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mercoledì 28 novembre 2012

Lettera a Bersani e Renzi


Milano, 27 novembre 2012

Ai  candidati al ballottaggio nelle primarie del centro-sinistra
Pierluigi Bersani
Matteo Renzi

p.c.: ai Direttori dei maggiori quotidiani
Ferruccio De Bortoli – Corriere della Sera
Mario Calabresi – La Stampa
Ezio Mauro – La Repubblica

Negli ultimi due post del blog “La politica dei cittadini” (www.civicum.blogspot.com) ho sostenuto che le primarie, indubbio strumento di democrazia diretta, si riducono ad un alibi se i partiti non affrontano i nodi cruciali che le recenti cronache hanno posto all’attenzione dei cittadini: lo smodato finanziamento ai partiti, camuffato da “rimborso elettorale”, la necessaria esclusione dei condannati a pene definitive dalle candidature ad organi elettivi, la durata massima del mandato.
Senza una forte posizione su questi temi non è possibile ricostruire la credibilità delle forze politiche agli occhi degli elettori e recuperare una quota significativa di coloro che intendono rifugiarsi nell’astensione dal voto alle prossime consultazioni politiche.
Va dato atto ai candidati del PD di aver fondato il finanziamento della propria campagna alle primarie sul contributo volontario dei cittadini. E’ auspicabile che, su questa falsariga, si affronti con determinazione il tema del finanziamento ai partiti che è la causa prima del degrado  della politica, avendo consentito e stimolato un diffuso malaffare a livello centrale e regionale.

Auspico quindi che, nell’ormai prossimo confronto fra i candidati al ballottaggio, si dia un ragionevole spazio alle tematiche predette per dare un positivo segnale di rinnovamento al corpo elettorale.
Nel ringraziarVi per l’attenzione, auguro un positivo e dialettico confronto.
Cordialmente.

Roberto Barabino

domenica 25 novembre 2012

Partiti a un bivio: dimagrire o perire

Il cancro che sta divorando la politica è la disponibilità praticamente illimitata di fondi, senza alcuna giustificazione e senza alcun controllo.
Riporto al riguardo un interessante passo da un libro di Casaleggio e Grillo ("Siamo in guerra" - Chiarelettere, 2011 - pagg. 181 e 182) che espone con chiarezza la questione:

"Nel 1993 il finanziamento pubblico ai partiti fu abrogato a furor di popolo attraverso un referendum con il 90,3% dei voti. I partiti hanno legiferato negli anni per riparare al torto subito. La parola "finanziamento" venne sostituita dal termine "rimborso"per depistare i cittadini. Nel 1999 la legge 157/1999 introdusse i rimborsi per le elezioni politiche, europee e regionali: Per Camera e Senato fu approvato un tetto pari a 193,713,000 euro in rate annuali per legislatura. In caso di elezioni anticipate il rimborso veniva interrotto.
I partiti bulimici modificarono ancora, a loro favore, la normativa nel 2002 con la legge n. 156, portando il massimale per i due rami del Parlamento a 468.853.675 euro e riducendo all'1% (dal 4%) il quorum necessario per ottenere un rimborso. I partiti, che hanno il non comune vantaggio di potersi aumentare i rimborsi da soli, approvarono, quindi, nel 2006 la legge n, 51 con il doppio rimborso in caso di elezioni anticipate. Il rimborso vale per tutti e cinque gli anni della legislatura, anche se interrotta,, e si cumula al rimborso della legislatura successiva.
In seguito alle elezioni politiche del 2008 il PDL maturò il diritto a 206.518.945, il Pdmenoelle a 180.418.043, la Lega  41.384.550 e a seguire i partiti minori. Ogni rmborso va però sommato al 50% del rimborso residuo delle elezioni del 2006, la cui legislatura si è interrotta in anticipo.
I partiti incassano circa un miliardo di euro in una legislatura. Un business senza rischi e senza flessioni di mercato che ha superato indenne la crisi economica del 2008".

Che uso sia stato fatto di questo enorme flusso di risorse, autoattribuito con una logica perfettamente bipartisan, lo abbiamo visto nelle cronache recenti con i casi Belsito, Fiorito,  Lusi e via discorrendo.
Se i partiti non daranno luogo all'eliminazione o al drastico ridimensionamento di questo sconcio spreco del pubblico denaro, attivato contro la volontà dei cittadini, non potranno riacquistare alcuna credibilità agli occhi degli elettori. Non è certo il rito delle primarie che potrà raddrizzare la loro sbilenca figura.

Non bisogna dimenticare che Obama è stato eletto due volte Presidente degli Stati Uniti senza aver usufruito di alcun finanziamento pubblico e senza essere ricorso al contributo delle lobby che in quel Paese hanno un grande peso. La cifra di oltre un milardo di dollari raccolto in occasione delle recenti elezioni per il suo secondo mandato è stata ottenuta attraverso milioni di microdonazioni da parte dei cittadini.

