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sabato 25 febbraio 2012

Il quadro politico per il dopo Monti

Su una cosa tutti gli osservatori politici sono d'accordo e cioè che, quando sarà terminata l'esperienza di questo esecutivo, la politica italiana non potrà più essere come prima.
Il governo Monti ha infatti segnato una discontinuità rispetto a quelli passati ormai irreversibile, da vari punti di vista, dimostrando che:
-  si può fare politica in modo diametralmente opposto a quello, rissoso, inconcludente e di basso profilo che ha caratterizzato gli ultimi due decenni. Anche se il governo è formalmente "tecnico", non c'è nulla di più politico dei provvedimenti, spesso incisivi, che sta prendendo
-  la forma, in politica, è anche sostanza: la correttezza dei comportamenti, la frugalità, la trasparenza sono fattori che pagano sia in termini di consenso interno (dimostrato dai sondaggi) sia nel contesto internazionale ( dimostrato dall'unanime apprezzamento di rappresentanti istituzionali e della stampa esteri).l
- anche l'Italia può affrontare senza timidezze il tema della "grande coalizione" che è la formula adottata dal Paese europeo di maggior potenza e successo: la Germania. E' vero che le condizioni in cui si è formata la grande coalizione all'italiana, che aggrega partiti fino a ieri acerrimi nemici, è il frutto di condizioni eccezionali: il rischio di default del Paese, che avrebbe spazzato via  l'intera classe politica, se questa non avesse saputo fare un passo indietro. Ma la strada percorsa insieme dalle forze che sostengono il governo dimostra che anche da noi le cose possono cambiare.

 L'attuale esperienza politica ha creato le basi per la formazione di un nuovo partito che segua sostanzialmente le orme del Governo Monti e sia guidato, se non da lui, da un altro esponente di spicco dello stesso. Questo nuovo partito, effettivamente e non solo a parole liberista, si collocherebbe al centro dello schieramento politico e costituirebbe la base per le future coalizioni di governo.  Sarebbe il frutto di un complesso processo di scomposizione e ricomposizione delle attuali forze politiche Vi potrebbero confluire il PDL o quelle sue parti insofferenti alla coabitazione con la  componente ex Alleanza Nazionale, che ha una spiccata  vocazione statalista, la parte del  PD  più attenta alle ragioni della concorrenza e della libertà d'impresa in un contesto globalizzato, mentre la parte più orientata alla difesa dello stato sociale tradizionalmente inteso potrebbe fondersi o collegarsi con forze attualmente fuori dal Parlamento, come SEL, ma che vi rientreranno visto il consenso accumulato. Il Terzo Polo sarebbe una componente centrale di questo partito e ciò coronerebbe la lunga corsa intrapresa da Casini con l'uscita dalla coalizione del centro-destra.In questa scomposizione- ricomposizione delle forze politiche giocherebbe un ruolo rilevante anche la componente cattolica dei diversi schieramenti, che ha sofferto la diaspora e aspira non ad un "partito dei cattolici" ma ad una convergenza di forze d'ispirazione cristiana.
In questo contesto la Lega sarebbe in difficoltà per le sue posizioni di strenua difesa di interessi corporativi ( è embleatica al riguardo la vicenda delle quote latte) e quindi potrebbe essere marginalizzata in un quadro politico che punterebbe al recuperò di competitività del sistema Paese coniugando forti liberalizzazioni con una "rete di protezione" sociale  che consenta di tutelare i lavoratori nelle fasi di transizione, ma non i singoli posti di lavoro. l'IDV, recentemente caratterizzata da oscillazioni fra diverse posizioni politiche, dovrà decidere come coniugare  la protezione di fasce deboli con le esigenze poste dalla necessaria ripresa di competitività del sistema produttivo.
Anche se la partita fra le diverse "anime" dei principali partiti è ancora tutta da giocare e ne sono testimonianza le forti tensioni che attraversano sia il PDL che il PD, sembra esistere un accordo di massima fra le principali forze politiche per disegnare un nuovo quadro istituzionale che favorisca, attraverso meccanismi quali la sfiducia costruttiva , il potere per il premier di nomina e revoca dei ministri , la fine del bicameralismo perfetto e una significativa soglia di sbarramento per l'ingresso dei partiti in Parlamento, una maggiore governabilità, che è la "conditio sine qua non" per riportare l'Italia nel novero dei  Paesi moderni, dal quale ha  rischiato di uscire definitivamente.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

me l'ha girato giovanni questa mattina...molto condivisibile.

