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lunedì 3 dicembre 2012

Taglio ai costi della politica


Riproduco integralmente l'ironico articolo di Massimo Gramellini, dal titolo" L'ultimo treno ",  pubblicato il 30 novembre nella rubrica quotidiana "Buongiorno", collocata nella  prima pagina de "La Stampa" :

" Come Bertoldo che non riusciva mai a trovare l'albero a cui impiccarsi, il Senato ha rinviato a martedì il voto di fiducia sul decreto che taglia i costi della politica, a causa di uno sciopero dei treni.
Sono venuto a capo per consentirvi di smaltire l'incredulità: Martedì cosa s'inventeranno, un'indigestione di cozze collettiva? Oltretutto pare che la storia dello sciopero sia stata raffazzonata lì per lì, pur di nascondere i dissidi interni ai partiti e giustificare la più politica delle arti: il rinvio. Ma come fanno a non capire che qualunque verità risulterebbe meno fastidiosa di quella penosa bugia? Un Paese dove un operaio scompare in mare durante la bufera cadendo da una gru su cui non doveva nemmeno stare, e dove una barista pendolare muore di stanchezza alla fermata della metro dopo essersi alzata per l'ennesima volta di domenica alle quattro del mattino,ecco, un Paese così serio e duramente provato pretende di non essere offeso dagli sfoggi di tracotanza di coloro che dovrebbero fornire il buon esempio. Questa era davvero l'ultima occasione per un colpo d'ala. Immaginate il presidente dell' assemblea Schifani che annuncia alle telecamere: "Abbiamo deciso all'unanimità di restare a Roma nel  weekend per votare una legge tanto attesa dall'opinione pubblica. Il Senato rimane aperto sabato e domenica. Invito i cittadini ad assistere dai palchi al nostro lavoro". Non dico che si sarebbero guadagnati la rielezione, ma uno sconto del venti per cento sulle pernacchie sì. Così invece niente, neanche la mancia":

Sul tema segnalo anche l'ultimo commento al post precedente, in cui ho indicato le posizioni di Bersani e Renzi in merito al finanziamento ai partiti, emerse dal loro recente confronto televisivo.  Su quella base si può già trarre una conclusione: se al ballottaggio vincesse Bersani, che è favorevole  al finanziamento e propone un' insufficiente riduzione dello stesso, il PD dovrebbe essere bocciato, alle prossime consultazioni politiche, dagli elettori che considerano prioritario il tema in oggetto; se vincesse Renzi, che è favorevole alla cancellazione totale del finanziamento pubblico, anche per rispettare la volontà espressa dagli elettori nell'apposito referendum, dovrebbe essere promosso.







10 commenti:

Fausto ha detto...

Caro Roberto,

ogni giorno che passa si avvalora sempre di più la incapacità, la incongruità della classe politica che dichiara di governare questo povero paese.

Come già sottolineato in altre circostanze continuo a definire cialtroni coloro che siedono in Parlamento. A dispetto di un regolare referendum ed attraverso un meschino gioco di parole, hanno dato vita al rimborso elettorale, sottraendo indebitamente miliardi di euro di denaro pubblico. Il confronto tra Bersani e Renzi si è trasformato in una lotta intestina che mi turba non poco, anche se, resto nella mia convinzione che nessuno dei due, nell’ ipotesi che si vada a votare per le elezioni politiche con l’attuale “porcellum”, sarà nella condizione di governare per una intera legislatura.

Che peccato ! Quando potremo classificarci un paese normale? Il nostro paese evitato dagli investitori esteri perchè inaffidabile per la sua indolenza decisionale, perché patria del malaffare e della burocrazia, allontana, ormai da troppo tempo, ogni forma di investimento estero.

Mi auguro unicamente che il tessuto industriale di questo paese, costituito da una nebulosa di piccole e medie aziende non debba ulteriormente soffrire e morire a causa di una asfissia finanziaria che non ha precedenti.

