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domenica 14 luglio 2013

Sciogliere il perverso contrasto politica - giustizia

Questo post dice “senza peli sulla lingua” alcune cose scomode per entrambi i protagonisti del contrasto in oggetto e propone una via, non facile, per superarlo.

La decisione della Corte di Cassazione di fissare  al 30 luglio l’esame della sentenza d’appello sui diritti TV Mediaset ha scatenato due reazioni scomposte da parte del PDL: la prima è la richiesta di sospensione dell’attività parlamentare, che ha suscitato forti  proteste da parte dell’opposizione ma anche perplessità in seno alla maggioranza ; la seconda è la “notizia” proveniente da un organo di stampa del centrodestra che ha scritto di una richiesta di grazia per Berlusconi , che sarebbe  pendente al Quirinale, notizia seccamente  smentita e stigmatizzata dal Quirinale come “segno di analfabetismo e sguaiatezza istituzionale”. Si tratta non solo di due cadute di stile ma del riemergere dell’anima revanscista del centrodestra che era stata  per qualche tempo sopita dall’atteggiamento di responsabilità assunto dal partito a fronte della crisi; è anche l’indice di un profondo smarrimento del PDL di fronte all’esito eventualmente negativo per il Cavaliere dell’ultimo grado di giudizio.
Gli episodi accennati rientrano nella strategia  consistente nella  “ difesa dai processi” anziché nei processi che Berlusconi ha messo in atto non solo con il legittimo impiego di imponenti risorse legali ed economiche, ma anche con una assai più discutibile messe di “leggi ad personam” approvate dalle sue maggioranza parlamentari, che sono state la dimostrate eccellente di un sistematico abuso del  potere istituzionale a fini personali. Sono fra le ragioni principali che hanno alienato a Berlusconi le simpatie di molti italiani che lo avevano inizialmente votato. Le altre due essendo: il non aver mantenuto le roboanti promesse di riforme liberali fatte al Paese e uno stile di vita assolutamente incompatibile con il ruolo di uomo di Stato.
Detti tutto questo bisogna però, per amore di verità, riconoscere che la fuga dai processi contiene una legittima componente di autodifesa da una magistratura che per venti anni lo ha tempestato di atti giudiziari di ogni tipo, fra cui oltre 30 processi, un vero “unicum” nella storia giudiziaria italiana.
Non si può poi dimenticare che la lotta fra una parte della politica e una parte della giustizia è stata innescata dall’improvvido e ingiusto avviso di garanzia mandato in modo spettacolare dal pool milanese “Mani pulite” a Berlusconi mentre presiedeva a Napoli un summit internazionale sulla criminalità. Si trattava chiaramente di un atto politico mirante ad abbattere  il leader del centrodestra, confermato dall’allora P.M.  Di Pietro quando disse, riferendosi a Berlusconi,“Io quello lo sfascio”. L’avviso di garanzia si rivelo un “bluff” e fu il primo segnale che fece capire a molti  italiani come i fini del predetto pool non fossero esattamente quelli della giustizia.
Recentemente, inoltre,  sono state emanate due sentenze di condanna del Cavaliere che  confermano la “particolare attenzione” data dalla magistratura di merito all’imputato Berlusconi:
-          la sentenza sulla fuga di notizie nella vicenda Fassino-Consorte, in cui il primo disse la famosa frase “allora, abbiamo una banca?”, che rivelava un intreccio politica-affari non propriamente commendevole. A fronte di questa vicenda, la magistratura ha condannato Berlusconi per la fuga di notizie (quando gli stessi magistrati fanno regolarmente uscire notizie coperte da segreto istruttorio, ma non vengono mai chiamati a risponderne in giudizio), ma non ha ritenuto di sanzionare chi di quell’intreccio era protagonista politico
