Nella
trasmissione “Otto e Mezzo” Lilli Gruber ha chiesto al Sindaco di Parma
Pizzarotti, perché secondo lui il M5S non perde consensi , secondo i sondaggi , malgrado i numerosi
problemi che lo scuotono. La risposta è stata: “ Il Movimento fa molti errori
ma poi arriva Renzi, annuncia il ponte sullo Stretto e rimette le cose a
posto”.
Questa
dichiarazione esprime un ‘opinione molto
diffusa circa l’assoluta intempestività
e inadeguatezza di questo annuncio
che sa più di manovra elettorale pro
referendum, visto che è al Sud che prevalgono i NO sempre secondo i sondaggi,
che di una mossa per il rilancio dell’economia. I centomila posti di lavoro che
l’opera porterebbe secondo il Premier, assomigliano molto al milione di posti
annunciati un ventennio fa da Berlusconi e mai concretizzati .
In una
successiva intervista al Corriere della Sera il Ministro Del Rio ha detto che lui era in passato contrario a
quest’opera ma che ora il progetto è fattibile perché il Governo ha disposto
importanti stanziamenti in bilancio per affrontare i temi prioritari, cioè il dissesto
idrogeologico del territorio e la drammatica situazione delle infrastrutture
siciliane, che a volte si sbriciolano
una settimana dopo essere state inaugurate. Il problema è che anche questo è un
annuncio come ne sono stati fatti numerosi in passato da vari Governi: si fanno
gli stanziamenti ma le opere spesso non
arrivano o restano incompiute.
I cittadini ormai “hanno mangiato la foglia” e non si
fanno più incantare dalle mere dichiarazioni: vogliono vedere i fatti e solo
dopo questi possono accettare l’avvio di opere non prioritarie. Fra queste rientrano anche le
Olimpiadi che sono state rifiutate dalla giunta romana non tanto o non solo per
il rischio tangenti che a Roma incombe comunque in modo pesante, ma perché
tutte queste manifestazioni, salvo quella di Los Angeles, sono stati dei
tremendi flop sul piano finanziario ed oggi l’Italia non può permettersi questi
lussi.
Siamo il
Paese che ha il secondo maggior debito pubblico mondiale per rapporto al PIL e
, con il PIL che è stagnante da oltre un decennio e non accenna a riprendersi,
la situazione tenderà a peggiorare. L’Europa e i mercati sono assai preoccupati
da questa prospettiva che espone il nostro Paese e di conseguenza l’intera
Unione europea a rischi incalcolabili. In uno scenario di questo tipo ci si
attende dal Governo una forte prudenza e un’attenta valutazione su come
impiegare le scarse risorse disponibili.
C’è poi un
altro argomento contro il Ponte, messo in evidenza in un recente articolo sul Corriere
della Sera da Angelo Panebianco il quale ha osservato che questo tema è nato,
nell’Italia repubblicana, quando era
Presidente del Consiglio Craxi e poi, dopo un lungo silenzio, si è ripresentato
sotto la Presidenza di Berlusconi ed ora sotto quella di Renzi, tutti leader
favorevoli al decisionismo, mentre si è inabissato quando sono prevalse
leadership più oligarchico-collegiali.
In un
momento come l’attuale in cui il Premier è da più parti accusato di volere un’eccessiva
concentrazione del potere, insistere su un’opera di questo tipo, invisa a
moltissimi cittadini, sarebbe una conferma di questa intenzione e
contribuirebbe a far crescere l’ostilità
verso la riforma costituzionale in
misura assai maggiore dei consensi ipoteticamente ottenibili tramite le
promesse occupazionali.
Va detto infine
che questo argomento non contribuisce certo a creare un clima sereno atto a
favorire una valutazione nel merito della riforma, che il Premier auspica, e
darebbe ulteriori armi a chi la combatte.
