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sabato 2 dicembre 2017

Di Maio ci ripensi



Il  candidato Premier del Movimento 5 Stelle ha recentemente dichiarato che, se arrivasse al governo del Paese, vorrebbe “ fare, come Trump, una manovra in deficit per abbassare le tasse”. Non sappiamo se si tratta solo di propaganda elettorale o di un’effettiva convinzione ma, nel secondo caso, sarebbe un proposito estremamente pericoloso per l’Italia che ha un debito pubblico vicino ai 2300 miliardi, fra i primi tre al mondo in rapporto al Prodotto Interno Lordo.
Il  recente miglioramento del PIL, che cresce ora fra 1,5 e il 2%, è certamente una buona notizia ma non è sufficiente a riassorbire, neppure gradualmente, il macigno del debito che rischia di far deragliare il nostro sistema economico e sociale. Aggiungere altro debito porterebbe questo rischio a livelli insostenibili e scatenerebbe  quasi certamente  una violenta reazione dei mercati finanziari, dai quali dipende la nostra possibilità di acquisire risorse a credito. Giustamente nei giorni scorsi  e prima della affermazione fatta da Di Maio il Vice Presidente della Commissione Europea Katainen aveva dichiarato che i nostri conti non sono ancora  in ordine e che “occorre dire la verità agli italiani”. Il problema è che non ci sono in Italia politici disposti a fare i conti con la realtà: se l’Italia non affronta i nodi della riduzione della spesa pubblica improduttiva e dell’evasione fiscale non si allontanerà mai dall’orlo dell’abisso e potrebbe finire per cadervi dentro.
In un  efficace editoriale del  19 novembre sul Corriere della Sera, intitolato “ I politici dei pasti gratis”,  Angelo Panebianco ha detto cose rilevanti su questo tema partendo dalla  “ formula magica” che ha portato alla bancarotta numerosi Paesi (l’Argentina di Peron, Il Venezuela di Chavez e Maduro, lo Zimbawe di Mugabe, ecc.) “occorre che una parte sufficientemente ampia della popolazione creda a quei governanti i quali sostengono che sia possibile avere pasti gratis, che sia possibile campare bene a scrocco di qualcun altro.
 La discesa all’inferno avviene solitamente in due tappe . Nella prima i nuovi governanti si dedicano ad una generalizzata distribuzione di risorse varie che va molto al di là delle capacità economico-finanziarie del Paese. E’la fase del consenso”. Ma prima o poi “ il meccanismo economico s’inceppa, l’inflazione comincia a galoppare, le imprese annaspano e falliscono, i capitali scappano, i creditori, nazionali e internazionali, rumoreggiano dietro la porta, si affaccia lo spettro della bancarotta.
Si  entra nella seconda fase. Contrariamente a quanto pensano gli ingenui, i governanti che hanno così clamorosamente fallito non vengono cacciati a furor di popolo. Si salvano dando il via a una caccia alle streghe: attribuiscono il loro fallimento ad una congiura di nemici esterni  ( la “finanza internazionale” e gli Stati Uniti sono capri  espiatori perfetti) e interni.
……………..
Non si creda che i Paesi più ricchi e liberi siano immuni. La politica può fare disastri anche lì…… Anche l’Italia è a rischio. Si ricordi che qui ci sono aree (territoriali e professionali)  nelle quali la fede nei pasti gratis è  la regola. Ci sono zone del Paese che campano di trasferimenti ma che li hanno sempre usati per creare rendite, non per favorire sviluppo. . E ci sono sacche di parassitismo annidate nella Pubblica Amministrazione ….
Poiché ora è un candidato premier, Luigi Di Maio  dei 5 Stelle non dovrebbe proporre soluzioni economiche che ci porterebbero verosimilmente alla bancarotta. Ridurre fortemente le tasse sulle imprese aumentando il deficit, senza ridurre il debito e senza preoccuparsi dei vincoli europei significa proporre pasti gratis. Dimenticando che l’Italia non è l’America di Trump e non può fare leva su una posizione internazionale di preminenza. E’ sacrosanto ridurre le tasse ma non prescindendo dai vincoli finanziari e non. Né, in seguito, la ricerca del capro espiatorio sarebbe di aiuto per un Paese afflitto da guai  economici crescenti”.
Il Movimento 5 Stelle s’è presentato sulla scena politica italiana come il portatore dei valori di legalità, onestà e trasparenza ed anche  per questo è stato premiato alle elezioni politiche dl 2013 e, più recentemente, alle amministrative siciliane e quelle del Municipio di Ostia. Deve quindi  fare molta attenzione a non cadere nella logica della “captazione del consenso a tutti i costi” che è totalmente contraria a tali valori. Vale la pena di ricordare quanto prescrive la nostra Costituzione all’art. 81:
“Lo Stato assicura l'equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico.
Il ricorso all'indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali”.
La statura politica di Luigi Di Maio si misurerà dalla sua capacità di tener fede al dettato costituzionale.



