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martedì 10 febbraio 2015

Lettera aperta al Ministro Boschi sul decreto fiscale


10 febbraio 2015

Gentile Ministro,

ho apprezzato quanto Lei ha detto, in una trasmissione televisiva, circa il ruolo del Presidente Mattarella: “Con un governo come il nostro, fatto di persone giovani,serviva una figura di garanzia, capace di dirci, quando sbagliamo, che stiamo sbagliando”.
Ho anche apprezzato quanto detto, nel suo discorso d’insediamento, dal Presidente “Sarò un arbitro imparziale, ma chiedo ai giocatori di aiutarmi”.
Combinando queste due dichiarazioni, mi pare che il modo migliore di procedere sia quello di evitare provvedimenti che mettano in imbarazzo il Presidente della Repubblica all’atto della loro promulgazione. E’ questo certamente il caso del Decreto fiscale, che è stato sospeso a seguito delle tante critiche ricevute e che verrà ripreso in esame il 20 c.m. nel Consiglio dei Ministri
Nella predetta trasmissione Lei ha affermato al riguardo “ che non ci sia una norma per Berlusconi lo dimostra il fatto che in Francia hanno una norma uguale, con una soglia più alta, non del 3% ma del 10% di non punibilità dell’evasione fiscale; non credo si possa fare o non fare una norma che riguarda 60 milioni di italiani perché riguarda anche Berlusconi”.
Per evitare al Governo di sbagliare e quindi di incorrere in una possibile bocciatura del decreto, va tenuto presente che il Code genéral des impots francese parla all’art. 1741 di soglia del 10%, ma solo se non si superano  i 153 euro, mentre la norma prevista nel nostro Decreto fiscale consentirebbe di non incorrere in sanzioni penali anche per l’evasione di milioni o decine di milioni di euro, non essendo previsto alcun tetto: ciò sarebbe oggettivamente un incentivo ad evadere e ad evadere molto ed avrebbe anche la paradossale conseguenza di consentire la creazione di “fondi neri legalizzati” che in molti casi andrebbero ad alimentare, sotto forma di tangenti, la corruzione  anche delle forze politiche.
Il Presidente del Suo partito, Matteo Orfini ha dichiarato in una recente intervista: “riteniamo giusto che ci sia una differenza fra frode fiscale ed errore fiscale: se c’è dolo, si tratta di reato, dunque punibile penalmente; mentre, in caso di  sbaglio, basta la sanzione amministrativa”.
Un concetto analogo è stato espresso in una trasmissione radiofonica, dal  Presidente del Consiglio: “Il senso è che se fai il furbo e ti becco, ti stango, ti faccio pagare il doppio, ma non diamo corso al processo penale se c’è buona fede. Berlusconi non c’entra niente, ma bisogna dividere  tra gli evasori e chi fa errori in buona fede.
Quello che è certo è che un incentivo ad evadere non è il modo per fare tale distinzione. Va inoltre escluso dalla presunzione di buona fede chi è già stato condannato per  frode fiscale.
Auspico quindi che la versione finale del Decreto sia tale da non ricreare equivoci in merito a chi potrà fruire dei benefici previsti. E’ importante che, avendo il Parlamento dato un vastissimo consenso, con il voto e con gli applausi, al nuovo Presidente della Repubblica,  il Governo  eviti forzature che creerebbero un  potenziale conflitto istituzionale e che lo vedrebbero inevitabilmente perdente.
Cordiali saluti.
Roberto Barabino 

 Blog "La politica dei cittadini" (www.civicum.blogspot.com)





21 commenti:

Giorgio ha detto...

Caro Roberto, prima di tutto un apprezzamento per l'acutezza delle tu osservazioni frutto anche delle ricerche che sicuramente avrai fatt0, ma venendo al dunque come è possibile
avere un colloquio diretto con la Boschi e farle capire che come una volta si diceva cà nessuno è fesso ? Dico ciò perché il frutto di quella manina, sconosciuto a chi nel pomeriggio tardo del 24 dicembre, quasi sicuramente non sarà modificato. Solo il nuovo Presidente potrebbe con motu proprio mettere mano al testo e comportarsi quindi da vero Arbitro !!!

roberto ha detto...

