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lunedì 15 giugno 2015

Migranti, quale verità



Pubblico un ponderato articolo di Lorenzo Mondo, comparso il 14 giugno nella sua rubrica “Pane al pane” de “La Stampa”, che pone puntuali e incisive domande a chi ci governa  sul tema dlle migrazioni.  Alle domande di Mondo ne aggiungo, dopo il suo articolo, alcune altre. 

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Ci voleva molto a capire che l’ondata migratoria ci avrebbe sommersi, mettendo a repentaglio la politica delle riforme e rischiando di travolgere lo stesso premier? Ha un senso accogliere indiscriminatamente i migranti, che solo in parte fuggono dalla guerra? ……( E, secondo le  stravaganti affermazioni dellar Presidente Boldrini, molti sarebbero stati a casa loro partigiani?).
Se la povertà diventa un lasciapassare, non si finirà per spostarla e trapiantarla nei Paesi investiti  da una fiumana che che non conoscerebbe tempi né confini? Come tollerare la vista ignominiosa dei profughi abbandonati come sacchi di patate nelle stazioni ferroviarie ? Destinati  a perdersi in luoghi alieni e nelle già compromesse periferie delle città? E come disconoscere i problemi della sicurezza dei cittadini ? Che c’entra il razzismo se ti preoccupi per tanti uomini costretti a ciondolare tutto il giorno senza lavoro e in preda a elementari bisogni e pulsioni? Soltanto adesso ci si rende conto, in meditabondi proclami, che occorre velocizzare l’inchiesta sugli aventi diritto e il rimpatrio degli abusivi  con sovvenzioni ai Paese d’origine? E perché si accetta che molti non rilascino le impronte digitali? Quelli che sperano, rendendosi irriconoscibili, di insediarsi più facilmente fuori dall’Italia, non fruiscono forse di occulte complicità nei campi dei raccolta? Ci si stupisce se l’egoismo di molte nazioni d’Europa trova qualche pretesto, oltre le immonde speculazioni sulla pelle dei migranti svelate da “Mafia Capitale”, nelle nostre confusionarie inadempienze? E perché non si chiede con fermezza un concorso solidale dell’Europa quanto meno nella distruzione dei barconi che alimentano il traffico degli schiavisti? Perché sopravvalutare le remore opposte dall’ONU e dalla Comunità Europea che pure hanno consentito dei bombardare la Libia di Gheddafi?
Non ci si può nascondere che il problema è immane, e viene anche sfruttato cinicamente per miserabili conteggi elettorali, ma perché minimizzarlo, com’è accaduto fino a ieri? Non si sono vantati oltre misura i successi  dal governo nel consesso europeo? Non si irride alle inquietudini e ai positivi disagi dei cittadini mettendoli in guardia dal “terrorismo psicologico” e mediatico? E quando si smetterà di esaltare, in abominevoli talk-show televisivi, i benefici del’integrazione mentre dura una tale emergenza? Una integrazione con le pulci e la scabbia? Non bisognerebbe avviare, come prima condizione per affrontare concordemente il problema, una schietta operazione verità? Domande, domande, e ancora domande…

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E’ possibile far intervenire una vera flotta di unità militari da vari paesi europei per raccogliere sempre più migranti, che vengono scaricati tutti nel nostro Paese, creando  inoltre un oggettivo richiamo per masse sempre più vaste, senza avere in cambio da quei Paesi una disponibilità reale ad accoglierne una parte? È possibile che tale forza militare non sia in grado di impedire l’operato  degli scafisti e ne alimenti i lucrosi traffici, diventandone oggettivamente complice? Non ci sentiamo presi  in giro da chi ci “aiuta” in questo modo?
Da quanto riporta la stampa sembra che a queste ultime domande il Governo intenda dare una risposta con il cosiddetto “pIano B”: speriamo.

Roberto Barabino

16 commenti:

Dario Lodi ha detto...

Piano B? Da Renzi? Una barzelletta oscena, semmai. Ci sono gravi questioni di fondo. La prima è che l'Europa è razzista. La seconda è che a nessuno, tranne che ai Volontari, interessa niente dei poveri, bianchi o neri che siano, immigrati o licenziati, cassintegrati o bombardati, esodati o incarcerati. Questa paralisi politica è il risultato di un sistema politico che è stato lasciato fare, così ha fatto per sé, tanto, e nulla per il Paese, dal quale continua a prendere le distanze. Le nostre ciance non servono a niente: via un incapace ne arriva un altro. Davanti a questi bei chiari di luna, cosa ci stiamo a raccontare? Che le cose devono cambiare? Da sole?

roberto ha detto...

