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giovedì 8 febbraio 2018

Una visione strategica per l'Italia


I programmi elettorali resi noti dal Movimento 5 Stelle, dalla coalizione del centrodestra e dal PD sono accomunati dal fatto di contenere un certo numero di punti  (da 10 a 100) ma di mancare di una visione d’insieme che dia il senso di un traguardo da raggiungere e della direzione di marcia per conseguirlo.  E’ un limite che viene da lontano perché non vi è mai stato storicamente un orientamento di tipo strategico nel nostro sistema politico, che si è sempre mosso con una prospettiva di breve o brevissimo termine. Tale limite non potrà, molto probabilmente, essere superato prima della prossima tornata elettorale, ma vale la pena proporre qualche considerazione al riguardo come stimolo ad un miglioramento della qualità dei programmi elettorali. A questo scopo proponiamo alcuni scenari di fondo, con relative opportunità e minacce, e poi il ruolo che il nostro Paese può giocare in tale contesto. Le riflessioni seguenti vanno viste come uno stimolo di  tipo metodologico, con alcuni contenuti esemplificativi, che dovrebbero essere integrati e/o modificati inn rapporto alle priorità economiche, sociali e culturali caratteristiche di ciascuna forza politica.

1 – Scenari 

Tre sono i macrotrend già in atto che caratterizzeranno la realtà del mondo futuro:

- una straordinaria rivoluzione tecnologica, portatrice di un marcato e duraturo sviluppo economico, caratterizzato però da crescenti diseguaglianze sociali

- Una inarrestabile globalizzazione, di cui va corretto il carattere selvaggio che ha depauperato le classi medie del mondo occidentale

- Un profondo mutamento nel mercato del lavoro, con scomparsa di gran parte delle mansioni attuali, anche intellettuali, sostituite da automazione e intelligenza artificiale e la nascita di nuove professioni in campi inesplorati

Le grandi potenzialità e minacce di questo scenario devono fare i conti anche col rischio, ben evidenziato dalla comunità scientifica internazionale in occasione di due recenti convegni mondiali, di un possibile predominio delle macchine intelligenti sulla specie umana.

2 – Opportunità per il nostro Paese

L’impetuosa crescita dei Paesi emergenti comporta la comparsa sui mercati mondiali di alcuni miliardi di nuovi consumatori, con aumento esponenziale della domanda di beni e servizi. In tale contesto l’Italia ha i seguenti punti di forza:

- Una struttura industriale di tutto rispetto ( la seconda in Europa)
- Una posizione rilevante nell’automazione dei processi (siamo fra i maggiori produttori e fruitori di robot)
- La leadership mondiale nel patrimonio culturale
- Eccellenze in tutti i settori che contribuiscono al miglioramento della “qualità della vita” ( design, moda, enogastronomia, sanità, ecc,)

Tali punti di forza sono sottesi da due caratteristiche distintive del nostro popolo: creatività e buon gusto. Su questi fattori deve basarsi il nostro ruolo nella competizione economica e politica globale. 

3 – Obiettivi e strategie
L’obiettivo principale è fare del nostro Paese un protagonista nello sviluppo economico e sociale della società globalizzata, in cui la politica deve tornare a dare indirizzi alla società e non subire quelli dei potentati economici e finanziari. Ovviamente questo ruolo va giocato anzitutto in ambito europeo per dare slancio ad un progetto realmente vitale, non più frenato da pesanti e inaccettabili condizionamenti burocratici.
Di seguito sono indicati, a titolo di esempio, tre settori chiave da potenziare affinché il nostro Paese possa metaforicamente , “giocare in Champions League”

3.1 – Intelligenza artificiale
La competizione è estrema e giocata da colossi multinazionali con risorse superiori a quelle degli Stati, ma l’Italia, proprio per le sue superiori doti di creatività, può aspirare a ritagliarsi uno spazio significativo anche nell’area più delicata e impegnativa, cioè il controllo delle macchine affinché il loro enorme potenziale non si ritorca contro l’umanità.
Possiamo contare a questo scopo sulla nostra rilevante posizione nel mondo della robotica, e sulla presenza di Istituti scientifici e tecnologici di alto livello (es. Istituto Italiano di Tecnologia, Scuola Normale di Pisa, Scuola superiore Sant’Anna, ecc.) già ben posizionati nel settore.
L’esigenza primaria è di mettere a sistema le numerose eccellenze che abbiamo in campo scientifico, universitario e industriale : lo Human Technopole, che sta sorgendo nel sito che ha ospitato EXPO è un buona iniziativa da citare al riguardo.

