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giovedì 5 dicembre 2013

Dubbi sul Movimento 5 Stelle: le risposte di un'attivista



Questo post nasce come risposta alle più frequenti obiezioni e dubbi riguardo al Movimento 5 Stelle, in base alla mia esperienza personale di attivista quasi ‘ full-time’ da 3 anni e forte della carica del VDay3 di domenica 1 Dicembre 2013, di cui vi passo il link agli interventi INTEGRALI di Grillo che presentano i piani futuri molto concreti del M5S anche riguardo ai rapporti con l’Europa (piano in 7 punti).

Ma prima qualche doveroso “cenno storico”.

Il Movimento 5 stelle oggi esiste perchè ha il consenso e la partecipazione di tantissimi "cittadini volontari" che – come me - hanno aderito entusiasticamente mettendoci del loro e spendendoci tempo e risorse perché finalmente hanno trovato ascolto, risposte e possibilità concrete senza precedenti per intervenire sul corso politico insensato degli ultimi anni a tutti i livelli

Il motivo di tanto successo è che Grillo e Casaleggio hanno avuto l’idea di raccogliere DALLA RETE i temi rilevanti per i cittadini e dibatterli fin dal 2005 attraverso il Blog di Beppe Grillo (da notare che Grillo aveva le credenziali in quanto già da tempo “impegnato” attraverso i suoi spettacoli di denuncia degli anni precedenti, che tutti abbiamo visto e ricordiamo) e i Meetup, e li hanno poi organizzati in un Movimento con un programma condiviso in partenza.

Quando, dopo la fase che chiamerei “di stimolo extraparlamentare” (2005/2011) Grillo e Casaleggio hanno visto che le istituzioni erano impermeabili alle richieste dei cittadini (precedenti Vday e relative raccolte firme per leggi popolari di moralizzazione della politica) hanno deciso di passare alla fase "politica attiva".

Il M5s nasce il 4 ottobre 2009, a Milano, volutamente nel giorno di San Francesco e da quel momento cominciano ad apparire i primi Consiglieri a 5 stelle (Comunali e Regionali, perché il M5S non si presenta per le Province, essendo a favore della loro abolizione).


1 - Il “tono” della comunicazione di Grillo.
Tantissime persone non sopportano gli urli e le parolacce di Grillo… vengono allontanati dal tono e non percepiscono il messaggio sottostante.  
Io spero che il video integrale (40 minuti) del VDay3 sia la prova Grillo si sta applicando e sforzando consciamente ad adottare TONI MOLTO PIU' PACATI e quasi nessuna parolaccia.
Certo Grillo avrà sempre uno stile suo e diversissimo ad esempio da quello di Gianroberto Casaleggio di cui potete sentire i 2 minuti di intervento.

2 - Il M5s ha un approccio verticistico nelle decisioni e c’è quindi il rischio di una deriva "partito personale".
Vi spiego subito perchè questa interpretazione è del tutto infondata.

Abbiamo oggi oltre 400 eletti m5s (257 in Comuni e Regioni, tra cui 4 Sindaci e 156 in Parlamento) perchè Grillo e Casaleggio hanno pensato e creato IL PRIMO MOVIMENTO DAL BASSO DELLA STORIA.

L’enorme novità è che tutti gli eletti sono stati scelti dal basso e senza ingerenze da Grillo e Casaleggio, e senza ingerenze portano avanti i programmi senza tenere contatti diretti con Grillo o Casaleggio ma rispondendo alla propria base locale che gli tiene il “fiato sul collo”.

Un partito personale implica che il soggetto proprietario MIRI A QUALCOSA PER SE’ (ogni  commento o riferimento su “a cosa mira l’attuale Casta” mi pare superfluo) J
Non capisco a cosa possa mirare Grillo, se non ad essere l'interprete e il trascinatore di un nuovo rinascimento italiano a beneficio di tutti.

Grillo e Casaleggio è manifesto che non hanno aspirazioni di potenza, di ricchezza, né processi da cui difendersi
Non si sono mai sognati di candidarsi, e non hanno mai messo il becco su chi è stato candidato dalla base, neanche li conoscono personalmente prima che siano eletti!

