1 – Lo Stato ha abdicato alle sue
funzioni essenziali di gestione e controllo a netto favore dei privati
Come risulta
dalla parte pubblica della convenzione con Autostrade per l’Italia è stato
ceduto a questa società un autentico monopolio a condizioni economiche per essa
vantaggiosissime, tali da eliminare, come ha detto l’ex Ministro alle
Infrastrutture Lupi, il rischio d’impresa (ad esempio la clausola aberrante che
aumenta automaticamente le tariffe se il traffico diminuisce, come avvenuto nel
periodo più acuto della crisi economica). C’è poi una parte assurdamente secretata
( gli allegati) in un accordo che
dovrebbe essere all’insegna della massima trasparenza . L’ex Ministro alle Infrastrutture Di Pietro, che ha sottoscritto la
convenzione, ha affermato di non essere l’autore della secretazione ed ha fatto
un appello affinché si indaghi su chi ha l’ha decisa, per quali motivi e con
quale atto formale. Mi unisco a questa richiesta rivolta all’attuale Ministro
competente Toninelli che si è dichiarato favorevole alla desecretazione ed ha giustamente affermato “è inconcepibile che
una tragedia del genere rimanga senza sanzioni esemplari”. Esse dovrebbero riguardare non solo il concessionario, ma anche chi, a
livello istituzionale, ne avesse consentito omissioni e iniziative improprie o
tardive. Toninelli ha aggiunto, a proposito di possibili scambi di favori fra
concessionari e politica, che possono
essere alla base della scarsa trasparenza degli accordi: “Ci sono finanziamenti
ai partiti alla luce del sole di cui tutti sanno e poi valzer di poltrone che
hanno interessato gli ultimi governi. Ma poi ci sono bilanci segreti di molte
fondazioni politiche, in cui sarebbe interessante andare a mettere il naso”.
In merito all’abdicazione
dello Stato alla funzione di controllo, riporto alcuni passaggi di un’intervista
rilasciata dal procuratore della Repubblica di Genova Cozzi cui competono le
indagini sul caso: “ho qualche difficoltà ad accettare l’idea che il tema della
sicurezza pubblica stradale sia rimesso nelle mani dei privati. La filosofia
del nostro sistema vede oggi uno Stato espropriato dei suoi poteri, una sorta
di proprietario assenteista che ha abdicato al ruolo di garante della
sicurezza. Come se avesse detto al privato: veditela tu………….Cercheremo di
capire quali sono esattamente i poteri degli organi di controllo del ministero
anche se temo che siano molto blandi. Il concessionario è come se fosse
diventato il proprietario delle
autostrade, non l’inquilino che deve gestirle.. Se la suona e se la canta,
decide che spese fare, quando intervenire, fa controlli periodici sulla rete che gestisce…”.
Richiesto di
dire se è d’accordo che le pene previste per i reati presi in considerazione siano
risibili, ha risposto: “ Purtroppo sì. Per esempio la pena del disastro va da
uno a cinque anni.. Un anno, come il furto in abitazione ….”.
Per
prevenire altri disastri, sarà necessario mettere mano alle lerggi e prevedere
pene più congrue. Altrimenti c’è il
rischio che la tragedia si trasformi in una beffa, come già avvenuto in passato
per altri eventi in cui nessuno ha
pagato.
2 - Autostrade per l’Italia ha consapevolmente
messo a repentaglio la vita degli utenti autostradali per aumentare i suoi
profitti.
I difetti
del Ponte Morandi erano ben noti fino dagli anni 70 tanto che il suo
progettista aveva indicato una serie di manutenzioni indispensabili ed erano
stati certificati da appositi studi negli anni 90 e poi nel 2001 e nel 2017. Ma di fronte alle
esplicite richieste dei cittadini e delle autorità locali, la Società aveva
sempre minimizzato i problemi e dato rassicurazioni.
Fra le parti
secretate della convenzione fra la Società e il Ministero dei Trasporti vi sono
i piani finanziari per le manutenzioni e gli investimenti sui quali nessun
controllo viene di fatto esercitato e/o reso pubblico. Nel 2017 a fronte di
spese di manutenzione calanti la Società ha registrato un utile netto di 980
milioni di euro, con un’incidenza sul fatturato di quasi il 30%, fra le
maggiori al mondo.
L’investimento
fatto nel 2003 da Atlantia, la Società che controlla Autostrade per l’Italia, per passare dal 30% del capitale all’84% è
stato ripagato in soli tre anni dagli utili conseguiti.
Il Direttore
dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, Roberto Cingolani, che
percorreva da 15 anni per ragioni di
lavoro il ponte Morandi più volte al giorno ha detto: “ Da quando sono arrivato sento parlare del
Morandi come di un ponte inadeguato perché progettato per traffici inferiori e
mezzi più leggeri ……. Ora che è
accaduta una catastrofe epocale scopro che i ponti fatti con la stessa
tecnologia e dallo stesso ingegnere erano 6 o 7 e sono tutti chiusi o crollati.