Cristiana

Lionello Leoni ha detto...

Non affaticarti, tanto nulla muta - i politici sono lo specchio della nazione fatta di sciagurati - se vuoi ti mando un lungo elenco delle gesta del popolo, cosi' ti metti il cuore in pace - Un solo dato, abbiamo due milioni di case abusive, la maggior parte sono palazzi, volendo essere parsimoniosi, diciamo cinque persone a palazzo ?? siamo a dieci milioni che vivono in case abusive, regolarmente esentasse - ti va ?? o vuoi altri dati !!

Lionello Leoni ha detto...

Ti do un consiglio - scrivi meno e cerca di essere piu' stringato,quando la gente legge i romanzi li evita - e poi ti narro due cose, per risorgere abbiamo due strade, la prima è esportazione e la seconda è il turismo,gestito in modo comatoso -. nessun intervento del governo monti su questi due fronti - ho scritto anche a gnudi ( in azienda ) per richiamare la sua attenzione su quest'ultimo fronte, nulla - e cosi' siamo conciati che scrivi all'apt di roma, dico di roma, e manco ti rispondono - puoi mandare venti mail, fattacci tuoi - se roma è in questo stato, immagina gli altri - e cosi',monti o non monti,siamo sempre allo stesso punto

roberto ha detto...

Ringrazio Cristiana per l'apprezzamento e rispondo al primo commento di Lionello.
Concordo sul fatto che gli italiani siano un pò "sciagurati", come tu dici; altrimenti non saremmo arrivati al puntodi rischiare il completo fallimento. Concordo anche sul fatto che la classe politica sia lo specchio del Paese.
Ma da questo punto in avanti dissento completamente dalle tue considerazioni: io aborro il fatalismo e il disfattismo e credo che, pur con tutti i nostri difetti, ce la possiamo fare. Soprattutto ora che, avendo visto il baratro, la gente ha capito che non si può più scherzare. Inoltre, Monti e i suoi ministri hanno dimostrato che abbiamo competenze di altissimo livello che possono raddrizzare la baracca, se ricevono il consennso dei cittadini, come sta appunto avvenendo.
Rimbocchiamoci le maniche, facciamo la nostra parte e risorgeremo.

roberto ha detto...

Rispondo ora al secondo commento di Lionello.
Apprezzo il richiamo alla stringatezza e riconosco che, a volte, i miei pezzi sono un pò lunghi, ma nel caso di questo post dissento: ho cercato di condensare in una cinquantina di righe una problematica assai complessa: a mio avviso avrei dovuto scrivere di più, non di meno.
Circa l'importanza delle esportazioni e del turismo non ci piove; comunque le esportazioni vanno piuttosto bene, compatibilemnte con la crisi globale; l'abolizione dell'Istituto per il Commercio Estero era stato un grave errore del precedente governo, ma l'attuale esecutivo lo ha rimesso in piedi. Quindi qualcosa si sta facendo.
Concordo che sul turismo ci sia mmoltissimo da fare: darei comunque al governo un pò di tempo, prima di giudicare.

Raffaello ha detto...

Per fare qualche riflessione sul tema in oggetto parto dall'oggi: finalmente dopo anni/lustri mi sento degnamente rappresentato a livello di governo. E questo sia perché il Paese sta recuperando sul fronte della credibilitá internazionale, sia perché le azioni intraprese sinora in tema di risanamento mi vedono perfettamente allineato. Confesso che vedere (ancora nella scorsa estate) dissertare di economia e di progetti per il futuro per far fronte allo spread crescente un team formato, oltre alle presenze istituzionali del Premier e del Ministro dell'economia (e questo, passi), dai leader della Lega e da qualche loro 'pesce d'acqua dolce' neanche capace di arrivare alla maturitá, mi ha fatto inizialmente ridere, poi è subentrata la tristezza e poi rapidamente una preoccupazione per il nostro futuro che non ho mai percepito prima.

Nel giorno delle dimissioni dell'ex Premier mi sono sentito come uno che, dopo avere lavorato per mesi nella 'Brianza velenosa' (direbbe Lucio Battisti) fatta di smog e e vari agenti tossici, si ritrova a fare un week end in montagna, dove respiri aria buona e pura, e ti ricarichi!

