In una
recente trasmissione radiofonica Stefano Feltri, Vicedirettore de “Il Fatto
Quotidiano” e persona seria, è stato
sollecitato dal conduttore a dire se
riteneva corretta la richiesta di dimissioni di Alfano a seguito dell’arrivo su
un barcone di un presunto terrorista implicato nell’attacco al Museo del Bardo
di Tunisi. Feltri ha risposto che, pur ritenendo Alfano il peggior Ministro dell’Interno
della storia repubblicana, non si sentiva di fargli addebiti per il caso
specifico. Affermazione che testimonia la
sua capacità di distinguere il singolo episodio dal contesto, cosa che
manca totalmente a varie forze di opposizione, che si sono lanciate a testa
bassa e a gran voce contro l’incolpevole
( in questo caso) Ministro, chiedendone in modo palesemente strumentale le
dimissioni, nella vana speranza di mettere in difficoltà il Governo. Mentre non
hanno battuto ciglio quando il Ministro ha consentito una dissennata gestione
dell’ordine pubblico a Milano in occasione della manifestazione no-Expo,
caratterizzata da dichiarate e colpevoli collusioni con le frange estreme dei
contestatori.
Questi
comportamenti di opposizione dimostrano non solo mancanza di equilibrio e di correttezza
in chi li assume, ma anche la forte sottovalutazione della capacità del
pubblico di capirne i motivi e di trarne
le conseguenze. Paradossalmente essi si trasformano in “assist” per il Governo perché sono evidenti
manifestazioni di scarsa lucidità politica e d’impotenza.
Un altro
recente episodio di questo tipo è la diffusa e radicale contestazione sui
rimborsi ai pensionati decisi a seguito
della sentenza della Corte Costituzionale: tutti i partiti sanno perfettamente
che il totale e immediato rimborso degli arretrati a tutti i percettori di
pensione comporterebbe un violento squilibrio dei conti pubblici, con gravi
conseguenze interne e internazionali. Ebbene, nonostante ciò ( e forse proprio
per questo motivo) si insiste nell’insensata e impossibile richiesta di un rimborso integrale, sempre nella speranza
di mettere in difficoltà il Governo e sempre senza rendersi conto che i
cittadini, anche se toccati nel portafoglio, non sono così sciocchi da credere
che qualcuno abbia la bacchetta magica e possa trovare di colpo i 18 miliardi
di euro che servirebbero ma che non ci
sono.
L’entità e
l’ampiezza delle misure del Governo possono e debbono certamente essere
discusse, così come la possibile “invasione di campo” operata dalla Corte
Costituzionale, ma non è con la logica del “tanto peggio tanto meglio” che si
possono acquisire i consensi degli elettori.
In alcuni
recenti e interessanti articoli di stampa
sia Michele Salvati che Angelo Panebianco hanno evidenziato come il problema
democratico principale del nostro Paese non
sia il presunto e infondato autoritarismo di Renzi, che è invece
necessaria volontà di decidere, ma l’inesistenza di un’opposizione credibile,
che possa autorevolmente proporsi come alternativa a Renzi.
Molta strada
deve fare la variegata opposizione per “trovare la quadra” e poter sperare in
un’inversione di tendenza nelle preferenze degli elettori, ma un punto di
partenza di una utile riflessione autocritica può essere la constatazione, emersa anche dalle recenti elezioni amministrative, che
assumere posizioni esagerate, ondivaghe
e contradditorie (alla Brunetta, per intenderci) non paga e
che la contestazione “ a prescindere” (alla Salvini e , per motivi diversi,
alla Grillo) fa guadagnare voti ma non porta al governo.
Il tempo
della contrapposizione urlata e “ muscolare “ è finito. Ora ci vuole la testa,
il buon senso e, perché no ?, anche un po’ di senso del ridicolo, altrimenti si rimediano brutte figure e non si sfonda.