La scuola di ingegneria di Genova, che è di assoluto livello, già negli anni
Novanta diceva che il Morandi era pericoloso. Ci hanno mandato a rischiare la pelle ogni giorno, pagando un
pedaggio?”.
3 – Presunti esperti di varia
estrazione hanno cercato di fermare l’azione sanzionatoria del Governo verso il
concessionario palesemente inadempiente
Sul versante
economico è stato espresso dalla Consob un parere circa l’inopportunità di
turbare i mercati, essendo Atlantia una società quotata. Un imprenditore
esponente di Confindustria, Paolo Scudieri, ha detto che questo Governo,
ipotizzando la revoca della concessione,
è irresponsabile e pericoloso,
precisando: “Siamo davanti all’aggravarsi di una situazione anti
imprenditoriale senza precedenti: c’è troppa leggerezza e superficialità”.
Evidentemente, a chi ragiona solo con il portafoglio proprio e altrui, poco
importa della sicurezza dei cittadini e della responsabilità di chi la mette a
rischio.
Ciò dimostra anche l’inopportunità di
mettere in mani private il bene pubblico.
Sul versante giuridico, è stato da più parti
espressa l’idea che prima di agire il governo debba attendere i risultati delle
indagini e le sentenze dei magistrati. E’ un approccio aberrante, frutto della
storica e distorta subordinazione della
politica e delle istituzioni dello Stato rispetto al potere giudiziario, quasi
che il potere esecutivo non possedesse facoltà decisionali autonome e dovesse
aspettare il placet dei giudici. Il potere sanzionatorio del concedente
rispetto al concessionario è previsto dal Codice civile, da quello degli
appalti e, nello specifico, dall’art 7 della Convenzione fra Ministero e
Autostrade per l’Italia.
Va anche
detto che le indagini avviate a Genova
mirano ad accertare le responsabilità penali del disastro e che “la
responsabilità penale è personale”, riguarda cioè gli individui, mentre
l‘accertamento delle responsabilità della società Autostrade per l’Italia in
quanto concesssionaria, sono di competenza del Ministero, non della
magistratura, alla quale eventualmente la società potrà rivolgersi in caso di
revoca. Dato che questi principi sono
ovviamente ben noti ai giuristi, c’è da
domandarsi per quale motivo il Presidente emerito della Consulta ed ex Ministro
della Giustizia Giovanni Maria Flick abbia parlato addirittura, a proposito
dell’iniziativa di revoca, di “un tentativo di disapplicare la Carta
costituzionale” ed abbia affermato “ mi lascia perplesso l’assunzione di un
ruolo molto autoritario e di dogmatica condanna preventiva, fra l’altro
sostituendosi alla autorità giudiziaria”. In realtà, lo ripeto, non c’è alcuna
sostituzione ma solo l’esercizio del potere
valutativo e sanzionatorio che compete all’esecutivo in base alle leggi
vigenti.
4-
Conclusioni
Le
privatizzazioni favoriscono il grande
capitale e spesso non portano benefici agli utenti ( si veda, a titolo di
esempio, la concorrenza puramente fittizia nei servizi di acqua, luce e gas e
nel settore telefonico, dove gli operatori fanno il bello e il cattivo tempo
con accordi di cartello e la benevola negligenza delle Autorità di controllo). Non
possono quindi essere considerate azioni di sinistra , eppure sono state
realizzate in Italia da governi di centro-sinistra. La convenzione con
Autostrade per l’Italia è stata attivata dal Governo D’Alema e modificata dai
governi Prodi e Letta.
L’apparente
contraddizione si scioglie se si adotta la forma “sotto/sopra” perché, con
tutta evidenza, il maggiore partito della sinistra ha sposato da un paio di
decenni l’ideologia del globalismo, del liberismo ad oltranza, della
flessibilità del lavoro che aumenta la competitività delle imprese ma precarizza la situazione economica dei
più. Si è collocato quindi a supporto di chi sta “sopra” ed ha lasciato un
enorme spazio vuoto, che è stato occupato da forze totalmente o parzialmente
nuove che non solo hanno colto il profondo disagio di chi sta “sotto”, ma hanno
capito che, in un periodo di rapida ed estrema concentrazione della ricchezza e
del potere, si ritrovavano “sotto” anche ampie fasce imprenditoriali e
professionali e categorie più vaste come
gli utenti di servizi pubblici, fra cui quello autostradale. Oggi quindi il PD è diffusamente percepito
come l’ ”amico dei potenti” ed a ciò si
deve il suo tracollo elettorale ed anche i fischi che il suo Segretario ha
ricevuto al funerale delle vittime del ponte.
Come ha ben
scritto Massimo Gramellini in merito a quanto avvenuto al funerale : “ Il bersaglio della rabbia non è dunque
lo Stato ma la politica che si fa dare ordini dalla finanza, ne subisce il
fascino e ha pero il contatto con la realtà quotidiana dei suoi elettori”:
E’ su questo
che le forze di sinistra devono riflettere: la notizia che PD e LEU mostrano aperture all’ipotesi di
nazionalizzazione delle autostrade indica che forse hanno iniziato a farlo.