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sabato 3 marzo 2012

Il conflitto Stato-Regione Lombardia continua

La Rete dei Comitati per la Qualità urbanistica ha chiesto, tramite due appelli ai Consiglieri Regionali, la modifica della proposta di legge sul Piano Casa in due punti; uno dei quali  è stato opportunamente variato in seno alla Commissione Territorio, l'altro no.
Il 6 marzo inizia la discussione in sede di Consiglio plenario. In vista di tale evento la predetta Rete ha inviato la lettera seguente:



Rete dei Comitati per la Qualità urbanistica
retecomitatiqualitaurbanistica@gmail.com


A:
Presidente
Assessore alla Casa
Assessore al Territorio e Urbanistica
Capi Gruppo dei Partiti
Consiglieri
della Regione Lombardia
p.c.:
Presidente del Consiglio dei Ministri
Ministro dello Sviluppo Economico e Infrastrutture e Trasporti
Procuratore della Repubblica di Milano
Sindaco
Assessore all’Urbanistica, Edilizia privata
Capi Gruppo dei Partiti
Consiglieri
del Comune di Milano
Organi d’informazione

Oggetto:  PDL 133 della Regione Lombardia

Questa comunicazione fa seguito ai due appelli recentemente inviati a tutti i consiglieri regionali della Lombardia ( ed ora trasmessi separatamente ai destinatari per conoscenza del presente messaggio) in cui abbiamo evidenziato il conflitto che si è creato fra la Regione Lombardia e le Istituzioni centrali dello Stato a seguito della invasione da parte della prima di aree normative di esclusiva competenza di quest’ultimo e della manifesta intenzione di non applicare la sentenza n. 309 del 23 novembre 2011 che ha bocciato talune norme regionali che consentivano di effettuare opere di ristrutturazione edilizia senza rispettare il “vincolo di sagoma” previsto dall’art. 3 del d.P.R. 380 del 2001.

Se il PDL 133 non venisse corretto nel senso da noi richiesto,  tale conflitto si acuirebbe e si protrarrebbe una straordinaria anomalia che ha prodotto due conseguenze di estrema gravità:
-          In base ad una normativa regionale incostituzionale ed eccessivamente permissiva si è consentito alla speculazione edilizia di aggredire molti cittadini i cui edifici sono prospicienti cortili , imponendo loro costruzioni spesso di grandi dimensioni all’interno di tali ambiti, che hanno deprivato i cittadini di spazi, luce e privacy e creato quindi le condizioni per potenziali danni biologici.

-          La stessa normativa ha illuso i costruttori di poter agire a proprio piacimento, infrangendo spesso le norme inerenti altezze, distanze e volumetrie,  dando vita a costruzioni che correttamente sono state definite “ecomostri” per il violento, negativo impatto sulla qualità della vita degli abitanti e sulla qualità urbanistica delle città.
Se, quando è stata emanata la legge regionale 12 del 2005 sul Governo del territorio, successivamente parzialmente bocciata dalla Suprema Corte, si poteva presumere la buona fede del legislatore regionale che forse non aveva pienamente valutato l’impatto di tale legislazione sul successivo, disordinato e opprimente sviluppo edilizio, tale presunzione è certamente venuta meno quando, a seguito dei rilievi mossi dal TAR della Lombardia a tale legge, la Regione è intervenuto nuovamente, con un atto legislativo  d’interpretazione autentica a effetto retroattivo  (legge regionale 7/2010 ), che mirava a confermare la possibilità di fare opere di ristrutturazione edilizia senza il  vincolo di sagoma. E’ impossibile che, in tale circostanza, il legislatore non si rendesse conto delle gravi conseguenze che tale disposizione avrebbe prodotto sia nei confronti dei cittadini che avrebbero subito il sopruso degli ecomostri, sia dei costruttori che avrebbero investito capitali in condizioni di estremo rischio. Si è trattato, ne più ne meno, di una sfida allo Stato nel tentativo di conquistare spazi di autonomia al di la delle proprie legittime competenze.
Il rischio predetto si è puntualmente materializzato quando la Corte Costituzionale è stata chiamata ad esprimersi sulla incostituzionalità di  tali norme e si è pronunciata, come era prevedibile, in senso affermativo. La conseguenza della sentenza della Corte Costituzionale è che gran parte degli interventi edilizi sono stati necessariamente bloccati.
Aver creato questa difficile situazione è quindi una colpa grave.
Se poi la Regione insistesse, con l’approvazione del PDL 133 a riproporre norme palesemente incostituzionali,  si andrebbe oltre la colpa e sarebbe evidente l’intento doloso di tale comportamento, di fronte al quale i cittadini e le istituzioni preposte alla Giustizia non potrebbero restare inerti.
Vogliamo poi sottolineare che, a parte le potenziali  implicazioni predette, vi sarebbero delle forti conseguenze sul piano politico perché i cittadini agirebbero con estrema determinazione per fare in modo da punire, in sede elettorale, chi fosse autore di ulteriori soprusi.