Caro Giorgio,
grazie anzitutto per l'apprezzamento.
Non so se e come si potrebbe avere un colloquio diretto col Ministro, ma so per certo che le mie mail e i post pubblicati nel blog vengono letti da vari membri del Governo. Quindi anche i commenti, come il tuo, che vanno in modo più diretto e colorito al nocciolo della questione ("cà nisciuno è fesso"), contribuiscono a sensibilizzare i destinatari degli stessi.
Io sono più ottimista di te sull'esito delle proteste seguite al decreto fiscale e all'infausta norma che vorrebbe il 3% di evasione depenalizzata:a mio avviso ci saranno cambiamenti che renderanno le norme meno lesive della Costituzione,del senso di giustizia e anche del semplice buonsenso.
Comunque ritengo che il Presidente della Repubblica farà buona guardia per il rispetto della Carta costituzionale.
Ciao.
Roberto

Roberto Panzarani ha detto...

Roberto, mi sembra ottima e complimenti per tutti i riferimenti circostanziati che citi.
Speriamo bene,ma è davvero difficile sfuggire a tali argomentazioni se si è in buona fede.
A presto
Roberto

roberto ha detto...

Grazie Roberto per le gentili parole.
Penso anch'io che non sia facile sfuggire ai dati di fatto: il confronto con la Francia mette in evidenza la molto maggiore severità dei nostri cugini d'oltralpe nei confronti dell'evasione. Un modico errore in cifra assoluta ci può stare e può essere perdonato, ma l'intenzione fraudolenta no. E men che mai un provvedimento del Governo deve alimentarla con allettanti esenzioni penali.
Su questo aspetto il Governo si gioca la faccia.
Ciao.Roberto

Laura Banchelli ha detto...

Come vorremmo tutti avere un ministro Barabino Roberto,al posto della Boschi ( totalmente inadeguata!!) .bravo Roberto.

roberto ha detto...

Ringrazio anche te per l'apprezzamento ma, per non essere noiosamente ripetitivo, eviterò di farlo pubblicamente in eventuali future occasioni, limitandomi a rispondere al contenuto dei commenti.
Da questo punto di vista io non sono abituato a dare giudizi "tranchant" su chi svolge difficili compiti di Governo soprattutto se è giovane e se, per questo motivo, riconosce con modestia di poter sbagliare e chiede aiuto alle Autorità di maggiore esperienza.
Certamente un appunto si può muovere al Ministro: essendo avvocato dovrebbe sapere che già attualmente l'errore in campo fiscale non prevede sanzioni penali e che non si può ricondurre alla tipologia dell'errore una depenalizzazione indiscriminata e proporzionale al reddito evaso.

Unknown ha detto...

Sottoscrivo.
Giorgio Calderaro

roberto ha detto...

Ne sono lieto.
Roberto

Vittorio Bossi ha detto...

Buon anno Roberto,

non ho fiducia di questo governo, le parole non mi interessano voglio solo vedere quei fatti che da anni aspettiamo, lotta agli sprechi, spending review, lotta seria all'evasione fiscale, corruzione, tagli di stipendi e vitalizi dei politici e classe politica, di pari passo con i soldi risparmiati un piano d'investimenti pesante su strutture pubbliche, scuole strade, verde, impianti sportivi, turismo etc...
Tutte le discussioni inutili non ci portano da nessuna parte e alimentano il pensiero comune che in Italia si parla parla parla ma fatti pochi .

Un caro saluto,

Vittorio

roberto ha detto...


Condivido il tuo interesse per i fatti e il fastidio per le troppe parole, spesso senza costrutto.
Tuttavia non si può dire che il Governo sia fermo, anche se talvolta agisce in modo contradditorio.
La spregiudicatezza e la determinazione di Renzi stanno portando a casa alcuni risultati (jobs act, riforma delle banche popolari, legge elettorale, riforma costituzionale) che sono la base per la governabilità e per gli investimenti che tu auspichi.
La debolezza del Governo è sulla lotta alla corruzione e ai privilegi e sulla spending review.
Parlare di questi temi, come si sta facendo in questo post, non mi sembra tempo perso.