Recentemente
Renzi ha un po’ corretto il tiro dicendo che si tratta di un’ipotesi e non di
una priorità attuale. Sarebbe opportuno
che questo orientamento venisse confermato prima del referendum e ribadito, in modo convincente,
anche in caso di vittoria del SI.
17 commenti:
Eh sì, questa del ponte sullo stretto non se l'aspettava nessuno. Ma a ben pensare, prima di Renzi, in tempi non sospetti ne parlò Alfano ...Dal che si conferma la validità squisitamente politica dell'affermazione, che a dicembre sfumerà nell'aria come molte altre, lasciando così spazio a iniziative più produttive.
Sono d'accordo nel contestare la politica degli annunci, e nel guardare ai fatti. Secondo me però si dà il caso che di fatti ce ne siano, ma siano comunque oggetto di contestazioni (solo chi non fa non sbaglia), sicché non paga poi così tanto il vantarli.
Eppoi c'è il problema della crescita che non c'è e che per Renzi è uno smacco e che lui sta tentando di finanziare a debito. Già in altri scritti scrissi che qui non c'è niente da fare, il mercato non offre spazi, al più si può favorirla tagliando la burocrazia e conseguentemente la spesa e le tasse; ma questa musica suona male, perché equivale a licenziare impiegati pubblici e a ridurre qualche potentato.
Magari invece col fantasma del ponte sullo stretto si riesce a muovere qualcosa e a far saltare fuori qualche margine di manovra.
Giorgio
Concordo con te che gli spazi per la crescita sono limitati ma penso che ci siano investimenti che più del Ponte possono favorire una flessibilità di bilancio per la manovra economica.
Va detto che Renzi non ha avuto fortuna ad incappare in un periodo così nero, in cui semmbra assai difficile uscire da una lunga stagnazione. Anche per questo motivo è opportuno non sbandierare troppo i supposti progressi che poi possono essere smentiti dai fatti.
E' un momento che richiede prudenza e sobrietà e non annunci mirabolanti.
Roberto
Sono d’accordo, per me però piccole opere pubbliche devono essere avviate al più presto. Piccole per respingere gi inserimenti mafiosi. Infine, occorre un po’ di entusiasmo, di voglia di fare, altrimenti il Paese regredisce. Bisogna trovare gente valida, non boiardi di partito e di piccolo calibro.
Ciao, Dario
Certo, un piano d'investimenti controllabili è necessario per tentare di risalire la china ed occorre anche avere una fondata fiducia dei propri mezzi.
Un buon esempio al riguardo è il sistema moda che ha saputo, con il contributo del Ministero dello Sviluppo economico, fare squadra mettendo a fattor comune risorse creative e produttive che lo hanno rinforzato e lo mantengono al vertice dell'export italiano, con un biancio positivo superiore allo sbilancio del settore energetico.
Le eccellenze non mancano e vanno coltivate.
Ciao, Roberto
Musica per le mie orecchie,visto che da sempre questo mi pare dovrebbe essere l'ultimo dei pensieri per un paese oberato da mille altre impellenti urgenze.
Credo che la tua considerazione rispecchi bene il sentimento dei più.
Roberto
Caro Roberto,
Per definizione, un ponte unisce due territori separati dall’acqua; è il modo più razionale che esista, e su questo non credo esistano dissensi. Sul fatto che sia più economico ci sono pareri discordanti: quello degli italiani, che dubitano e intanto non fanno niente, e quello del resto del mondo, che ci crede e costruisce.
Sono ormai quasi un centinaio i ponti costruiti o in costruzione, più importanti di quello dello Stretto di Messina: basti ricordare il ponte di 8 km, “la strada dell’Atlantico” in Norvegia, il ponte Öresund fra Danimarca e Svezia, Kobe-Awaji in Giappone con una campata di 2 km, Hong Kong-Macao di 50 km, alla cui costruzione partecipa l’italiana Trevi, e tanti altri. Quale per un verso e quale per l’altro hanno tutti risolto – quasi sempre su scala ben più grande - i problemi tecnici e ambientali avanzati dagli oppositori nostrani: correnti, tempeste, terremoti, migrazioni di pesci e via inventando.
