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domenica 28 dicembre 2014

Politici e giornalisti: spesso maleducati e bugiardi



Premetto che, ovviamente, non voglio fare di tutta l’erba un fascio  e non sostengo che tutti i soggetti  menzionati abbiano quelle caratteristiche; tuttavia posso dire, in base all’esperienza diretta, che in molti casi è proprio così.
Essendo io un moderato, uso raramente espressioni forti e provocatorie come il titolo di questo post. Ma, come si dice a Roma,  “ quando ce vò, ce vò”.
Per spiegare i motivi della mia irritazione faccio un esempio recente. Prima di pubblicare l’ultimo post “ Avvio del Progetto Trasparenza” ho ritenuto opportuno cercare un’interlocuzione con politici regionali e nazionali  sul tema della legalità che, dati i ricorrenti scandali, dovrebbe essere un punto di loro forte attenzione, quantomeno in chiave di marketing politico verso gli elettori. Ho pertanto mandato loro, in anteprima, il testo del post, chiedendo di poter avere uno scambio d’idee in merito. I destinatari sono stati  esponenti politici nazionali  o lombardi dei seguenti partiti: PD, FI, M5S, Lega, FDI, NCD, SEL, Con Ambrosoli Presidente – Patto Civico.  Non faccio per il momento i nomi delle persone interpellate ma mi riprometto di farli in una prossima occasione se si ripeterà la situazione attuale:  ho  infatti avuto riscontro solo da una di loro  che mi ha fissato un incontro per approfondire la questione e che ringrazio per la disponibilità.
Dato che i politici sono eletti e pagati dai cittadini dovrebbero sentire il dovere morale di tener conto delle istanze degli stessi quando esse sono espresse in modo urbano e non comportano oneri eccessivi. Il dovere di dare risposta, anche se negativa, è comunque il minimo per chi assume funzioni pubbliche e non è escluso che, essendo i rappresentanti del popolo dei pubblici ufficiali possa essere loro contestato il reato di omissione d’atti d’ufficio ai sensi dell’art. 328 c.p.. Ho intenzione di approfondire quest’ultimo aspetto con un penalista,  ma desidero sottolineare che si tratta, anzitutto, di buona educazione e che non c’è speranza di tirar fuori dal guado il nostro Paese  se non si ristabiliscono le regole elementari del vivere civile. Invito, pertanto, i politici che leggono questo scritto a contribuire, con il dialogo, al ripristino della fiducia dei cittadini che, come dimostrano le astensioni dal voto, è a livelli preoccupanti ed inaccettabili. Altrimenti le bugie raccontate in campagna elettorale sulla disponibilità della politica verso gli elettori si ritorceranno pesantemente su chi le esprime.
Venendo ai giornalisti, essi definiscono la loro professione come il “fare informazione” il che dovrebbe significare riportare le notizie rilevanti per la collettività, ma per una singolare  distorsione professionale probabilmente dovuta al bisogno di vendere il loro prodotto, prendono in considerazione solo ciò che, a loro avviso, “fa notizia”. Quindi lo spazio prevalente negli organi d’informazione è dato a fatti di guerra, violenza privata e pubblica, eventi eccentrici e “trash”, proteste di ogni tipo con personaggi urlanti, liti politiche, volgarità di ogni tipo. Ben poco spazio è dato alla società civile che studia, lavora, costruisce benessere e cerca di migliorare il Paese. Facendo così, a mio avviso, molti giornalisti tradiscono il loro mandato professionale e quindi sono anch’essi bugiardi.  Una riprova di quanto affermo è il recente annuncio del Corriere della Sera circa la pubblicazione , nel giorno di capodanno in cui non escono i quotidiani, del “Corriere delle buone notizie”, il che è in sé  positivo ma dimostra che nei 364 giorni precedenti ci viene propinato ben altro. Così non va. I cittadini si sono stancati di vedere una rappresentazione del Paese solo deprimente, che non rende giustizia alla realtà dei fatti.
Quanto alla maleducazione, se la giocano alla grande con i politici: a parte le “lettere al Direttore” che hanno uno spazio nei principali quotidiani e periodici ma che comunque solo in pochi casi hanno riscontro ,i messaggi inviati a singoli giornalisti ben raramente ottengono una risposta anche se contengono espressioni di apprezzamento per gli articoli  da loro scritti e magari chiedono solo chiarimenti in merito al loro contenuto. Esperienze dirette ed anche recenti  me lo confermano.
Non so se tale carenza sia dovuta a “ ordini di scuderia”  del Direttore o dell’Editore oppure soltanto all’atteggiamento del singolo giornalista, ma anche in questo caso qualcosa deve cambiare perché chi accusa quotidianamente i politici di essere una casta, forse non si rende conto di far parte di un’altra, spesso non meno arrogante e indisponente della prima.


