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lunedì 13 luglio 2015

Archiviata "LaBuonaScuola", adesso affrontiamo "IlBuonFisco"


di Giorgio Calderaro

Visto che ora l’attenzione del Governo si sposta sul tema del Fisco, ritengo opportuno che i cittadini facciano sentire la loro voce, per non lasciare questo delicatissimo tema esclusivamente nelle mani degli specialisti.
Mi permetto pertanto di sottolineare alcuni “desiderata”, contando che altri possano integrare questa lista e poi la si possa inoltrare a chi di dovere.

  • Ritengo inaccettabile che la revisione della fiscalità non sia accompagnata anche dalla revisione dello sviluppo della spesa pubblica, centrale e periferica: per evitare i noti strabismi di diminuzione delle tasse centrali ed aumento delle tasse o degli oneri periferici.
  • In particolare, tra le altre cose, ritengo inaccettabile la discriminazione per cui, mentre al normale cittadino è impossibile determinare l’entità del suo stipendio o della sua pensione, ad alcuni cittadini sia concesso di deliberare in merito ai propri stipendi, ai propri privilegi, ai propri vitalizi: se lo stipendio stratosferico o il vitalizio deliberato per sé costituisce diritto acquisito, beh allora questo a mio avviso è un diritto anticostituzionale perché crea discriminazioni di diritti tra i cittadini stessi.
  • Troppi Enti sono autorizzati a mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Già il triplo livello di tassazione (centrale, regionale e comunale) si presta a generare spiacevoli sorprese; però non possiamo non osservare come altri servizi essenziali al buon funzionamento della macchina pubblica ma erogati da altri Enti non rientrino nella pianificazione generale del prelievo dalle tasche altrui: oneri vari e indecifrabili sulle bollette di luce e gas, costi attivi e passivi della moneta elettronica, costi del trasporto per i pendolari, costi della casa, ecc. Sarebbe opportuno che, in sede di revisione generale, si riuscisse a mettere a fuoco una visione completa del cittadino in tutti i suoi aspetti  di contribuente, anche al di là di IRFEF/IRPEG, e senza ritenere che chi ha magari due case ma bassi redditi sia un Paperone da spennare all’istante (lo sappiamo, vero, che le case esistenti valgono sempre meno e che costano sempre di più in manutenzione e tasse, ma non si riescono a vendere?)
  • Ricordo i tempi lontani in cui il “740” me lo facevo io, studiando le 4 (diconsi “quattro”) pagine di istruzioni scritte neanche tanto in piccolo. Il principio dovrebbe essere che la regole debbono andare incontro al cittadino e non contro. La semplificazione normativa drastica deve diventare un principio sacrosanto: è molto più apprezzata una norma semplice e chiara, anche se non “perfetta”, che non una norma che, al fine di essere più aderente alla realtà, preveda con grande analiticità mille casi e sottocasi e per ciascuno definisca la regola. Es.: le regole per lo sconto fiscale per le spese di ristrutturazione, le regole per la partita IVA forfettaria, ecc. Ciò dispiacerà ai burocrati, che si sentono giustificati proprio dal creare casistiche: vuol dire che con la semplificazione ci serviranno meno burocrati e meno consulenti, con notevoli risparmi per la spesa pubblica e quella privata.
  • Le strutture incaricate del controllo e dell’esazione dovrebbero essere strutture “amiche” del cittadino, con l’obiettivo di aiutarlo e di andargli incontro nel compiere il suo dovere: meglio una dilazione, uno sconto a chi è in difficoltà che non la repressione, che uccide la vittima e la sua capacità / volontà contributiva futura. Si sappia distinguere tra chi ha problemi, grossi o piccoli, e chi fa il furbo sistematicamente; tra chi ruba una mela e chi ruba il frutteto.       
  



10 commenti:

roberto ha detto...