Un ponte dovrebbe essere anche considerato dal punto di vista politico e sociale: è un modo tangibile di annullare il senso di isolamento di due territori. Nel caso delle isole elimina l’insularità, sentimento di cui magari gli isolani vanno fieri ma la cui eliminazione è il mezzo più sicuro per facilitare la loro totale integrazione nella comunità nazionale: i sardi vanno “in Continente”, i siciliani vanno “al Nord”, gli inglesi scherzavano, ma non tanto, sul Continente isolato dalla nebbia. Se mi si perdona l’iperbole, un ponte è una manifestazione di civismo, ma anche un segno di civiltà.
Il dubbio sul quale oggi ci si scontra in Italia è: abbiamo i soldi per permettercelo, questo ponte sullo Stretto? Non ho la presunzione di rispondere a questo quesito, ma so per certo che non possiamo non permettercelo. Siamo il Paese in Europa in coda a tutti per grandi opere, non abbiamo una sola realizzazione di avanguardia da esibire come simbolo di preminenza, pensiamo che ospitare le Olimpiadi sia il massimo del prestigio al quale possiamo aspirare.
No, caro Roberto, mi spiace ma non posso essere d’accordo su questo argomento; spero mi perdonerai.
Ciao,
Umberto
Caro Umberto,
rispetto pienamete il tuo parere, come sempre ben argomentato.
Non ho dubbio che i problemi tecnici e ambientali possano essere superati anche se il Ponte verrebbe costruito nel luogo dovè è avvenuto, all'inzio del secolo scorso, il maggior sisma italiano di ogni epoca, che ha fatto 108.000 morti: il terremoto di Messina appunto. Ma i costi sarebbero certamente imponenti, anche per prevenire il rischio sismico.
Non ho poi niente in contrario con le grandi opere e contro questa in particolare che sarebbe certamente utile, ma non posso ritenerla priortaria in un momento in cui il nostro Paese ha urgente e grande bisogno di interventi sul piano idrogeologico, su quello antismico, sull'edilizia scolastica, sulla viabilità, sul sistema ferroviario che ha ancora 9000 Km di linee a binario unico su una rete totale di 16.000 Km..
Il prestigio è una bella cosa ma non può coesistere con le infrastrutture stradali siciliane costruite con cemento impoverito, che sono frutto di un grave inquinamento degli organi che decidono sulle opere pubbliche.
Prima dobbiamo garantire che gli appalti non siano attribuiti anche a imprese mafiose, poi potremo pensare ad allargarci.
Non basta dichiarare, come fa Renzi, "non bisogna fermare le opere, ma fermare i ladri", ma occorre farlo realmente: l'azione del'Autorità zazionale Anticorruzione è senz'altro positiva ma il sistema non ha ancora gli anticorpi giusti contro la corruzione. Anche qui ci vuole prudenza.
Ciao.
Roberto
Roberto hai ragione: il ponte sarebbe bello ma a corollario di tutta una serie di infrastrutture, ad esso collegate, che ancora mancano: prima mettiamo a posto tutte le urgenze, ignorate da decenni, e poi si potrebbe pensare al ponte.....
ciao
eddi
E' proprio una questione di priorità, non c'è un'ostlità da parte mia verso opere di rilievo e di potenziale prestigio.
Grazie.
Roberto
caro Barabino, ti giro una lettera che ho inviato al Corriere della Sewra qualche giorno fa
Roberto Biscardini
LETTERA AL DIRETTORE DEL CORRIERE SU CRAXI E IL PONTE SULLO STRETTO
Caro Direttore,
nell’articolo di Angelo Panebianco di lunedì 10 ottobre, assolutamente condivisibile, si ritiene che siano stati “favorevoli al ponte sullo Stretto, nell’ordine, Bettino Craxi, Silvio Berlusconi e Matteo Renzi”, accumunati dalla caratteristica di essere “uomini che gestiscono il potere in modo antitetico rispetto a quello proprio degli assetti oligarchico-collegiali”.
