Visualizzazioni totali

giovedì 22 settembre 2011

Berlusconi e Marrazzo: analogie e differenze

La stampa ha riportato in questi giorni la stupefacente notizia di un possibile ritorno di Piero Marrazzo alla politica e della sua prima uscita pubblica alla festa laziale dell'IDV, in cui ha avuto il compito di aprire la sei giorni di dibattiti mediante un confronto con il suo predecessore Francesco Storace sul tema "Governare una regione":  dunque un rientro alla dimensione pubblica, dopo due anni di silenzio, non in sordina ma in pompa magna.

Ciò mi ha indotto a chiedere via mail a Di Pietro, che era presente all'evento, un chiarimento al riguardo perchè, come gli ho scritto, "Per un partito come l'IDV che professa intenzioni di moralità e trasparenza, dare credito a Marrazzo vorrebbe dire perdere molta credibilità...". In attesa di risposta mi sembra opportuno fare alcune riflessioni sul caso Marrazzo in parallelo alla vicenda riguardante Berlusconi.

Entrambi sono uomini che hanno avuto, o hanno, importanti cariche pubbliche elettive e che, in costanza di mandato. hanno assunto comportamenti privati impropri e ad elevato rischio, che li hanno esposti a possibili ricatti da parte di personaggi equivoci o apertamente fuorilegge, con i quali hanno mantenuto stretti rapporti di amicizia, intimità e collusione. Questi comportamenti hanno rappresentato un vero e proprio tradimento nei confronti degli elettori, che si aspettano dai politici comportamenti, se non esemplari, quantomeno tali da non gettare discredito sulle istituzioni che rappresentano.  Questo discredito è invece avvenuto abbondantemente in entrambi i casi anche per l'improprio uso delle risorse pubbliche che i due politici hanno fatto per coltivare i propri vizi privati (Berlusconi portando le escort su voli di stato e Marrazzo andando a trans con l'auto blu). Ciò dimostra o una totale insensibilità per l'impatto che  simili comportamenti possono avere sull'opinione pubblica o un'estrema arroganza, alimentata dalla posizione di potere ricoperta, oppure entrambe le cose. In ogni caso il sostanziale dispregio, mostrato nei fatti, per le istituzioni e per gli elettori  rende i protagonisti di tali vicende inadatti a ricoprire incarichi pubblici di responsabilità.

Se queste sono le analogie, vi sono anche sensibili differenze: quando è scppiato il suo caso, Marrazzo si è prontamente dimesso da Presidente della Regione Lazio ed ha ammesso i suoi errori, comportamento in linea con quanto avviene solitamente nelle grandi democrazie. Berlusconi, invece, non solo non si è dimesso ma ha ostentato protervamente orgoglio per il suo stile di vita, rivendicando il diritto a non veder censurata in alcun modo la vita privata "nella quale ciascuno può fare ciò che vuole". Questa argomentazione, ripetuta ossessivamente e amplificata dai media a lui vicini, è totalmente errata per due motivi:

1)  nelle democrazie occidentali, per gli uomini politici "il privato è pubblico", cioè non è possibile tenere separati i due ambiti: le mancanze private, soprattutto se sul piano dell'etica, hanno immediati riflessi politici: vi sono uomini di governo anglosassoni che sono stati costretti a dimettersi per aver usato impropriamente la carta di credito per pagare spese private di importo minimo.

2) il premier ha usato  ripetutamente il suo ruolo pubblico per raggiungere fini privati: sono emblematici al riguardo i noti interventi presso la questura di Milano in favore di Ruby e l'inserimento obbligato della Minetti nel listino bloccato della Regione Lombardia per farla nominare consigliere regionale.

E' ormai chiaro che i cittadini sono arcistufi di dover sopportare politici che li prendono in giro abusando del proprio potere e deridendo chi chiede loro di comportarsi in modo appropriato, come dimostra il fortissimo calo di consensi del premier, che ormai è vicino al 30% e lo colloca  agli ultimi posti nella scala di gradimento dei politici e degli opinion leader.  La cosa è poi aggravata se chi avrebbe il compito di guidare il Paese in un frangente drammatico come l'attuale è in tutt'altre faccende affacendato e dichiara al telefono (pur sapendo di essere intercettato) di "fare il premier a tempo perso".

Le prossime elezioni politiche, in qualunque momento si tengano, daranno una conferma molto forte dell'ira degli italiani che potrebbe comunque esplodere anche prima ed in forme  non necessariamente democratiche. E' necessario quindi che tutti i partiti, anche quelli non coinvolti in episodi di malcostume o di corruzione, purtroppo dilaganti, facciano molta attenzione a non candidare o ricandidare personaggi di dubbia correttezza  So bene che questo appello può apparire "naif" data la coorte di imputati e condannati che fanno attualmente parte del  nostro Parlamento e di altri organi elettivi.
Ma mi sento di ribadirlo con forza perchè i tempi stanno veramente cambiando e, in un contesto in cui rischiamo il default del nostro Stato e la sua possibile uscita dall'Euro e in cui si chiedono ai cittadini sacrifici ingenti e forse inutili, i politici non potranno più scherzare col fuoco. Gli occhi dei cittadini, anche e soprattutto attraverso la Rete, vigileranno sui comportamenti dei leader e dei partiti e segnaleranno, senza fare sconti a nessuno, le storture che si presenteranno.
E' questa la ragione per cui, pur essendo la posizione di Marrazzo più leggera di quella di Berlusconi, mi sento di chiedere all'IDV e agli altri partiti di sinistra di non ricandidarlo. Discorso analogo vale, a maggior ragione, per l'attuale premier, la cui ricandidatura rappresenterebbe un colpo mortale per il centrodestra, che moltissimi elettori di quest'area politica, fra cui il sottoscritto, non potrebbero assolutamente accettare.

Nessun commento: