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giovedì 9 giugno 2011

La rivoluzione di maggio

Le elezioni amministrative del maggio 2011 hanno un significato rivoluzionario perchè segnano il definitivo passaggio dal voto fondato su una "appartenenza ideologica" a quello basato su una "scelta pragmatica", in ciò avvicinando fortemente i comportamenti elettorali degli italiani a quelli presenti nelle democrazie più mature.
Segnali in questo senso si erano già avuti in precedenti tornate elettorali, ma ciò che caratterizza fortemente le recenti amministrative è il fatto che gli elettori, nel loro complesso, hanno superato nettamente i tradizionali confini fra destra, centro e sinistra, esprimendo una scelta capace di "mescolare le carte" e imporre sia alla coalizione di governo, sia alle opposizioni di ripensare drasticamente e in termini innovativi la loro configurazione e i loro assetti.
La netta sconfitta della coalizione di governo è un forte segnale della necessità di superare la politica urlata, centrata sui problemi del premier, sulla delegittimazione delle istituzioni ( Presidenza della Repubblica, Corte Costituzionale, Magistratura) e sul forte centralismo, per guardare alle esigenze di sviluppo del Paese e delle città in gioco,in un contesto di civile confronto e di ripristino dell'etica pubblica. Gli elettori hanno detto alla maggioranza di non volere un governo "schiavo di Berlusconi", nè un cambiamento degli equilibri istituzionali tale da favorire il formarsi di una "repubblica padronale". In quest'ottica la sfida centrale per il Popolo delle libertà è l'introduzione, all'interno del partito, di quelle elementari libertà politiche che in esso non sono mai esistite: diritto al dissenso anche nei confronti del leader, strumenti per attivare un'esplicita dialettica interna, come i congressi (che non sono mai stati fatti), modalità non verticistiche di scelta dei candidati. Per quanto riguarda la Lega, il messaggio degli elettori è stato di non appiattirsi sulle scelte del premier e di non pensare a "vivere di rendita": la mobilità ormai acclarata degli elettori non garantisce più rendite a nessuno.
Qualche iniziale segnale di cambiamento è cominciato ad emergere nel Popolo delle Libertà: la nomina di Alfano a Segretario politico (carica inesistente in precedenza), il dibattito sulle primarie, l'iniziativa di Ferrara per discutere della democrazia interna. Si tratta di vedere quali frutti concreti verranno da questi primi passi. E' importante, inoltre, che il premier, dopo aver consumato la sua vendetta su Santoro ( da lui accusato, esagerando molto, di avergli fatto perdere le elezioni) smetta una volta per tutte di prendersela con i "comunisti", le "toghe rosse", il "complotto mediatico" e di evocare improbabili "zingaropoli": sono argomentazioni rozze e infondate che gli italiani, anche i moderati, non intendono più sentire.

Sul fronte dell'opposizione, va detto che la legittima soddisfazione per i risultati elettorali non deve distorcere il significato degli stessi: nei due casi più emblematici ( Milano e Napoli ) hanno vinto due candidati formalmente espressione di forze di estrema sinistra, ma la loro affermazione è stata resa possibile dal sostanziale contributo di una significativa parte dell'elettorato di centro e anche di destra. A ciò facevo riferimento in precedenza quando accennavo all'intenzione degli elettori di "mescolare le carte", Di ciò devono tener conto non solo i sindaci neoletti, ma anche le forze politiche nazionali nel riflettere sui programmi e sulle alleanze future. I primi sembrano muoversi bene: entrambi cercano di svincolarsi dall'abbraccio dei partiti di riferimento nel fare le loro scelte sulla formazione delle giunte (si veda, ad esempio, la probabile nomina del centrista Tabacci di Alleanza per 'Italia quale assessore al bilancio di Milano). Le seconde intravedono, dopo molti anni di "blackout" la concreta possibilità di costruire un'alleanza di governo, ma sembrano ancora abbastanza condizionate dal tradizionale dibattito sulle "formule di coalizione". il punto è che, molto probabilmente, la vittoria alle prossime elezioni politiche andrà alle forze che presenteranno il programma più solido e credibile e non sarà più baata sul fatto che si tratti di una coalizione di centrodestra o di centrosinistra. Gli elettori hanno ormai conquistato la loro libertà di alternanza e non guarderanno tanto alle etichette quanto ai contenuti.
Da qusto punto di vista sarà opportuno che Bersani, avendo particolarmente insistito in campagna elettorale sulla necessità di uscire dal dibattito sul premier per centrarsi sui problemi del Paese, inizi a confrontarsi con i leader delle altre forze di opposizione, senza steccati precostituiti, su un possibile programma di governo che sappia parlare all'intero Paese e non solo a specifiche appartenenze politiche.

4 commenti:

sabino ha detto...

La sfida credo stia nell'accrescere la partecipazione propositiva delle persone della società civile alla vita delle comunità di un territorio.
Sabino

roberto ha detto...

Ti ringrazio del commento, che condivido. Io vedo anche l'utilità di uno spazio di confronto e dibattito fra i membri della società civile, che permetta di sensibilizzare le forze politiche su ciò che interessa realmente agli elettori. Questo è lo scopo del mio blog.

Gianmaria Scapin ha detto...

La partecipazione propositiva è già in corso da anni sul web e Grillo, che tutti deridevano fino a qualche anno fa, ha favorito una rete capillare di membri della società civile e ora si cominciano a vedere i risultati (vedi referendum e amministrative). Un lavoro di anni, con largo anticipo su tutti, che ora può contare su milioni di partecipanti. Ciò non esclude altre iniziative...

roberto ha detto...

Il contributo di Grillo è stato fondamentale anche se, personalmente, preferisco toni meno aggressivi ed ho una certa diffidenza verso chi si sente il "portatore della verità".
Ho visto con gusto l'intervento ad Annozero, in cui Grillo ha fatto uno sforzo tremendo per contenere la sua veemenza (riuscendoci solo in parte) ma è stato comunque molto efficare nell'evidenziare le ipocrisie e le contraddizioni esistenti, nel mondo della politica,sui temi del nucleare e dell'acqua.
Vorrei che il mio blog fosse altrettanto netto nel denunciare le storture, ma restando sempre in un terreno di confronto civile, evitando gli insulti che hanno ormai inquinato profondamente sia la politica che l'antipolitica. Grazie dello stimolo.