-          la sentenza sul caso Ruby, in cui la sproporzione fra i reati addebitati e la pena comminata è tale  da aver creato stupore e qualche sgomento anche a livello internazionale.
In questo contesto si colloca la decisione della Corte di Cassazione, inconsueta per rapidità, di fissare al 30 luglio l’esame del processo sui diritti Mediaset; oggi si  afferma  che si tratta di prassi normale, ma così non è, altrimenti qualcuno la avrebbe messa in conto, mentre tutte le parti davano per scontato che l’udienza non sarebbe stata fissata prima dell’autunno. Qualcuno afferma che questa decisione sia stata sollecitata dai giudici di merito.
Malgrado i sospetti che sono stati avanzati per la rapidità predetta , io sono convinto che la sentenza della Corte non sia  affatto già scritta, come taluni suppongono, ma che verrà verificato attentamente il rispetto delle norme processuali e che La Corte non mancherà di sanzionare eventuali violazioni di legge da parte dei giudici di merito, che la difesa ritiene ripetute e cospicue e che ha espresso in un documento di 400 pagine. Il Prof. Coppi, persona estremamente competente e  autorevole,  che guida la difesa di  Berlusconi, ha affermato che nelle sentenze sui diritti Mediaset “il codice è stato ripetutamente calpestato”: se ciò è vero, il processo verrà cassato.
Se però, alla fine, il giudizio della Corte confermasse la legittimità delle pene inflitte, con l’interdizione dai pubblici uffici di Berlusconi, non verranno meno le ragioni politiche eccezionali che hanno portato alla formazione del governo di larghe intese. Anche se sarebbero scontate, in tale eventualità, pesanti fibrillazioni nella maggioranza e violenti attacchi dalle opposizioni, la prima  dovrebbe avere la forza e il coraggio di  prescindere dalle vicende giudiziarie dell’ex-premier e confermare la fiducia al governo che rappresenta la parte preponderante degli italiani, i quali, in modo inequivocabile , premiano nei sondaggi sia il Presidente del Consiglio che la coalizione che lo sostiene. Per fare ciò il PDL dovrebbe, con enorme e comprensibile fatica,  tenere distinte le vicende personali del leader dalle scelte politiche del partito e il PD dovrebbe resistere alla forte tentazione di “cambiare cavallo” lanciandosi verso un’improbabile unione con  forze che non mirano attualmente alla stabilizzazione del quadro politico-istituzionale necessaria  per affrontare la crisi.
Il percorso non è certamente facile ed è pieno di rischi, ma se attuato, porrebbe fine definitivamente al contrasto  in oggetto  per il venir meno dell’impatto politico delle azioni giudiziarie.
Ciò significherebbe anche riaffermare che la sovranità è del popolo, che elegge i suoi rappresentanti, e non della magistratura che ha il compito di perseguire i reati ma  che ha spesso  svolto improprie azioni di supplenza, alterando l’equilibrio fra i poteri dello Stato.
Naturalmente c’è da domandarsi come reagirebbe Berlusconi che si ritiene, non senza fondamento, perseguitato da magistrati politicamente schierati. Se avesse la forza di non far pagare al governo i costi di una sentenza a lui eventualmente sfavorevole, dimostrerebbe una statura politica ragguardevole, capace di fargli recuperare consensi anche malgrado le vicende giudiziarie, che potrebbe capitalizzare una volta che gli effetti delle stesse saranno esauriti.

