Si deve crescere perché
ogni anno servirebbe un po’ più di denaro per noi, per ridurre le tasse, per
pagare il debito, per fare investimenti produttivi, per pagare un po’ di più di
pensioni, per avere qualche occupato in più.
Sarebbe bello fare un po’
più di debito e dare subito un po’ più di soldi alla gente: ma questo, se fatto
in misura significativa, genera subito più inflazione e prezzi più alti e
quindi alla fine siamo allo stesso punto di prima. Con buona pace della
crescita finanziata dal debito che tanto piace a qualche politico e qualche
sindacalista.
Si dovrebbe esportare
molto di più. Sì, però peccato che i mercati tipici italiani (lusso, macchinari
industriali, ecc.) tirino un po’ meno: anche da loro c’è un po’ di crisi,
crescono meno e comprano meno lusso e meno macchinari industriali per
sviluppare la loro industria. E poi, lo dice il FMI, il mondo sta crescendo
meno, forse il 2% all’anno (ma almeno riuscissimo a “prendere” quello!)
E allora a chi vendo di
più, se tutti hanno problemi? Non c’è più nessuno a cui vendere di più e quindi
la crescita è meglio togliersela dalla testa.
A meno che non individuiamo
una “cosa” da vendere che solo noi abbiamo e che, come inventata, sia subito
richiesta da molti: in tal caso ecco che PIL e occupazione crescerebbero in
modo significativo.
L’unica iniziativa
recentemente apparsa sui giornali e che va il tal senso è l’idea del ministro
Del Rio, che vuole realizzare un sistema merci veloce tra il porto di Genova e
la Svizzera, facendo anche uso del recentissimo nuovo tunnel del Gottardo.
L’idea è ottima: se tale sistema si dimostrasse davvero efficiente, allora in
breve tempo il traffico merci a lunga distanza della Svizzera abbandonerebbe il
più lontano porto di Rotterdam e privilegerebbe la nostra soluzione. In tal
caso dunque il PIL e l’occupazione riferibili a questa iniziativa crescerebbero
rapidamente. È ovvio che ci si augura che tutti gli interessati (Ferrovie,
Porto, Scaricatori del Porto, Dogane, Comuni toccati dall’iniziativa, ecc. ecc.)
remino a favore, testimoniando una virtuosa collaborazione tra Governo, Enti
Centrali e Enti Locali.
L’iniziativa or ora
descritta rappresenta un ottimo esempio di quello che vuol dire “inventare
nuove soluzioni” altamente competitive, da replicare il più possibile.
Essa è anche un esempio di re-industrializzazione:
una volta il porto di Genova primeggiava per traffico merci, ora la proposta
Del Rio lo “reinventa” in nuova chiave con un sistema industriale di logistica
integrata.
Secondo me, pertanto, la
via principe per aumentare velocemente PIL e occupazione è favorire ampi
re-insediamenti industriali, costruendo le condizioni per cui, per un
imprenditore, sia più vantaggioso investire in Italia per produrre: in tal caso
noi venderemmo le opportunità messe disposizione dal nostro Paese. Produrre a
minori costi non vuol dire abbassare gli stipendi in una qualche delle forme
inventabili (facendo così la gente avrebbe meno soldi da spendere e l’obiettivo
sarebbe vanificato) ma vuol dire provare a contenere i fattori di costo che
alla fine si scaricano sul costo del prodotto: costi della burocrazia per
aprire le imprese, costi della burocrazia per gestire le imprese, costi del
denaro, costi dell’energia, costi dei trasporti, costi della formazione del
personale, ecc. ecc.
Costituendo così un nuovo
patto tra produttori e politica, finalizzato a favorire l’industria anche attraverso
investimenti in infrastrutture (che consentono alle imprese di produrre a costi
inferiori) e regolamentazioni specifiche: l’industria è cosa buona e va
favorita, favorire gli imprenditori non è reato, chi crea posti di lavoro va
favorito.