In Italia le resistenze  a imboccare una nuova strada sono enormi: basta vedere il tentativo che si sta facendo in Parlamento  per svuotare la riforma del Governo sui controlli delle spese regionali, che - se riuscisse - renderebbe irrecuperabbile la deriva che le Regioni hanno preso in tema di spese ed anche di  "rimborsi elettorali".
Solo i partiti che saranno opporsi in modo convincente, rompendo il muro dell'omertà,  alla logica collusiva che consente la prosecuzione di questo sistema di finanziamento  e di sperpero, inviso agli italiani, potranno sperare in un rilancio. Gli altri verranno duramente puniti dall'elettorato in occasione delle prossime consultazioni politiche.














mercoledì 21 novembre 2012

Primarie: il grande alibi


Nell'editoriale del Corriere della Sera del 19 novembre ("Un silenzio assai rumoroso"), Ernesto Galli della Loggia osserva giustamente che " la presenza del Governo Monti....è stata un continuo memento ai partiti...sia della loro inadeguatezza in un momento decisivo  ( vedi fuga generale nel novembre scorso di fronte al baratro in cui stava per precipitare il Paese) sia della loro condotta dissennata degli ultimi trent'anni. Insomma: gli argomenti  su cui riflettere e discutere, e magari fare qualche autocritica per presentarsi agli elettori con un volto nuovo, non sono mancati di certo. Invece niente.....Di bilanci del passato neppure l'ombra. Così come neppure la minima spiegazione del perchè si è arrivati al baratro di cui sopra".
Concordo pienamente con queste affermazioni e aggiungo che, probabilmente la ragione dell' assordante silenzio dei partiti stà nel fatto che l'autocritica dovrebbe portare alla luce il pervasivo sistema di corruzione e ladrocinio di cui ho parlato nel post precedente e, soprattutto, a sviluppare  incisive azioni per porvi fine ed evitare che si ripeta.
Invece di lanciarsi in questa indispensabile opera di "redenzione", il sistema dei partiti sta utilizzando un evento quale le primarie, che alcuni di loro hanno avviato, come "specchietto per le allodole", utile a sviare l'attenzione degli elettori dai problemi e dagli obbighi citati in precedenza.
Essendo le primarie un indubbio strumento di "democrazia diretta" possono dare l'impressione che vi sia, almeno nei principali partiti, una voglia di rinnovamento. Ma è chiaro che tale rinnovamento è del tutto  fittizio se non si accompagna allo smantellamento dei privilegi della "casta" e della pratica da tutti condivisa di "chiudere gli occhi" davanti agli abusi e ai furti del denaro pubblico.
Così come stanno le cose, le primarie sono solo "fumo negli occhi" che potrà confondere una certa quota dell'elettorato ma che non farà cambiare le aspettative di larga parte degli elettori, che sono quelle di un rinnovamento reale del quadro politico.
Bisogna invece prendere atto che il Movimento 5 Stelle ha iniziato la lotta contro i privilegi restituendo allo Stato il contributo di 1, 42 milioni di euro che gli spetterebbero a seguito del risultato conseguito nelle elezioni siciliane. Se gli altri partiti non fanno altrettanto, saranno travolti dall'onda della protesta.
Non ci sono alternative, nè scorciatoie: i partiti devono restituire il maltolto e mettere in atto sistemi di selezione  e controllo della classe politica e limiti al  mandato elettivo che evitino il ripetersi dell'immondo spettacolo al quale abbiamo assistito e, purtroppo, ancora assistiamo, osservando che un ex presidente del Consiglio (Berlusconi) è suscettibile di pesantissimi ricatti da parte della malavita, legati alle sue pericolose frequentazioni e che un altro ex presidente (Amato) , sempre vissuto nella "turris eburnea", oltre a percepire 31.000 euro mensili di pensione, ha recentemente avuto l'ardire di sostenere che, se un deputato di trent'anni dovesse lasciare il parlamento dopo due legislature e, cioè, a 40 anni, dovrebbe avere il vitalizio anticipato.
Dobbiamo cambiare sul serio non solo questa classe politica, ma anche il significato stesso di tale attività che non può essere più vista come un incarico a vita, o quasi, in difesa principalmente dei propri interessi e del proprio arricchimento ma come una pausa nella propria attività lavorativa in cui si presta un servizio alla collettività.
Vediamo se di qui alle prossime elezioni politiche appare qualche segnale di vero cambiamento nei partiti tradizionali. Altrimenti prepariamoci, pur con tutti i dubbi e i rischi messi in luce nel dibattito seguito al post precedente, a "rovesciare il tavolo".