Altri partiti fanno le primarie per il leader ma le centinaia di candidati vengono scelti dai dirigenti, nel m5s invece Grillo e Casaleggio delegano agli iscritti la scelta dell’intero corpo elettorale (per qualsiasi tipo di elezione, Parlamentare o Amministrativa)

E' questo un sistema leaderistico? No!!!  
Allora è un sistema perfetto? No, certo si può migliorare, ma nel senso che siamo noi iscritti che dobbiamo spendere più tempo nella scelta dei nostri candidati, onde evitare di scegliere (noi) gente che poi non è all'altezza! Si fa quindi appello a risorse personali e collettive dal basso, tutto il contrario di un approccio verticistico.

Ma approfondiamo i vari punti che sostanziano l’obiezione “partito personale”.

Grillo e Casaleggio detengono il controllo del logo e decidono le espulsioni
Grillo e Casaleggio hanno creato e depositato un marchio 5 Stelle con sopra scritto www.beppegrillo.it perché la sede politica del m5s è il blog di Grillo (vedi Non Statuto).

Il motivo per cui Grillo e Casaleggio detengono il controllo del marchio (in quanto fondatori sono i garanti) è per poter fare rispettare le regole che sono pubbliche e trasparenti - gli eletti a 5 stelle si riducono stipendio e emolumenti, non diventeranno mai politici di professione, non agiscono in proprio, sono portavoce, hanno vincolo di mandato, agiscono sulla base del programma condiviso – e che servono per non permettere al progetto “Movimento 5 Stelle” di deviare dal suo corso, sottoscritto e condiviso, a causa di qualche personalismo. 

I rari (benchè molto strombazzati) casi di "dissidenti" a cui abbiamo assistito, testimoniano che è stata cosa buona e giusta mantenere il controllo del simbolo, ed è bene ricordare che le espulsioni sono avvenute in tutta trasparenza e partecipazione e non per diktat dall'alto: tutti gli iscritti sono stati chiamati a votare si o no a ciascuna espulsione! E la scelta è stata di nuovo della maggioranza. Quindi anche qui niente leaderismo! 

Grillo e Casaleggio decidono sulle questioni politiche
Abbiamo già visto nei “cenni storici” come si è formato il programma, in modo partecipato.
Gli argomenti via via all’ordine del giorno degli eletti, dove possibile e ci sono i tempi – vengono discussi dagli eletti con gli iscritti (al momento gli iscritti  stanno discutendo 5 proposte di legge - link per iscriversi al m5s.)  Tra le proposte di legge in discussione, quella sul Reddito di Cittadinanza  presentata a Milano venerdi 6 dicembre.

In caso di questioni urgenti i parlamentari si riuniscono, discutono e decidono a maggioranza e poi rendono conto pubblicando immediatamente le loro posizioni. Dopodichè votano compatti.

Forse questo sistema non sarà perfetto ma è diverso e migliore di quello di chiunque altro perchè nei partiti INVECE DECIDONO I CAPI e chi non è d'accordo (come i Civati) si allinea al vertice, e non al voto della maggioranza!

Cosa succede in caso di temi non inclusi nel programma? Per temi ancora indiscussi e su cui il m5s non ha ancora una sua posizione ufficiale (il nostro programma non è certo esaustivo) prima si apre una discussione, poi si vota e quindi si stabilisce l'orientamento del M5s.

Un perfetto esempio è il piccolo incidente sulla proposta di depenalizzare la Clandestinità, (non estinguere il reato, ma sanzionarlo SENZA GALERA) che ha fatto tuonare Grillo dal blog il suo disaccordo e citato % da prefisso telefonico.  

C'è stata discussione i toni si sono scaldati, ma alla fine cosa è successo? Li hanno espulsi? Nooooo!
Si è alzato il polverone perchè Grillo giustamente ha dovuto ricordare le Regole e fare notare agli eletti che su temi così importanti e ancora non discussi, loro da soli non si possono prendere la responsabilità di decidere in un senso o nell'altro.  Quindi alla fine si è convenuto che da una parte la proposta dei andasse tranquillamente avanti senza ritirarla, e dall'altra tutti si sono ripromessi di aprire quanto prima una larga discussione sul tema, prima di prendere ulteriori iniziative.