domenica 14 dicembre 2014

Avvio del Progetto Trasparenza



Non essendo state proposte delle alternative all’iniziativa riportata nel titolo, da me lanciata nel dibattito seguito all’ultimo post, ritengo opportuno procedere con la stessa.
Devo dire che, a fronte del fosco quadro che emerge dall’inchiesta romana su Mafia Capitale, esiste un potente fascio di luce che potrebbe consentire d’ illuminare la scena ed eliminare le zone d’ombra che la stessa presenta.
Faccio riferimento ad una recente  ed  eccellente normativa, cioè il Decreto Legislativo sulla trasparenza, visibile al seguente link: http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2013/04/05/13G00076/sg , che è molto opportunamente ispirata al “Freedom for information act” americano e che consente, ed anzi richiede, ai cittadini, di esercitare un diffuso controllo sull’operato della Pubblica Amministrazione, degli stessi organi di vigilanza e dei poteri politici sovraordinati. La lettura di questo importante e, a mio avviso, utilissimo strumento dà la netta impressione che vi sia, da parte del Legislatore, un forte appello alla società civile affinché essa si attivi opportunamente per esercitare i poteri di verifica e di azione che le competono. Come ho avuto occasione di dire nel dibattito predetto, ciò che caratterizza i Paesi dove minore è la corruzione è proprio il fatto che i cittadini non subiscono passivamente gli abusi della politica e le angherie dell’amministrazione senza reagire.
E’ quindi venuta l’ora in cui , possedendo lo strumento indicato, cui va aggiunta anche la legge sulla prevenzione della corruzione, visibile al seguente link:  http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2012/11/13/012G0213/sg , i cittadini possono iniziare a svolgere un ruolo attivo per affermare la cultura della legalità e creare un rapporto più bilanciato e virtuoso fra loro, la politica e l’amministrazione.
Qualche lettore può esser stupito delle mie affermazioni in chiave tanto positiva, che può ritenere piuttosto ingenue e, con un non infondato scetticismo, dire: la legge sarà anche buona ma siamo in Italia dove vige il principio “fatta la legge trovato l’inganno”.  Se qualcuno ha pensato così devo dirgli che non ha tutti i torti. Infatti sono andato a vedere i siti dei tre comuni nei quali sono scoppiati i più recenti scandali: Venezia (Mose), Milano ( Expo) e naturalmente Roma (Mafia Capitale) ed ho trovato che nella sezione “Amministrazione Trasparente” prevista dalla legge, dove pure vi è un profluvio di dati  anche molto utili sull’organizzazione  e sull’attività dell’istituzione comunale, vi sono alcune significative carenze dietro alle quali potrebbero nascondersi fatti di  malversazione e di corruzione. Non intendo in questo momento scoprire maggiormente le carte, riservandomi di condividere le mie scoperte anzitutto con coloro che decideranno di aderire al Progetto, al fine di concordare specifici obiettivi e linee d’azione.
Malgrado quanto precede, confermo la mia positività perché il Decreto sulla Trasparenza istituisce, sulla falsariga della legislazione americana, l’istituto dell’ “accesso civico” che consiste nel diritto di chiunque di  richiedere all’amministrazione informazioni, dati e documenti anche se non ancora pubblicati , fatta eccezione solo per quelli espressamente esclusi dalle leggi vigenti ( ad esempio per motivi di sicurezza o di privacy).  L’art. 5 comma 2 dice espressamente al riguardo una cosa che ritengo opportuno evidenziare con sottolineatura e  grassetto e che invito i lettori a leggere con attenzione e a memorizzare
La richiesta di accesso civico non è soggetta ad alcuna limitazione quanto alla legittimazione soggettiva del richiedente, non deve essere motivata, è gratuita e va presentata al responsabile della trasparenza dell’amministrazione obbligata alla pubblicazione”.
Ci sono quindi ottime basi su cui i cittadini possono fondare le loro  ricerche e richieste finalizzate ad esplorare la correttezza delle iniziative portate avanti dalla P.A. e l’uso delle risorse pubbliche. Naturalmente lo sguardo può essere puntato non solo sui comuni ma anche su organismi provinciali, regionali e nazionali.  A mio avviso è comunque opportuno iniziare dai primi perché si sono rivelati particolarmente permeabili a condizionamenti impropri e pericolosi.
Un’altra ragione di ottimismo sta nel fatto che, essendo la P.A. obbligata a rispondere e a mettere online tutta la documentazione richiesta, i cittadini possono controllare ed agire semplicemente usando un computer e quindi con scarso dispendio di tempo e di denaro.
Invito quindi chi fosse interessato a far parte di questo stimolante progetto di farmelo sapere o tramite un commento a questo post oppure via mail all’indirizzo: robertobarabino@alice.it .