Certo, da Renzi, da chi se no?

Renzi ha dichiarato, ad esempio, che la Francia non può andare nel Mediterraneo a raccogliere naufraghi e poi portarli sulle coste italiane, perchè il dovere di ospitare spetta a chi soccorre. Il discorso vale anche per le altre nazioni impegnate in tale missione.
A molti interessano i poveri, almeno nel nostro Paese che è meno egoista di altri, e lo dimostra lo sforzo di accoglienza in atto, ma ci sono dei limiti. L'Italia non può farsi carico di tutti poveri del mondo e aprire indiscriminatamente le frontiere, perchè sarebbe un suicidio. E' davvero strano che si sia dato il via a Mare Nostrum e altre analoghe iniziative senza porsi prima il problema di quante persone possiamo realisticamente ospitare.
Le cose devono cambiare e non da sole: sono i cittadini che devono produrre il cambiamento.
Ho già scritto più volte che le chiacchere non bastano, bisogna agire, come un gruppo di noi sta facendo con il Progetto Trasparenza. Altri progetti possono essere avviati, se qualcuno se ne fa carico. Forse tu?

Marcello Mancini ha detto...

Caro Roberto,

Non mi farei troppe illusioni dal piano B, che in base alle ultime indiscrezioni, altro non sarebbe che l'emissione di un permesso di soggiorno temporaneo, documento inesistente nel trattato di Shengen, come l'instradamento oltre i nostri confini dei migranti, privi di documenti di riconoscimento, anch'esso prescritto. Così si danno alibi ai nostri Partner EU a tenere la linea dura.

Abbiamo sprecato il nostro semestre EU senza affrontare a dovere il problema con i nostri Partners, seppure colpevolmente sordi al grido di dolore. Ma la materia può essere affrontata solo nelle sedi EU ed ONU che non sono mai stati nostri nemici, ma alleati. Guai a cercare avventurismi unilaterali, al di fuori dai canali diplomatici ed istituzionali. Abbiamo a che fare con gruppi di criminali e forse terroristi. Non possiamo giocare con il fuoco.

Certo risolvere problemi di accoglienza ed assistenza, con utilizzi di Cooperative (magari utilizzando anche fondi comunitari) protette dalla politica corrotta, ed ora sotto il mirino della Magistratura non ci aiuta nei negoziati. Quanto all'uso della marina militare per respingere i barconi, in acque territoriali destabilizzate con rischio di uccidere i migranti, trasformati dagli scafisti in scudi umani, sa di soluzione peggiore del male,

M.

roberto ha detto...


Quella del permesso di soggiorno temporaneo non è l'unica misura; un'altra l'ho citata nella riposta al commento di Dario.
E' vero che non bisogna lanciarsi in avventurismi, ma non ci si può neanche far prendere sistematicamente per i fondelli.I rischi di un'azione contro gli scafisti sono alti ma quelli dell'inazione, a mio avviso, molto di più.
Abbiamo già avuto Mafia Capitale che ha influito pesantemente sulla capitale. Non vorrei che ora i destini del nostro Paese vengano condizionati da un pugno di criminali libici, ai quali si lascia fare i loro affari impunemente, come con Carmibnati e Buzzi.
Per dirla alla napoletana, dobbiamo diostrare che siamo accoglienti ma che ...ca' nisciuno è fesso .

Lorenzo Oggero ha detto...

CARO ROBERTO,
LE DOMANDE CHE VENGONO POSTE NEL TUO ULTIMO POST SONO CERTAMENTE FONDATE, MA TI INVITO A LEGGERE L'INTERVISTA A SYGMUNT BAUMAN DI OGGI SU REPUBBLICA, PROPRIO SUL TEMA DEI MIGRANTI.
LORENZO


roberto ha detto...


Caro Lorenzo,
grazie per la segnalazione che ho visto solo questa mattina. Vedrò se posso procurarmi online l'articolo di Baumann; in caso affermativo scriverò nel blog le mie reazioni.
Ciao.
Roberto

Giorgio Dodero ha detto...


Carissimo,

Sono completamente d’accordo. Spero che ci sia una reazione da parte di molti Italiani contro questa folle politica.

I nostri politici chiaramente non si rendono conto che questa immigrazione selvaggia potrebbe destabilizzare a breve il nostro paese, riducendo la nostra sicurezza.