Pensate ancora che il M5s sia un partito personale adesso che sapete che Grillo e Casaleggio NON decidono né i Candidati, né le espulsioni, né le politiche ma dove all’opposto tutto avviene per comune e libera scelta?
Alla luce di quanto finora esposto spero di avervi dimostrato che nel m5s vige il più alto tasso di democraticità interna, ad un livello mai registrato tra le forze politiche del nostro paese.


3 - Un’altra obiezione è quella di chi accusa il M5s di essere degli insopportabili “Portatori della Verità Unica” perché, al di là del fatto che chi “sa tutto lui” è oggettivamente insopportabile, è su queste basi che si sono storicamente fondate le dittature.

Nel m5s ci sono linee guida chiare, di oggettivo buon senso e non soggette a compromesso su temi come come onestà, taglio dei fondi pubblici alla politica, basta consumo di suolo ma rivalutazione dell’esistente, attivare un grande piano energetico che in 20/30 anni porti alla chiusura definitiva di tutti gli inceneritori/termovalorizzatori e sia sostituita da fonti rinnovabili, difesa dei diritti sociali prima ancora dei civili, ecc) ma nessuna pretesa di avere in mano tutte le risposte.
Persino sull’Euro Grillo dice “io personalmente uscirei domani ma quello che chiedo ufficialmente  è invece di fare un grande dibattito pubblico in modo da informare i cittadini dei pro e dei contro, e poi fare un referendum”.  Affidandosi di nuovo alle coscienze delle persone.

Quello che il m5s tramite i suoi fondatori porta avanti non è LA VERITA’ L’ABBIAMO SOLO NOI ma, dopo aver ben discusso e approfondito e ascoltato comitati e esperti di tutte le opinioni, INSEME DECIDEREMO COSA FARE.
Questa è la sintesi dello slogan “Uno vale uno”.

Grillo e Casaleggio sono gli unici politici che parlano delevare la consapevolezza e la coscienza dei cittadini attraverso la trasparenza, la corretta informazione e la discussione pubblica, perchè il cittadino male informato è un pessimo elettore!

Chi mira al controllo delle masse non ama le masse consapevoli. Altro forte argomento per smantellare le paure di leaderismo 5 stelle!

Inoltre il programma, le linee guida ispiratrici del m5s, si veda la “Decrescita Felice” di Maurizio Pallante, sono quasi ascetiche e non lasciano spazio a interessi personali o particolari. Non a caso prima dicevo che la nascita del Movimento il giorno di San Francesco è stata scelta con intenzione.

Io credo che in ogni tempo esistano persone eccezionali che sacrificano tanto in proprio pur di fare qualcosa per gli altri. Per me Grillo pur nel suo modo rozzo, ruvido e rumoroso offre addirittura un esempio di puro e autentico spirito cristiano delle origini, nonostante i suoi personali e numerosi difetti, intemperanza in primis J . 

4 - C’è infine chi si scandalizza per lo scarso rispetto istituzionale emblematicamente rappresentato dalla battaglia contro il Presidente Napolitano
Devo forse ricordare a chi la pensa così che il FINTO rispetto istituzionale - puramente di facciata – a cui siamo abituati nasce dai ricatti interni alla politica che la mantengono in equilibrio?
Il M5s è scevro da qualsiasi laccio o lacciuolo perchè comandato dai cittadini e non dalle lobby, e senza macchia, un po' per i suoi valori un po' proprio perchè è la prima volta che è presente in Parlamento.

Napolitano ha calpestato la Costituzione in almeno 4 occasioni (oltre ad aver firmato tutte le leggi ad personam senza battere ciglio e fatto tante altre schifezze...)  e tutto questo NON per andare incontro al bene della Nazione ma per il proseguimento dello status quo che sta ammazzando gli italiani.

Dato che esistono i presupposti costituzionali per la nostra richiesta di Impeachment, possiamo affermare e sostenere a buon diritto, a testa alta e con solide argomentazioni, che Napolitano è - per milioni di cittadini - il peggiore Presidente della storia della Repubblica e attraverso il M5s finalmente agire di conseguenza nelle apposite sedi per rimuoverlo.
Ovviamente non succederà nulla altro che un gran can can mediatico, ma almeno speriamo che il messaggio sui gravi comportamenti di Napolitano finora passato sotto traccia dai media mainstream, arrivi a tante brave persone “informate” che sono tuttora dell’idea che Napolitano sia un grande Presidente.

