Con circa il 15% dei voti il Movimento 5 stelle si è attestato al primo posto in Sicilia e viene accreditato, dai sondaggisti e dagli opinionisti, di un possibile 25% nelle elezioni nazionali il che sarebbe già un bel terremoto negli instabili equilibri della politica nazionale. Ma, a mio avviso, queste stime peccano per difetto in quanto non tengono conto di cosa potrebbe accadere nel "partito del non voto", che in Sicilia ha ormai la maggioranza assoluta ed è rilevante anche a livello nazionale.
Io credo che molti non abbiano votato non solo perchè ritengono insoddisfacente l'attuale offerta politica dei partiti tradizionali ma anche perchè non credono che la cosiddetta "antipolitica" sia una soluzione efficace.
I non votanti potrebbero essere indotti a ricredersi se di qui al prossimo aprile i partiti tradizionali continuassero a "fare gli gnorri", non giungendo ad un cambiamento della legge elettorale e non riducendo davvero i privilegi della casta.
A quel punto anche i più scettici potrebbero vedere nel movimento di Grillo, pur con tutti i suoi limiti, una strada percorribile, soprattutto se questa forza sapesse dimostrare, nei sei mesi che mancano alla consultazione politica, di saper davvero iniziare il percorso virtuoso volto a smantellare i privilegi che, in Sicilia, sono ancora maggiori e più spudorati che nel resto del Paese.
La sfida che attende il movimento, a questo riguardo, è comunque grande ed è stata ben sintetizzata da Gianfranco Miccichè che ha detto: "Voglio vederli i grillini il giorno in cui si trovano in mano la busta paga con 15 mila euro netti al mese...voglio vederli". E' ben vero che è stato dichiarato che la maggior parte di tale somma verrà versata dagli eletti al Movimento, ma ciò non toglie che il problema rimanga: ce la faranno i grillini a resistere alle lusinghe del potere ?
Basta guardare, da questo punto di vista, alla triste parabola dell'IDV, nato come movimento contrario alla politica tradizionale e votato a moralizzare la cosa pubblica, che è finito nel gorgo dell'arricchimento personale, come ha ben dimostrato la recente inchiesta della Gabanelli, che ha mostrato un Di Pietro in grave difficolta nel tentativo di giustificare l'enorme patrimonio immobiliare accumulato in questi anni.
Il fatto è che, nella realtà italiana si è creata una collusione di fondo fra tutte le forze politiche, nessuna esclusa, che ha portato a tacitare qualunque vero dissenso nei confronti della logica spartitoria che ha dominato gli ultimi vent'anni: al di là dell'apparente, forte costrasto fra il centrodestra berlusconiano e la sinistra più o meno massimalista, si costruiva un sistema in cui tutti beneficiavano di una fetta crescente delle risorse pubbliche, dirottate più che ai partiti, ad alimentare le fortune personali dei loro membri. In questo contesto i comportamenti predatori dei Lusi e dei Fiorito non sono l'aberrazione di alcune "mele marce" , ma semplicemente le manifestazioni più visibili del "sistema". Ho già citato in un precedente post quanto affermato da Casini allo scoppio dello scandalo Fiorito e cioè che il PD non poteva tirarsi fuori dalla facenda chiedendo lo scioglimento del Consiglio Regionale perchè "tutti sapevano". Questa affermazione è appunto rivelatrice dell'esistenza di un sistema che ha, fra l'altro, messo in luce una delle grandi debolezze del nostro assetto istituzionale: un federalismo becero che non prevede più i controlli dello Stato sulle Regioni ( i Comitati Regionali di Controllo sono stati aboliti) e che lascia ampio spazio ad ogni forma di degrado.
Il malaffare è diventato la norma e in questo contesto si inserisce, direi armoniosamente, anche la collusione con la 'ndrangheta in Regione Lombardia.
Il livello di sopportazione dei cittadini rispetto a questa barbarie è ormai ampiamente superato e possono bastare piccoli eventi per produrre uno "tsunami" capace di travolgere completamente i partiti tradizionali.
Oggi il Movimento 5 Stelle è l'unica forza politica in grado di tentare di rompere il sistema collusivo in atto: se continuerà a marcare la propria diversità rispetto ai riti della politica ( niente comparsate in TV, niente accordi sottobanco, ecc. ) e si saprà muovere in modo determinato e credibile nei prossimi mesi contro i privilegi e il malaffare, l'ipotesi di un "effetto valanga" potrebbe realizzarsi e il Movimento potrebbe andare molto al di là delle percentuali di consesnso elettorale che oggi gli vengono attribuite. Il fatto che in Sicilia il Movimento 5 Stelle abbia pescato consensi in tutte le aree politiche è un segno premonitore in questa direzione.