Quando sono andato in Sud Africa molti anni fa tutti giravano con auto blindate con pistole e fucili a portata di mano.

Con i migliori saluti

Giorgio Dodero

roberto ha detto...


La reazione cè già stata ed è nei risultati elettorali di questi giorni.
Purtroppo le forze di sinistra, anche quelle moderate, si ostinano a non capire che equiparare chiunque arrivi sulle nostre coste ad un profugo è una castroneria e che accettare l'illegalità diffusa come se fosse una cosa normale lo è altrettanto.
Anche la complicità con chi non vuole farsi registrare è una dimostrazione di incapacità civile e politica.
Se non accetta di porre la legalità alla base della convivenza la sinistra, anche quella renziana, sarà destinata a prendere sonori schiaffoni. Gli italiani, e non solo quelli di destra, vogliono vivere in un Paese occidentale, non in un suk.
Ciao.
Roberto

roberto ha detto...

Riporto i passaggi principali dell’intervista di Baumann, citata da Lorenzo Oggero:

"In tempi di accentuata mancanza di certezze esistenziali, della crescente precarizzazione, in un mondo in preda alla deregulation, i nuovi immigrati sono percepiti come messaggeri di cattive notizie……………….
Ora, i nuovi nomadi, gli immigrati, vittime collaterali di queste forze, per una sorta di logica perversa finiscono per essere percepiti invece come le avanguardie di un esercito ostile……….
è un'abitudine, un uso umano, troppo umano, accusare e punire il messaggero per il duro e odioso messaggio di cui è il portatore. Deviamo la nostra rabbia nei confronti delle elusive e distanti forze di globalizzazione verso soggetti, per così dire "vicari", verso gli immigrati, appunto".

"Siamo chiamati a unire e non dividere. Qualunque sia il prezzo della solidarietà con le vittime collaterali e dirette della forze della globalizzazione che regnano secondo il principio Divide et Impera, qualunque sia il prezzo dei sacrifici che dovremo pagare nell'immediato, a lungo termine, la solidarietà rimane l'unica via possibile per dare una forma realistica alla speranza di arginare futuri disastri e di non peggiorare la catastrofe in corso".

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Varie cose non mi convincono in questo approccio “ecumenico”. Per non farla lunga ne cito solo due:
- Dare tutte le colpe alle “misteriose forze della globalizzazione”. In realtà la maggior parte dei migranti viene da situazioni di instabilità dovute a guerre locali, soprattutto del mondo islamico, o alla caduta di regimi pregressi o dall’avanzata dell’isis, che con la globalizzazione hanno poco da spartire; oppure da contesti di povertà endemica molto antecedenti al fenomeno della globalizzazione, anche se questa può averli aumentati

- Rifarsi alla solidarietà senza tener conto della sostenibilità dello sforzo prelude a disastri ancora maggiori di quelli paventati dall’Autore. I Paesi, come l’America o l’Australia che hanno accettato grandi flussi migratori li hanno sempre regolati e non subiti e disponevano di spazi ben più ampi dei nostri.
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Umberto ha detto...

Caro Roberto,

La diatriba sulla competenza nell’accoglimento dei migranti è passata dal terreno politico a quello giuridico; i nostri ineffabili interlocutori esteri, francesi in prima linea, ci dicono che l’accoglimento spetta a chi soccorre i naufraghi: è vero, l’hai osservato anche tu. Ma quando i giuristi intervengono per sostenere comportamenti discutibili, vuol dire che si sono esauriti gli argomenti basati sul buon senso, lasciando ai cesellatori del diritto il compito di lavare le coscienze dei politici.

Visto che la competenza dell’accoglimento (non dell’accoglienza, che è un’altra cosa) spetta “a chi soccorre i naufraghi”, analizziamo i fatti e vediamo in primo luogo se la gente accolti a bordo delle navi britanniche, olandesi e altro sono dei veri naufraghi: NON lo sono. Naufrago è chi è ospitato su un natante affondato, o in procinto di affondare, o in pericolo di affondare: gli interventi occorsi nella stragrande maggioranza dei casi non configurano nessuna di queste ipotesi: si tratta di semplici trasbordi da un natante ad un altro di passeggeri, non di naufraghi. Per provare il contrario occorre portare le prove fotografiche dell’intera operazione di salvataggio, comprese le riprese sullo stato del natante e del suo affondamento o recupero.