Mi auguro che questo post abbia portato un po’ di luce sul m5s e resto a disposizione per qualsiasi dubbio o domanda.



giovedì 28 novembre 2013

Come fermare l'abuso di potere: apriamo un dibattito



La cronaca degli ultimi giorni ha portato in evidenza tre personaggi  pubblici molto diversi  fra loro ma accomunati, sia pure in gradi e situazioni differenti, da comportamenti  non coerenti con il ruolo istituzionale ricoperto  e caratterizzati  da abuso di potere, mancato rispetto delle leggi, estrema disinvoltura nell’interpretazione dei propri obblighi di fronte ai cittadini. Procedo in ordine alfabetico:

-          Berlusconi, Leader del centrodestra, ha dimostrato di non voler in alcun modo accettare nè una sentenza passata in giudicato né la Legge Severino approvata dalla maggioranza di cui faceva parte il suo partito; inoltre in un  recente discorso fatto davanti ai suoi sostenitori ha affermato che il Presidente Napolitano deve dargli la grazia per iniziativa autonoma mentre lui non vuole chiederla perché ciò sarebbe poco dignitoso. In altre parole si ritiene, come i monarchi del passato, “legibus solutus”.

-          Cota, Governatore del Piemonte, ha ottenuto come gran parte dei consiglieri regionali del Piemonte rimborsi  per spese chiaramente personali , non istituzionali, e a volte fatte nello stesso giorno in località assai distanti fra loro  e incompatibili con la sua ubicazione, tracciata dalle celle telefoniche. La giustificazione data, assolutamente inconsistente, è che la segretaria non ha tolto dal mazzo le spese inappropriate.

-          De Luca, Sindaco di Salerno e sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, non solo si rifiuta ostinatamente di rinunciare ad uno dei due incarichi, come prescrive la legge, ma del suo Ministro, che lo invita a fare una scelta, dice “ah, quell’imbecille”.

Il punto, a fronte di questi episodi, non è indignarsi, il che è pure legittimo, ma domandarsi: cosa possiamo fare noi come cittadini per porre fine all’andazzo per cui  politici di rango più o meno alto credono di potersi fare beffe della legalità e di non dover rendere conto di quanto fanno.
E’ evidente che l’arma del voto è insufficiente  visto che il ricambio della dirigenza politica dopo lo scossone di Tangentopoli non ha migliorato le cose, anzi. Non solo la corruzione è aumentata ma è aumentata anche la strafottenza con cui molti politici sfidano l’opinione pubblica e persino il ridicolo. Anche il pur positivo ricambio generazionale che si sta realizzando sia nel centrodestra che nel centrosinistra  non è chiaramente una soluzione, dato che la giovane età non è garanzia né di onestà né di rispetto istituzionale.
Indubbiamente la presente legge elettorale, che ha tolto ai cittadini la possibilità d’influire su chi verrà eletto con i loro voti ha pesato molto, ma ancor più pesa una cultura diffusa molto incline all’invettiva e molto poco al controllo di ciò che si fa nelle stanze del potere.
La speranza di una palingenesi ottenuta “mandando tutti a casa” come proposto da una forza politica è chiaramente infondata. Chi ci dice che i nuovi sarebbero meglio di quelli che sostituiscono? Se non si cambiano i meccanismi di raccordo fra la società civile e quella politica non si verrà mai a capo del problema.
Mi piacerebbe che i lettori del blog esprimessero la loro opinione, non dicendo, come spesso accade a chi interviene nei blog, “è tutto sbagliato, è tutto da rifare”, che lascia il tempo che trova, ma facendo proposte concrete di azioni, anche piccole, che possano far sentire ai politici che vengono effettivamente controllati e non solo biasimati.