Invitiamo, pertanto, ancora una volta il Consiglio Regionale che è chiamato a discutere il PDL 133 ad apportarvi le correzioni necessarie a fare in modo che lo stesso si conformi alle leggi dello Stato e alla sentenza delle Corte e che venga definitivamente fermata la possibilità di ulteriori ecomostri.
 A questo fine sarà opportuno che il Consiglio Regionali operi in sintonia con quello comunale che sta attualmente discutendo il PGT ed al quale abbiamo fatto pervenire un apposito appello che accludiamo alla presente.

La Rete dei Comitati per la Qualità urbanistica .                                                Milano, 2 marzo 2012

6 commenti:

Giuseppe Nava ha detto...

Ancora pochi giorni addietro l'ex sindaco di Milano Albertini si lamentava perchè limitando le cubature il Comune incasserebbe di meno !! Tradotto in parole povere : consentire il sacco del territorio pur di incassare soldi nell'immediato. Ed ha pure il coraggio di esporre queste sciagurate idee!! Non parliamo poi di come venivano (vengono) dilapidati i soldi incassati,,,
giuseppe nava

roberto ha detto...

Hai perfettamente ragione. A mio avviso Albertini è stato un'autentica sciagura per Milano, non solo per le aberranti idee che hai riportato, ma perchè è stato l'autore di un dissennato piano parcheggi che ha rovinato e sta rovinando la città. Su questo argomento ho recentemente scritto, in un documento interno alla Rete quanto segue:


"Nel caso dei parcheggi vi è stato un eccesso nell'uso di un potere legittimamente attribuito dal Governo all'allora Sindaco Albertini quale commissario straordinario per i problemi del traffico e della mobilità: di fatto Albertini, senza alcuna informazione preventiva e consultazione della cittadinanza, ha messo in piedi un piano parcheggi spropositato e dannoso che, per il fatto di non essere inserito in un piano organico della mobilità non avrebbe mai potuto risolvere alcun problema, ma solo produrre "affari"

La qualità della vita dei cittadini è stata sacrificata sull'altare di interessi economici spesso non trasparenti, come dimostra l'arresto e/o l'incriminazione di potenti esponenti della Regione (un Vicepresidente, un assessore, un consigliere già Presidente della Provincia) per reati attinenti la materia edilizia".

Anonimo ha detto...

A vedere di cosa sono capaci certe istituzioni che dovrebbero curarsi del bene dei cittadini c'è veramente da infuriarsi.
Io abito in zona 3, dove di ecomostri ne sono stati costruiti molti. La gente non ne può più e medita la vendetta.
Se le azioni legali non bastano, prendiamo i forconi.

Gian

roberto ha detto...

Anch'io abito in zona 3 e posso capire la tua esasperazione.
Tuttavia non sono affatto d'accordo con l'idea dei forconi.
Anche se la tua è probabilmente solo una semplice provocazione, è sempre pericoloso evocare il "farsi giustizia da se".
Io confido assolutamente che, se la Regione ci costringerà ad adire le vie giudiziarie, la Magistratura non mancherà di riconoscere i nostri diritti, così come ha già fatto la Corte Costituzionale, e, prima di lei, vari TAR ed anche il Consiglio di Stato.

Ermanno Pirola ha detto...

Avete visto che bello il "nuovo palazzo" della Regione? Bell' edificio, niente da dire, tanto pubblicizzato e grande vanto di Formigoni, ma non è stato altrettanto pubblicizzato quanto ci è costato , e poi non fate il mio errore, come mi è stato giustamente fatto osservare : non è il "nuovo palazzo" della Regione, ma è " l'altro palazzo" della Regione, infatti non sostituisce il "Pirellone", ma si aggiunge ad esso!

Già, il vecchio Pirellone, ceduto da Pirelli, socetà privata, anche per i suoi elevatissimi costi di manutenzione, probabilmente trascurabili per la Regione, non viene per niente lasciato, come del resto, la ancor precedente sede della Regione, che continua a crescere a dismisura. Altro che ridurre i costi dello Stato per ridurre le tasse ai cittadini !

Al contrario, l' addizionale regionale IRPEF è stata aumentata, si è letto sui giornali dello 0.3% , a prima vista, di fronte al resto, un' inezia, BALLE, perchè l' aumento è stato si dello 0.3% , ma sull' imponibile, in realtà l' addizionale regionale è stata aumentata di oltre il 30%, infatti è passata dallo 0.9% all' 1.26%, ma sugli indici IRPEF. Bravo Formigoni, una bella furbata !

Ermanno Pirola.

roberto ha detto...

Le tue considerazioni sull'abuso del denaro dei contribuenti sono interessanti anche se il tema non è del tutto in linea con l'argomento di questo post.
Il tuo stimolo mi ha però fatto fare un sogno ad occhi aperti: ho sognato un costruttore che, munito di semplice DIa e appoggiandosi alla legge regionale 13/2009, ha sostituito un vecchio garage di un solo piano,adiacente la nuova sede della Regione con un grattacielo di 70 piani (decisamente più alto di quello della Regione perchè si avvale dei bonus volumetrici previsti dalla predetta legge), le cui pareti sono a soli 6,80 metri dalla finestra del Presidente. A questo punto Formigoni, guardando dalla finestra, si è reso conto degli effetti che producono le leggi da lui volute e ha deciso di costituire il Comitato Gioia per combattere gli ecomostri. Che sogno, ragazzi!