Detto questo, sul dopo Monti la domanda che da un paio di mesi mi faccio é questa: ma se la societá civile produce figure e competenze come quelle presenti oggi nell'esecutivo, e ammettendo che il Governo riesca a realizzare anche solo metá di quanto è nelle sue intenzioni, per quale motivo nel 2013 dovrei votare per uno qualsiasi degli schieramenti oggi presenti nel Parlamento? Un nuovo soggetto politico é quindi, dal mio punto di vista di elettore, assolutamente auspicabile. Non vorrei infatti che finisse questo bel periodo: vedo con timore il rischio di un ritorno al vecchio 'andazzo' e la fine del week end in montagna....

Penso che ci sia una forte attesa di un polo di aggregazione veramente trasversale che superi le compagini attuali. Ma bisogna agire senza farsi guidare dagli ideologismi e dalle diverse culture di provenienza: l'obiettivo sono i conti pubblici sia a breve che a medio termine e la crescita equilibrata del Paese. Non si tratta di fare un partito-azienda ma guardare al Paese come un'azienda da far prosperare.

(la seconda parte del contributo è pubblicata in un successivo commento)

Raffaello ha detto...

Un esempio: non è accettabile che opinioni contrarie all'IMU sugli immobili messi a reddito dalla Chiesa siano guidate solo dal credo religioso. La domanda é: questa imposta applicata alla Chiesa risponda a criteri economici di equit� ? Serve a risanare il Paese? Dico questo da cattolico e francamente mi disturba vedere che le obiezioni sul tema IMU vengono prevalentemente da politici vicini alla Chiesa. Il dubbio che prevalga una posizione ideologica anziché politica credo sia legittimo.

Tornando a noi, il fatto che la gente si stia 'affezionando' al Modello Monti é dimostrato dall'insistenza recente con cui a destra e a sinistra si stanno lanciando opzioni su Super Mario per il post 2013.
Monti non deve cedere a queste lusinghe, il suo contributo al risanamento e alla crescita sta non solo nei risultati misurabili ma nche e soprattutto nell'aver dimostrato che esistono altre vie e altri modi per far politica; ha dimostrato che c'é uno spazio nel quale i cittadini di buona volont� (mi sto auto-incensando!!!) possono nuovamente dire la loro e tornare a credere nella Politica. Questo spazio va occupato; i leader non mancano: escludendo volutamente gli ex banchieri penso ai Montezemolo, e ai Della Valle. Senza dimenticare chi opera nel sociale o a tutela dei diritti dei lavoratori.

Confido in questo scenario, uno scenario in cui Monti illustra il suo modello, dimostra che é vincente e che non si puó applicare ai vecchi schemi della politica.

Monti può valutare se proseguire nella sua esperienza politica, ma non deve cedere alle lusinghe degli attuali schieramenti. Mi sentirei tradito e profondamente deluso.

Ne veniamo fuori dando continuitá a quello che sta facendo il Governo oggi, ma con una compagine nuova. La Politica (P maiuscola) é troppo importante per lasciarla in mano agli attuali politici (p minuscola).

roberto ha detto...

Rispondo a Raffaello:

Grazie per il tuo articolato e brillante commento di cui condivido anzitutto lo spirito, ben espresso dalla tua metafora: abbiamo respirato nel "week end di montagna" aria pura e non vogliamo tornare a respirare lo smog e altri agenti tossici.
Quindi ci vuole certamente un nuovo soggetto politico che sia e si presenti diverso dai vecchi partiti; ma da questi, sia pur ridimensionati, non si potrà prescindere per formare la "grande coalizione".
Non è da escludere, inoltre, che i vecchi partiti qualcosa abbiano imparato dalla lezione della crisi e possano presentarsi all'appuntamento delle future coalizioni in modo più decente e credibile che in passato.
Certo Monti non potrebbe, anche se volesse entrare in politica militante(ma io ne dubito assai), farsi fagocitare dagli attuali schieramenti,in quanto ne andrebbe della sua credibilità. Ma con essi dovrebbe comunque dialogare, come peraltro sta già attualmente facendo per portare avanti l'azione di governo.

Ad alcuni "outsider" che potrebbero trovare uno spazio nel grande rimescolamento di carte che ci sarà, ho dedicato due post ai quali rimando: "Montezemolo in politica:parliamone" del 2 novembre 2011 e " Matteo Renzi: un potenziale leader nazionale?" del 21 novembre.