giovedì 1 novembre 2012

Dopo le elezioni siciliane: sfide e opportunità per il Movimento 5 Stelle

Con  circa il 15% dei voti il Movimento 5 stelle si è attestato al primo posto in Sicilia e viene accreditato, dai sondaggisti e dagli opinionisti, di un possibile 25% nelle elezioni nazionali il che sarebbe già un bel terremoto  negli instabili equilibri della politica nazionale. Ma, a mio avviso, queste stime peccano per difetto in quanto non tengono conto di cosa potrebbe accadere  nel "partito del non voto", che in Sicilia ha ormai la maggioranza assoluta ed è rilevante anche a livello nazionale.
Io credo che molti non abbiano votato non solo perchè ritengono insoddisfacente l'attuale offerta politica dei partiti tradizionali  ma anche perchè non credono che la cosiddetta "antipolitica" sia una soluzione efficace.
I non votanti potrebbero essere indotti a ricredersi se di qui al prossimo aprile i partiti tradizionali continuassero a "fare gli gnorri", non giungendo ad un cambiamento della legge elettorale e non riducendo davvero i privilegi della casta.
A quel punto anche i più scettici potrebbero vedere nel movimento di Grillo, pur con tutti i suoi limiti, una strada percorribile, soprattutto se questa forza sapesse dimostrare, nei sei mesi che mancano alla consultazione politica, di saper davvero iniziare il percorso virtuoso volto a smantellare i privilegi che, in Sicilia, sono ancora maggiori e più spudorati che nel resto del Paese.
La sfida che attende il movimento, a questo riguardo,  è  comunque grande ed è stata ben  sintetizzata da Gianfranco Miccichè che ha detto: "Voglio vederli i grillini il giorno in cui si trovano in mano la busta paga con 15 mila euro netti al mese...voglio vederli". E'  ben vero che è stato dichiarato che la maggior parte di tale somma verrà versata dagli eletti al Movimento, ma ciò non toglie che il problema rimanga: ce la faranno i grillini a resistere alle lusinghe del potere ?
Basta guardare, da questo punto di vista, alla triste parabola dell'IDV, nato come movimento contrario alla politica tradizionale e votato a moralizzare la cosa pubblica, che è finito nel gorgo dell'arricchimento personale, come ha ben dimostrato la recente inchiesta della Gabanelli, che ha mostrato un Di Pietro in grave difficolta nel tentativo di giustificare l'enorme patrimonio immobiliare accumulato in questi anni.

Il  fatto è che, nella realtà italiana si è creata una collusione di fondo fra tutte le forze politiche, nessuna esclusa, che ha portato a tacitare qualunque vero dissenso nei confronti della logica spartitoria che ha dominato gli ultimi vent'anni: al di là dell'apparente, forte costrasto fra il centrodestra berlusconiano e la sinistra più o meno massimalista, si costruiva un sistema in cui tutti beneficiavano di una fetta crescente delle risorse pubbliche, dirottate più che ai partiti, ad alimentare le fortune personali dei loro membri. In questo contesto i comportamenti predatori dei Lusi e dei Fiorito non sono l'aberrazione di alcune "mele marce" , ma semplicemente le manifestazioni più visibili del "sistema". Ho già citato in un precedente post quanto affermato da Casini allo scoppio dello scandalo Fiorito e cioè che il PD non poteva tirarsi fuori dalla facenda chiedendo lo scioglimento del Consiglio Regionale perchè "tutti sapevano". Questa affermazione è appunto rivelatrice dell'esistenza di un sistema che ha, fra l'altro, messo in luce una delle grandi debolezze del nostro assetto istituzionale: un federalismo becero che non prevede più i controlli dello Stato sulle Regioni ( i Comitati Regionali di Controllo sono stati aboliti) e che lascia ampio spazio ad ogni forma di degrado.
Il malaffare è diventato la norma e in questo contesto si inserisce, direi armoniosamente, anche la collusione con la 'ndrangheta in Regione Lombardia.
Il livello di sopportazione dei cittadini rispetto a questa barbarie è ormai ampiamente superato e possono bastare piccoli eventi per produrre uno "tsunami" capace di travolgere completamente i partiti tradizionali.

Oggi il Movimento 5 Stelle è l'unica forza politica in grado di tentare di rompere il sistema collusivo in atto: se continuerà a marcare la propria diversità rispetto ai riti della politica ( niente comparsate in TV,  niente accordi sottobanco, ecc. )  e  si saprà muovere in modo determinato e credibile nei prossimi mesi contro i privilegi e il malaffare, l'ipotesi di un "effetto valanga" potrebbe realizzarsi e il Movimento potrebbe andare molto al di là delle percentuali di consesnso elettorale che oggi gli vengono attribuite.  Il fatto che in Sicilia il Movimento 5 Stelle abbia pescato consensi in tutte le aree politiche è un segno premonitore in questa direzione.