Ed ora emerge anche lo scontro tra poteri dello stato…… il caso ILVA ne è la dimostrazione.

Fausto

roberto ha detto...

Caro Fausto,
Circa il porcellum sembra che Bersani lo desideri perchè gli consentirebbe di ottenere un cospicuo premio di maggioranza anche non raggiungendo la soglia del 42% di cui sta discutendo il Parlamento. Sulla durata della prossima legislatura sono un pò più ottimista di te perchè, data la liquefazione del centrodestra, la coalizione vincente di centrosinistra potrebbe avere numeri interessanti; bisogna vedere comunque il "fattore Grillo".
Saremo un Paese normale quando i cittadini voteranno liberamente, senza pregiudiziali ideologiche, giudicando la coerenza fra dichiarazioni dei politici e loro reali comportamenti.
Come ho scritto in un commento al post precedente, la tutela del tessuto produttivo è uno dei criteri fondamentali con cui giudicare la classe politica. Da questo punto di vista il governo Monti merita un apprezzamento per la vicenda ILVA perchè ha assunto una posizione equilibrata fra tutela della salute, del lavoro, e dell'impresa. I giudici hanno fatto bene comunque a rompere duramente le collusioni in atto a Taranto e a Roma, che hanno portato alla drammatica situazione presente.

Giuseppe Nava ha detto...

Unico risultato delle primarie è stato quello di sapere che molte persone appoggiano Renzi malgrado tutto l’apparato del partito lo boicotti.
Anche a sinistra molti votano un candidato “perchè è di sinstra” allineandosi a quelli che votano Berlusconi “perchè è di destra, a prescindere”.
Chi vorrebbe basare la scelta di un politico perchè agisce ad esempio eliminando i 100 / 200 miliardi di sprechi non può restare in un partito dominato dal tifo sinistro o destro che sia.

Signor Renzi, non so come, ma si sganci da chi ha consegnato l’Italia in mano a chi ci ha portati al disastro.

Giuseppe Nava

roberto ha detto...


Condivido l'idea che votare in base a stereotipi ( perchè "è di sinistra" o "di destra") sia assurdo: si vota per il candidato più credibile, in qualsiasi schieramento si collochi, a seconda delle circostanze. Io, che sono culturalmente liberale, a Milano ho votato Pisapia e non me ne pento certamente.
Sono anche d'accordo sul fatto che i partiti di sinistra abbiano contribuito non poco alle ripeture vittorie del centrodestra, ma non credo che Renzi abbia intenzione e interesse a lasciare il PD ( a meno che lo costringano...). Penso che voglia portare avanti il cambiamento, che peraltro è già iniziato con la sua battaglia nelle primarie, verso una posizione che coniughi solidarietà e sviluppo meritocratico della società italiana, cose che non sono affatto incompatibili, come taluni pensano.

Giulio Mainoldi ha detto...

Caro Roberto perché la Chiesa cattolica e le altre confessioni religiose hanno diritto all’ 8 per mille e un partito politico votato dai cittadini no? Un conto è denunciare molto duramente lo scandalo dei troppi soldi elargiti, un conto pensare che la politica la possono fare solo i poteri forti forniti di denaro. Proprio oggi giunge notizia del voto bipartisan a favore della rendita dei bagnini alla faccia della concorrenza nei bandi pubblici, nonostante gli avvertimenti della Ue. E per le ruberie di politici e non, io sono per il rispetto della legge che prevede il carcere per i ladri, e estenderei la legge anche agli onorevoli. Nel 1978 un referendum dei radicali non ottenne la maggioranza che ebbe quindici anni dopo sull’ onda di Mani pulite. Gli Usa hanno una storia assai diversa, non hanno, per esempio, una sanità al nostro livello di eccellenza per tutti, pur spendendo il doppio di noi (14% del Pil). Ps: Leggi il libro di Sergio Rizzo (uno dei due autori della “Casta”) sui tanti miliardi dati a imprese che hanno fatto uso distorto del denaro pubblico.
Giulio Mainoldi

roberto ha detto...