31 commenti:

Dario ha detto...

La frase di Di Maio è infelice alla pari di quelle delle altre forze politiche in vista delle elezioni. Se gli Italiani credono ai piazzisti, si meritano Renzi, Berlusconi e Salvini. Ora anche Di Maio, a quanto pare. D'altro canto, rimanendo sulla terra, viviamo in una realtà quasi orwelliana, con la finanza che s'è assunta il ruolo di Leviatano. Abbattere il mostro (che è la proiezione di noi stessi) non è affatto facile e non si sa neppure se, allo stato attuale delle cose, sia conveniente. Più verosimilmente, non è possibile, tocca conviverci, sempre per adesso. Allora bisognerebbe prendere misure capaci di attenuarne la voracità, per il bene di tutti e addirittura per il bene del mostro stesso, che sarebbe così in grado di vedere sempre apparecchiata la sua tavola, con tovaglie non bucate, con i conti della macchina che alimenta il sistema almeno decenti. Quale politico è nelle condizioni di occuparsi della verità?

roberto ha detto...


Sul Corriere di oggi Ferruccio De Bortoli si pone domande analoghe alla tua a fronte di una campagna elettorale partita con numerose "mance" introdotte nella legge di bilancio e l'avvio di impropbabili promesse, impossibili da mantenere. Scrive De Bortoli: " Ma non ci rassegnamo al fatto che non ci sia un'analoga determinazione sulle questioni piùimportanti per il futuro del Paese: debito, spesa pubblica, investimenti". E ancora " Basta ingannare gli elettori illudendoli che ci sia una torta da dividere. Non c'è più tempo. E non è detto che proposte serie, circostanziate e credibili non raccolgano più consenso dei gochi di prestigio programmatici".
Condivido queste affermazioni e m'impegno, in prossimi post, a proseguire le analisi sui comportamenti dei politici per individuare quelli capaci di fare proposte credibili e non illusorie. Uno l'ho già individuato: è Carlo Calenda.

Anonimo ha detto...

Questo appare come il preludio di un'opera tragica, nella quale saremo involontari protagonisti.
Di Maio viene largamente superato da Berlusconi e Salvini in queste promesse elettoralistiche, con la FLAT TAX al 15% che tutti sanno non essere sostenibile se non al prezzo di un taglio della spesa pubblica drammatico, e corrispondente ad una equivalente discesa del PIL, con crollo iniziale dei consumi e ripresa a distanza di tempo, sempre che un eventuale significativo shock fiscale rimetta in moto la macchina produttiva.
Un'accolita di irresponsabili e/o truffatori, senza distinzione di colore politico.

Steve3igs ha detto...