mercoledì 10 dicembre 2014

Mafia capitale: come reagire




In una bella vignetta di Giannelli sul Corriere della Sera ad  una persona  che dice a proposito dello scandalo romano“sembra che abbia fatto tutto “er cecato” “ un’altra chiede: “ma gli altri che facevano?”  e la risposta è “ beh, chiudevano un occhio”. Questa vignetta, con l’humour e la concisione della satira, centra  in pieno il cuore del problema: cioè la totale assenza di controlli da parte di chi avrebbe dovuto e potuto accorgersi di quanto avveniva sotto i suoi occhi. Parafrasando un famoso detto popolare  si potrebbe dire che“non c’è peggior cieco di chi non vuole vedere”.
Una possibile causa di questa distorsione che ha consentito il proliferare di comportamenti corruttivi  e criminali e di  un enorme spreco del denaro pubblico è, ovviamente, la collusione, cioè la copertura data da chi , pur non partecipando al sodalizio criminale,  non lo ha ostacolato perché ritiene di poterne trarre vantaggi  diretti o indiretti.  Ma certamente la causa principale è, come ha affermato il magistrato e Presidente della Commissione  Anticorruzione, Raffaele Cantone, di tipo culturale. Cito a memoria quanto da lui detto in un’intervista televisiva” quando una persona condannata per corruzione gira liberamente negli uffici comunali, ottiene l’affidamento di appalti pubblici e nessuno ha niente da ridire, c’è qualcosa che non va”.  Aggiungerei che quella persona, cioè Salvatore Buzzi, è anche stato condannato a 24 anni di reclusione per omicidio ed è poi stato graziato dall’ex Presidente Scalfaro.  Esiste una norma che prevede l’impossibilità di affidare appalti pubblici a chi manchi dei  requisiti di “onorabilità e correttezza”, che è stata totalmente ignorata.
La  diagnosi di Cantone è  confermata dal fatto che, pur avendo molti chiesto il commissariamento o le dimissioni della giunta comunale,  nessuno ha chiesto esplicitamente ai vertici dell’amministrazione romana  di spiegare perché  siano stati omessi  i controlli  sugli appalti  e sui servizi sociali affidati alla Cooperativa 29 giugno, e quali provvedimenti s’intenda prendere contro chi ha mancato al proprio dovere. Il Sindaco Marino ha cercato di difendere il proprio operato citando diverse e sue azioni di respingimento di personaggi equivoci  che avevano rapporti con vari assessorati, ma non ha detto una sola parola sui doveri di vigilanza di tali organismi e sulle azioni da  prendere nei confronti di chi li ha disattesi.  A parte l’ assessore alla Casa e quello alla Trasparenza , che sono  stati arrestati, non c’è nulla da chiedere e da dire, a titolo di esempio,  all’Assessore alle politiche sociali che non ha visto le condizioni  degradanti dei campi Rom per i quali il Comune dava a Buzzi molte decine di milioni di euro? Ciò indica che manca proprio una cultura della legalità e la conoscenza dei principi base su cui deve fondarsi una corretta amministrazione pubblica.
E’ ovvio che il desolante spettacolo di carenza istituzionale al quale stiamo assistendo potrebbe indurre allo scoramento e al desiderio di rinunciare a qualsiasi iniziativa, limitandosi a sfogare la propria giusta indignazione con anatemi o magari con l’astensione elettorale. Ma ciò non farebbe che perpetuare le ragioni di fondo della debolezza attuale.
Come sanno i miei lettori abituali, questo blog è nato per dar voce ai cittadini desiderosi di portare un contributo d’idee tese a migliorare il nostro sistema politico.  Ora mi pare che i tempi siano maturi  per valutare se oltre alle idee non sia il caso di pensare  anche ad azioni concrete.  Ne cito solo una come esempio : verificare quali leggi vengano  sistematicamente disattese dai pubblici poteri e poi presentare denuncia alla Magistratura contro le Amministrazioni  a vari livelli ( non solo quelle comunali) che ne sono colpevoli.
Mi piacerebbe sentire l’opinione di lettori su questa  o su altre ipotesi  , nonché sulla propria disponibilità a partecipare allo studio e alla realizzazione delle iniziative che venissero concordate.