In secondo luogo, andiamo a vedere “dove” vengono accolti i trasbordati. Se i principi del diritto marittimo non sono cambiati dai miei lontani tempi dell’università, una nave è territorio del Paese di cui batte bandiera: sempre nel caso di navi militari, solo in acque estraterritoriali se si tratta di navi mercantili. Quindi se i migranti sono stati accolti (non “salvati”, si badi bene) in acque extraterritoriali da una nave per esempio britannica, il Paese di prima accoglienza è il Regno Unito, e le autorità di un porto italiano hanno il pieno diritto/dovere di vietare lo sbarco di passeggeri non muniti di documenti di riconoscimento, e di permesso di soggiorno nel caso di cittadini di paesi terzi.

Un paradosso? Un’estremizzazione della logica? No, è semplicemente l’applicazione delle leggi del mare e delle norme europee. Fra le “rivelazioni” sul Piano B di Renzi non ho visto niente del genere; l’aspetto giuridico della faccenda non sarà l’asso nella manica, ma non mi sembra nemmeno da buttar via.

Ciao,

Umberto


roberto ha detto...


Caro Umberto,
condivido il tuo pensiero e vorrei sottolineare quanto hai detto a proposito dei "naufraghi": fra le tante ipocrisie con cui si affronta la questione dei migranti, la maggiore è proprio quella di far finta di applicare "le leggi del mare", che impongono di dare soccorso a chi sia vittima di un naufragio. Non è certamente un naufrago chi sale su una "carretta" destinata ad esser intercettata da navi circostanti, magari avvertite via telefono satellitare.
Con ciò non nego che molti migranti rischino la vita ma ciò avviene perchè l'ipocrisia predetta spinge sempre di più gli scafisti a osare e quindi implicitamente a ricattare i soccorritori, sapendo che più osano,più ottengono, anche perchè nessuno se la prende con loro. Lucrare sulla pella della gente sembra non essere più un reato.
IL buon senso latita davvero e non solo in Italia.
Ciao.
Roberto

Giuseppe Maria Greco ha detto...

Il tema, affrontato mediante una serie incalzante di domande, non è meno ansiogeno di quello prodotto dalle lacune egoisticamente prudenziali dei governi. L'ansia è in genere prodotta dallo stato di incertezza provocata da un evento negativo cui non si sa come porre rimedio. Per risolvere, in casi pratici come questo, la sensazione pesantemente negativa, occorre guardare con maggior distacco il problema. Proviamoci, in modo che ognuno possa dare il proprio contributo.
Per sua natura, la democrazia è strutturalmente disposta a evolversi in base al mutare delle condizioni di vita e delle tipologie riconosciute dei cittadini che ne fanno parte. Un esempio di ciò è lo sforzo di superare le differenze di genere e di ammetterne tutte le possibili versioni. L'arrivo di migranti pone alle democrazie due necessità: da un lato quello di affermare i principi etici laici della democrazia, dall'altro quello di mantenere la pace interna riconoscendo i diritti sia di chi arriva sia di chi già preesisteva sul territorio. A questo punto, le democrazie vanno in crisi. L'emigrazione di massa è un sintomo degli stessi cambiamenti globali che trovano gli Stati democratici, in perenne dibattito tra logica evolutiva e necessità di stabilità, nella condizione di privilegiare la percezione di equilibrio e di solidità delle istituzioni agli occhi dei cittadini. Come dare ad un tempo la sensazione di forza e di moderazione dello Stato? Lasciando da un lato che emergano le forze reattive (Lega, Le Pen ecc.) che diano sfogo e tengano a bada le tensioni, dall'altro tentando di minimizzare l'impatto dell'ondata migratoria. Questo secondo aspetto è affrontato diversamente a seconda della collocazione logistica dello Stato:in modo molto approssimativo, perchè richiederebbe troppo spazio, l'Italia, la Grecia, Malta, la Spagna anche se diversamente accettano in qualche modo gli arrivi purchè siano temporanei, gli altri Stati chiudono le barriere.
Ora spostiamo l'attenzione sui migranti. Teoricamente, dato che li salviamo da possibile morte e almeno per un po' dalla miseria, si dovrebbe creare una sorta di debito di riconoscenza che dovrebbe avvicinare due culture in sè distanti. Questo invece non avviene quasi per nulla. Un ostacolo è costituito proprio dal motivo per cui si emigra: per salvare la propria vita identitaria. Un altro ostacolo è rappresentato specularmente dalla paura dei residenti che questa presenza identitaria possa attentare alla propria identità. Lo "scontro di civiltà" sospettato dalla Fallaci e la presa del potere di mussulmani in Francia attraverso libere elezioni a seuito di formazioni maggioritarie di popolazione emigrata descritta nell'ultimo libro di Houllebecq sono rappresentazioni ideali di questa angoscia identitaria. Il problema è che i bisogni identitari delle due parti non fanno che rinvigorire quelli dell'altra parte.
Questo è, a mio avviso, il tema che deve essere affrontato uscendo dai ripari conservativi. Nel romanzo di Houllebecq, il mussulmao che si candida alla presidenza della Francia coltiva da tempo un sogno: quello dell'impero romano. E nei libri di storia delle scuole si insegna che i romani riuscirono a costruire un impero proprio perchè ogni popolazione poteva mantenere gli dei propri, ma doveva rispettare le leggi dello stato romano. Sono trascorsi oltre duemila anni, quindi molto è cambiato. Inoltre l'impero romano fu creato proprio quando Roma era in crisi. Ma forse qualche elemento di riflessione potremmo ricavarlo, anche dal passato.
GMG

