Se è vero
che il “merito” (si fa per dire) di aver portato la criminalità organizzata ai
vertici dell’amministrazione capitolina è della destra di Alemanno, oggi indagato
per associazione mafiosa e che il Nuovo Centro Destra è il partito con la maggior
percentuale di dirigenti indagati per reati penali, non c’è dubbio che il
problema maggiore, su questo terreno, oggi ce l’ha il PD, per varie ragioni:
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L’Amministrazione
Marino, che doveva segnare la
discontinuità rispetto alla malagestione di Alemanno, si è dimostrata
permeabile come il burro all’infiltrazione criminale ed ha consentito un’incredibile
concentrazione di malaffare negli appalti e nella gestione delle emergenze.
Paradossalmente tale Amministrazione, unica in Italia, aveva istituito un
Assessorato alla Trasparenza, il cui titolare è stato uno fra i primi esponenti a cadere sotto le indagini della magistratura.
Il candore con cui l’attuale sindaco ha pubblicamente dichiarato di non
aver minimamente percepito l’infiltrazione
criminale la dice lunga sulla sua incapacità di gestire una realtà complessa e
critica come quella romana. Mantenere ancora Marino al suo posto significa
consegnare la città al Movimento 5 Stelle che trova, nella realtà romana, la
dimostrazione inoppugnabile della propria tesi “i partiti sono tutti marci”.
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Come
ha scritto in un editoriale su La Stampa Marcello Sorgi “ sull’immigrazione il
centrosinistra dovrebbe avere il coraggio di fare un’operazione verità. Dire
insomma, con la franchezza a cui Renzi ci ha abituato, ciò che in questi ultimi
giorni quasi tutti ormai hanno capito, e non c’è più ragione di nascondere.
Esisteva, è esistito fino a poco tempo fa, un sistema italiano per trattare gli
immigrati ……..Questo metodo singolare, basato su regole non scritte, come il
diritto alla fuga e le istruzioni per superare i confini nazionali, a volte
perfino fornite con l’ausilio di una cartina geografica, ha funzionato, diciamo
così, finché non si è scoperto che l’altra faccia della medaglia era il
meccanismo di corruzione che alimentava i Centri… in cui gli immigrati venivano
pagati un euro al giorno ciascuno come tangente. …… Ma per non perderci la faccia e non rendere
più facile di quanto non sia la carica di Salvini e dei suoi governatori, serve
qualcosa di più dell’annuncio dei rimpatri. La vergogna dell’immigrazione come
affare va scoperchiata fino in fondo”.
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La
notizia preoccupante, ma passata quasi sotto silenzio, che la Prefettura di
Roma ha dato la scorta al Presidente e Commissario per Roma del PD, Matteo
Orfini, dimostra che, a prescindere dall’ormai sgominata banda Carminati-
Buzzi, altre forze criminali cercano, minacciando , di impedire l’operazione di
pulizia iniziata da Fabrizio Barca che dichiarò, nella relazione sulla sua
indagine interna al partito, la sostanziale pericolosità di buona parte delle
strutture periferiche romane del PD.
Evidentemente tali forze si propongono di evitare che vengano scoperti e allontanati
quegli esponenti del partito che sono i loro terminali per la gestione del
malaffare.
E’ chiaro
che, a fronte del quadro descritto, il Premier non può cavarsela dicendo di
rispettare il lavoro della Magistratura e
auspicando pene esemplari per i corrotti, precisando peraltro che ogni
indagato è innocente fino a sentenza
passata in giudicato. In politica non c’è bisogno di sentenze per cacciare i
reprobi, bastano i sospetti di scorrettezza ( non è in base a semplici sospetti
che Lupi è stato costretto alle dimissioni?). Quindi solo supportando con
assoluta fermezza l’opera di pulizia interna al partito cui si sta dedicando
Orfini, Renzi avrà la speranza di sottrarsi alla tenaglia che cerca di stritolarlo
e che è composta, da un lato, dal Movimento
5 Stelle che ha buon gioco a denunciare
il perverso connubio mafia/politica ed a reclamare l’amministrazione
capitolina, con la speranza che, una volta raggiunto questo risultato, sia
possibile la scalata al governo e , dall’altro,
dalla Lega che è spinta ad ulteriori successi nazionali dalla colpevole, irresponsabile e, per vari
aspetti, criminale gestione del fenomeno immigrazione.
Fra la tante
gatte da pelare che Renzi deve affrontare in questo momento, quella maggiore è sciogliere il nodo che unisce
esponenti del suo partito, a vari livelli, alla criminalità. Se non supera
questa prova , le sue speranze di durare si affievoliscono notevolmente.