Buon anno anche a te.

Roberto

Paolo Spinoglio ha detto...


Non vorrei passare per logorroico:
L'unica strada per l'Italia è di unirsi con la Svizzera e farle da portaerei nel mediterraneo.
Paolo Spinoglio

roberto ha detto...


Della tua provocazione mi piace l'idea che l'Italia debba conformarsi a standard di serietà e di organizzazione mitteleuropei, anche se la Svizzera, essendo il ricettacolo di molti capitali illeciti, non può essere punto di riferimento, ad esempio, nella lotta all'evasione fiscale, come dimostra lo scandalo della Banca HSBC di cui parlano gli organi d'informazione in questi giorni.
Ciao. Roberto

Dario Lodi ha detto...


Il penale è un incentivo a non evadere. Ma non credo sia questo il punto, il punto è la mancanza di controllo. Inoltre, come sai, il nostro sistema è assurdamente complicato. Basterebbe fissare una percentuale sul fatturato per eliminare errori e far sentire cittadini coloro che tuttora sono sudditi in eterna malafede. Insomma, il sistema va interamente rivisto, ovviamente a tappe. Per come stanno le cose, e cioè, ripeto, la mancanza di controlli adeguati, il 3% è un’assurdità, persino una vergogna. Infine, caro Roberto, avere un ladro come interlocutore privilegiato (primo errore di Mattarella) è allucinante, non lo accetto.

Dario

roberto ha detto...


Certamente il ricorso a sconti generalizzati è sintomo di una forte carenza di controlli. Concordo sul fatto che, senza controlli, il 3% è un'autentica vergogna.
Sarei d'accordo con te anche sull'inaccettabilità di dare un ruolo di interlocutore ad una persona condannata in via definitiva per gravi reati, se l'Italia fosse un Paese normale.
Ma non lo siamo, sia perché una larga parte dell'elettorato prescinde da questo fatto nel fare le sue scelte politiche, sia perché il leader del centrodestra è stato oggetto di un'attenzione davvero ossessiva da parte della magistratura, frutto anche di un uso politico della giustizia.
La scelta del Presidente è stata il tentativo di mettere una pietra sopra gli eccessi del passato: quelli di Berlusconi, che pretendeva di essere "legibus solutus", ma anche quello dei magistrati che sulla sua persecuzione ( ricorda le parole di Di Pietro, PM del pool Mani Pulite: "io quello lo distruggo") hanno costruito o cercato di costruireuna carriera politica.
Ciao.
Roberto

roberto ha detto...


Caro Roberto, non perseguitano te o me, ma chi ha compiuto reati. Poi anche la magistratura è fatta di uomini e quindi qualche eccesso te lo concedo, ma la sostanza rimane, eccome! Siamo simile a un paese africano e ovviamente questo non va bene. Non possiamo richiamarci a un’etica esemplare a stare zitti su certe cose. Gli elettori mica sempre hanno ragione: spesso, analfabeti di ritorno, si lasciano ingannare dai media che dipingono tizio quasi fosse caio. Il sistema non insegna affatto a pensare con la propria testa. Si vota troppo di pancia. Tu stesso sei lì apposta per cercare di evitare questa diminutio.

Ciao, Dario

roberto ha detto...

D'accordo sulla necessità di non stare zitti sulle cose che non vanno, un pò meno sugli elettori: è vero che ci sono degli sprovveduti,ma mediamente le persone hanno buonsenso e se non ritengono che tutto il male del Paese derivi da un singolo esponente politico , come qualcuno a lungo ha voluto far credere, non posso dare loro del tutto torto.
Ciao. Roberto

roberto ha detto...

Il penultimo commento, che Dario Lodi mi ha inviato via mail, è stato da me per errore pubblicato con il mio nome, anzichè con il suo. Chiedo venia.
Roberto

Dario Lodi ha detto...

