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martedì 24 luglio 2012

La grande coalizione

In un post del 25 febbraio scorso ( "La politica per il dopo Monti")  avevo ipotizzato la nascita di una grande coalizione come evoluzione di quella attuale imposta dal rischio default del nostro Paese. Tale coalizione potrebbe derivare dalla scomposizione e ricomposizione delle attuali forze politiche con la creazione di un nuovo partito che aggregherebbe le componenti più vicine alla logica liberista, seguirebbe le orme del Governo Monti e sarebbe guidato, se non da lui, da un esponente di spicco del suo Governo. Tale partito sarebbe il punto di riferimento della coalizione.
Questa ipotesi è tuttora realistica,  ma ora il quadro è complicato dal costante attacco dei mercati ai Paesi deboli dell'Unione europea, fra cui il nostro.

Recentemente la stampa ha dato notizia di febbrili trattative che sarebbero in corso fra i tre partiti dell'attuale maggioranza al fine di trovare un ragionevole compromesso sulla nuova legge elettorale che consentisse di anticipare a novembre il ricorso alle urne. La logica di tale iniziativa è quella di ottenere la legittimazione popolare per fare eventualmente  ulteriori scelte difficili in politica economica, atte a contrastare l'attacco della speculazione e convincere i mercati, che hanno forti dubbi sulla capacità del nostro sistema politico di proseguire nell'opera di risanamento dei nostri conti. Casini ha detto chiaramente  al riguardo "Un'altra manovra prima del voto nessuno può reggerla".
Condivido questa logica ma ho forti dubbi che si possa trovare una soluzione nei pochissimi giorni che restano: per votare a novembre sarebbe necessario trovare l'accordo entro i primi di agosto.
E' quindi più probabile che le elezioni si tengano alla scadenza naturale della prossima primavera, naturalmente se non accade prima l'irreparabile, cioè un ulteriore, insopportabile rialzo dello spread, che sancirebbe l'impossibilità di far fronte ai nostri impegni nei confronti della comunità finanziaria e aprirebbe scenari drammatici.
Nessuno è in grado di dire, al momento attuale, dove ci porteranno i prossimi mesi.
Se la nostra economia sopravviverà, la grande coalizione sarà comunque necessaria perchè, come ha acutamente osservato Giovanni Belardelli sul Corriere della Sera del 22 luglio, il nostro problema principale, cioè l'abnorme debito pubblico, è frutto di un'altra grande coalizione: " Cos'altro è stato infatti il consociativismo, per il quale l'opposizione votava quasi tutte le leggi di spesa della maggioranza, se non una forma molto sui generis delle larghe intese?.....una tale spesa non ha ingrassato soltanto il ceto dei politici, non ha favotito soltanto corporazioni e poteri forti. Ha fatto anche questo, certo,  ma al 120 del Pil di debito siamo arrivati perchè il ricorso alla spesa è stato il modo principale, e da un certo punto in poi l'unico, attraverso il quale è stato costruito in Italia il consenso politico...".
Il rientro da una follia collettiva chè è durata oltre 30 anni richiederà necessariamente tempi lunghi ed un assetto politico ben diverso da quello che ci ha portato sull'orlo del baratro. Invece di una lotta politica apparentemente esasperata sul proscenio e totalmente disattesa dietro le quinte, occorrerà un approccio meno demagogico e  più trasparente, capace di dire ai cittadini la verità: i sacrifici da fare saranno ancora molti e per molto tempo perchè il nostro Paese ha vissuto troppo a lungo al di sopra dei propri mezzi. Solo un doloroso ma salutrare rigore ci porterà a risorgere.
Monti è stato criticato per aver detto che "il politico pensa alle prossime elezioni, lo statista alle prossime generazioni", ma io sono d'accordo con lui.
Abbiamo bisogno di statisti.

4 commenti:

Ettore ha detto...

Condivido la tua analisi. Il tempo dell'ipocrisia è finito.
Dobbiamo diventare un Paese serio, che risulti affidabile agli occhi del mondo e non un coacervo di furbetti, pronti a tornare ai vecchi vizi appena la pressione esterna dovesse diminuire.
Noi elettori dovremo fare scelte oculate, senza farci prendere dalla sindrome dell'antipolitica, nè dando ancora fiducia a chi ha dimostrato di non meritarla.
Dobbiamo riparlarne appena si capirà chi si presenterà alle prossime elezioni, con quali programmi e con quali alleanze.
Ettore

roberto ha detto...

Certo, gli elettori non dovranno agire d'impulso, in base alla rabbia accumulata in questi anni, ma ragionare razionalmente fra le opzioni che saranno disponibili,
fra le quali speriamo di trovare attori nuovi o comunque capaci di attivare significative alleanze in base a credibili programmi.
Il politologo Sartori, nell'editoriale di oggi sul Corriere, ipotizza che uno dei candidati potrebbe essere proprio Monti, malgrado le smentite da lui fatte di voler proseguire l'esperienza politica.
Staremo a vedere.

Manuela ha detto...

Vorrei sapere cosa pensi dell'avvicinamento del PD a SEL può un'alleanza di questo tipo essere compatibile con l'ipotesi della grande coalizione?
Grazie. Manuela

roberto ha detto...

Bersani sta lavorando per un'alleanza fra progressistti e moderati (in particolare UDC) in vista di una coalizione di centrosinistra, alternativa al centrodestra: è un'iniziativa appropriata se la situazione finanziaria mostrerà nei prossimi mesi un netto miglioramento.
Altrimenti il normale gioco di contrapposizione fra i due schieramenti sarebbe un "autogol" e risulterebbe insostenibile.
A mio avviso la seconda ipotesi è molto più probabile della prima, ed è questo il motivo per cuisostengo che ci sarà bisogno della grande coalizione.
Ciao.
Roberto