http://civicum.blogspot.it/2018/03/di-maio-e-salvini-premier-rotazione.html
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Nella mail di presentazione del post “Di Maio e Salvini: premier a rotazione?” del 23 marzo, ho scritto che “ i due vincitori delle recenti elezioni non possono sfuggire alla congiunta responsabilità di dare al Paese un governo funzionante”.
Purtroppo,
al termine de l travagliato periodo delle consultazioni, dobbiamo constatare
che invece essi hanno fallito perché hanno frainteso la loro vittoria, che in un contesto
sostanzialmente proporzionale è necessariamente relativa, come se fosse stata
una vittoria assoluta e si sono comportati di conseguenza, adottando
atteggiamenti perentori , ponendo
condizioni inderogabili e soprattutto
stabilendo esclusioni preventive ( il “
mai con Berlusconi” dei pentastellati e il “ mai con il PD “ della Lega) che
sono del tutto incompatibili con la logica di un sistema elettorale proporzionale
che si basa fondamentalmente sul “necessario compromesso” e nel quale le
esclusioni possono anche starci, ma devono essere successive a tentativi seri
di verifica delle rispettive posizioni su temi concreti. Averle poste, invece, come precondizioni per
trattare ha irrigidito le posizioni di tutti gli attori, compreso il PD. In
questo contesto l’idea di poter convincere Berlusconi a fare una passo indietro o di lato per dare il via libera ad
un governo fra 5 Stelle e Lega era pura utopia, come i fatti hanno dimostrato.
Neanche il
fragoroso fallimento delle consultazioni ha indotto i “nostri eroi” a più miti
consigli: Di Maio e Salvini si sono permessi, compiendo un notevole sgarbo
istituzionale, di bocciare un governo di garanzia prima ancora che il
Presidente della Repubblica lo proponesse e di indicare in modo quasi ultimativo date
delle prossime elezioni che non compete a loro stabilire, per di più in pieno
periodo estivo compiendo uno sgarbo anche nei confronti degli elettori. La ciliegina
sulla torta è l’idea balzana che le
prossime elezioni siano un ballottaggio fra Lega e 5 Stelle.
L’impressione
che si trae complessivamente da queste vicende è quella di “dilettanti allo
sbaraglio”, che presumono di poter giocare ad un gioco più grande di loro. Ho
scritto, al termine del post del 2 aprile, “ se i due vincitori non trovassero un solido accordo fra loro o con
altre forze politiche, gli elettori li punirebbero certamente e severamente”.
Rimango di questo avviso malgrado vengano fatti circolare risultati di sondaggi
che indicherebbero un certo aumento delle preferenze per M5S e Lega in caso di
elezioni a breve. A mio avviso, invece, in tale circostanza ci sarebbe un’impennata
di astensioni come protesta per l’irresponsabilità delle forze politiche che
potrebbe preludere ad un movimento popolare finalizzato a costituire una nuoa
forma politica che, in post precedenti, ho indicato con il termine “Unito”
perché la sua caratteristica principale sarebbe quella di superare sia i vecchi steccati (destra – sinistra) si
quelli nuovi ( globalisti – sovranisti) per offrire una “ricetta politica” che
tenga conto delle diverse sensibilità e istanze dell’elettorato e punti,
attraverso una giusta mediazione al proprio interno e con altre forze, alla
tutele del bene comune, che i partiti e i movimenti vecchi e nuovi evocano
spesso a parole ma che si dimostrano incapaci di perseguire.
Perché tale
movimento prenda forma occorrono uomini politici, già sperimentati o nuovi, che
abbiano il coraggio di dar voce alla maggioranza dei cittadini che non partecipa
più ai riti elettorali ma che vorrebbero e potrebbero rimettersi in gioco. In
tempi come gli attuali, caratterizzati
dalla totale fluidità dell’elettorato, tale nuova offerta, destinata a
scombussolare un sistema politico paralizzato, potrebbe passare da zero a
milioni di voti in poco tempo.
Se le forze
politiche attuali vogliono esorcizzare questa eventualità, occorre che non
rifiutino in modo aprioristico il “governo di garanzia”, che è l’unica
possibilità di giungere, in modo ordinato, a nuove elezioni senza esporre il
nostro Paese a gravi rischi sistemici.
Invito
quindi i leader a riflettere attentamente sulla situazione e sulle conseguenze che
potrebbe avere il muoversi ancora con
logica solo di parte e sulla base di infondati calcoli elettorali di breve
termine.
8 commenti:
Azzardo un commento proprio ora, nello iato temporale tra l'intenzione di Mattarella di varare un governo neutrale (ma che cosa vuol dire questa espressione?) e la scadenza delle 24 ore di tempo chieste a Mattarella da Lega e 5S per l'ultima trattativa.