La prima osservazione del post tocca il punto più dolente: nessuna riforma fiscale, mirante a ridurre l’eccessiva pressione sui contribuenti che tarpa le possibilità di sviluppo del Paese, è possibile se non è agganciata ad una seria riforma della spesa pubblica, sulla quale sono stati fatti pochi progressi. Forse la “cura Cottarelli” per la spending review era troppo radicale, ma non è un buon segno che nessuna alternativa sia stata finora prodotta per affrontare questo problema che, insieme alla corruzione e ad essa intrecciato, è quello prioritario per sbloccare possibilità di rilancio economico.
E’ ovvio che si tratta di scelte difficili perché si vanno a toccare interessi e privilegi di fasce rilevanti della popolazione, ma non ci si può illudere di riportare il Paese sulla via dello sviluppo se non si affronta questo nodo. Per far ripartire la crescita bisogna liberare risorse sprecate o impiegate in modo poco produttivo, da destinare alla riduzione dell’onere fiscale in generale e, in particolare, a quello che grava sul lavoro.
Se non ci saranno stravolgimenti che portino a elezioni anticipate, il governo ha a disposizione il tempo necessario e sufficiente per dimostrare di saper modernizzare il Paese anche da questo punto di vista, portandolo sulla linea di quelli più evoluti. Ma il tempo corre velocemente e bisogna agire rapidamente.
Attendiamo di conoscere un credibile piano d’azione.

Laura Banchelli ha detto...

Ciao Roberto,grazie per l'articolo di una semplicità e chiarezza disarmanti.Come non condividere?

roberto ha detto...

Grazie a te.

Umberto ha detto...

Caro Roberto,

Complimenti per lo scritto di Calderaro e per il tuo commento, e un plauso per l’iniziativa di promuovere un movimento d’opinione. Ho già avanzato qualche proposta in passato, e colgo l’occasione per rinverdire qualche concetto già espresso.

La riduzione della spesa pubblica è ormai un leit motiv da tutti evocato: non fa più effetto. Bisogna citare fatti, indicare gli enti per nome, avanzare proposte (sensate, per favore, non alla Grillo). Per poter avanzare proposte credibili occorre la collaborazione di esperti: da evitare il dilettantismo alla Grillo e il populismo alla Salvini.

Ottima la proposta di limitare la libertà di mettere le mani nelle tasche dei cittadini da parte di una miriade di enti, società pubbliche e semipubbliche, comuni provincie, regioni. Potremmo avere la tentazione di proporre la creazione di un’autorità che vigili, o autorizzi, o reprima, ma di autorità più o meno inefficienti ce ne sono già fin troppe. Più fattibile sembrerebbe la riesumazione di una figura inventata nei paesi nordici diversi decenni fa, che ancora esiste e funziona benissimo: l’Ombudsman. Da noi è stata copiata negli anni ’70-’80, ma non ha mai goduto di grande popolarità, ha funzionato a macchia di leopardo con risultati mediocri, è sfociata nel Difensore Civico di cui nessuno più ha notizia. Si resusciti l’Ombudsman dandogli una personalità giuridica, mezzi, personale e poteri d’intervento. Quello che è stato fatto sinora non merita nemmeno di essere ricordato.

Sulla dichiarazione dei redditi, ritorno ad una proposta che ho fatto innumerevoli volte e che è sempre caduta nel vuoto: è il Fisco, e non il contribuente, che deve fare i calcoli. Io dichiaro i miei redditi, il Fisco mi dice quanto gli devo; mi dice però anche il nome, cognome e numero di telefono della persona che ha fatto i calcoli, e come posso parlargli(le). Questo sarebbe il “Fisco amico”, quello che esiste in altri Paesi e che noi dovremmo copiare. Se i nostri burocrati e i nostri politici non ci credono, mandino in giro una delegazione i loro esperti a vedere.

Come complemento del “Fisco amico” si dovrebbe creare il “Fisco Argo” che stana gli evasori, cominciando dai più importanti ma senza dimenticare le categorie degli evasori sistematici, che tutti ben conoscono salvo il Fisco dei nostri giorni.

Ho voluto fornire qualche spunto, può darsi che insistendo si ottenga qualche risultato.

Ciao,

Umberto

roberto ha detto...