3.2 – Stile di vita
Ciò che gli stranieri più invidiano agli italiani è il già citato connubio fra creatività e buon gusto che ha sempre storicamente prodotto, in epoche diverse, una testimonianza di bellezza e un saper vivere che oggi si traduce anche in un tasso di longevità secondo solo a quello del Giappone.
Anche in questo caso si tratta di collegare e creare sinergie fra i diversi ambiti che toccano la qualità della vita (basta pensare, ad esempio, al nesso fra il cibo mediterraneo e la salute o a quello fra successi negli sport motoristici e valorizzazione dei” brand “ italiani anche di altri settori). 

3.3. – Turismo di qualità
Il turismo diventerà probabilmente il settore trainante dell’economia planetaria e il Bel Paese ha tutte le carte in regola per tornare ad essere il punto di riferimento mondiale in questo ambito (oggi siamo superati da Francia, Stati Uniti, Spagna e Cina), puntando soprattutto alla fascia alta dei flussi turistici, che può essere particolarmente attratta dal nostro ineguagliabile patrimonio artistico e culturale.
Questo obiettivo richiede lo sviluppo di alcune linee d’azione di cui citiamo ad esempio:
3.3.1. – Sistemazione idrogeologica e messa in sicurezza del territorio: in quest’ottica le spese per prevenire le calamità naturali non vanno più viste come pesanti oneri ma come un autentico investimento produttivo.
3.3.2 – Ammodernamento del patrimonio alberghiero: per rispondere in modo adeguato alle aspettative della fascia alta del mercato
3.3.3 - Riqualificazione dei borghi storici: come dimostrano alcune più o meno recenti esperienze, tale azione può arricchire l’offerta turistica con autentici, inimitabili gioielli.

Auspichiamo che questi spunti possano avviare un dibattito all’interno e fra le forze politiche che vogliono contribuire incisivamente alla crescita economica e sociale del Paese.
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16 commenti:

Dario Lodi ha detto...

Tutto moto bello, caro Roberto. Ma credo che prima di tutto occorra cambiare i personaggi della politica, esigere più edificanti regole d’ingaggio (per evitare un Salvini, una Boschi, un Renzi, una Boninom un Berlusconi, ecc.). Il mondo civile si deve svegliare!



roberto ha detto...


Un cambiamento dello status quo è certamente necessario e il 4 marzo è un'occasione da cogliere.
Ciao.
Roberto

Andrea Figna ha detto...

Caro Roberto

Leggo sempre con interesse il tuo blog. A mio parere c’è un’ altra questione strategica da affrontare: il rapporto con l’ Islam.

A questo proposito c’è un mistero che non riesco a spiegarmi. E’ chiaro che la stragrande maggioranza degli islamici, anche i cosiddetti moderati, sono per l’inferiorità della donna, sono omofobi e contrari a quelle libertà individuali che sono il fondamento della nostra cultura. Perché allora nessuno della sinistra, non solo italiana, che è sempre stata per la parità di genere, a favore dei gay e dei diritti individuali, osa spendere una parola su questo tema? Non solo, ma chi critica l’Islam anche in maniera pacata e circostanziata, viene bollato come islamofobo e fascista. Come è possibile che per esempio la Boldrini, che si occupa del maschilismo del vocabolario, non abbia mai parlato , almeno per quanto ne so, contro la poligamia, l’infibulazione, la persecuzione dei gay? Anzi la sinistra accoglie e sostiene personaggi di dichiarata fede islamica, compiendo così un suicidio politico.

Mi sembra una cosa folle, ma soprattutto non riesco a capirne la ragione, tanto più che non sono solo pochi quelli che tacciono, ma un’intera comunità culturale.

