Nel corso
del dibattito sul precedente post ho scritto, rispondendo ad un commento:
“Mi stupisce che la stampa non si
renda conto che nessuno potrà battere i pentaleghistii se non scenderà nella
nuova arena politica, che ha due paletti precisi:
- Implica il rispetto della sovranità statuale o sovrastatuale, come
antidoto ad una globalizzazione selvaggia. Sembrano essersene accorti, sia pure
in modo un po’ contradditorio, i sette esponenti progressisti europei, fra cui
Renzi, che hanno lanciato un appello antipopulista e antisovranista in cui
fanno però esplicito riferimento all’Europa sovrana.
- Comporta il superamento delle logiche meramente di parte: i cittadini,
non solo italiani, sono stu fi di pseudo soluzioni più o meno ideologiche che
portano l’acqua solo al mulino di alcuni.”
Mi sembra opportuno
chiarire meglio cosa intendo per “nuova arena politica” e lo farò aiutandomi
con una metafora calcistica. In uno stadio le due squadre si collocano
rispettivamente sul lato destro e sinistro, si dirigono verso la porta
avversaria e la vittoria va a chi fa più gol, di solito attraverso il dominio
del centrocampo. La vecchia politica aveva uno schema analogo: sul lato destro
si collocavano i capitalisti e coloro che erano interessati alla conservazione
dell’esistente; sul lato sinistro stavano i lavoratori e coloro che volevano
cambiare il sistema. L’obiettivo era sconfiggere l’altro blocco sociale e la
vittoria spettava a chi, conquistando il centro cioè la classe media, otteneva
più voti.
Nelle nuova
arena politica la competizione non è più fra destra e sinistra ma fra sopra e
sotto . Sopra stanno i turbocapitalisti planetari (l’1% della popolazione che
possiede il 99% della ricchezza) e coloro che sono da essi beneficiati; sotto
stanno le comunità nazionali che vengono bypassate e strumentalizzate dai
turbocapitalisti attraverso l’evasione e l’elusione fiscale e mediante potenti azioni lobbistiche. L’oggetto del
contendere non è più la distribuzione della ricchezza prodotta fra capitale e lavoro,
bensì la lotta fra l’omologazione (di
idee,stili di vita, modelli di consumo, ecc.) nonchè il controllo dei
comportamenti individuali e collettivi, anche tramite internet, voluti dai turbocapitalisti
e la differenziazione nonché l’autodeterminazione perseguita dalle comunità
nazionali.
E’ ben vero
che la singola comunità non è in grado di contrapporsi allo strapotere
dell’altra parte e che occorrono quindi alleanze ma, mentre in passato si puntava esclusivamente a strutture stabili come l’
Unione Europea, nella nuova arena sono possibili alleanze temporanee e mobili,
che propongo di chiamare ”costellazioni fluide”,
finalizzate a conseguire obiettivi specifici,
più adattive rispetto al contesto ormai
assai cangiante dell’offerta e della domanda politica. Ne
sono esempi in Italia il “patto di governo” fra Lega e Cinque
Stelle e la contestuale alleanza Lega-Forza Italia –
Frateli d’Italia sul piano locale . A livello europeo l’accordo fra i Paesi del
Patto di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e
Ungheria) e i governi austriaco ed italiano, accomunati dall’interesse a
contenere o fermare i flussi migratori incontrollati.
La direzione
verso cui si muovono le costellazioni fluide
non è univoca, come nel vecchio modello,
ma plurima e “ad assetto variabile”: ad esempio il Patto di Visegrad allargato
trova un supporto nell’attuale Amministrazione americana, che peraltro appoggia
anche varie azioni dei turbocapitalisti che hanno sede negli USA. La dinamica
delle forze in campo non è più lineare ma complessa.
Anche chi si oppone alle alleanze nazionali e internazionali citate in
precedenza, non può sfuggire alle regole del nuovo campo di gioco, per cui anche le forze progressiste
devono accettare, come hanno fatto i sette leader europei summenzionati, di
parlare di sovranità e dovranno farlo su costellazioni non necessariamente
coincidenti con i membri dell’attuale Unione Europea, per i motivi detti in
precedenza e per il fatto che le strutture stabili diventano frequentemente
fautrici dell’omologazione (basta pensare al diametro delle zucchine prescritto
a tutti i Paesi membri dalle autorità europee) e quindi oggettivamente alleate
di chi sta “sopra” e non dei popoli.
Quale sia il livello più opportuno al quale
attribuire ed esercitare la sovranità
sarà probabilmente un tema cruciale del dibattito politico in vista delle
elezioni europee del maggio 2019, che non potrà comunque prescindere dall’esame
degli interessi nazionali in gioco, al di là e al di sopra delle posizioni di
parte frutto della tradizionale distinzione fra destra e sinistra, non più in
grado di affrontare il nuovo contesto competitivo della politica. Per giocare
un ruolo significativo nel sistema di alleanze sovranazionali, forze di destra,
di centro e di sinistra dovranno coalizzarsi in forme diverse, di cui il patto
fra Lega e Cinque Stelle è una prima parziale espressione.
Nella
manifestazione romana del PD, tenuta il 30 settembre, il Segretario Martina ha
detto: “Abbiamo imparato la lezione, ora
aiutateci.” E’ un peccato che non abbia detto di quale lezione si tratta.
Comunque gli offro questa nota come spunto di riflessione ,sperando che possa
essere di aiuto per scegliere il giusto
terreno di gioco.