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venerdì 19 agosto 2011

Lettera di un "pagatore fiscale" sulla manovra

Ospito con piacere la seguente lettera che mi è stata inviata da un amico, lettore del blog e che è stata pubblicata, con qualche taglio, su "Il Corriere della Sera" del 17 agosto.

Mette bene in evidenza, e con amara ironia, il disagio che prova un membro della classe media, con lavoro dipendente, che viene tartassato dalla manovra, mentre altre categorie, che guadagnano molto e dichiarano poco, evitano qualsiasi prelievo.

Come è stata rimarcato da molti commentatori, una manovra " lacrime e sangue" è giustificabile  e accettabile solo se l'onere della stessa viene effettivamente rapportato alla capacità contributiva. Dato il diffuso fenomeno dell'evasione e dell'elusione fiscale, rischiano invece di pagare sempre " i soliti noti" cioè coloro che non possono occultare i loro redditi.

E' necessario che le correzioni oggi allo studio tengano conto non solo dei redditi dichiarati, spesso risibili, ma anche di altri indicatori di ricchezza che spesso esistono e "fanno a pugni" con quanto  fiscalmente dichiarato.

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Il giorno 16/ago/2011, alle ore 16,36, "Zorzi Andrea" ha scritto a Ferruccio De Bortoli:


Caro Direttore,
la recente manovra del Governo costerà alla mia famiglia 21mila euro di contributo di solidarietà in tre anni.
Dovrei essere abituato, ma Le confesso che stavolta ho provato la stessa sensazione di quando mi entrarono i ladri in casa.Noi lavoratori dipendenti "pagatori fiscali" abbiamo tre problemi.
Primo: ci sentiamo in colpa perchè ci fanno sentire ricchi quando invece siamo più poveri di tutti i carrozzieri, barbieri e baristi che conosciamo.
Secondo: ci sentiamo in colpa perchè ogni mese abbiamo lo stipendio sicuro, mentre i coraggiosi evasori-autonomi rischiano in proprio.
Ma noi "pagatori fiscali" abbiamo anche dei vantaggi competitivi. Siamo gli unici che possono dire ad alta voce quanto guadagnano, gli unici che possono chiedere trasparenza alla politica e all'economia senza provare vergogna, perchè paghiamo più di tutti per le scuole dei bambini (anche degli altri), gli ospedali, le strade, le missioni di pace. Dal punto di vista delle entrate pubbliche siamo, senza moralismo, gli italiani migliori. Dico senza moralismo perchè anche noi se potessimo evadere lo faremmo. Ebbene sì: siamo anche sinceri.
Ma qual'è il nostro terzo problema, il più grave di tutti? Non abbiamo rappresentanza politica.
E' pazzesco, visto che paghiamo più di tutti, ma è così. La Lega fingendo di occuparsi di federalismi vari e ministeri brianzoli in realtà, da sempre, rappresenta e difende a tempo pieno gli evasori fiscali, anche grazie all'amico Tremonti che lo fa di mestiere da prima di entrare in politica.
E vabbè, si sa. Prima lo faceva la DC, ora l'hanno sostituita loro. Il resto della destra è pieno di "pagatori fiscali" ma putroppo ha bisogno della Lega e si deve adeguare. E ri-vabbè.
Quella che è incredibile è la sinistra. Non una parola sugli evasori fiscali intesi come ladri che ogni giorno rubano denaro alle nostre famiglie di "pagatori fiscali". Ha mai sentito la sinistra parlare in questo modo? Mai. Invece avrà certamente sentito grandi complimenti e attenzione per gli imprenditori, gli artigiani e i commercianti. Mai un grazie per i di loro dipendenti, poveri, unici e soli contribuenti completi.
Un'incredibile sinistra che, sul tema del fisco, si affida alle analisi degli artigiani di Mestre. Artigiani? Ma per piacere, li conosciamo, sono gli stessi che ci fanno i lavori in casa senza ricevuta fiscale: è come cercare il concetto di lealtà in un trattato dei Giuda Iscariota! Tutto ciò ha una conseguenza terribile, direi macroeconomica. L'Italia è l'unico paese europeo dove non solo questa ma qualsiasi manovra economica si fonda su dati di partenza bugiardi.
Quando sento dire che "chi ha di più deve dare di più" in Italia mi vengono i brividi perchè penso: rieccoli. devo pagare un'altra volta, mentre il mio amico che fa il piastrellista potrà invitarmi anche quest'anno a festeggiare l'acquisto del suo quattordicesimo appartamento: Si è imposto di comprarne uno all'anno da quando ha messo su la ditta e per questo suo eroico impegno, assolto puntualmente in contanti, dobbiamo brindare: all'appartamento e al fatto che i suoi figli siano stati esentati dal pagare le tasse universitarie. E' giusto, sono poveri.
Caro Direttore, Le chiedo una Sua opinione: e se i "pagatori fiscali" facessero un loro partito?
Semplice,snello, con base sociale certa e obiettivi facilmente delineabili? Come La vede?
Con stima.




























































1 commento:

roberto ha detto...

Nella mia breve introduzione alla lettera di questo post non sono entrato nel merito del quesito in essa contenuto, che non ha avuto risposta anche perchè questa parte della lettera è una di quelle tagliate.
Provo ora a dire la mia su questo argomento:l 'ipotesi fatta da Andrea è non solo geniale ma anche rivoluzionaria, nel senso positivo che ho dato a questa parola nel primo post di questo blog ("La rivoluzione di maggio") che riguardava il significato delle recenti elezioni amministrative: i cittadini non sono più disposti a farsi condizionare, nelle loro scelte elettorali, da pregiudiziali ideologiche, ma puntano ad ottenere risultati concreti, cambiando partito, se necessario, senza rispettare le tradizionali appartenenze e i consueti steccati fra destra,centro e sinistra. Tale tendenza è stata confermata e amplificata in occasione dei referendum, nei quali oltre 10 milioni di cittadini di centrodestra si sono recati alle urne contro il parere esplicito o implicito dei loro partiti di riferimento ed hanno votato si.
L'ipotesi avanzata da Andrea è su questa linea ma è ancor più avanzata e cioè che i cittadini "pagatori fiscali" si facciano direttamente un "partito di scopo" con un obiettivo molto semplice e preciso: costringere tutti a pagare le tasse.
La base sociale di riferimento è amplissima: non solo lavoratori dipendenti pubblici e privati, ma anche parasubordinati, pensionati ed una consistente fetta di professionisti che, lavorando per conto d'imprese, devono fatturare tutte le loro prestazioni e non possono, quindi, evadere il fisco.
Se poi all'obiettivo primario descritto in precedenza si aggiungessero due altri scopi: lotta ai privilegi della casta e agli sprechi di denaro pubblico; e abolizione della " Legge Calderoli",il famigerato "porcellum", che impedisce agli elettori di scegliersi i propri rappresentanti in Parlamento ) la base potrebbe ulteriormente aumentare. Ci sono quindi tutte le premesse per un grosso successo elettorale.

A questo punto apro il dibattito su questa ipotesi, chiedendo ai lettori del blog di segnalare il tema ad amici e conoscenti potenzialmente interessati e d'invitarli a partecipare al dibattito.