell'aula per impedire che il processo Mills , in cui è imputato Silvio Berlusconi, si concluda prima dello scadere della prescrizione (gennaio 2012) è fallito; infatti il Presidente della Camera ha bocciato tale richiesta perchè il provvedimento non è stato ancora esaminato dalla Commissione Giustizia.
Quindi, nello specifico di questo procedimento pare proprio che le cose vadano nel senso da me  previsto.

Ma, dato il recente riallineamento della Lega sulle posizioni del premier, non è detto che sia così anche per gli altri due provvedimenti ad personam sui quali si punta per salvare Berlusconi dai processi. Anzitutto la norma sulla "prescrizione breve" ( che è all'esame della Commissione Giustizia del Senato, dopo essere stata approvata alla Camera), che prevede il dimezzamento dei tempi della prescrizione per gli incensurati; ciò anticiperebbe di sei mesi la morte del processo Mills.
 Poi il decreto legge sulle intercettazioni che renderebbe impossibile acquisire o utilizzare molte fonti di prova.
L'atteggiamento che  la Lega terrà su queste altre iniziative è tutto da vedere: se ascoltasse la "voce del popolo" lascerebbe Berlusconi al suo destino. I sondaggi periodici fatti da Renato Mannheimer dicono infatti che la stragrande maggioranza degli elettori leghisti è a favore dell'uscita del premier dalla scena politica. Ma può anche darsi che, ringalluzzita e fuorviata dall'esito delle votazioni che hanno consentito di salvare dall'arresto Milanese, ex braccio destro di Tremonti, e dalla sfiducia il Ministro Romano, la  Lega tutta, compreso Maroni, rinsaldi l'asse con Berlusconi e, sfidando con lui l'intera società italiana (non solo i cittadini comuni, ma anche i vescovi. gli industriali, gli opinion leader, che si sono espressi assai chiaramente al riguardo), concorra all' approvazione di tali provvedimenti.

Ciò la porterebbe sull'orlo di un precipizio perchè il crescente malessere della base ed ora anche dei quadri intermedi potrebbe trasformarsi, in occasione delle elezioni politiche ormai prossime, in un'autentica implosione del partito, tramite una massiccia defezione del suo elettorato.

Parlo di elezioni politiche ormai prossime perchè la Lega non può assolutamente andare al voto con il "mattarellum", che tornerebbe in vigore a referendum approvati e che comporterebbe la necessità di votare, in molti collegi uninominali, per i candidati del PDL spesso invisi alla base leghista. Quindi, se come sembra altamente probabile, la Consulta ammetterà i referendum, la Lega dovrà portare il Paese alle elezioni  nella prossima primavera per sfruttare ancora una volta lo sciagurato "porcellum" di cui è autore uno dei suoi maggiorenti, che le consente di partecipare alle elezioni in forma autonoma.
 Tuttavia, presentarsi all'elettorato poco tempo dopo aver approvato le leggi ad personam, totalmente rifiutate dal corpo elettorale come dimostra  il recente referendum sul legittimo impedimento, sarebbe suicida. Penso che, pur con tentennamenti e contraddizioni, cui questo partito ci ha abituati, alla fine prevarrà  il suo istinto di sopravvivenza e che le leggi ad personam non passeranno.

Ma non è del tutto escluso un altro scenario e cioè che la Lega, assumendo un atteggiamento bifronte come ha fatto per le recenti  richieste di arresto di parlamentari, porti all'approvazione un provvedimento e concorra a bocciare l'altro. Ciò sarebbe comunque il segnale di un progressivo harakiri politico e si tradurrebbe inevitabilmente in una disfatta elettorale.