Mi piacerebbe che qualcuno potesse illuminarmi.

Un caro saluto

Andrea

roberto ha detto...


Caro Andrea,

condivido le tue preoccupazioni e provo ad azzardare una risposta.

La sinistra si è sempre meossa in base a premesse ideologiche indiscutibili e con questo suo "rigore dottrinale" ha messo a tacere nel tempo le altre ideoologie fino ad occupare tutto lo spazio politico e culturale: le idee della sinistra ispirano ad esempio tutte le testate giornalistiche cosiddette "indipendenti" e sono riuscite a imporre nel linguaggio pubblico degli standard come il "politicamente corretto" che in molti casi portano a conseguenze assurde, come quella di accusare di razzismo chiunque si permetta anche solo di usare il termine razza per indicare le differenze fra gruppi etnici.
Il fatto è che ora la sinistra si trova di fronte ad una componente delle società occidentali, quella islamica, che in fatto di dogmatismo la supera alla grande e ciò pone la nostra sinistra in condizione d'inferiorità psicologica, inducendola a chiudere un occhio, anzi due, di fronte ai pericoli che un Islam arrembante e non gestito può creare per i nostri fondamenti culturali e per lo stesso assetto sociale e politico del Paese.
Per governare il fenomeno Islam ci vuole la fine degli approcci puramente ideologici

e l'adozione di un modello pragmatico che ponga condizioni precise a questa comunità.

Ciao.

Roberto

Franco Puglia ha detto...

Una strategia per un presente proiettato nel futuro. Un tema da niente !
Si, manca una visione, e mai c'è stata. Forse mai ci sarà, in Italia.
I nostri "punti di forza" sono deboli.
Alcuni numeri : 60 milioni di abitanti, circa 31 milioni di contribuenti fiscali, di cui 16 milioni sono pensionati (quindi a carico della spesa pubblica) e 3 milioni sono dipendenti pubblici. Restano 12 milioni di produttori di ricchezza : il 20% della popolazione.
Con questi numeri un paese non si regge, non ha prospettive di sviluppo, non può avere alcuna visione.
E allora ?
Prima ancora di ragionare sul nostro mondo in rapida evoluzione ed elaborare una visione di sviluppo, occorre, in questo momento, liberare al massimo le forze produttive.
Significa creare un terreno in cui lo sviluppo, quale che sia, possa attecchire.
Non sappiamo quale sviluppo : presumere di poterlo governare, nel presente, è presunzione pura.
Occorre defiscalizzare e de-legiferare, sburocratizzando tutto.
Occorre un clima di ritrovata sicurezza e coesione sociale, e la "accoglienza dei migranti" non trova posto in un tale contesto.
Occorre una macchina della Giustizia che funzioni bene e in fretta, ma significa mettere al macero un buon numero di magistrati e crearne di nuovi.
Il tutto da realizzarsi in breve, cosa non possibile.
I programmi politici del centro destra spacciano un tale scenario come a portata di mano, ma non lo è. Sono promesse a vuoto : la riforma fiscale propagandata dal centro-destra costa almeno un centinaio di miliardi. Per metterla in atto serve comprimere la spesa pubblica. Cottarelli, noto come revisore della spesa, forse si può tagliare credibilmente di 32 miliardi, in due..tre anni.
In queste condizioni il paese è in stallo. Troppi danni pregressi. Se l'inflazione rialzasse la testa e con questa gli interessi sul debito saremmo al tracollo.
In Europa hanno una soluzione pronta per noi : BOT subordinati, su cui scaricare il debito insostenibile. BOT da svalutare a zero, o quasi. A spese di chi ? Nostre, dei cittadini, non delle banche. Ragionevole, come tagliarsi una gamba perché è in cancrena.
Pessimista ? No. Se fossi pessimista sino in fondo avrei già dovuto lasciare l'Italia.
Spero che regga qualche anno ancora in condizioni tollerabili, sino a quando avrò vita.




























Mancini ha detto...

