Pubblico una parte dell’eccellente intervista
rilasciata da Sergio Mattarella il 17 febbraio 1989, tre anni prima del ciclone
di Mani Pulite, a Giampaolo Pansa in
merito alla crisi dei partiti e, in particolare, del suo cioè la Democrazia Cristiana.
E’ stata ripresa in un articolo di Pansa, su Libero dell’ 1 febbraio 2015, che
esprime un vivo apprezzamento per il nuovo Presidente della Repubblica.
Le parole pronunciate da Mattarella,
molto schiette e preveggenti, ne dimostrano
la tempra e la forte capacità di analisi.. Le sue considerazioni evidenziano
problemi ancora parzialmente attuali nel nostro sistema politico ed evidenziano
il contributo che deve venire dalla società civile se si vuole rinnovare davvero
tale sistema.
“Bisogna
cominciare dallo stato del tesseramento. E’ molto gonfiato e questo rende
dubbia la legittimità della rappresentanza nel partito. Il Chi rappresenta Chi
e in virtù di che cosa. E c’è di peggio. I tanti padroni delle tessere in sede
locale paralizzano la vita della DC. I leader nazionali sono prigionieri di
questi concessionari del marchio democristiano. Ne nasce un rapporto inverso a
quello normale: non comandano i vertici del partito, bensì i gruppi periferici
che sono i veri padroni dei vertici nazionali.
C’è poi un
secondo male. Non è soltanto della DC, anche se noi democristiani ce ne stiamo
accorgendo prima di altri. Il reclutamento dei dirigenti in periferia avviene per linee sempre più interne. I
partiti pescano i loro quadri soltanto tra i professionisti della politica già
all’opera nelle correnti, nelle sub correnti o nelle istituzioni. Questo rende
i partiti asfittici e sempre più distanti dal loro retroterra sociale. Infine i
quadri selezionati in questo modo risultano mediocri.
Anche la DC
si trova in questa trappola molto rischiosa. Dobbiamo riuscire a rompere il
sistema che Le ho descritto, inserendo nei partiti energie nuove, raccolte
dentro la società civile. Oppure i partiti moriranno. Non abbia timore ad
attribuirmi questa previsione nera”.
In
pochissimi anni i partiti italiani diventeranno dei corpi sempre più separati
dalla società. E sempre meno qualificati. Nella periferia della Democrazia
Cristiana sta già accadendo. Il vurus è molto esteso. E rischia di intaccare in
modo irreparabile i piani alti del partito”.
5 commenti:
Mattarella denunciava un circolo vizioso che continuiamo a pagare. Una strada maestra per superare questa difficoltà è l’introduzione di controlli da parte del mondo civile, con relativa voce in capitolo (ovviamente ben documentata). Democrazia rappresentativa non significa che il popolo debba solo votare perché tutto ricade su di esso e quindi esso ha il dovere-diritto di controllare che la ricaduta avvenga regolarmente. In tale assenza, ingrassano le corporazioni e avvengono favori vicendevoli, coperture, perché nulla cambi. I medesimi organi di controllo istituzionali, come la Corte dei Conti, non funzionano come dovrebbero perché impunibili. Il sistema politico-amministrativo così muore trascinando il paese nel vortice. Quest’ultimo non vi cade del tutto grazie – è assurdo – all’anarchia.
Dario
Sono completamente d'acccordo con te. Non basta votare, bisogna controllare e questo è il motivo per cui ho dato vita ad un Progetto che si propone appunto di esercitare e far esercitare il diritto di controllo che compere ai cittadini in base al recente Decreto sulla Trasparenza nella Pubblica Amministrazione.
La strada non è facile, ma non c'è alternativa: bisogna agire e smetterla di delegare totalmente alla politica ed ai (presunti) organi di controllo.
Roberto
E' impressionante l'analogia fra la DC degli anni 80 e il PD di oggi dove uno dei suoi fondatori, cioè Cofferati, esce dal partito per presunti brogli alle primarie liguri e dove pesanti sospetti sono stati sollevati anche su quelle dell' Emilia Romagna. Sembra che il partito di tempo in tempo dominante non riesca a governare la sua organizzazione periferica che diventa preda di gruppi di cacicchi intenti a spartirsi il potere e le prebende locali.
Vediamo se Renzi, che ha messo sotto controllo la dirigenza centrale del PD, farà qualcosa per governare quella periferica.
Un saluto. Franco
Quella che proponi è una bella sfida per Renzi che, peraltro, ha dimostrato di saperci fare da questo punto di vista. Ricordo l'incredulo commento in dialetto emiliano di Bersani ("socmel!")alla richiesta del nuovo segretario di una "disciplina di partito",che tradotto liberamente voleva dire "hai detto niente!".
Eppure come tu hai scritto, il Segretario Renzi è riuscito ad ottenere la disciplina dal gruppo dirigente centrale. Smaltito questo problema credo che non mancherà di dedicarsi anche alle strutture locali, la cui autoreferenzialità può far perdere al partito molti consensi.
Ciao.
Roberto
I convinti e lunghi applausi che in Parlamento hanno accompagnato e seguito il discorso del Presidente Mattarella dimostrano che la scelta del nuovo Presidente è stata ampiamente condivisa, anche al di la dell’esito numerico del voto e rappresenta una garanzia per il Paese
Il suo discorso, misurato e attento a tutte le principali problematiche nazionali dimostra l’elevata statura dell’uomo che ha il compito da fungere da arbitro nella scena politica nazionale.
Onore al Premier Renzi che ha avuto la capacità di proporre al momento giusto la sua candidatura ed ha operato affinché la stessa risultasse vincente.
Onore anche al Parlamento, con i Delegati regionali, che ha dimostrato di aver superato il bruttissimo incidente del 2013 e di aver fatto la scelta giusta.
Ora si apre per l’Italia un periodo in cui tutte le forze politiche, nel rispetto dei valori e degli orientamenti che le caratterizzano e le diversificano, sappiano trovare, attraverso la dialettica istituzionale, i punti di sintesi necessari a far progredire la Nazione e superare il lungo stato di crisi.
Sento di interpretare l’auspicio non solo mio ma anche quello dei lettori del blog nel fare a tutti i migliori auguri di buon lavoro.
Roberto
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