14 commenti:

Dario Lodi ha detto...

Temo che la situazione Berlusconi-giustizia sia molto più complessa di quanto dici nel tuo blog. Prima di tutto Berlusconi ebbe guai con la giustizia molto prima del famoso 1994, Napoli, mandato di comparizione (non avviso di garanzia!) per una telefonata intercettata in cui la voce del premier di allora diceva ad un finanziere che se si fosse comportato bene si sarebbe ricordato di lui (cosa che poi avvenne). Berlusconi è tempestato si può dire da sempre da imputazioni per falso in bilanco, corruzione di pubblici ufficiali, corruzioni varie (l'avvocato David Mills), concorsi esterni mafiosi, e via di questo passo. Se l'è sempre cavata grazie alle sue leggi (riducendo i termini di prescrizione ad esempio). Non se la sta cavando con il reato di frode fiscale consumata negli anni 2002-2003. Il terzo grado di giudizio è stato fissato al 30 luglio per evitare che qualche elemento del reato possa cadere in prescrizione. E' la Legge che impone certe accelerazioni processuali, non è facoltà dei giudizi agire in questo senso, anzi, trascurando la materia rischiano sanzioni pesanti. Non se la sta cavando neanche con il processo Ruby, dove in primo grado Berlusconi è stato condannato a 6 anni per concussione e a 1 anno per prostituzione minorile. Il guaio non sta nell'accanimento giudiziario nei suoi confronti, sta nei reati che Berlusconi ha commesso credendo di non commetterli. Per il personaggio tutto è giustificato nel nome di un proprio interesse che, poi, come una sorta di corno dell'abbondanza egli dispensa ad amici inciucioni, piacioni e festaioli. Questa è la tragedia: vent'anni di berlusconismo, vent'anni senza opposizione! Tutto non nel nome di meriti, per quanto riguarda la gestione della politica, ma di demeriti al servizio di un sistema irresponsabile.Tanti boiardi a spartirsi grossolanamente la torta, tanti boiardi senza neppure la "levità" surreale (materialmente benefica per i suoi sudditi) del loro capo. S'è avuta un'Italia più provinciale del solito, più ignorante di quanto realmente sia, più grossolana, godereccia, volgare, incompetente, che si sia mai vista. I partiti si sono chiusi in questa baldoria, inneggiando, esplicitamente o segretamente, al Re Mida in sedicesimo che il mondo affarista e ignorante ci ha regalato con degnazione, noi tutti, la maggioranza, in ginocchio. Grazie a tutto questo (unitamente ai guai importati dall'esterno, globalizzazione criminale e criminogena, finanza malata, Euro impietoso) l'Italia è a tocchi. Rimetterla insieme, se si fosse seri, si potrebbe tentare azzerrando le incompetenze e le insulsaggini dei soliti personaggi politici. Solo il M5S può promuovere questo processo: in questo momento siamo però messi male, il Movimento, ad alti livelli, si muove in modo sgangherato, scomposto perchè non ha una strategia. Tuttavia potrebbe bastare una scopa modesta per fare pulizia alla Camera e al Senato, ricordandosi di aprire poi bene le finestre e di tenerle aperte almeno una settimana, per far uscire tutta l'aria mefitica di quei luoghi oggi, per lo più, immondi. (Visto che si è in ballo, ricordarsi, prego, anche di Regioni e Province. Grazie.)

Dario
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roberto ha detto...


Sono d'accordo col90% delle cose che dici: quando io parlo dello stile di vita di Berlusconi, come una delle cose di lui inaccettabili, non faccio riferimento solo alle feste di Arcore o Villa Certosa,ma a quel forte tasso e intreccio di volgarità, collusione e corruzione che il berlusconismo ha introdotto e che tu hai ben descritto.
Quando stigmatizzo la sua tendenza a fare leggi a suo uso e consumo esprimo, come te, forte disappunto per il suo ritenersi al di sopra della legge".
Non concordo sul fatto che i giudici di Cassazione "debbano" essere così rapidi: se non ci fosse stato l'articolo di Ferrarella sul Corriere della Sera ,nulla si sarebbe mosso.
Convengo che il M5S avrebbe potuto essere la forza capace di ribaltare il sistema ma è gestito malissimo e, come dici, non ha una strategia.
Non vedo, invece, dove sia la "scopa modesta" che potrebbe fare pulizia nelle stanze del potere centrale e locale.
Detto questo, Berlusconi una chance ce l'ha: trasformare la sua debolezza, se condannato in via definitiva, in un punto di forza mettendo il suo consenso elettorale al servizio del Paese. Sarà molto difficile che lo faccia, ma si tratterebbe di un riscatto non da poco.

Roberto

Dario ha detto...

La scopa cui mi riferisco è la lotta senza quartiere contro il sistema di chi, fra i politici, ha un minimo di dignità, Non mancano e vanno sorretti. basta iniziare con proposte ferme e determinate, richiamandosi all'etica: sarà fuori mode, ma se presentata come si deve può ancora funzionare. Del resto, è la sola bandiera civile valida!
Temo tu abbia torto sull'operato arbitrario e inquisitorio dei giudici. Tuttavia ti ricordo che ci sono fior di avvocati che si stanno dannando l'anima intorno al problema. Nè io nè tu possiamo essere risolutivi in questo senso. Neppure i giornalisti che, come sai, e come è costume italiano, s'improvvisano giuristi e spiutano sentenze senza aver letto le carte sino in fondo. L'avessero anche fatto, c'è da dubitare seriamente che abbiano capito. Sarebbe ora di finirla con tutte queste improvvisazioni maliziose e vergognose (parlo dei media, una piaga aggiuntiva del sistema).