La crisi che sta attraversando l'Italia è soprattutto una crisi da domanda interna, alla quale ha contribuito in maniera determinante l'austerità fiscale imposta dall'Europa e che ha avuto come amare conseguenze un aumento della disoccupazione giovanile e non, un abbassamento generalizzato dei servizi pubblici e più in generale un impoverimento (reale e percepito) della popolazione e soprattutto della cosiddetta classe media (vedi Censis). Abbassare le tasse alle imprese tempo non risolva niente: quale impresa sarebbe infatti disposta ad aumentare i propri investimenti se poi non ha un mercato a cui vendere quanto prodotto? Certo, ci sono anche le esportazioni che stanno fra l'altro andando molto bene, ma affidarsi solo a queste non è sufficiente. La soluzione temo sia molto più complessa di un semplice taglio delle tasse e anche una manovra lacrime e sangue non farebbe che peggiorare le cose, senza neppure intaccare minimamente lo stock del debito che, malgrado tutta l'austeritò di questi anni, malgrado Monti, la Fornero e altri vampiri, ha continuato a crescere, dimostrando che la via dell'austerità è solo dannosa e priva di prospettiva.

roberto ha detto...

Rispondo a CCC Milano Webmaster:

Condivido la tua analisi ma sarei più selettivo nelle conclusioni; fare di tutta l'erba un fascio significa rendere impossibile la soluzione.
Credo che, da oggi in avanti e in vista delle elezioni politiche, i cittadini debbano imparare a distinguere i truffatori da coloro che non lo sono e aiutarli a cambiare, dall'interno, i loro partiti che spesso mostrano comportamenti truffaldini.
Nella mia risposta a Dario ho segnalato che Calenda è una persona che merita fiducia ( per come ha gestito, ad esempio, il caso Fincantieri vs. Francia e come sta gestendo il caso ILVA). Invito te e gli altri lettori interessati a fare altre segnalazioni di persone affidabili, indipendentemente dal colore politico.
Poi decideremo come muoverci.

roberto ha detto...

Rispondo a Steve 3 igs:

E' vero che l'austerità, da sola, è dannosa perché deprime i consumi, genera pessimismo e fa avvitare il sistema economico. Ciò che occorre e che oggi manca, come ha ben detto De Bortoli sul Corriere di ieri, è il "vincolo della responsabilità" per i politici, che non devono più promettere ricette miracolistiche, chiaramente inattuabili. Cito ancora il giornalista: "Non c'è la consapevolezza dell'urgenza di affrontare i grandi temi da cui dipende il futuro del Paese".
E' compito di noi cittadini contribuire ad accrescere tale consapevolezza opponendoci a tutte le eccessive semplificazioni. Come tu dici, i problemi sono complessi e vanno affrontati in modo appropriato. Cerchiamo di individuare coloro che sono in grado di farlo,

Rosa Pastore ha detto...

Ciao Roberto,
ho letto la tua nota su civicum, non direttamente l'articolo di Panebianco perchè ho ritenuto i tuoi inserti sufficienti. Non capisco bene nessuno dei due: chiedete a Di Maio, buon ultimo ad esprimersi, di evitare, in caso di incarico di governo, di aumentare la spesa pubblica in deficit, pena immensi danni al Paese. Da quel che leggo e penso da qualche anno a questa parte, la proposta di aumentare la spesa pubblica in deficit, da alcuni limitata agli investimenti, da altri semplicemente "spesa pubblica" in cui rientra senza sforzo anche l'abbassamento delle tasse, almeno per alcuni redditi, non è affatto peregrina. Che poi questa sia una BUONA spesa non dipende dalla teoria, bensì dalle persone che decidono ...e che eleggiamo. Ne hanno scritto e detto economisti e, qualche volta politici, di diverse posizioni. Io sono abbastanza d'accordo con loro, di cui ti segnalo alcuni link, ma quello che non ho ben capito è perchè solo ora e solo a Di Maio venga rivolta simile raccomandazione. Non ho mai votato 5stelle e probabilmente mai lo farò, ma questi "trattamenti particolari", non solo li trovo ingiusti, ma secondo me producono l'effetto contrario a quello desiderato e cioè di indebolirlo. Poi il gradimento a Trump (espresso purtroppo non solo da lui)e la riduzione delle tasse alle imprese, credo rientri in pieno in campagna elettorale, in cui il M5S si presenta nè di destra nè di sinistra, quindi un colpo al cerchio... Per inciso, l'opportunità di un aumento della spesa pubblica che, facendo lievitare il PIL, riduca anche il rapporto debito/PIL attraverso l'aumento del denominatore piuttosto che attraverso la riduzione del numeratore, è stata avanzata anche dal FMI . Non ricordo bene, ma forse ne troverai accenno anche in uno dei seguenti link:
https://altreconomia.it/italia-investimenti-debito/
http://www.repubblica.it/economia/rubriche/il-commento/2013/03/01/news/aumentare_la_spesa_pubblica_per_ridurre_il_debito_non_un_controsenso-53668697/?refresh_ce
https://www.ilfattoquotidiano.it/2016/11/28/ocse-piu-investimenti-pubblici-per-evitare-trappola-della-bassa-crescita-il-pil-dellitalia-aumenterebbe-fino-al-2/3222203/
Con stima e simpatia
Rosa Pastore