Caro Umberto,
sulla riduzione della spesa pubblica credo che tocchi innanzitutto al Governo definire una linea d'azione che sia sufficientemente coraggiosa da dare un segno di discontinuità rispetto all'andazzo abituale: ciò farà perdere una certa quantità di consensi nelle categorie e nei centri di spesa che hanno goduto di privilegi o eccessiva libertà d'azione, ma ne farà guadagnare molti nella maggioranza dei cittadini che si aspettano un segnale inequivocabile di cambiamento.
Condivido le tue considerazioni sull'eccesso di autorità, che hanno spesso coperto le azioni improprie degli enti controllati più che difendere i cittadini. Ciò che è successo nel campo energetico e che sta venendo alla luce in questi giorni è esemplareal riguardo.
La creazione di un Fisco Amico e di un Fisco Argo richiede la volontà politica di facilitare la vita ai contribuenti che fanno il loro dovere e di renderla difficile a chi evade ed elude. Se si avrà la forza di imboccare questa strada, ad onta delle inevitabili resistenze e ambiguità, il "dividendo" in termini di recupero di risorse e di credibilità delle Istituzioni potrebbe sessere rilevante.
Ciao. Roberto

roberto ha detto...


Il taglio delle tasse annunciato da Renzi alla convention del PD è stato clamoroso sia perla sua entità sia perchè non accompagnato da una chiara indicazione su come e dove reperire le ingenti risorse necessarie per realizzarlo.
Anche l'ex capogruppo del PD Speranza ha rilevato questo aspetto, segnalando la completa omissione, nel discorso del Segretario del partito, del tema dell'evasione fiscale, che dovrebbe rappresentare un forte punto di attenzione nella strategia per trovare i necessari mezzi finanziari.
Rilancio quindi nuovamente al Governo la richiesta di far capire come intende muoversi concretamente a questo riguardo. Confidare solo sull'aumento del deficit di bilancio o sulla speranza di una crescita economica, significherebbe non avere una strategia e ridurrebbe l'annuncio predetto a mera propaganda.
Aspettiamo chiarimenti.

Giuseppe Nava ha detto...

Ammiro la professionalità con cui vengono affrontati alcuni problemi.
Forse la pacatezza con cui si affrontano i temi era sufficiente anni addietro.
Ora il Paese è nel disordine da ogni punto di vista.
Occorrerebbe che la gente, prima che i politici, prendessero coscienza del degrado e dello sperpero.
Finora la gente si è adagiata, è riuscita, nel tirare a campare. Ma di questo passo la situazione non potrà che degenerare.
I provvedimenti renziani non incidono sugli sperperi e non mirano a smontare il molok burocratico creato nei decenni dai politici per inventarsi posti di lavoro per la clientela.
Saluti
giuseppe nava

roberto ha detto...

Io credo che le persone siano, in genere, consapevoli del degrado e dello sperpero, dato che lo stesso viene costantemente evocato da tutti i media e penso che per combatterlo occorra un approccio serio e razionale. L'azione di denuncia è stata necessaria, ma ora serve un approccio fattivo.
Anche se l'azione del governo presenta numerose falle, non direi che non si fa nulla per smontare il molok burocratico: la riforma della P.A, recentemente approvata, contiene numerosi utili provvedimenti per rendere più efficiente e trasparente il settore pubblico. E' vero che forse si potrebbe fare di più, ma , come si dice, "il meglio è nemico del bene".
Bisogna continuare a stimolare le forze politiche affinchè si impegnino seriamente nelle riforme, ma non si può negare che dei passi sono stati compiuti.
Ciao.
Roberto

Giuseppe Nava ha detto...

Vero che il meglio è nemico del bene.
La mia opinione però è che queste “innovazioni” non siano che pannicelli caldi per curare un tumore.
Anzi, nello stabilire un dialogo come “società civile” con chi governa in questo modo l’Italia, si corre il rischio di far acquisire a questi innominabili una certa credibilità.
Personalmente non vedo alcun segnale di vero cambiamento, anzi.....
Spero però di sbagliarmi e che la nostra Italia, la nostra casa comune, possa tornare ad essere quel meraviglioso Paese che attirava le elite mondiali.
Saluti
giuseppe nava

roberto ha detto...

Rispetto la tua opinione ma non la condivido per i motivi esposti nel post del 23 luglio in merito ai primi risultari e alle sfide del governo Renzi.
Comunque, continuiano a dialogare: le differenze di opinione fanno riflettere e, magari, cambiare idea.
Saluti.
Roberto