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sabato 5 maggio 2012

Esprimiamo in modo nuovo la sovranità popolare



Nel post precedente ( "Bossi dixit" ) ho fatto alcune riflessioni su  come i cittadini possano contribuire al superamento della crisi della politica. In questo scritto intendo sviluppare alcuni degli spunti esaminati per attivare un ulteriore dibattito. Propongo, inoltre, ai miei lettori interessati al tema, di diffondere la conoscenza del blog (http://www.civicum.blogspo.com/) per alimentare la discussione.

Nei sistemi democratici maturi la sovranità popolare si esercita in due modi: in modo diretto tramite i referendum ( di cui sono maestri gli svizzeri) e in modo indiretto con l'elezione di rappresentanti del popolo nelle diverse assemblee legislative ( di cui sono maestri gli inglesi).
In Italia, che non è ancora una democrazia matura, entrambi i sistemi si sono dimostrati inefficienti: L'istituto del referendum, che pure ha visto, su certi temi, una forte partecipazione, è stato svilito da due punti di vista: l'inflazione delle consultazioni referendarie, che ha portato ad una disaffezione verso questo strumento, e il mancato rispetto dell'esito dei referendum da parte dei partiti politici: basta pensare che fine ha fatto il referendum che ha bocciato venti anni fa il finanziamento pubblico dei partiti, oppure quello che ha cancellato il Ministero dell'Agricoltura, ente risorto dalle ceneri del referendum con il solo cambiamento del nome ( è diventato il Ministero delle politiche agricole). Si tratta di autentiche "prese per i fondelli" ordite dai politici contro il volere dei cittadini.
L'istituto parlamentare è stato screditato dall'enorme massa di privilegi di cui i politici si sono dotati e dallo spreco sistematico del denaro pubblico sia per  i c.d. "rimborsi elettorali", sia per la cattiva gestione dei fondi di bilancio  ( dai grandi capitoli di spesa della sanità e degli appalti  fino alle auto blu, che sono contemporaneamente cattiva spesa pubblica ed espressione dei privilegi della casta). Non ultima fra le ragioni di perdita di credibuilità della politica vi è l'incapacità di riformarsi.

A fronte di tutto ciò è necessario riattivare il ruolo delle "avanguardie": questo termine è stato usato in passato soprattutto nella locuzione "avanguardie rivoluzionarie", sia in ambito politico che artistico, ma a me preme evidenziare subito che non di questo si tratta, bensì di quelle che potremmo chiamare, per analogia, "avanguardie evoluzioniste", cioè "gruppi di pressione" (come le ho definite nel precedente post) capaci non di sostituirsi alla politica dei partiti, ma di condizionarne dall'esterno il funzionamento e gli orientamenti attraverso una documentata, rigorosa e implacabile azione di controllo, contestazione e proposta. Si tratta di qualcosa antitetico rispetto al "vento dell'antipolitica" che sta soffiando furioso sul nostro Paese, perchè non si esprime attraverso anatemi ma mediante concrete iniziative.
A mio avviso i temi di cui dovrebbero occuparsi le avanguardie evoluzioniste sono sostanzialmente tre: il sistema legislativo, per cogliere, nel grande corpus delle norme, ciò che è favorevole e ciò che è contrario al bene comune; il sistema gestionale, cioè come vengono spese le risorse pubbliche deliberate dal potere legislativo; il sistema operativo, cioè come funziona la macchina dello stato in termini di efficienza (buon uso delle risorse) e di efficacia ( raggiungimento degli obiettivi).

Per realizzare questa incisiva azione di controllo e proposta non è sufficiente il contributo dei " comuni cittadini" nè quello delle "persone istituzionali", ma occorre un concorso  di entrambi.
I primi possono dare supporto a chi, all'interno del sistema politico-istituzionale, sta cercando di fare il bene comune e le seconde possono offrire la loro competenza e la conoscanza della "macchina burocratica". La costruzione di questa alleanza fra la parte sana del sistema politico-istituzionale e la parte attiva della popolazione è la sfida dei prossimi anni.
La recente iniziativa del Governo di chiedere agli  italiani il loro parere sul funzionamento del sistema pubblico e la forte risposta di questi ultimi sono chiari indicatori del fatto che  un ruolo più attivo dei cittadini è possibile e che i tempi per avviarlo sono maturi.

Le mie riflessioni proseguiranno nel prossimo post. Chiedo ai lettori di intervenire con commenti che possono essere fatti o accedendo alla sezione "commenti" in fondo al testo opure inviandomi una mail che poi io pubblicherò indicando come identità dell'autore quella da lui usata nel firmare il messaggio.












14 commenti:

Francesco Mancini ha detto...