roberto ha detto...

Ciao Rosa,
ho apprezzato il tuo articolato commento e ti ringrazio dei link.
Non metto in discussione la possibilità che una politica keynesiana, come quella che suggerisci, possa avere effetto ma a condizione che si sappia bene cosa si sta facendo e che non sia l'unica risorsa, come sembra implicare Di Maio. Messa come dice lui è un venir meno al principio di responsabilità cui devono sottostare coloro che ambiscono a posizioni di governo.
Il post su Di Maio è stato scritto proprio ora perchè la sua intenzione è stata espressa recentemente e quindi è di attualità.
Anch'io non ho mai votato 5 stelle ma ho visto e vedo con favore la loro presenza sulla scena politica italiana, come stimolo ad un suo miglioramento ( sono uno di coloro che fecero la coda in Piazza Castello a Milano per la raccolta delle firme necessarie alla presentazione della loro lista). E' per questo motivo che vorrei che il loro tentativo non naufragasse per l'ecessiva disinvoltura del leader.
Abbiamo bisogno di persone serie e responsabili , non di "raccoglitori di voti" a mezzo propaganda.
Grazie.

Roberto

Vittorio Bossi ha detto...


Buon giorno Roberto,


L'unica riduzione delle tasse possibile a saldo zero è possibile con maggiori entrate dall'evasione dagli sprechi, privilegi taglio deglii enti inutili etc ma su questi temi c'è un silenzio assordante.


Ciao Vittorio

roberto ha detto...


Quello che dici è esatto, a mio avviso.
Per cimentarsi con riduzone delle tasse a debito, occorre che la classe politica dimostri di essere in grado di incidere sulle cause del disavanzo e iniziare ad affrontarle. Altrimenti il taglio delle tasse è una truffa, per non dire un crimine.
Ciao.
Roberto

Giuseppe Nava ha detto...


L’abbassamento di aliquote talmente alte da essere immorali potrebbe dare fiato all’economia senza incidere sul deficit se:

1 ) si abolissero le regalie elettorali che da svariati anni, ma specialmente in questo periodo renziano, hanno causato danni notevoli al bilancio

2 ) si modificasse la legislazione che, di fatto, consente alle multinazionali ed ai titolari di grandi patrimoni di non pagare nulla

Con aliquote molto più basse si eviterebbe gran parte dell’evasione. Se vivere tranquilli e stare in regola col fisco non costringa a svenarsi, penso che la gran parte dei contribuenti
non evaderebbe più. Oggi invece, alzi la mano a chi non è capitato di sentirsi chiedere il pagamento in contanti.
----------------------
Saluti !
gn

roberto ha detto...


Ben detto Giuseppe.
Bisogna cominciare dal taglio delle spese che "gridano vendetta", poi ben venga il taglio delle tasse.
Credo anch'io che un fisco meno oppressivo favorirebbe comportamenti fiscali più corretti da parte dei contribuenti.
Ciao.
Roberto

Giuseppe Maria Greco ha detto...

