Rete dei Comitati per la Qualità urbanistica
DICHIARAZIONE DI GUERRA
Lettera aperta al Presidente e Vicepresidente del Consiglio, ai Leader politici, a Membri del Governo, ai Parlamentari e ai Presidenti di: ANCE, Italia Nostra, INU, Legambiente
La recente approvazione parlamentare delle norme sulla cosiddetta “semplificazione edilizia” contenute nel Decreto del Fare è percepita dai cittadini interessati come un’autentica dichiarazione di guerra ai loro diritti, al buonsenso, alla civile convivenza, ai principi di una sana urbanistica.
Abbiamo già ampiamente documentato, anche con un inequivocabile servizio televisivo della RAI, i gravissimi danni prodotti in Lombardia da norme analoghe a quelle contenute nell’art.30 del decreto, che consentono di alterare la sagoma degli edifici nelle ristrutturazioni edilizie e che ora, venendo estese all’intero territorio nazionale, produrranno effetti devastanti.
Tali effetti sono fortemente aggravati da un’altra forsennata disposizione, peggiore addirittura della precedente, che non era presente in Lombardia, e cioè la possibilità per le Regioni e la Provincia autonoma di Trento e Bolzano di derogare alla distanza minima di 10 metri fra gli edifici, stabilita dalla precedente normativa nazionale.
Stupisce che questa deroga incredibile e incivile, che porta il nostro Paese alla stregua dei peggiori esempi mondiali di urbanizzazione incontrollata, sia stata introdotta con un emendamento presentato dai senatori dell’Alto Adige, territorio che si distingueva per attenzione alle tematiche ambientali e che subirà, come gli altri, le pesanti conseguenze di questa legislazione.
La “ciliegina sulla torta” è poi data dalla norma che permette di installare “case mobili”, senza permesso di costruire, all’interno di strutture ricettive all’aperto, con il rischio di trasformare i campeggi, nei luoghi più suggestivi d’Italia, in villaggi turistici.
Si tratta con tutta evidenza di una vittoria, ma una ”vittoria di Pirro”, della potente lobby dei costruttori, di cui l’ANCE è l’espressione istituzionale e che trova, sia nel PDL che nel PD, un forte sostegno trasversale: spicca, in particolare, il ruolo avuto dal Ministro Lupi che ha fortemente sostenuto in Parlamento, anche con arroganza, gli interessi dei costruttori. L’accusa di “inciucio” che Beppe Grillo fa al PD e al PDL trova purtroppo, in questa vicenda, una forte conferma.
Desideriamo ringraziare i parlamentari del Movimento 5 Stelle e di SEL che si sono coerentemente e, in modo convincente, battuti contro l’art.30 e la Sen. Lorenza Ricchiuti del PD che, voce piuttosto isolata nel suo partito, ha fatto altrettanto.
Ringraziamo anche l’Istituto Nazionale di Urbanistica, che ha denunciato in modo forte e chiaro le negative conseguenze di tale norma ed ha accettato la nostra proposta di collaborazione.
Apprezziamo inoltre l’appello che è stato fatto da Italia Nostra contro vari aspetti del Decreto del Fare , anche se ci ha negativamente colpito il fatto che le nostre mail al suo Presidente siano rimaste totalmente inevase.
Siamo, invece, insoddisfatti della posizione favorevole alla predetta norma assunta da Legambiente, che si è detta disponibile a collaborare per la sola tutela dei centri storici.
Invitiamo l’ANCE a sensibilizzare i propri associati affinche’ usino con estrema prudenza le norme favorevoli di cui possono godere, tenendo conto che l’opposizione dei cittadini alla devastazione del tessuto urbanistico sarà molto forte: noi ci stiamo organizzando, in sintonia con altre associazioni, sul territorio nazionale per adeguate azioni di contrasto. Faremo sentire la nostra voce, e non solo, in tutte le sedi opportune e useremo tutte le “armi” legittime nella guerra che ci è stata dichiarata.
Invitiamo anche le forze politiche di maggioranza a tener conto della grave perdita di consensi che la loro azione produrrà e a rivedere la loro controproducente politica, che certamente non porterà vantaggi al Paese e neppure ai costruttori, che vedranno calare ancora la loro già scarsa credibilità come gruppo sociale e aumentare, come avvenuto in Lombardia, il fallimento di imprese impegnate nella costruzione di ecomostri.
Il portavoce
Roberto Barabino