roberto ha detto...



Il punto centrale nel tuo discorso mi sembra il nfatto che la caratteristica peculiare delle democrazie è quella di essere realtà evolutive a differenza degli stati autocratici, ma ciò le espone a crisi quando le contraddizioni fra le diverse culture che devono convivere nello stesso Paese sono troppo acute ed alcune di esse non accettano di mantenere il loro carattere identitario nel rispetto dei valori fondanti della cultura ospitante.
Questo problema non si è avuto in modo significativo negli Stati Uniti che sono stati e sono davvero un "melting pot", ma è presente in Europa dove si è puntato al "multiculturalismo" che si è rivelato inefficace e pericoloso.
Ad esempio, il Regno Unito , quando ha dovuto fare i conti con minoranze islamiste radicali ha preferito chiudere un occhio di fronte alla propaganda Jihadista, per non urtarle troppo, ma poi si è accorto di aver coltivato la serpe nel suo seno La Francia è stata più ferma nella difesa della sua laicità, ma anch'essa ha avuto dei contraccolpi, perchè l'integrazione era comunque carente.
Come tu dici "i romani riuscirono a costruire un impero proprio perchè ogni popolazione poteva mantenere gli dei propri, ma doveva rispettare le leggi dello stato romano". Noi, che siamo gli eredi dei romani, ne abbiamo dimenticato la lezione perchè spesso nel nostro Paese il rispetto della legge, da parte dei nativi e anche degli immigrati, è un optional.
Per superare la crisi politica attuale e gestire le migrazioni bisogna ricreare la cultura della legalità e non accettare compromessi.
Roberto

Giuseppe Nava ha detto...

Sulla necessità di espellere chi, venendo da noi, non rispetta le nostre leggi, credo sia d’accordo il 99% degli Italiani. Il problema è la parola “espulsione” che, per leggerezza e malafede del legislatore, da noi è solo un foglio di carta con sù scritto “vattene”. Ovviamente, nessuno si adegua, tutti restano e - colmo dei colmi - gli dobbiamo pagare anche l’avvocato con il quale fanno i ricorsi.
Il Regno Unito, che non è certo meno democratico di noi, procede diversamente: rimpatria d’ufficio queste persone, che possono però fare ricorso da casa loro e a loro spese. Se lo vincono possono ritornare.

roberto ha detto...



Non siamo l'unico Paese in cui le espulsioni restano prevalentemente sulla carta, ma siamo certamente quello dove il fenomeno è maggiormente presente.
Come ho già scritto in precedenza, bisogna smetterla di considerare il rispetto della legge come un "optional" ed essere fermi nei confronti di chi la viola.
Ho scritto su questo tema un post ("Con i delinquenti non si tratta e non si cede") cui Renzi ha dato positiva risposta.
Speriamo che alle parole seguano i fatti.

roberto ha detto...


I giornali di oggi, sabato 20 giugno, riferiscono di un calo degli arrivi di migranti correlato anche al lavoro di "intelligence" che ha portato ad individuare e poi distruggere numerosi natanti usati dagli scafisti.
E' un primo segnale di positivo contrasto alla criminalità ,al quale pare ne seguiranno altri, se necessario, sulle coste libiche.
Questa non è certo la soluzione di un porblema complesso e drammatico cdome quello delle migrazioni,ma indica che è possibile, per la comunità internazionale, agire in sinergia e non diventare vittima e complice dei trafficanti di morte.
Vediamo il seguito.