Di Maio rappresenta, meglio di destra e di sinistra divise su questioni incongrue, la possibile scelta degli italiani. Come possibile candidato è giusto porgli problemi all'altezza di quel ruolo, perchè chiarisca se ne è, come non penso ma nessuno è obbligato a ritenere, all'altezza.

Il M5S, già discutibile per il nome da grande albergo che si è scelto, non ha mai parlato nè costruito programmi relativi ai diritti del lavoro nell'epoca in cui i punto zero crescono a raffica. Eppure Grillo ha come partner intelligente la dinastia Casaleggio, che di mestiere fa l'imprenditore proprio di quel punto zero, ma che non compare mai se non come distante e collaborativa, mentre è di fatto la testa del cosiddetto movimento.

La democrazia ha un punto debole, chiamato da altri ventre molle: è l'ammissione di chiunque a salire sulla predella a predicare le proprie idee. L'unica difesa e contraddittorio consiste proprio nel chiedere conto al predicatore di cosa concretamente intende fare. Uno come Di Maio non potrà che urlare contro chi l'ha preceduto e suonare lo zufolo dolce del nuovo che avanza.

Ma la spesa pubblica non è solo un affare di governo. E' l'azione di quella banca virtuale costituita dal poco guadagno dello Stato a dal grosso contributo dei cittadini, che mettono una parte significativa del proprio lavoro a disposizione della collettività. E dei ladri che succhiano i soldi dalle banche. Quelli che consentono a Di Maio di urlare, nascondendo i soldi che andrebbero a Casaleggio in caso di vittoria.

Non sono simili Renzi e Berlusconi come lo sono Berlusconi e Casaleggio, ambedue movimentisti al di sopra delle parti in nome del liberismo.

Peccato che "le parti" siano ciò di cui la democrazia ha bisogno.

Concludo dicendo che non è male fare domande, ma soprattutto è bene continuare il nostro lavoro, che è una sfida contro un prossimo futuro idiota e reazionario. Se questo dovesse trionfare, qualcuno un giorno potrà dire che c'erano sacche di resistenza.

Ma confido che arriveremo prima di quel giorno.

GMG




roberto ha detto...

Condivido l'idea che chi si candida a governare debba rendere conto agli elettori di quanto dice, come ho scritto anche a Rosa.
Sul fatto che la democrazia abbia bisogno delle "parti" ho qualche dubbio: i "partiti" sono oggi in crisi proprio perchè rappresentano e difendono interessi particolari e sono, quindi, inadatti ad affrontare questioni complesse nell'ottica del bene comune. Meglio sarebbe dar vita agli "uniti", cioè a formazioni politiche trasversali, capaci di fare sintesi fra interessi diversi.
Ciao.
Roberto

Marco Preioni ha detto...

Mi piace il GMG di lotta e di governo. Condivido la sua analisi, e la sento mia come se mi fossero state sottratte le parole dalla mia tastiera.

bene !

marco




roberto ha detto...


Piace anche a me, con qualche distinguo

Matteo Zambelli ha detto...

Ma che mi tocca fare...!!!
MAI, lo giuro, avrei detto che mi sarei in parte "schierato" a difesa di Di Maio e del M5S.
Rosa, ti prometto che MAI più lo farò!!!👎

Dunque mi "innesto" nel discorso come seguito della risposta di GMG.
Teoricamente le domande di GMG sono inappuntabili e largamente condivisibili.
Teoricamente; perchè SE le pone GMG non gli si può negare la domanda.
Anzi dovremmo pretendere risposte.