E' necessario partire dalle cose anche più semplici. Per esempio, una Politica che vuole sembrare diversa da quella del passato, come fa a non abolire i VITALIZI che sono l'emblema della diversità tra la Politica e i Cittadini ???!!!
Incominciamo da queste piccole ,grandi cose prima di affrontare i massimi sistemi.
Mancini

roberto ha detto...

Rispondo a Franco Puglia:

Sono perfettamente d’accordo con te sull’assoluta esigenza di liberare anzitutto le forze produttive dalle pastoie burocratiche e dalle lentezze della giustizia, creando anche un contesto di maggior sicurezza e coesione e che questo compito è comunque assai impegnativo. Dissento invece dal’idea che pensare ora alla linea di sviluppo del Paese sia presunzione perché senza visione le riforme sono impotenti. E’ vero che il futuro non è del tutto decifrabile ma le linee di fondo che ho descritto nel post sono inequivocabili e certe. Su queste occorre basarsi.
Bisogna anche dire che la realtà è fortunatamente migliore delle proposte demagogiche e talvolta sconclusionate contenute nei programmi elettorali. Basta pensare al formidabile Piano “Industria 4.0” lanciato con determinazione dal Ministro Calenda, che vuole portare l’intero sistema produttivo italiano, comprese le piccole e medie imprese, nel futuro digitale. Questo Piano è frutto di una visione di medio-lungo termine ed è la premessa per una strategia di sviluppo scientifico e tecnologico allo “stato dell’arte” , come quella auspicata nel post.
Concordo con la tua valutazione dei rischi che il nostro Paese corre a causa del suo enorme debito pubblico qualora l’inflazione dovesse rialzare la testa. Su questo aspetto i programmi elettorali sono particolarmente carenti: non ce n’è uno che proponga un credibile taglio della spesa pubblica che, come tu dici, sarebbe comunque insufficiente ma che manderebbe un segnale inequivocabile di serietà ai mercati, alle Istituzioni europee e ai nostri partner e che eviterebbe le drastiche soluzioni da te prospettate.
Non posso però condividere la tua visione “disperata” (nel senso di “senza speranza”) del futuro perché non è vero che “ i nostri punti forti sono deboli”: se così fosse la Cina non avrebbe scelto l’Italia, fra i Paesi Occidentali, come partner per le sue avventure spaziali, cosa che invece ha fatto avendo un’altissima considerazione del nostro sistema di ricerca e sviluppo in questo settore.


roberto ha detto...


Rispondo a Mancini:

L'eliminazione dei vitalizi sarebbe un altro importante segnale di serietà (oltre a quello citato nella mia risposta a Franco Puglia) che darebbe credibilità ad un sistema politico squalificato dal suo essere "casta" fino al midollo.
Ma, come ho stritto a Franco, il segnale non basta: ci vuole un Progetto Paese che miri a valorizzare le tante eccellenze che abbiamo ma che stentano a "fare sistema".
Accontentarsi dei "piccoli passi" non è la soluzione dei nostri problemi.
Roberto

Vittorio Bossi ha detto...

Ciao Roberto,
Alcune considerazioni, 1) il mercato del lavoro garantito (stato, comuni, regioni enti etc) cosi' come organizzato non produce nessun valore (vediamo il lifting della Madia..) costa e non riconosce i meriti a coloro che lavorano duramente 2) il turismo necessita di investimenti finalizzati nelle infrastrutture e trasporto pubblico 3) il costo di questa rivoluzione deve essere ricavato dalla spending review, tagli di enti, lotta all'evasione fiscale etc ovvero senza aumentare il debito 4) la promozione del ns paese deve essere fatta da un unica cabina di regia e non con iniziative delle singole regioni
UN saluto Vittorio

roberto ha detto...


Ciao Vittorio,

come puoi vedere dalle risposte che ho dato agli altri commenti, sono d'accordo con le tue consideraioni e in particolare,con l'assoluta esigenza di non aumentare il debito pubblico: non basta, come fa ad esempio il programma del PD, affermare che il rapporto debito/PIL si è stabilizzato perché ciò è dovuto esclusivamente all'aumento del denominatore ( il PIL) ma senza una riduzione del numeratore ( il debito) che ha continuato ad aumentare. Nel progfamma dei 5 Stelle si parla di una riduzione del debito dal 132% al 100% in dieci anni ma le fonti di questa risduzione sono poco credibili. Nel programma del centrodestra il tema è sostanzialmente ignorato.