Dario

roberto ha detto...


E' lo scopo di questo blog fare proposte che sollecitino la parte migliore della politica ad agire per la riforma del sistema, con una forte base etica.
Sull'operato dei giudici ci possono essere opinioni diverse: la mia è che abbiano assunto un ruolo assai improprio, anche per le carenze della politica, e che a ciò si debba porre fine.
Concordo sulla frequente superficialità dei media.
Roberto

Umberto ha detto...

Caro Roberto,

Rispondo a te anziché scrivere sul blog perché trovo sempre qualche problema (inesperienza mia) e già due volte ho dovuto ricominciare. Scusami.

Sono in tutto d’accordo su quel che hai scritto; ma temo che, in pratica, siamo in un vicolo cieco. A destra non si vuole ammettere che Berlusconi merita una condanna, a sinistra si nega che la condanna abbia una connotazione politica. La condanna di Berlusconi è soprattutto quella che gli viene imposta dall’opinione pubblica e che lui “deve” accettare ritirandosi – almeno per un po’ – dall’arena politica; se esistono aspetti penali, lo si condanni, ma con gli stessi criteri che si applicherebbero al comune cittadino. A sinistra, la si smetta con la grottesca affermazione che la giustizia italiana non prende di mira Berlusconi, per carità! Non solo un’affermazione del genere non sta né in cielo né in terra, ma nemmeno i bambini cinesi ci credono più. E soprattutto la si smetta con il sistema di voler combattere il nemico a colpi di “giustizia”, nato in epoca bolscevica e trasmesso, solo un po’ incivilito nella forma, alle sinistre di tutto il mondo, Francia e Italia comprese. L’una e l’altra ipotesi sono evidentemente prive di riscontri reali: nessuna delle due parti mostra segni di cedimento.

Rimane forse una alternativa, percorribile con un po’ di buona volontà e dopo aver superato fiere opposizioni ideologiche: fare in modo che venga riconosciuto che l’esclusione dai pubblici uffici può essere decisa dai giudici solo per quanto riguarda le cariche amministrative non elettive; ma il giudice non dovrebbe mai potere prevalere sulla volontà del popolo con una sentenza che escluda una persona da cariche politiche alle quali è stato eletto. La composizione del Parlamento riguarda il popolo, e solo il popolo può decidere chi deve sedervisi, piaccia o non piaccia ai signori giudici. I quali giudichino dei reati e li puniscano; quanto a decidere se una persona è adatta o no ad accedere a pubblici uffici, questo non è per niente affar loro. E’ affar mio invece, e decido io.

Ciao,

Umberto

roberto ha detto...


Caro Umberto,
forse dal vicolo cieco si può uscire perchè buona parte della sinistra non ha più interesse, partecipando alle "larghe intese", a negare la connotazione politica di certi interventi, mirati ed eccessivi, della magistratura, che potrebbero essere dirompenti nei confronti dell'attuale maggioranza: il discorso di facciata sarà ancora, probabilmente, che "bisogna lasciar lavorare i giudici", ma nella sostanza verrà a mancare la copertura politica ai giudici più schierati.
C'è poi, come ho scritto nel post, l'atteggiamento di Berlusconi: la tentazione di "buttare tutto all'aria" sarà forte in caso di condanna, ma l'uomo, con tutti i suoi difetti, ha forte intelligenza politica e potrebbe resistervi; se lo facesse assisteremmo ad un'altra delle sue miracolose "resurrezioni" e questa volta sarebbe un bene per il Paese.
Mi piace molto la tua idea mirante ad evitare la possibilita che i giudici prescrivano l'esclusione dai pubblici uffici elettivi, perchè taglierebbe le gambe all'improprio protagonismo ed alle pesanti interferenze della magistratura nell'ambito politico.
E' una proposta da fare in modo appropriato, magari mediante un post a ciò dedicato, a tutte le forze politiche.

Ciao.
Roberto

Paolo Spinoglio ha detto...