Caro Roberto, forse dipenderà dalla mia preparazione scientifica, ma in genere cerco sempre soluzioni concrete. Mi spiego meglio: Facciamo un esempio: se vogliamo evitare che un ladro abituale continui a rubare,non cerchiamo di parlarci ma mettendolo in prigione lo costringiamo a non delinquere più nel presente e nel futuro.
Ora la politica ha già commesso tanti di quei misfatti che trovarne di ulteriori non modificherebbe di certo il quadro. Il problema è invece impedire che continuino a farli.
Riaffrontiamo per esempio il discorso dei referendum. Se domani gli ITALIANI con un referendum plebiscitario abrogassero il finanziamento pubblico ai partiti, come potremmo OBBLIGARLI a farlo?
Spero sempre che si trovi un sistema democratico ma altrettanto concreto a quello dei "forconi".
Un caro saluto Francesco

roberto ha detto...

Secondo me l'unico metodo democratico è controllare le leggi mentre le fanno e "metterli alla berlina" se riprovanio a istituire norme bocciate dal popolo.
Dato che i cittadini non si occupano di leggi, c'è bisogno di qualcuno, interno al sistema legislativo, che si opponga agli scempi legislativi.
Ti consiglio di leggere sul Corriere della Sera di oggi la lettera dell'on. Vassallo del PD sui rimborsi elettorali in fondo a pag. 37 e le chiarazioni del Sen. Baldassarri nell'articolo su "La corsa dei costi sanitari, più 50%" : sono due buoni esempi di politici che pensano al bene comune e che potrebbero entrare in quell'alleanza fra "cittadini comuni" e "persone istituzionali" di cui parlavo nel post.
Se si creasse un patto fra questi soggetti, i politici di cui sopra avrebbero assai più forza all'interno dei loro partiti e schieramenti e i cittadini assai più informazioni per far sentire la loro voce.
Non esistono scorciatoie, il lavoro è lungo, ma i risultati possono essere concreti, più di quelli ottenibili con i forconi.
Roberto

Fernando Fancelli ha detto...

Roberto, ma dai, che "sovranità" ti riferisci, forsea quella magari di pagare ancora più tasse,? ma come si fà ancora a crederci!!! La massa, conta poco o niente, non ha grano sale, è sempre più manipolata dagli stessi sofisti politici di professione, che se ne fregano di tutti quelli soffrono per pagare le tasse e sbarcare il lunario. Non andiamo a cercare modi nuovi, con cervelli corrotti dai propri egoistici interessi, a scapito del popolo credulone. Baterebbe esserci più trasparenza, nei soldi che si paga al governo, che sono usati male in gran parte. La macchina amministrativa un enorme pachiderme che fà acqua, creando un defict pubblico consone alla sua incosciente struttura fasulla.


Fernando Fancelli.

roberto ha detto...

Devo Dirti, Fernando, che io sono stufo come te della politica che ci ritroviamo, ma sono ancora più stufo dell'antipolitica che si limita a dire "non ci possiamo far niente" : è questo vittimismo la grande colpa degli italiani.
Perchè nei Paesi più civili i politici non fanno le stesse carognate dei nostri? La risposta è semplice: perchè i cittadini li controllano e non si limitano a lamentarsi. Consiglio anche a te di leggere gli articoli citati nel mio commento precedente. Se, stando all'estero, non trovi il Corriere, mandami un numero di fax e te li faccio avre.
ciao.
Roberto

Francesco Mancini ha detto...

Roberto, vogliamo ancora fidarci di personaggi che fino a ieri non hanno mai parlato perche' erano d'accordo e oggi fanno i bravi?!
Allora anche Bossi ha detto di voler rinunciare al finanziamento!!
Dici pure di metterli alla "berlina" ma qui parliamo di centinaia di milioni, pensi che gli importi della berlina!!
Francesco

roberto ha detto...

Non vorrei proseguire il rimpallo: concluderei il dibattito dicendo che tu sei dell'avviso che non si può cambiare nulla, mentre io la penso diversamente.
Ciao.
Roberto

Aldo ha detto...

Tu parli della "parte sana del sistema politico istituzionale".
Ma dov'è?

Aldo

carlo ha detto...

Caro Roberto, il male che attanaglia l'Italia è la partitocrazia, cioè la distorsione e la degenerazione studiata e voluta delle forme della politica. Berlusconi ne è stato un maestro, distorcendo diritto,economia, comunicaziobne e quant'altro ai propri interessi:cfr.per es. la legge elettorale,le depenalizzazioni di reati che egli ha commesso ordinariamente,la legge sulla RAI,etc. Perciò la prima cosa è sconfiggerlo elettoralmente votando il centro sinistra. Chi non capisce questo, i disperati, i tornacontisti,gli strafottenti etc. stiano a casa e non votino, così lasceranno spazio a chi ancora vuol credere alla partecipazione. Auguri! Carlo.

roberto ha detto...