Sì, non tolleravo quando le parti invece che parlare di contenuti si delegittimavano a vicenda, né le ho tollerate fino ad oggi che invece che parlare di contenuti si ricattano a vicenda, né le ho tollerate in questi giorni in cui dichiaravano la fiducia in Mattarella pronti invece ad impallinarne le proposte, né le ho tollerate in campagna elettorale quando invece che far discendere le proposte da una visione inclusiva facevano solo l'inventario delle rabbie e delle paure della gente.
Sembra che il profumo del potere renda tutti ebbri.
Nessuno si rende conto che con Trump il mondo è cambiato e neanche piú le (per noi comunque inapplicabili) ricette di ieri possono aiutarci a generare le risorse di cui abbiamo bisogno. Ma questi sono noiosi contenuti, non interessano alla gente, ci basta la promessa di un reddito.
Il dato forse più eclatante di questa vicenda post elettorale è il totale disinteresse per i contenuti ( di cui non si è conretamente mai parlato, nè trattato, almeno pubblicamente) e per la coerenza: da un giorno all'altro abbiamo assistito ai più smaccati votafaccia fra leader che prima si danno attestazioni di stima e fiducia, per poi smentirle brutalmente e per poi riaffermarle nuovamente, senza alcun pudore. Sembra che anche in questo Berlusconi (che dell'incoernza ha fatto un'arma strategica) abbia fatto scuola:tutti vogliono sentirsi leberi di affermare tutto e il contrario di tutto, a piacimento.
Se il governo politico nascerà, dovrà comunque fare iu conti con la realtà delle nosere scarse risorse e dei nostri instabili conti pubblici, dai quali non si potrà prescindere.
caro Roberto, io non mi metto più a fare previsioni perché ormai mi sembra del tutto inutile. Tutto e il contrario di tutto è possibile e non so più cosa augurarmi per il bene dell'Italia e dei suoi cittadini e cittadine! Ormai campiamo alla giornata sperando che Dio ce la mandi buona...
Cara Eddi,
condivido la tua perplessità: la situazione è complicata perché le "forze nuove" mancano evidentemente di esperienza e di senso della misura.
Abbiamo però lo "scudo" di Mattarella che, se non si avrà un'evoluzione positiva della caotica trattativa in corso, ne prenderà atto e deciderà di conseguenza.
Stiamo a vedere.
Roberto
Questione di ore e sapremo “di che morte dobbiamo morire”: mai detto popolare è più azzeccato, se applicato alla situazione di oggi – a meno che il Presidente non riesca a metterci una pezza.
Se prima delle elezioni prevedevo il peggio, ebbene il peggio si è avverato: la vittoria di due populismi beceri, arroganti, volgari segna senza dubbio il punto più basso della nostra storia dall’Unità fino ad oggi. Ora si mettono insieme, e aspettiamocene le logiche conseguenze. Si parla di un Di Maio ministro egli esteri: ve lo immaginate a dare istruzioni agli ambasciatori, a confrontarsi con la Merkel? E quando saranno sul tappeto a Bruxelles le piccole questioni come i rapporti con USA e Russia, il Medio Oriente, il trattato con l’Iran, quale sarà il suo apporto? Via, cerchiamo di essere seri.
Non che andando dall’altra parte ci sia gran che da sperare, anzi sarebbe magari peggio.
Sarebbe bello se potessimo tenerci Gentiloni. In mancanza, abbiamo ancora la flebile speranza di un Governo del Presidente, qualunque esso sia
Come ho scritto nel mio precedente commento, lelacune dei nuovi sono evidenti e non promettono nulla di buono.
Inoltre le difficoltà a "trovare la quadra" rendono più che plausibile che i due protagonisti cerchino di sfilarsi dall'accordo per puntare sul ritorno alle urne.
Se però il loro programma, attualmente irrealizzabile, venisse ridimensionato e passasse il vaglio del Presidente della Repubblica, bisognerebbe correre il rischio di vederli all'opera, anche se il rischio è grosso, perché non c'è dubbio che la loro "vittoria relativa" è frutto del voto e di un malessere giustificabile.
Roberto
Hai perfettamente ragione. La cosa induce a pensare, ancora una volta, a un difetto di base: l’elevazione alla politica di personaggi mediocri, se non peggio. Un politico dovrebbe avere requisiti ben superiori a un Di Maio o a un Salvini (personaggio trash quanto mai), per tacere di Berlusconi (un delinquente). Possibile non si riesca a trovare un modo per evitare bassezze del genere? L’Italia non è (con tutto rispetto) l’Uganda. Ciao,
Dario
Credo che tutto parta dal fatto che non ci sono più i partiti "solidi", cioè forze organizzate, capaci di sviluppare al loro interno una dialettica anche accesa ma costruttiva e di formare gradualmente una classe dirigente. Oggi le forze politiche sono "liquide", ciosono troppo dipendendenti dai leader che, se incapaci, li possono portarerapidamente alla rovina.
Ciao.
Roberto
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