Senza entrare nel merito rispetto a questo giudizio, per conoscenza diretta Le posso confermare che Bettino Craxi non si è mai espresso con precisione a favore del ponte sullo Stretto di Messina. In proposito allego qui di seguito una recente nota del Prof. Giorgio Goggi del Politecnico di Milano a suo tempo incaricato dalla SNAM Progetti per la parte urbanistica e trasportistica del progetto di un tunnel in alveo: “Craxi non ha mai parlato di "ponte" sullo Stretto, bensì di "collegamento fisso", perché ben conosceva le incognite del ponte. Innanzitutto che il traffico nazionale e internazionale sul futuro ponte mai avrebbe giustificato la spesa, sarebbe bastato un miglioramento della traghettazione. Per questo motivo sollecitò l'ENI a studiare un progetto alternativo e l'ENI sviluppò il progetto del tunnel sotto lo Stretto (che, contrariamente a quanto si creda, si basa su una tecnologia ben più consolidata di quella di un ponte di luce 3.300 metri). Lo studio del progetto mise in luce che un collegamento fisso (in quel caso un tunnel ferroviario e poi anche stradale) poteva solo essere giustificato dalla creazione di una "città dello Stretto" da 500.000 abitanti, servita da una ferrovia metropolitana regionale sulle quattro sponde siciliana e calabra. Ma mai dalla domanda di traffico. Oltretutto le rampe del ponte sarebbero così lunghe (circa 60 Km.) da rendere quasi impossibile l'integrazione urbana. Lo studio ENI, dopo la morte di Cagliari, fu secretato e agli autori fu comunicato il divieto di pubblicarlo”.
Caro Biscardini,
ti ringrazio per l'interessante messaggio, che chiarisce l'orientamento di Craxi in merito ad un possibile collegamento fisso fra la Sicilia e il continente.
Mi pare un utile contributo alla verità storica.
Ciao.
Roberto
----- Original Message -----
Le decine di arresti di imprenditori e funzionari pubblici avvenuti ieri per corruzione e tangenti su alcune delle più importanti opere pubbliche nazionali rendono evidente che la prevenzione del fenomeno è ancora in alto mare.
Se poi si aggiunge la notizia, che sembra incredibile ma forse è vera, sull'infiltrazione dela n'drangheta in ben il 70% dei lavori effettuati per l'EXPO, si capisce come il Ponte sia ad altissimo rischio, in una zona infestata da n'drangheta e mafia.
La prudenza che ho suggerito nel post è quindi ampiamente giustificata.
R
Ponte sullo stretto di Messina
La terra "cammina" Ponte aerio?
Già le varie commissioni pro ponte si beccano milioni di euro l'anno.
La tratta Messina Palermo impiego 4 ore di viaggio per soli 200 chilometri circa. Messina Trapani ........... più di 7 ore 300 chilometri ......... le uniche autostrade sono la Me PA e la Me PA via CT ...... le altre superstrade sono pochissime e le statali inpraticabili
Mio pensiero Appalti che danno in subappalto ...... con mano dopera scadente e non solo.
In Sicilia "manca" dall'acqua al sale ........... ma si pensa(Governi Italiani) a comprare il caviale
Sono contrissimo al Ponte sullo stretto di Messina.
Non posso che condividere le tue opinioni, fondate e di buon senso.
Ciao.
Roberto
Precisazione
le 4 ore di viaggio o 7 sono riferite alla linea ferrata, in macchina un pochino meno.
Ciao.
Giovanni
Grazie del chiarimento.
Ciao.
Roberto
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