Il "peccato" originale è il fatto che queste sacrosante domande siano poste da coloro i quali commentano da anni le FALSE e IPOCRITE risposte che alle stesse domande gli altri partiti danno.
Altro peccato originale è il fatto che le NON risposte di Luiggggino (che è del tutto evidente che NON è in grado di dare!) gli altri partiti le utilizzino per la loro propaganda elettorale.
In sunto e per semplificare:
Giusto domandare a Di Maio
Corretto ritenere che NON sia in grado di rispondere
Ridicolo che la Stampa NON metta in evidenza che da 30 anni TUTTI gli altri partiti, di fronte alle stesse domande, hanno MENTITO agli elettori

Strumentale, da parte di FI - PD - Lega ecc. fare propaganda con la formula: "Di Maio incompetente/ignorante... NON votate M5S"

E' abbastanza evidente che il M5S, in caso di vittoria alle politiche (avendo l'incarico di formare l'esecutivo) si comporterà come la Raggi al Comune di Roma.
Cercherà spasmodicamente qualcuno che conosce i meccanismi dell'Esecutivo (Calenda? - Draghi? - Bini Smaghi? - Mago Merlino?...) per affidargli i ruoli chiave.
Stesso identico "schema Raggi".

E' altrettanto evidente che la politica economica, estera, la gestione dei problemi interni (mafia, immigrazione, PA) sia completamente al di sopra delle capacità del Movimento.
QUESTO potrebbe anche costituire un elemento di distinzione in negativo (motivo per NON votare M5S) SE di fronte al M5S ci fossero partiti/coalizioni le cui indicazioni economico-politiche avessero la benchè minima credibilità.
Purtroppo NO.

PEr tornare alla radice della nostra associazione, la FORME, potrei aggiungere che è un problema antico e sistemico, FORMALE, della nostra Democrazia, quello della totale discrepanza tra programma politico-elettorale e azione di governo.
Chiedere QUALE azione di Governo, a Di Maio, per evidenziare il suo OVVIO E PALESE stato di totale inadeguatezza, è una operazione estremamente faziosa e propagandistica.
Purtroppo.

Con questo concludo; aggiungendo che cmq NON voterò M5S

Matteo


roberto ha detto...


Hai perfettamente ragione a dire che è " strumentale, da parte di FI - PD - Lega ecc. fare propaganda con la formula: "Di Maio incompetente/ignorante... NON votate M5S" "., e convengo che comunque, se andassero al governo, i 5 Stelle incontrerebbero grosse difficoltà perché non anno, al momento, una classe politica all'altezza. Ma non escludo che possano svilupparla purché abbanodonino i toni propagandistici che anch'essi abbondantemente usano e che, se mantenuti, li porterebbero ad un rapido declino.

Oggi il Paese ha bisogno di serietà, consapevolezza dei problemi, della loro complessità e dell'impossibilità di risolverli con espedienti pubblicitari (in cui è maestro Berlusconi, ma non se la passano male anche Renzi e Di Maio).e con approcci ideologici (in cui è maestra parte della sinistra).
E' necessario pensare a nuove "forme" politiche ed io credo che una discussione sugli "uniti" sia necessaria, all'interno dell'associazione "Le Forme della politica" ed anche all'esterno.

Roberto

Unknown ha detto...

Quanto osservo è che il tema dell'economia è sparito dei discorsi dei politici, sostituito da importanti temi civili e sindacali, spesso nostalgici, corredati da ambizioni di utilizzo della spesa pubblica.

Questo significa che l'opinione dei politici è che l'economia non porti voti: infatti parlare di economia significa parlare di visioni e di scelte e le scelte portano spaccature, non consenso, ed aizzano le fazioni dei vari poteri consolidati. Quindi parlare di economia per un politico è pericoloso. E oggi ricompare la voglia di mediazioni e di consociativismo.

Eppure noi abbiamo bisogno di economia perché noi abbiamo bisogno di lavoro e questo lo si crea con visione, scelte e, aggiungo, scelte durature.

Calenda, che piace anche a me per la sua concretezza, pagherá perché le sue ricerche del miglior compromesso a tutela del lavoro spaccano gli opinion leader.

Guardiamo pure quali politici si impegnano seriamente: tanto sono pochi ed emarginati.

roberto ha detto...