venerdì 22 novembre 2013

Letta & Alfano: ora ci vuole coraggio



Qualche osservatore della scena politica ritiene che dietro la scissione del PDL ci sia un “gioco delle parti” mirante ad ampliare il bacino di consensi del centro-destra attraverso offerte politiche differenziate, filo o anti-governative, da compattare poi in una ampia coalizione in vista delle prossime elezioni: il banco di prova potrebbero essere le elezioni europee, che sono un territorio più neutrale, ma l’obiettivo vero sarebbero le politiche che, è ormai chiaro, non si terranno prima della fine del 2014. Ciò consentirebbe al partito di  Alfano di accreditarsi come ala moderata del centrodestra e a Forza Italia di consolidarsi come forza più radicale e populista. Queste differenze, cui si aggiungono quelle di Fratelli d’Italia e della nuova Alleanza Nazionale di Storace, sarebbero il lievito che dovrebbe far recuperare al centrodestra i quasi sei milioni di voti persi nell’ultima tornata elettorale.
Non nascondo che questa prospettiva ha una sua logica ed anche qualche probabilità di successo, ma mi sembra più dettata dal desiderio di Berlusconi di restare al centro della scena, in attesa di risolvere le sue pendenze con la giustizia, che dalle effettive intenzioni del Nuovo Centro Destra.
In realtà credo che la partita sia tutta da vedere perché sia Letta che Alfano si giocano, nella parte restante della legislatura, le loro prospettive migliori:  Letta, la possibilità di proseguire nel ruolo di Premier oppure quella di un lancio ad alto livello sulla scena internazionale, per la quale sarebbe adattissimo, qualora Renzi . dopo la probabile netta vittoria per il ruolo di Segretario del PD, gli precludesse la possibilità di proseguire nel ruolo attuale dopo il 2014; Alfano quella di diventare l’autore di un centrodestra di stampo europeo che possa mirare, in prospettiva, ad essere il fulcro di una coalizione di centro-destra. Il loro rapporto è di ferro e può condurli all’obiettivo solo se sarà in grado di fare ciò che il debole governo di larghe intese non ha saputo, ne’ potuto fare: poche scelte precise che diano il segno di un vero “cambio di passo” che gli italiani aspettano e che è fatto di tre cose: 1) un taglio netto dei privilegi, del numero di eletti e dei costi della politica 2) una riduzione marcata e non lineare della spesa improduttiva della Pubblica Amministrazione, dedicando i risparmi alla riduzione delle tasse, soprattutto sul lavoro  3) una legge elettorale che superi il porcellum ma non ricrei un proporzionalismo puro.
E’ vero ,come ha detto Quagliarello, che il tema della riforma elettorale è competenza del Parlamento, ma se il Governo non riesce a indirizzare le scelte in modo che il giorno dopo le elezioni si sappia chi ha vinto, pagherà un pesantissimo scotto.
Un primo segno positivo comunque c’è: il piano per la spending review presentato dal Commissario Cottarelli che ha un’ineccepibile impostazione metodologica in quanto prevede: una forte selettività degli interventi, la loro distribuzione su tutte le tipologie di spesa, la partecipazione in primo piano degli Organi della PA al processo di analisi delle spese, la valutazione finale del Commissario sulla congruità  e appropriatezza dei tagli previsti: una revisione "con" e non "contro" la PA.

Per quanto a Renzi si attribuisca il disegno di far cadere il governo per l’ambizione di fare presto il Premier, io resto dell’avviso, già espresso nel post “Letta e Renzi: una coppia vincente” del 22/9/2013 che Renzi non abbia la convenienza di attentare alla stabilità del quadro politico almeno fino alla fine del semestre italiano di Presidenza della Unione Europea. Certamente vorrà imprimere una forte accelerazione all’azione di Governo e qui si vedrà di quale pasta sono fatti coloro che attualmente guidano la compagine governativa.