Penso che non ci si debba distrarre. Sarebbe molto meglio per tutti uscire dall'euro e stampare moneta come fanno USA, Giappone, Gran Btretagna, Svezia. Ribelliamoci a questa farsa dei mercati finanziari internazionali che guadagnano tenendoci a mollo.
Paolo Spinoglio

roberto ha detto...


Se tu ritieni che parlare delle possibili conseguenze di una condanna definitiva del Cavaliere sia una distrazione, non sono d'accordo. Si tratta di un tema assai rilevante perchè il nostro Paese è ancora in una situazione assai critica e non può assolutamente permettersi di rinunciare ad essere governato e men che mai ad esservi costretto da decisioni della magistratura.
La tua ipotesi di abbandonare l'euro per avere libertà di manovra condannerebbe il nostro Paese a entrare definitivamente nella "serie B", perchè vorrebbe dire rinunciare a risanarsi. Lo so che è dura accettare la legge dei mercati, ma non possiamo chiuderci in un'improbabile autarchia: ne verremmo stritolati.
Roberto

Rino ha detto...

Se i nostri politici (di entrambi gli schieramenti) pensassero o dedicassero la stessa attenzione ai problemi più urgenti (che non sono certamente i problemi a cui Lei fa riferimento) ben noti a tutti, oggi non staremmo quì a diventare scemi sul possibile esito di una sentenza nei confronti di un cittadino. Cittadino che peraltro nello svolgimento di un mandato pubblico, ha mancato in qualche comportamento della sua gestione privata (almeno le accuse e le sentenze già emesse parlano di questo). Lasciamo che la giustizia faccia il suo corso e non anticipiamo le sentenze. I commenti (lasciandoli alle persone competenti e non pronunciati sotto l’effetto di stimoli emotivi), si possono fare solo dopo la lettura della sentenza e la pubblicazione delle motivazioni. Da che mondo è mondo invertire l’ordine logico delle cose non è corretto. Ringrazio dell’attenzione e porgo cordiali saluti. RI.

roberto ha detto...

Convengo che la giustizia debba fare il suo corso: infatti ho affermato che la sentenza della Corte di Cassazione non è certamente già scritta, come alcuni erroneamente pensano, e quindi non va anticip ata.
Ho fatto solo legittime riflessioni su ciò che potrebbe accadere qualora la stessa non fosse favorevole all'imputato.
Il tema non è certamente il più importante fra quelli di cui deve occuparsi la politica, ma è comunque rilevante perchè il suo esito può influenzare la governabilità dell'Italia (da cui dipende la soluzione dei problemi primari) ed è urgente perchè la sentenza arriverà a breve e il Paese deve prepararsi alle conseguenze.
Saluti.
Roberto

Mancini Francesco ha detto...

Caro Roberto,
quando sento la Politica parlare male dei Giudici sono d'accordo, quando sento i Giudici parlare male della Politica sono d'accordo!
Sono insieme alla Burocrazia le tre CASTE che impunemente hanno distrutto questo Paese.
Un saluto Francesco

roberto ha detto...


Caro Francesco,
e io sono d'accordo con te.
Non sarà facile cambiare la situazione, ma bisogna provarci.
Ciao.
Roberto

Andrea ha detto...

Ciao Roberto
finalmente una sintesi che non vede le cose da un solo punto di vista!
Aggiungo solo che, come cittadino, più che un politico che si può sempre sconfiggere con il voto, mi preoccupa che non solo vi sia una parte della magistratura evidentemente faziosa, ma che gli organi di autogoverno della stessa non facciano nulla per contrastarla. Questo vale anche a sinistra per il caso Del Turco e ancora per i casi non di faziosità, ma di incapacità. Ricordo che i magistrati del caso Tortora sono stati promossi! E la figlia di Tortora è stata condannata per averli criticati. Ma finchè ci sarà Berlusconi nessuno vorrà fare una riforma della giustizia.
Un caro saluto
Andrea

roberto ha detto...


Caro Andrea,
condivido la tua preoccupazione sulla magistratura senza controllo e sulla difficoltà di riformarla a causa del timore che ciò possa avvantaggiare Berlusconi.
Penso che valgala pena iniziare ad occuparsene, facendo sentire all'organo di autogoverno della stessa che i cittadini si aspettano un intervento.
Che ne pensi?
Roberto