E' iniziato il 28 settembre alla Commissione Giustizia della Camera l'esame del provvedimento noto come "processo lungo" perchè consentirebbe di allungare indefinitamente i processi, favorendone la prescrizione, mediante la presentazione di una lista illimitata di testimoni che il giudice non potrebbe respingere o selezionare. Cio consentirebbe, fra l'altro, di vanificare i processi in corso contro il premier.
E', come ho già scritto in un precedente post ("Il processo lungo avrà vita breve" dell'1 agosto ) un provvedimento abnorme che ha stravolto completamente il senso della proposta originaria fatta da Carolina Lussana della Lega per escludere dal rito abbreviato i procedmenti per reati puniti con l'ergastolo. Ciò a causa di un emendamento inserito durante l'esame al Senato
da Franco Mugnai del PDL, approvato peraltro anche dal partito del Carroccio.
A proposito dell'atteggiamento della Lega al riguardo, ho scritto nel post dell'1 agosto quanto segue:
" La Lega, dopo il voto su Papa, non ha potuto tirare ulteriormente la corda nei rapporti con il PDL e quindi in questa occasione ha abbozzato anche perchè è stata posta la fiducia e quindi il voto palese. Ma questo partito, soprattutto nella componente che fa capo a Maroni, è ben consapevole che, se continua a legare il proprio destino ai problemi personali del premier, finirà per andare a fondo con lui. Chi conta ancora sulla facile acquiescenza della Lega è, a mio avviso, destinato ad essere deluso".
Questa previsione sembra essere puntualmente confermata dalle dichiarazioni rilasciate il 28 settembre da due esponenti di questo partito: il capogruppo in Commisssione Giustizia della Camera, Nicola Molteni ha detto " Se abbiamo dubbi? Assolutamente sì perchè bisogna salvaguardare la ragionevole durata del processo". E la relatrice Carolina Lussana: " La mia proposta, che ha avuto anche le firme dell'opposizione, era limitata alla questione dell'esclusione del rito abbreviato e degli sconti di pena per i reati più gravi. Ma di questo si è parlato poco. Al Senato è stato modificato. Mi riservo di approfondire".
Inoltre il tentativo, fatto dal PDL, di inserirlo nel calendario di ottobre dell'aula per impedire che il processo Mills , in cui è imputato Silvio Berlusconi, si concluda prima dello scadere della prescrizione (gennaio 2012) è fallito; infatti il Presidente della Camera ha bocciato tale richiesta perchè il provvedimento non è stato ancora esaminato dalla Commissione Giustizia.
Quindi, nello specifico di questo procedimento pare proprio che le cose vadano nel senso da me previsto.
Ma, dato il recente riallineamento della Lega sulle posizioni del premier, non è detto che sia così anche per gli altri due provvedimenti ad personam sui quali si punta per salvare Berlusconi dai processi. Anzitutto la norma sulla "prescrizione breve" ( che è all'esame della Commissione Giustizia del Senato, dopo essere stata approvata alla Camera), che prevede il dimezzamento dei tempi della prescrizione per gli incensurati; ciò anticiperebbe di sei mesi la morte del processo Mills.
Poi il decreto legge sulle intercettazioni che renderebbe impossibile acquisire o utilizzare molte fonti di prova.
L'atteggiamento che la Lega terrà su queste altre iniziative è tutto da vedere: se ascoltasse la "voce del popolo" lascerebbe Berlusconi al suo destino. I sondaggi periodici fatti da Renato Mannheimer dicono infatti che la stragrande maggioranza degli elettori leghisti è a favore dell'uscita del premier dalla scena politica. Ma può anche darsi che, ringalluzzita e fuorviata dall'esito delle votazioni che hanno consentito di salvare dall'arresto Milanese, ex braccio destro di Tremonti, e dalla sfiducia il Ministro Romano, la Lega tutta, compreso Maroni, rinsaldi l'asse con Berlusconi e, sfidando con lui l'intera società italiana (non solo i cittadini comuni, ma anche i vescovi. gli industriali, gli opinion leader, che si sono espressi assai chiaramente al riguardo), concorra all' approvazione di tali provvedimenti.
Ciò la porterebbe sull'orlo di un precipizio perchè il crescente malessere della base ed ora anche dei quadri intermedi potrebbe trasformarsi, in occasione delle elezioni politiche ormai prossime, in un'autentica implosione del partito, tramite una massiccia defezione del suo elettorato.
Parlo di elezioni politiche ormai prossime perchè la Lega non può assolutamente andare al voto con il "mattarellum", che tornerebbe in vigore a referendum approvati e che comporterebbe la necessità di votare, in molti collegi uninominali, per i candidati del PDL spesso invisi alla base leghista. Quindi, se come sembra altamente probabile, la Consulta ammetterà i referendum, la Lega dovrà portare il Paese alle elezioni nella prossima primavera per sfruttare ancora una volta lo sciagurato "porcellum" di cui è autore uno dei suoi maggiorenti, che le consente di partecipare alle elezioni in forma autonoma.
Tuttavia, presentarsi all'elettorato poco tempo dopo aver approvato le leggi ad personam, totalmente rifiutate dal corpo elettorale come dimostra il recente referendum sul legittimo impedimento, sarebbe suicida. Penso che, pur con tentennamenti e contraddizioni, cui questo partito ci ha abituati, alla fine prevarrà il suo istinto di sopravvivenza e che le leggi ad personam non passeranno.
Ma non è del tutto escluso un altro scenario e cioè che la Lega, assumendo un atteggiamento bifronte come ha fatto per le recenti richieste di arresto di parlamentari, porti all'approvazione un provvedimento e concorra a bocciare l'altro. Ciò sarebbe comunque il segnale di un progressivo harakiri politico e si tradurrebbe inevitabilmente in una disfatta elettorale.
2 commenti:
Sono molto d'accordo, Mariano
Sono molto d'accordo, Mariano
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