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venerdì 22 maggio 2015

Opposizione in confusione: urge un cambiamento

In una recente trasmissione radiofonica Stefano Feltri, Vicedirettore de “Il Fatto Quotidiano” e persona seria,  è stato sollecitato dal conduttore  a dire se riteneva corretta la richiesta di dimissioni di Alfano a seguito dell’arrivo su un barcone di un presunto terrorista implicato nell’attacco al Museo del Bardo di Tunisi. Feltri ha risposto che, pur ritenendo Alfano il peggior Ministro dell’Interno della storia repubblicana, non si sentiva di fargli addebiti per il caso specifico. Affermazione che testimonia la  sua capacità di distinguere il singolo episodio dal contesto, cosa che manca totalmente a varie forze di opposizione, che si sono lanciate a testa bassa e a  gran voce contro l’incolpevole ( in questo caso) Ministro, chiedendone in modo palesemente strumentale le dimissioni, nella vana speranza di mettere in difficoltà il Governo. Mentre non hanno battuto ciglio quando il Ministro ha consentito una dissennata gestione dell’ordine pubblico a Milano in occasione della manifestazione no-Expo, caratterizzata da dichiarate e colpevoli collusioni con le frange estreme dei contestatori.
Questi comportamenti di opposizione dimostrano non solo mancanza di equilibrio e di correttezza in chi li assume, ma anche la forte sottovalutazione della capacità del pubblico di capirne i motivi e  di trarne le conseguenze. Paradossalmente essi si trasformano in  “assist” per il Governo perché sono evidenti manifestazioni di scarsa lucidità politica e d’impotenza.
Un altro recente episodio di questo tipo è la diffusa e radicale contestazione sui rimborsi ai pensionati  decisi a seguito della sentenza della Corte Costituzionale: tutti i partiti sanno perfettamente che il totale e immediato rimborso degli arretrati a tutti i percettori di pensione comporterebbe un violento squilibrio dei conti pubblici, con gravi conseguenze interne e internazionali. Ebbene, nonostante ciò ( e forse proprio per questo motivo) si insiste nell’insensata e impossibile richiesta di  un rimborso integrale, sempre nella speranza di mettere in difficoltà il Governo e sempre senza rendersi conto che i cittadini, anche se toccati nel portafoglio, non sono così sciocchi da credere che qualcuno abbia la bacchetta magica e possa trovare di colpo i 18 miliardi di euro che  servirebbero ma che non ci sono.
L’entità e l’ampiezza delle misure del Governo possono e debbono certamente essere discusse, così come la possibile “invasione di campo” operata dalla Corte Costituzionale, ma non è con la logica del “tanto peggio tanto meglio” che si possono acquisire i consensi degli elettori.
In alcuni recenti e  interessanti articoli di stampa sia Michele Salvati che Angelo Panebianco hanno evidenziato come il problema democratico principale del nostro Paese non  sia il presunto e infondato autoritarismo di Renzi, che è invece necessaria volontà di decidere, ma l’inesistenza di un’opposizione credibile, che possa autorevolmente proporsi come alternativa a Renzi.
Molta strada deve fare la variegata opposizione per “trovare la quadra” e poter sperare in un’inversione di tendenza nelle preferenze degli elettori, ma un punto di partenza di una utile riflessione autocritica  può   essere la constatazione, emersa anche  dalle recenti elezioni amministrative, che assumere posizioni  esagerate, ondivaghe e  contradditorie  (alla Brunetta, per intenderci) non paga e che la contestazione “ a prescindere” (alla Salvini e , per motivi diversi, alla Grillo) fa guadagnare voti ma non porta al governo.

Il tempo della contrapposizione urlata e “ muscolare “ è finito. Ora ci vuole la testa, il buon senso e, perché no ?, anche un po’ di senso del ridicolo,  altrimenti  si rimediano brutte figure e non si sfonda.

martedì 12 maggio 2015

Renzi risponde sul contrasto alla delinquenza


Il Presidente del Consiglio ha cortesemente risposto alla lettera che gli ho inviato il 5 maggio e che è stata inserita nel blog in pari data. Pubblico il testo della sua mail e il mio riscontro alla stessa, ed esprimo vivo apprezzamento per la sua disponibilità, non comune nei politici e in altri esponenti pubblici che ho avuto occasione di interpellare in passato su temi che interessano i cittadini.

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Caro Roberto
grazie per aver scritto e per aver formulato le tue proposte su temi di grande attualità.
Credo che sia sempre necessario trovare il giusto equilibrio tra una rigorosa vigilanza e la tutela del diritto a manifestare.
Non dobbiamo farci intimidire dal teppismo di chi vuole distruggere, anziché costruire.
Negli episodi recenti di Milano le forze dell'ordine hanno fatto un lavoro molto serio, e hanno saputo evitare le provocazioni. Anche i cittadini hanno risposto con dignità e grande senso civile mettendosi subito al lavoro per riordinare la città.
Rafforzeremo i controlli e la vigilanza per prevenire scempi, ma non ci lasceremo fermare dalla delinquenza e dal teppismo.
Grazie per il tuo contributo.
Un saluto,
Matteo Renzi


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Caro Matteo,
ti ringrazio per la pronta e informale risposta, che riscontro in termini analoghi.
Condivido la necessità di trovare il giusto equilibrio fra vigilanza e diritto a manifestare: anche gli antagonisti devono poter esprimere liberamente le loro idee e  il loro forte  dissenso, purché non trascendano in episodi di violenza.
La prevenzione è certamente la strategia migliore ma, quando questa non sia sufficiente, lo Stato deve agire con  adeguata fermezza, senza creare l’impressione che vi siano zone d’impunità.
Garantire un contesto di legalità è non solo un vantaggio per i cittadini ma è la condizione inderogabile affinché le riforme in cui il Governo è impegnato siano efficaci e capaci di attrarre i capitali stranieri di cui il nostro Paese ha bisogno per avviare un forte rilancio economico.
Non mancherò di farti avere ulteriori contributi, se ve ne sarà l’opportunità e l’esigenza.
Cordialmente.
Roberto Barabino




mercoledì 6 maggio 2015

Con i delinquenti non si tratta e non si cede




Milano, 5 maggio 2015

Lettera aperta al Presidente del Consiglio

Gentile Presidente Renzi,


Il 22 febbraio ho pubblicato nel mio blog “La politica dei cittadini” (www.civicum.blogspot.com )   un post ( “Italia a rischio: lo Stato faccia lo Stato”) in cui citavo, fra l’altro, alcuni recenti e gravissimi casi di resa dello Stato di fronte ai violenti. Ricordo gli episodi e cito alcuni passaggi:

1 -  Motovedetta minacciata da malviventi  muniti di kalashnikov al largo della Libia
“…di fronte alla minaccia l’equipaggio ha prontamente riconsegnato il barcone su cui avevano viaggiato i migranti e che era stato sequestrato.” 

2 -  Bandito ucciso durante un assalto ad una gioielleria di Vicenza
“…. ad una troupe televisiva che voleva documentare i funerali del malvivente ucciso, appartenente ad una comunità rom, è stato chiesto dalle forze dell’ordine di allontanarsi perché i membri della predetta comunità avrebbero potuto avere reazioni violente, sopprimendo così un basilare diritto di cronaca. Ancora una volta, quindi, lo Stato ha  ceduto di fronte ai prepotenti.”

3 – Attacco degli “hooligans” olandesi a Roma in occasione di una partita di calcio
“ L’ultimo clamoroso esempio di resa ai prepotenti ,……. con i poliziotti che in Piazza di Spagna osservavano i vandalismi in atto senza reagire. A chi chiedeva spiegazioni rispondevano  “vogliamo evitare il peggio”.

Abbiamo quindi un grave problema nazionale di scarsa forza dello Stato, che è più incline a sottostare alle prepotenze dei fuorilegge che a contrastarle. “

Ora ,  dopo i  violenti fatti di Milano possiamo aggiungere un ulteriore episodio alla catena di inadempienze degli organi dello Stato:

4 – Vandalismi dei black block in occasione dell’apertura dell’Expo
Ho sentito con sconcerto in televisione le incredibili parole pronunciate, prima degli scontri, dal Capo della Polizia, che (cito a memoria) diceva così: “la nostra linea è quella di negoziare fino all’ultimo anche con le frange più estreme”. Dopo gli scontri ho sentito dal Ministro Alfano  e dallo stesso Capo della Polizia parole altrettanto incredibili, che ripetono quanto detto dai poliziotti a Roma  “…abbiamo evitato il peggio”.
Quindi, per evitare il peggio si è lasciato calpestare impunemente la legge e mettere a ferro e fuoco il centro di Milano, di fronte a tutto il mondo che ci guarda e ci giudica inetti.
Non è certo questo che i cittadini si aspettano dai responsabili dell’ordine pubblico in una nazione civile. Una cosa è il senso della misura nell’ esercizio dell’azione repressiva, un’altra la totale passività e il sistematico cedimento di fronte ai violenti.
Questo ulteriore episodio rinforza quanto detto in precedenza circa la debolezza dello Stato e impone una rapida e decisa inversione di tendenza per evitare al nostro Paese ulteriori umiliazioni e gravi rischi. 

 Auspico quindi che vengano date agli organi competenti disposizioni  nette e inequivocabili affinché, d’ora innanzi, le violenze siano impedite sul nascere con il giusto uso della forza che compete allo Stato e non si debba più assistere al triste e vergognoso spettacolo dei vandali che imbrattano, distruggono e feriscono, con la polizia a due passi che sta compostamente a guardare e con il capo della stessa che dice, dopo gli eventi, che il vandalismo è stato volutamente consentito.

La ringrazio dell’attenzione che vorrà dare alla mia richiesta e La saluto cordialmente.

Roberto Barabino