Ciao.
Roberto

Laura banchelli ha detto...


Sempre puntuale e intelligente il punto di vista del mio amico..riusciranno i " nostri eroi" a vederlo?

roberto ha detto...


Al momento non si sa, ma più avanti lo capiremo.
Grazie e ciao.
Roberto

Unknown ha detto...

Caro Roberto, a parte il timore di conquista della razza umana da parte dell'intelligenza artificiale, che lascerei confinato si romanzi di fantascienza, non posso che condividere le tue osservazioni e molti dei commenti che leggo.
Nei programmi dei partiti che trovo principalmente elemosine per oggi, non progetti per domani.
O addirittura trovo proposte per problemi di ieri, ignorando che le situazioni stanno evolvendo in ben altre direzioni.
Oltre ai temi sviluppati da te e dagli altri lettori, citerei quello relativo all'armonizzazione dei vari poteri normativi e delle varie leggi, che, in conflitto e senza scale di prioritá, disincentivano nuove iniziative, indispensabili per proseguire con la crescita.
In sintesi, ecco, e salvo qualche minimo cenno molto marginale da parte di qualcuno che peró mi sembra sulla via del disimpegno, trovo che chi ci chiede il voto si proponga di guidarci guardando indietro o a un mondo immaginario e allora certamente andremo a sbattere.
Pertanto il nostro impegno civico di puntualizzatori non potrá venir meno.
Giorgio

roberto ha detto...


Concordo con le tue considerazioni e conclusioni.
Sul Corriere di oggi c'è un editoriale di Ferruccio De Bortoli e un'intervista al Presidente di Confindustria Boccia che svolgono riflessioni analoghe: i programmi parlano di promesse in gran parte irrealizzabili, che non fanno i conti con le scarse risorse e non si pongono seriamente l'obiettivo di destinarle allo sviluppo del sistema produttivo da cui in sostanza dipende la creazione di ricchezza e di posti di lavoro.
La nostra battaglia, come tu dici, deve quindi continuare.
Roberto

roberto ha detto...

Nei commenti al post precedente alcuni lettori hanno auspicato una mia partecipazione a talk show. A seguito di tale sollecitazione ho scritto a due dei più noti conduttori una mail il cui testo è riportato di seguito:

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Gentili Floris e Formigli,

sono stato invitato da alcuni lettori del mio blog " La politica dei cittadini" (www.civicum.blogspot.com ) a proporVi di inserire, fra i partecipanti ai Vostri talk show, anche la nostra voce, che cerca di esprimere le attese della società civile, essendo totalmente estranea a forze politiche.
Se riterrete opportuno prendere in considerazione tale proposta, sarò lieto di portare il mio contributo sul tema in oggetto, che ho trattato e tratterò nel blog. Nel ringraziarVi della cortese attenzione, porgo cordiali saluti.

Roberto Barabino

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Per ora il messaggio non ha avuto risposta; se venisse, ne terrei informati i lettori del blog.

roberto ha detto...

Integro la risposta ad Andrea Figna:

L'approccio ideologico della sinistra sul tema "immigrazione" si basa su un'accettaziones sostanzialmente indiscriminata dei flussi migratori ritenuti inarrestabili e necessari. Affrontare esplicitamente alcune caratteristiche culturali del mondo islamico che sono palesemente contrarie ai fondamenti della nostra civilità occidentale significherebbe dover mettere in discussione il dogma predetto e far venir meno la convinzione, così radicata in quest'area politica, di aver sempre ragione anche quando i fatti dicoo palesemente il contrario. Questo atteggiamento non è solo della sinistra-sinistra ma anche del PD (con le dovue eccezioni, come Minniti), tanto è vero che il tema in oggetto è trattato, in un programma di 42 pagine, nell'ultima e in termini generici, disattenti all'allarme sociale in atto nel Paese.