Le tue condivisibili riflessioni mi portano a dire che potremmo proporci, come persone attive in questo blog e - per chi lo è - come membri dell'associazione "Le Forme della Politica", di discutere insieme in modo pacato e costruttivo sulle richieste da porre ai "politici di qualità" che individueremo e ai leader dei partiti di riferimento, per favorire un'evoluzione del quadro politico tale da renderlo più cerente con gli effettivi bisogni del Paese.
Si tratta cioè di passare da un dibattito aperto ad una discussione finalizzata a fare proposte concrete
Va tenuto presente che questo blog è letto da numerosi politici, in particolare parlamentari, che possiamo invitare, se lo desiderano, a farci sapere i risultati delle loro attività che non sempre compaiono nei giornali e nei telegiornali.

Cosa ne pensi? ( la domanda è rivolta anche agli altri lettori interessati).
Ciao.
Roberto


Unknown ha detto...

Sono d'accordo. Cominceró a stilare un primo elenco di richieste afferenti a contenuti, stile, visione.

roberto ha detto...

Ottimo!
L'importante è che si tratti di richieste motivate e formulate in ottica costruttiva: non dobbiamo mettere i politici sul banco degli imputati ma trattarli da rappresentanti del popolo, il cui operato è da vericare sui comportamenti concreti di ciascuno, non sulle generalizzazioni che spesso vengono fatte quando si parla di loro.
Grazie.

Roberto

Umberto ha detto...

Caro Roberto,

Onestamente non capisco perchè si perda tempo a commentare le sparate del neo capo grillino, poco importa se estemporanee o imbeccate da qualcuno. Ho letto con attenzione il tuo pezzo, pieno di buon senso e di cultura economica, e mi domando: a che serve? I lettori come me lo apprezzano, ma il discorso è indirizzato a Di Maio e ai suoi seguaci, mi pare. E tu credi, veramente credi, che loro si lascino convincere? Questa gente non ha né cultura né umiltà, due qualità necessarie per approfittare, ringraziando, dei consigli che la gente di buona volontà elargiscono loro, gratis. Per quanto mi riguarda, riservo le mie attenzioni alla gente di cui ho stima.

Buona serata,

Umberto

roberto ha detto...

Caro Umberto,

personalmente non credo che si perda tempo per tre motivi:

- che piaccia o meno, Di Maio è leader e candidato premier di una forza politica che è la maggiore nel nostro Paese. Un blog che si occupa di politica non può ignorarlo

- il mio messaggio è certamente rivolto a Di Maio e seguaci, ma anche ai cittadini che leggono il blog e che andranno a votare: è opportuno far loro presente i rischi di un approccio che non tiene conto delle compatibilità economiche

-- inoltre io "parlo a nuora perhé suocera intenda", dove la suocera è l'intero sistema politico, all'interno del quale anche altre forze indulgono in atteggiamenti non responsabili e propagandistici, di cui vogliamo fare a meno

Ovviamente si può essere scettici sui possibili risultati ed io rispetto chi, come te, ha questa posizione ma la mia filosofia di vita è questa: più il cammino è impervio, più mi diverto (non a caso sono stato in gioventù un buon maratoneta ed ancor oggi me la cavo nelle corse in montagna)..
Grazie delle osservazioni.

Roberto

roberto ha detto...

In una intervista al Telegiornale di RAI 3 del 5 dicembre, Di Maio ha affermato che a breve il M5S presenterà il suo piano per il taglio delle tasse corredato delle necessarie coperture: ciò fa pensare che abbia opportunamente corretto la posizione espressa in precedenza e criticata nel mio post.
Però in una successiva intervista, pubblicata su La Stampa il 7 dicembre, alla domanda “ M5S ha detto che vorrebbe politiche espansive alla Trump, Con i nostri numeri è difficile senza violare le regole UE”, ha risposto: “ Non voglio violarle. Voglio ricontrattarle come di fatto hanno fatto Francia e Spagna. Investono nella famiglia perché hanno sforato il tetto del 3% per il deficit. Noi non metteremo tasse sulla casa o patrimoniali”:
Questa affermazione può essere compatibile con la precedente solo se attuata dopo la prima: se un nostro eventuale Governo targato 5 Stelle dimostrasse di saper realmente incidere su spese improprie e sull’evasione, la UE potre accettare un negoziato sui vincoli. E altrettanto farebbero i mercati. In caso contrario, il taglio delle tasse potrebbe diventare un boomerang.
Roberto

Unknown ha detto...