L'idea di usare l'8% anche per supportare i partiti mi sembra ottima perchè si tratta comunque di una scelta privata e non dell'uso di denaro pubblico.
La mancanza di un finanziamento pubblico non impedisce di fare politica anche ai meno abbienti, come dimostra bene il caso del Movimento 5 Stelle che riifiuta tale supporto. Il finanziamento pubblico alla lunga è un cancro che corrode le persone e le istituzioni: è meglio rinunciarvi.
Sono d'accordo per la galera agli onorevoli che rubano, anche perchè sono strapagatie e sul fatto che non solo i politici godono, nell'Italia delle corporazioni, di privilegi e di un uso improprio del pubblico denaro.
Grazie per la lettura suggerita.

Roberto

Francesco Mancini ha detto...

Caro Roberto,
io sono fissato con il problema del finanziamento pubblico ai partiti(p rigorosamente minuscola).
Mi domando: se il Gip di Taranto mette in discussione il provvedimento del Governo ricorrendo alla Consulta, la Magistratura non avrebbe dovuto impugnare lo stravolgimento del referendum sul finanziamento perchè incostituzionale??
Oppure il finanziamento fa comodo anche a loro??
Che ne pensi??
Un saluto Francesco

roberto ha detto...


Caro Francesco,
credo che la magistratura non possa agire autonomamente ma debba valutare se l'eccezione di incostituzionalità sollevata da una parte in un giudizio sia pertinente e non manifestamente infondata. In caso affermativo deve rinviare gli atti alla Corte Costituzionale per una valutazione di merito.
C'è da domandarsi perchè nessuno, nella società civile, abbia sollevato il problema. A mio avviso questo è un terreno sul quale potrebbero agire sia associazioni civiche, sia singoli cittadini. Potremmo forse farci carico noi, partecipanti al blog, di far valutare la questione da un legale e poi mettere in moto un procedimento giudiziario, se avessimo un patrocinio gratuito o poco costoso.
Penso di dedicare prossimamente un post a qesto tema e a quello, sollevato da Giulio nel commento precedente al tuo, in merito all'8 per mille da dedicare eventualmente ai partiti in sostituzione del finanziamento pubblico.
Forse è giunto il momento di passare dalla critica, pur doverosa, all'azione, per cambiare le cose.
Vorrei sentire la tua opinione al riguardo.
Ciao. Roberto

Guido H. ha detto...

Credo che importante sia la chiarezza , come è avvenuto con le 2 euro delle recenti primarie

Molti hanno anche versato di più

Nessuno era obbligato, se non voleva pagare poteva non votare

Come l’iscrizione a un partito.

Proprio la chiarezza che non c’è nell’8%.

Quanti sanno che se non scegli la quota viene suddivisa fra tutti

Sarebbe più corretto che se non scelgo la quota rimanga allo Stato

Come succede in Germania

Siamo un popolo di furbetti

Con i cattolici in prima linea, a voler far pagare a tutti le loro chiese, le loro scuole, i loro ospedali, dove poter imporre le loro credenze .

Guido H



roberto ha detto...

Convengo con te sull'opportunità di forme di finanziamento lasciate alla libera scelta dei cittadini, come avvenuto con le primarie,che tu hai citato.
Sono anche d'accordo sulla necessità che i finanziamenti avvengano con la massima chiarezza e credo che pure sull'8 per mille ciò sia possibile. Bisognerebbe, a tal fine, abolire la ripartizione fra tutti delle somme non assegnate a specifici destinatari, che giustamente consideri una "furbata".
Credo che i partiti convergerebbero sulla proposta di inserirli fra i possibili destinatari. Naturalmente ciò dovrebbe essere compensato dalla rinuncia al finanziamento pubblico.
Ne riparleremo più avanti perchè dedicherò un post a questi temi.