Le persone sensate ed equilibrate sanno benissimo che il ricorso a compromessi è un’arma a doppio taglio. Chi ha etica deve sacrificarsi ed esprimerla, come fai tu, seppur barcamendandoti all’italiana, in attesa di tempi migliori e di interlocutori meno sprovveduti. Stabiliamo un principio: il voto è sacrosanto e anche se esprime qualcosa di sgradevole va accettato in quanto segno di una mancanza generale. Allora, non va accettata come principio la sgradevolezza, ma va individuata la mancanza. Va bene, è filosofia, chi stabilisce cosa, ecc. Ma va riconosciuto il valore dell’esperienza sana, sofferta, partecipata. Il pensiero ha subito un’evoluzione e qualcuno la rappresenta. Non per niente sono nate costituzioni, leggi, ecc. Ergo, bisogna attenersi a esse. Se uno ha rubato, ne ha fatte di tutti i colori, va punito per essere recuperato, non va osannato quasi fosse un martire della giustizia. Io non so se tu hai letto le carte, io ne ho lette parecchie e mi sono cadute le braccia. D’altro canto, se fior di avvocati non l’hanno salvato vuol dire che era innocente o solo un marachelloso, un marachellino? Se però i media alla Sallusti si approfittano della dabbenaggine della gente, ti spiegherai i voti a Berlusconi (che peraltro ne ha persi quasi 7 milioni!). Girala come vuoi, ma l’Italia è un colabrodo, è un paese corrotto, governato da incapaci, peraltro prede di una burocrazia allucinante, preistorica. Con l’aspirina non guarisci la polmonite, neanche con il paracetamolo: ci vogliono gli antibiotici, nel nostro caso tripla dose. E sono ancora buono. Vanno bene le tue buone maniere, ci mancherebbe, ma io non userei tanti riguardi. Dalle tue belle lettere quante risposte hai avuto? C’è una cesura fra mondo civile (che è bagnomaria nell’inciviltà) e mondo reale. Solo quando lo capiremo e provvederemo, ribaltando le regole attuali (ormai assurde se esprimono un Razzi), cominceremo a creare il PAESE ITALIA. Chiudo dicendo che stasera ho sentito la Boldrini (francamente una macchietta indigesta, una maestrina senza penna) sulla ennesima tragedia dei migranti. Le sue parole mi hanno offeso: la solita litania. Pensiamo ad una grande civiltà occidentale (?), unita alle altre, ovviamente, che non riesce a fermare quattro scafisti scalcagnati. C’è il sospetto che il problema venga tralasciato per questioni razziste, da “untermenschen”: rieccoci con il nazismo. Non mancano neanche i campi di concentramento, manca solo un folle come Salvini nei panni del Kapò insieme alla Le Pen.

Mi vergogno di essere un uomo. Che Dio ci fulmini!

Dario

roberto ha detto...


E' vero che i compromessi sono un'arma a doppio taglio e che vanno maneggiati con cura, ma a volte sono indispensabili.
Sono d'accordo che Berlusconi non vada osannato come un martire perchè ne ha fatte di cotte e di crude e il suo comportamento è stato spesso moralmente e politicamente assai riprovevole. Aggiungo che si è fatto approvare leggi ad personam per sfuggire alle imputazioni che gli sono state fatte, ma non si può ignorare che, avendo subito molte decine di processi (caso unico nella storia politica del nostro Paese), è stato condannato una sola volta e che, dopo iniziali intemperanze, sta scontando in modo corretto la pena che gli è stat comminata, tanto che gli è stato concesso uno sconto.
Come ben sai, non sono d'accordo con te sul fatto che la classe politica sia tutta incapace e corrotta, anche se il tasso di corruzione è inaccettabile. Io credo che si debba aiutare il sistema politico ad evolvere, senza cercare palingenesi totali che nessuno sa come realizzare.
Circa le mie lettere, ho avuto riscontri da vari parlamentari; i membri del Governo mi hanno dato una risposta indiretta attraverso dichiarazioni politiche che hanno tenuto conto di quanto scritto e dibattuto nel blog.
Sui migranti non ho sentito il discorso dellla Boldrini, ma condivido il tuo giudizio negativo sul fatto che una grande civiltà occidentale non riesca ( o meglio non voglia) fermare quattro scafisti scalcagnati.
Per parte mia il dibattito su questo post si conclude qui.
Grazie dei tuoi sempre stimolanti contributi.
Roberto

Umberto ha detto...