Lo stesso Letta, d’altronde, dopo il voto sulla fiducia del 2 ottobre, ha detto “non abbiamo più alibi”.

venerdì 15 novembre 2013

L'Italia si mobilita contro gli ecomostri



Rete dei Comitati per la Qualità Urbanistica

8 novembre 2013
La nostra associazione che da tempo si batte contro gli “ecomostri”  ( edifici altamente invasivi, spesso costruiti all’interno di cortili) a Milano e in Lombardia, si è già  collegata con il Coordinamento dei Comitati Milanesi (CCM) e con il laboratorio Carteinregola di Roma, entrambi attivi nella tutela della vivibilità urbana e del territorio,  e intende entrare in contatto con comitati, associazioni e amministrazioni pubbliche sull’intero territorio nazionale al fine di ottenere un giusto equilibrio fra due esigenze: la riduzione del consumo di suolo e il non superamento di un’appropriata densità urbanistica. A  questo fine si vogliono affrontare, in particolare,  due emergenze derivanti dal Decreto del fare, recentemente trasformato in legge dal Parlamento:
-          La possibilità, data alle regioni e alle province autonome di Trento e Bolzano di derogare, con proprie leggi, alla distanza minima di 10 metri fra edifici, che potrebbe produrre effetti devastanti sulla forma delle città e sulla qualità della vita dei cittadini.

-          La possibilità data a tutti i costruttori di fare ristrutturazioni edilizie a seguito di demolizione di edifici preesistenti, eliminando il vincolo di rispettare la “sagoma” degli stessi, che ha sempre costituito una fondamentale salvaguardia dell’equilibrio urbanistico delle città. A questo proposito così si è espresso l’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU):

“Eliminando la parola ‘sagoma’ dal significato originario di Ristrutturazione Edilizia - affermano gli urbanisti - questa finirà per inglobare anche la demolizione e la ricostruzione di un edificio del tutto nuovo e, paradossalmente, anche a portare fuori terra i volumi che attualmente sono sotto terra”.
 
Qualora questo avvenisse, l’INU teme “un attentato alla storia edilizia dell’Italia, alle forme delle sue città e dei suoi paesi, alla sua cultura materiale e immateriale che tanto contraddistinguono il paesaggio urbano italiano e, in fin dei conti, anche allo stesso paesaggio territoriale”. Inoltre, secondo l’INU, si metterebbe immediatamente in crisi la pianificazione urbanistica vigente, con incalcolabili ricadute a catena nella gestione degli insediamenti.
 
L’INU ricorda che “da sempre la pianificazione urbanistica ricorre alla ristrutturazione edilizia come massimo intervento consentito quando ha bisogno di scongiurare la demolizione di immobili di interesse storico, architettonico o testimoniale, consentendo la demolizione e ricostruzione a parità di volume solo per edifici o tessuti insediativi privi di valori storici e ambientali.”
 
L’INU chiede a tutte le forze culturali, a quelle sociali e a quelle economiche di mobilitarsi per scongiurare una possibilità di trasformazione dagli
effetti incontrollabili per il paesaggio urbano italiano”.

Va detto che l’eliminazione del vincolo di sagoma è stato attivo per vari anni in Lombardia in base ad una legge regionale poi bocciata dalla corte  Costituzionale, che nel suo periodo di vigenza ha prodotto i devastanti effetti documentati da un servizio RAI  sugli ecomostri a Milano del maggio 2012, che trasmettiamo a parte.
Il Comune di Milano ha accolto le nostre istanze, finalizzate a impedire la proliferazione degli ecomostri nei cortili, inserendo opportunamente  nel suo PGT la seguente norma:
d. allinterno del Tessuto Urbano Consolidato (TUC), ledificazione in tutto o in
parte allinterno dei cortili dovra essere di altezza inferiore o pari (fatto salvo
il rispetto delle norme igienico-sanitarie e regolamentari esistenti) a quella
delledificio preesistente. I diritti edificatori potranno essere totalmente o
parzialmente trasferiti.

Ci proponiamo ora d’inviare ai Presidenti di tutte le Regioni e province autonome una lettera che denuncia la grave situazione ed invita ad astenersi da iniziative legislative e di altra natura che possano contribuire a danneggiare la vivibilità urbana. Invitiamo, inoltre, le amministrazioni  comunali a seguire l’esempio di Milano, prevedendo norme a tutela della qualità urbanistica e della civile convivenza.
Saremmo lieti di condividere con voi le nostre idee ed azioni e vi preghiamo di farci sapere se siete interessati ad un approfondimento della questione.
Ringraziandovi dell’attenzione, porgiamo cordiali saluti.
Per la Rete dei Comitati, Carteinregola e CCM
Il portavoce
Roberto Barabino