Riporto di seguito la lettera, non pubblicata, da me inviata recentemente al giornalista Aldo Cazzullo che tiene la rubrica “Lo dico al Corriere”:
“Caro Aldo,
nell'
articolo "Democrazia diretta. il sogno impossibile" il Prof.
Cassese sostiene che il referendum senza quorum, proposto
dai Cinque Stelle a Roma "si presta a manipolazioni della
volontà popolare perché così nessuno saprà mai quante persone sostengono una
proposta e quanti vi si oppongono, dov'è la maggioranza e dove la
minoranza" ma ciò non è corretto perché per sapere quanto
richiesto basta vedere il numero dei voti a favore o contro la
proposta. La mancanza di quorum permette di evitare che i referendum
vengano affossati dalle forze politiche contrarie facendo venire meno il numero
di voti necessario, come avviene spesso in Italia, e stimola gli elettori
a presentarsi alle urne.
Cassese
aggiunge che Norberto Bobbio "definiva impossibile che tutti decidano
tutto in società complesse"ma è smentito dalla pluricentenaria esperienza
della Svizzera, in cui il popolo si esprime direttamente su tutte le
questioni importanti. E ciò smonta anche le citate opinioni di Bobbio
secondo il quale il referendum "e' espediente straordinario per
circostanze straordinarie" e "nulla rischia di uccidere la
democrazia più di un eccesso di democrazia". D'altronde, già nel
settecento Rousseau aveva detto che la democrazia esiste solo quando la
volontà popolare si esprime direttamente e che essa "non può essere
rappresentata".
Ciò è stato
pienamente confermato dal recente, bellissimo libro di David Van Reybrouck
"Contro le elezioni" che dimostra senza ombra di dubbio, citando
testualmente le fonti, che le intenzioni dei Padri fondatori delle
repubbliche moderne erano dichiaratamente antidemocratiche e che essi
si avvalsero del sistema puramente elettivo per evitare di lasciare il potere
al popolo, ritenuto incapace di decisioni ponderate.
Di questo
vizio d'origine paghiamo oggi pesantemente le conseguenze perche le elite, che
sono il prodotto inevitabile dei sistemi rappresentativi, sono diventate
autoreferenziali e spesso pensano più ai propri interessi che a quelli dei
rappresentati. Occorre quindi dare più spazio decisionale ai
cittadini. La democrazia diretta crea appunto questa possibilità..
Cordialmente.
Roberto
Barabino”
Sia
l’atteggiamento di Bobbio che parlava del referendum come di un “espediente” e
assimilava il suo uso frequente ad un
“eccesso di democrazia”, sia quello di Cassese che definisce la
democrazia diretta un “sogno impossibile”
sono assai simili a quello, citato in precedenti post, di Panebianco
che, di fronte alla Brezit, parlò
addirittura di “ambiguo mito della sovranità popolare” giungendo a mettere in
dubbio l’opportunità del suffragio universale.
Appare
sorprendente che persone di tale levatura intellettuale abbiano un così scarso
senso dei più elementari principi democratici, ma la cosa si spiega tenendo
conto che chi, come loro, fa parte dell’elite si sente più vicino a quelli che
, come i “rappresentanti eletti”, ne condividono lo status che alla gente
comune.
Non è l’eccesso
di democrazia il problema ma semmai il fatto che essa non venga rispettata
proprio da chi se ne propugna massimo fautore,
come Beppe Grillo. Ne è prova eclatante
il recente caso della candidata sindaca di Genova, eletta online ma cancellata
da Grillo in spregio alle norme statutarie del suo Movimento con una decisione
unilaterale, poi dichiarata nulla dalla magistratura.
E’ chiaro
che queste scivolate riducono molto la
credibilità dei Cinque Stelle come forza
democratica ma non giustificano i pregiudizi che molti intellettuali hanno
contro la democrazia diretta, di cui il referendum senza quorum è un pilastro
fondamentale, che rimarrebbe tale anche se venissse malamente utilizzato dal M5S.