Caro Roberto,

Ho letto i commenti, e non è semplice trarne conclusioni univoche. Tuttavia, sembra che tre argomento siano di particolare interesse dei tuoi corrispondenti (e naturalmente mi ci metto anch’io): l’entità della soglia di esenzione dalla denuncia penale, la distinzione fra l’errore involontario e l’errore volontario (frode), e il confronto con il sistema fiscale francese.

Sulla soglia di esenzione sembra emergere un certo consenso sulla sua opportunità, ma sino ad un limite ragionevolmente basso (non quello francese, che è ridicolo). Credo che la soglia di esenzione sarebbe opportuna, con un limite ispirato al significato del messaggio da mandare al contribuente: se sbagli pagherai il dovuto più un’ammenda, ma se le cifre che stai dichiarando sono importanti farai meglio a rivolgerti ad un esperto perché rischi una denuncia penale.

Circa la distinzione fra l’errore involontario e la frode le regole da applicare sono semplici da enunciare e difficili da applicare: sarà comunque l’autorità fiscale a decidere.

La soluzione di molti problemi potrebbe derivare da un confronto con la Francia ed altri paesi (Germania, Regno Unito, Belgio, Olanda per quanto ne so): in tutti questi Paesi il contribuente compila la parte dichiarativa del modulo già compilato dall’Amministrazione nella parte anagrafica (quello che ci è stata presentata come una grande semplificazione è una sistema adottato da sempre dagli altri) e lo spedisce. L’Amministrazione procede a calcolare l’imposta sulla base degli importi dichiarati e comunica importo e relativi calcoli al contribuente, con l’indicazione della persona da contattare in casi di dubbi o contestazioni. Con questo sistema si elimina l’errore involontario nei calcoli, con una radicale riduzione del contenzioso. Il vantaggio per il Fisco è evidente, e altrettanto lo è per il contribuente, che nella stragrande maggioranza dei casi sarebbe in grado di farsi da solo la dichiarazione dei redditi.

Si sarebbe tentati di chiedersi come mai un sistema così semplice e logico non sia mai stato adottato in Italia, e nemmeno mai preso in considerazione dal legislatore. La risposta la troviamo nel confronto con gli altri Paesi: l’Italia è il paese di gran lunga in testa per numero di commercialisti e avvocati fiscalisti, e il solo dove esistono i Patronati, grandi elemosinieri dei sindacati e di partiti politici per vie più o meno traverse. Attuare la riforma significherebbe azzerare i loro guadagni. Guardate ora la composizione del Parlamento, pieno di avvocati e commercialisti, e naturalmente di politici e sindacalisti: lobbisti e legislatori al tempo stesso. Come volete che le cose cambino?

Auguri per la tua (e nostra) campagna, ma con poche speranze.

Umberto

roberto ha detto...

Caro Umberto,

condivido le tue riflessioni: ci sono in Italia forti corporazioni, assai rappresentate in Parlamento ,che impediscono una riforma appropriata.

In attesa di tempi migliori si può comunque iniziare con una ragionevole soglia di esenzione (non in percentuale, che premia i grandi evasori, ma in termini assoluti e certamente maggiore di quella francese, per la ragione che hai detto), che eviti la denuncia penale per difformità non rilevanti nella dichiarazione dei redditi.
Si dovrebbe valutare l'esclusione di questo beneficio per coloro che sono già stati condannati per frode fiscale. Ciò servirebbe a rimarcare che la frode è unn reato grave e costituirebbe un valido deterrente verso la reiterazione del reato.
La decisione del Governo di rimandare questo tema ad un Consiglio dei M;inistri chee si terrà a maggio indica che le vigorose proteste suscitate dal decreto fiscale stanno avendo effetto. Come ho scritto nella risposta ad un commento, sono convinto che il provvedimento del 3% e quelli che estendono i benefici ai comportamenti esplicitamente frodatori, saranno ritirati.
Grazie e ciao.

Roberto