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mercoledì 22 febbraio 2012

Secondo appello ai Consiglieri della Regione Lombardia

Successivamente all'appello inviato al Consiglio Regionale e pubblicato nell'ultimo post, vi è stata una positiva evoluzione ad opera della Commissione Territorio che ha corretto una delle ragioni di illegittimità costituzionale del progetto di legge  sul "Piano Casa". Resta aperto, però, un altro importante aspetto, che ha indotto la Rete dei Comitati a formulare un secondo appello, riportato di seguito nelle sue due parti.
E' auspicabile che la Regione Lombardia si conformi pienamente a quanto disposto dalla Corte Costituzionale onde ristabilire un corretto rapporto interistituzionale e garantire i diritti dei residenti nelle aree interessate da nuovi interventi edilizi.
Anche questo può essere un utile contributo a fare dell'Italia un "paese normale".


Rete dei Comitati per la Qualità urbanistica

Milano , 22 febbraio 2012


Appello ai Signori Consiglieri Regionali della Lombardia

Alleghiamo alla presente una nota che contiene alcune considerazioni sull’evoluzione del PDL 133 della Regione Lombardia, inerente il “Piano Casa”, a integrazione del primo appello sullo stesso tema , datato 7 febbraio  e fatto pervenire  sia in forma cartacea che elettronica.
Il documento, prendendo positivamente atto delle variazioni apportate dalla Commissione Territorio in merito alle costruzioni “fuori sagoma”, segnala l’esigenza di  un’ulteriore modifica al fine di rendere il PDL predetto pienamente aderente alle indicazioni date dalla Corte Costituzionale nella sua sentenza 309 del 21 novembre 2011 circa il rispetto della tipologia degli interventi edilizi  prevista dall’art.3 del d.P.R. 380 del 2001.
Chiediamo ai Signori Consiglieri di  esprimersi in modo favorevole alla modifica segnalata onde evitare il protrarsi del conflitto fra la Regione e le Istituzioni Centrali dello Stato.
Con i migliori saluti.
Il portavoce
Roberto Barabino

Rete dei Comitati per la qualità urbanistica

Evoluzione del PDL 133

La versione approvata dalla Giunta regionale  lombarda conteneva due profili di illegittimità costituzionale:
1 – la possibilità di costruire senza vincolo di sagoma, che confliggeva con la sentenza 309/2011 della  Corte Costituzionale.
Questo aspetto è stato corretto dalla Commissione territorio nella riunione del 13/2/2012, con adeguamento al decreto statale 70 /2011  che prevede solo gli adeguamenti necessari ad armonizzare l’edificio con quelli preesistenti
2 – l’ambiguo utilizzo dell’espressione “sostituzione edilizia” quasi che tale dizione costituisse un’autonoma tipologia  di intervento.
Questo aspetto non è stato ancora corretto e dovrà esserlo in sede di discussione in Consiglio, pena la certa impugnazione e l’altrettanto certa bocciatura di tale disposizione.  Non va infatti dimenticato che la ragione fondamentale della dichiarazione di incostituzionalità di parte della Legge regionale 12 /2005, è che la Regione era entrata in un territorio di esclusiva competenza dello Stato, quello appunto  della definizione delle categorie di interventi.
Come  la Corte  ha indicato , nella sua sentenza, al punto 2.2. delle considerazioni di diritto, l’art 3 del d.P.R. 380 del 2001:
“include, nella definizione di “ristrutturazione edilizia”, gli interventi di demolizione e ricostruzione con identità di volumetria e di sagoma  rispetto all’edificio preesistente….Quindi  un intervento di demolizione e ricostruzione  che non rispetti la sagoma dell’edificio preesistente…..configura un intervento di nuova costruzione e non di ristrutturazione edilizia”.
Le cose dovranno essere chiamate con il loro nome: gli interventi eccedenti il vincolo  di sagoma, sia pure per armonizzare il nuovo edificio rispetto agli edifici preesistenti, sono da classificare come nuove costruzioni, anche ai fini degli standard edilizi da rispettare.

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2 commenti:

Aldo ha detto...

La cosa che mi colpisce è la disinvoltura con la quale i rappresentanti del popolo lombardo trattano le legittime esigenze dello stesso.
I cittadini hanno dimostrato in varie tornate elettorali di saper punire coloro che, invece di usare il potere come servizio, ne abusano per gli interessi loro o dei loro amici.
I recenti arresti e le incriminazioni di vari esponenti di primo piano della Regione dimostrano che "c'è del marcio in Lombardia".
Se l'attuale maggioranza non cambia registro, sarà travolta alle prossime elezioni come è accaduto, a Milano, alla Giunta Moratti.
Vediamo, dall'esito del vostro appello, se se ne rendono conto.

Anonimo ha detto...

E' vero che c'è del marcio in Lombardia, ma anche la funzione legislativa regionale fa acqua per il forte conflitto d'interessi insito nel fatto che coloro che dirigono i lavori nella Comissione Territorio fanno di mestiere i costruttori o i professionisti al loro servizio. Per forza le leggi regionali privilegiano gli interessi di questa lobby!
Tutto questo deve cambiare
Ciao. Ernesto