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giovedì 25 ottobre 2018

Informazione per i lettori del blog


Per esigenze personali devo sospendere la pubblicazione dei miei post per un tempo al momento non definito ( presumibilmente diverse settimane).
Quando riprenderò le pubblicazioni segnalerò via mail, come di consueto, ciascun post ai lettori inclusi nella mia lista di indirizzi ed a chi richiedesse di esserlo inviando una mail a: robertobarabino@alice.it.

Cordialmente

Roberto Barabino

giovedì 11 ottobre 2018

Le regole del gioco nella nuova competizione politica





Nel corso del dibattito sul precedente post ho scritto, rispondendo ad un commento:
“Mi stupisce che la stampa non si renda conto che nessuno potrà battere i pentaleghistii se non scenderà nella nuova arena politica, che ha due paletti precisi:

- Implica il rispetto della sovranità statuale o sovrastatuale, come antidoto ad una globalizzazione selvaggia. Sembrano essersene accorti, sia pure in modo un po’ contradditorio, i sette esponenti progressisti europei, fra cui Renzi, che hanno lanciato un appello antipopulista e antisovranista in cui fanno però esplicito riferimento all’Europa sovrana.

- Comporta il superamento delle logiche meramente di parte: i cittadini, non solo italiani, sono stu fi di pseudo soluzioni più o meno ideologiche che portano l’acqua solo al mulino di alcuni.”
Mi sembra opportuno chiarire meglio cosa intendo per “nuova arena politica” e lo farò aiutandomi con una metafora calcistica. In uno stadio le due squadre si collocano rispettivamente sul lato destro e sinistro, si dirigono verso la porta avversaria e la vittoria va a chi fa più gol, di solito attraverso il dominio del centrocampo. La vecchia politica aveva uno schema analogo: sul lato destro si collocavano i capitalisti e coloro che erano interessati alla conservazione dell’esistente; sul lato sinistro stavano i lavoratori e coloro che volevano cambiare il sistema. L’obiettivo era sconfiggere l’altro blocco sociale e la vittoria spettava a chi, conquistando il centro cioè la classe media, otteneva più voti.
Nelle nuova arena politica la competizione non è più fra destra e sinistra ma fra sopra e sotto . Sopra stanno i turbocapitalisti planetari (l’1% della popolazione che possiede il 99% della ricchezza) e coloro che sono da essi beneficiati; sotto stanno le comunità nazionali che vengono bypassate e strumentalizzate dai turbocapitalisti attraverso l’evasione e l’elusione fiscale e mediante  potenti azioni lobbistiche. L’oggetto del contendere non è più la distribuzione della ricchezza prodotta fra capitale e lavoro, bensì  la lotta fra l’omologazione (di idee,stili di vita, modelli di consumo, ecc.) nonchè il controllo dei comportamenti individuali e collettivi, anche tramite internet, voluti dai turbocapitalisti e la differenziazione nonché l’autodeterminazione perseguita dalle comunità nazionali.
E’ ben vero che la singola comunità non è in grado di contrapporsi allo strapotere dell’altra parte e che occorrono quindi alleanze ma, mentre in passato si puntava esclusivamente a strutture stabili come l’ Unione Europea, nella nuova arena sono possibili alleanze temporanee e mobili, che propongo di chiamare ”costellazioni  fluide”,  finalizzate a conseguire obiettivi specifici,  più adattive rispetto al contesto ormai assai  cangiante  dell’offerta e della domanda politica. Ne sono esempi  in Italia  il “patto di governo” fra Lega e Cinque Stelle e  la  contestuale alleanza Lega-Forza Italia – Frateli d’Italia sul piano locale . A livello europeo l’accordo fra i Paesi del  Patto di Visegrad  (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria) e i governi austriaco ed italiano, accomunati dall’interesse a contenere o fermare i flussi migratori incontrollati.
La direzione verso cui si muovono le costellazioni  fluide  non è univoca, come nel vecchio modello, ma plurima e “ad assetto variabile”: ad esempio il Patto di Visegrad allargato trova un supporto nell’attuale Amministrazione americana, che peraltro appoggia anche varie azioni dei turbocapitalisti che hanno sede negli USA. La dinamica delle forze in campo non è più lineare ma complessa.
Anche chi si oppone alle alleanze  nazionali e internazionali citate in precedenza, non può sfuggire alle regole del nuovo campo di gioco, per cui anche le forze progressiste devono accettare, come hanno fatto i sette leader europei summenzionati, di parlare di sovranità e dovranno farlo su costellazioni non necessariamente coincidenti con i membri dell’attuale Unione Europea, per i motivi detti in precedenza e per il fatto che le strutture stabili diventano frequentemente fautrici dell’omologazione (basta pensare al diametro delle zucchine prescritto a tutti i Paesi membri dalle autorità europee) e quindi oggettivamente alleate di chi sta “sopra” e non dei popoli.
Quale  sia il livello più opportuno al quale attribuire  ed esercitare la sovranità sarà probabilmente un tema cruciale del dibattito politico in vista delle elezioni europee del maggio 2019, che non potrà comunque prescindere dall’esame degli interessi nazionali in gioco, al di là e al di sopra delle posizioni di parte frutto della tradizionale distinzione fra destra e sinistra, non più in grado di affrontare il nuovo contesto competitivo della politica. Per giocare un ruolo significativo nel sistema di alleanze sovranazionali, forze di destra, di centro e di sinistra dovranno coalizzarsi in forme diverse, di cui il patto fra Lega e Cinque Stelle è una prima parziale espressione.
Nella manifestazione romana del PD, tenuta il 30 settembre, il Segretario Martina ha detto: “Abbiamo imparato la lezione, ora aiutateci.” E’ un peccato che non abbia detto di quale lezione si tratta. Comunque gli offro questa nota come spunto di riflessione ,sperando che possa essere di aiuto  per scegliere il giusto terreno di gioco.