Di conseguenza, la risposta di Di Maio è solo un pour parler, non un programma politico. Tutti i partiti fanno promesse: i 5stelle dimostrano, alla prova dei fatti, di essere un partito come gli altri, con qualche elemento migliorativo ma della stessa sostanza. Non solo non toccano i problemi reali delle disfunzioni della democrazia, ma addirittura non provvedono a colmare i dislivelli di disponibilità delle diverse categorie sociali pur essendo competenti in materia data la responsabilità imprenditoriale dei Casaleggio nel campo 4.0 della rete (ormai addirittura 5.0)

roberto ha detto...


E' possibile che sia solo un pour parler ma è da verificare: vediamo che cosa proporrà e poi impegnamoci a commentarlo senza pregiudizi ma amche senza sconti.
Mi piacerebbe che i partecipanti alle nostre discussioni, oltre ad esprimere le loro opinioni, diventassero dei "fact checkers" o, detto più in chiaro, dei "segugi" capaci di rilevare il divario fra promesse e fatti e di portarlo alla luce esplicitamente e costruttivamente.

Fabrizio Viscardi ha detto...

Ciao Roberto penso sia tutto un bel dire. I tuoi assunti sono condivisibilicome qualcuno degli interlocutori, ma, allo stato, il bicchiere lo vedo mezzo vuoto e penso che la estrema sintesi che bene spiega il perché questo popolo di poveretti ( di mente e di risorse) sia ridotto così, è bene espresso in questa vignetta di Google Plus, con qualche mio commento espresso.

Il grande Montanelli diceva che se non si è all'altezza di indagare sulle premesse storiche, anche le più remote, non si potrà mai capire perché questo fallito paese si trovi nella attuale condizione.

Apprezzo sempre quello che scrivi e Ti auguro buon lavoro ed una buona giornata.

Con un cordiale saluto.

Fabrizio

roberto ha detto...

Ciao Fabrizio, ti ringrazio dell'apprezzamento e capisco bene i motivi che t'inducono a vedere il bicchiere mezzo vuoto.
Tuttavia vorrei che le oggettive difficoltà in cui ancora si muove il nostro Paese (il PIL è ancora ad di sotto di quello del 2008, il sistema politico non è ancora all'altezza della sfida posta da un futuro semprè più competitivo, ecc.)non offuscassero rotalmente i punti di forza che abbiamo (siamo la seconda potenza industriale del continente e la stessa posizione abbiamo per la robotica, su cui si giocherà gran parte dello sviluppo economico mondiale, solo per fare un esempio).
Anche la politica dà alcuni segni di progresso ( la gestione determinata degli investimenti internazionali nelle nostre imprese, la discussione seria e approfondita nella Commissione parlamentare sulle banche ed anche i passi indietro di Alfano e Pisapia, che mostrano che non tutto si fa per brama di potere e di poltrone).
Ciao.
Roberto

Unknown ha detto...

Tutto quello che esponi, in modo come sempre corretto e profondo, è esatto. Il problema di questo paese è la conduzione politica, essenzialmente fatta di politiche stataliste, di stampo cattocomunista, che assorbono la maggior parte delle risorse, lasciando pochi soldi a chi lavora, sia esso imprenditore che dipendente. E da qui è difficile uscirne se non si riesce a modificare questo stato di fatto. Speriamo in ben per il futuro. Ciao e grazie

roberto ha detto...


Il c.d. "partito della spesa" è quello che va per la maggiore nel nostro Paese e, se è tipico della sinistra, è presente pure nel centrodestra: le forze liberali somo sempre state minoritarie.
E' compito degli elettori far sentire ai candidati alle prossime politiche che chi si propone di operare allegramente in defici se andrà al Governo, non verrà votato.
Ciao e grazie a te.