Rispondo ad Aldo:

a mio avviso persone serie ci sono in tutti gli schieramenti: non si può fare di tutta l'erba un fascio anche se è chiaro che in Parlamento tutti sono in qualche misura responsabili del degrado e dei privilegi che si sono autovotati. Nessuno ha fatto una forte denuncia di quanto stava succedendo a spese dei contribuenti.
Detto questo, bisogna puntare su chi ha la possibilità di contribuire al rinnovamento. Limitarsi ad accusare serve a poco.

roberto ha detto...

Caro Carlo, condivido tutto quello che hai scritto; in particolare il pesante ruolo avuto da Berlusconi nel produrre il degrado dell'etica pubblica e delle regole. Come è avvenuto a Milano alle elezioni comunali, anche nelle politiche ci sarà un cambiamento di rotta a favore del centro sinistra, che non è certo esente da difetti, ma che ha gliu anticorpi della partecipazione.
Roberto

Enrico ha detto...

Un sogno: i partiti e gli eletti che non piacciono più vengono sostituiti da altri partiti e da altri eletti (senza mettere in discussione le istituzioni, per il momento eviterei sia la dittatura sia l’anarchia) . E però servono persone e formazioni politiche che si propongano con progetti e visioni capaci di farci tornare in crescita, di tagliare spesa pubblica e di raccogliere consenso su questo: cosa difficilissima, ma proprio per questo sarebbe il momento migliore perché chi ha idee, progetti e visioni che ritiene convincenti si facesse avanti (anche le avanguardie, i cittadini attivi). Io spero che molti miei concittadini con questo tipo di proposte si facciano avanti.
Continuo nel sogno: chi governa ha la possibilità di decidere e realizzare quello che ha deciso.
Oggi, nemmeno mentre la casa brucia e il governo è senza alternative, si riesce a vincere i mille interessi costituiti e le paludi del parlamentarismo. E i media cosa fanno ? Un giorno denunciano lo spreco e il giorno dopo che il governo taglia quello spreco denunciano scandalizzati le difficoltà in cui è finito chi dello spreco era beneficiario (esempi: il bidello in sovrappiù che viene tagliato, oppure vi ricordate l’estate scorsa la reazione dei giornali il giorno dopo che il Governo aveva deciso il taglio delle Province ? immediatamente venne data voce a tutti quelli che le Province – soprattutto la propria – volevano tenerla).
Terzo sogno: le opposizioni e l'opinione pubblica (cittadini attivi compresi) controllano e dicono su cosa sono d'accordo e su cosa no, ma soprattutto propongono alternative e possibili soluzioni ai problemi. E invece noi cittadini (più o meno attivi) cosa facciamo ? Utilizziamo internet come “regno dell’invettiva” invece che della critica ragionata e della proposta (su questo il tuo blog cerca di fare diversamente, e di questo mi compiaccio). Non è che i canali per far sentire le proprie idee e proposte oggi manchino, solo che vengono usati per altro.
Enrico

roberto ha detto...

Enrico, i tuoi sogni mi piacciono.
Io la vedo così: per il primo direi "Largo ai giovani" e quindi propongo che gli italiani votino, nel 2013, solo partiti che:
- abbiano un'età media dei candidati in lista inferiore ai 35 anni
- si impegnino a fare, come prima legge del nuovo Parlamento, quella che fissa un limite inderogabile di due mandati per qualsiasi carica elettiva
Sul secondo sogno, chiedo che i nuovi partiti s'impegnino a garantire due cose:
- il potere al Presidente del Consiglio di nominare e revocare i ministri
- la sfiducia al Governo solo se si presenta una coalizione alternativa in grado di ottenere la maggioranza

Sul terzo sogno vedo il ruolo prevalente delle avanguardie evoluzioniste, formate anche da gente più "senior": il ruolo di controllo dei cittadini va comunque svolto perchè anche i giovani possono, col tempo, cadere negli stessi vizi di chi li ha preceduti.
Ciao.
Roberto

Manuele ha detto...

Nel tuo ultimo commento hai suggerito di votare solo partiti i cui csndidati abbiano età media inefriore ai 35 anni: è un'indicazione di voto per il Movmento 5 Stelle?
Un altro quesito: le persone non giovani possono, secondo te, avere uno spazio nei partiti?
Manueta

roberto ha detto...

No, era solo un'indicazione di principio, anche se è vero che forse il movimento di Grillo è l'unico a soddisfare attualmente tale requisito. Se, come ha proposto Enrico, i cittadini si attiveranno per creare nuove formazioni politiche, è opportuno che ne tangano conto.
Le persone non giovani possono certamente partecipare alla vita di partiti vecchi e nuovi ma, a mio avviso, non dovrebbero candidarsi per le assemblee elettive.