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venerdì 10 febbraio 2012

Conflitto fra Stato e Regione Lombardia

Pubblico l'appello rivolto ai Consiglieri regionali della Lombardia dalla Rete dei Comitati per la Qualità urbanistica ( di cui sono portavoce),  un'associazione fra gruppi di cittadini che si battono contro lo scempio urbanistico in atto a Milano e nella Regione. L'appello manifesta l'evidente contrasto fra una recente sentenza della Corte Costituzionale, che ha bocciato alcune norme regionali in materia di edilizia e un Progetto di Legge, attualmente in discusssione, che vorrebbe reintrodurre le norme dichiarate incostituzionali.
Si viene così a creare un conflitto potenzialmente dirompente fra organi centrali e periferici dello Stato.
Dato che la normativa in oggetto è quella relativa al Piano Casa, la problematica descritta potrebbe esistere in altre regioni, considerando la rilevanza nazionale del tema. Invito i lettori di altre parti del Paese, che fossero al corrente di situazioni analoghe a comunicarmelo via mail all'indirizzo: retecomitatiqualitaurbanistica@gmail.com




Rete dei Comitati per la Qualità urbanistica

APPELLO AI CONSIGLIERI REGIONALI CONTRO LA PROPOSTA DI LEGGE DELLA REGIONE LOMBARDIA
 SUL PIANO CASA

-         Con sentenza n. 309 del 21 novembre 2011 la Corte Costituzionale ha dichiarato la illegittimità costituzionale della Legge Regionale N. 12  del 2005 per il Governo del territorio nella parte in cui esclude  l’applicabilità del limite di sagoma alle ristrutturazioni edilizie mediante demolizione e ricostruzione e la norma della Legge Regionale N.7 del 2010 che prevedeva  la disapplicazione di diverse norme dello Stato in materia  edilizia.
Le motivazioni della sentenza sono le seguenti:
           
·        La definizione delle categorie di interventi edilizi è competenza dello Stato in quanto in conformità ad esse è disciplinato il regime dei titoli abilitativi, nonchè  agli abusi e alle relative sanzioni.

·        Se il legislatore regionale avesse discrezionalità in questa materia , la difformità normativa che si avrebbe fra le diverse regioni  produrrebbe rilevanti ricadute sul “paesaggio”
Tale sentenza è una chiara dimostrazione del fatto che la Regione Lombardia ha travalicato i suoi poteri e un’ indicazione a conformarsi ai principi fondamentali del diritto e alle norme dello Stato.

-         Invece di rispettare tali indicazioni la Regione, con il  Progetto di Legge  n. 133 del 2011  approvato dalla Giunta e in procinto di essere sottoposto al voto del Consiglio,  prevede  nuovamente  che, negli  interventi di  “sostituzione edilizia”, la ricostruzione possa avvenire senza vincolo di sagoma e con diversa allocazione entro il lotto di riferimento.
Questa norma viola i principi che stanno alla base delle predette motivazioni in quanto:

·        fa riferimento ad una categoria d’intervento, la “sostituzione edilizia”, inesistente nella normativa statale che disciplina la materia  (art. 3 del D.P.R. n.380 del 2001)

·        apre lo spazio ad abusi edilizi in quanto prevede la totale abolizione del vincolo di sagoma, mentre il decreto legge statale n. 70 del 2011
consente unicamente  “le modifiche della sagoma necessarie per l’armonizzazione con gli organismi edilizi esistenti”
Che la volontà della Regione fosse e sia quella di travalicare le proprie competenze lo dimostra con chiarezza quanto dichiarato nella riunione del 1/12/2011 della Commissione Territorio della Regione Lombardia, un esponente della stessa, l’Avv. Sala.
Circa il pronunciamento della Corte ha affermato:
“La sentenza della Corte costituzionale certamente va a colpire una delle innovazioni più significative della legge regionale numero 12, e cioè la possibilità di ricostruire a seguito di demolizione senza rispettare la sagoma dell’edificio preesistente. Una scelta che il legislatore regionale compì nel 2005 in modo consapevole, attaccata poi dal TAR e difesa dal legislatore regionale successivamente con una norma di interpretazione autentica”.
E, per quanto concerne il vincolo posto dal decreto legge n. 70/2011 sopra citata:
 Andiamo oltre questo principio del decreto legge numero 70 e diciamo chiaramente…che  la costruzione può avvenire senza vincolo di sagoma…”.

LA NORMA REGIONALE CHE ESCLUDE IL RISPETTO DEL VINCOLO DI SAGOMA, USCITA DALLA PORTA A CAUSA DELLA SENTENZA DELLA SUPREMA CORTE RIENTREREBBE  QUINDI DALLA FINESTRA DOPO POCO TEMPO, IN TOTALE SPREGIO DELLA PREDETTA SENTENZA, DEL BUON SENSO E DEGLI INTERESSI DELLA COLLETTIVITA’ ED  A VANTAGGIO OGGETTIVO DEGLI SPECULATORI CHE, GIA’ CON IL PRIMO PIANO CASA, HANNO FATTO NOTEVOLI DANNI URBANISTICI POTENDO DEROGARE  ALLA NORMATIVA VIGENTE ANCHE IN TERMINI  DI  VOLUMETRIE.
CON IL NUOVO PROGETTO DI LEGGE  LE DEROGHE VERREBBERO ULTERIORMENTE AMPLIATE

Oltre che un grave  e intollerabile sgarbo istituzionale, questa proposta è un   oltraggio ai cittadini che hanno già dovuto subire molti interventi edilizi impropri  in diverse aree urbane e che, a Milano in particolare, hanno  anche sofferto e stanno soffrendo per un  insensato piano di costruzione di box sotterranei che ha  portato alla devastazione di vie e piazze della città e messo a grave rischio la stabilità degli edifici.  E’ possibile anche vedervi gli estremi dell’eccesso di potere e dell’abuso d’ufficio, civilmente e penalmente sanzionabili.
Su questo progetto di legge si sono già espressi negativamente anche gli ordini degli architetti che hanno dato, in un loro documento,  questo giudizio: “In estrema sintesi il documento dimostra come il PdL 133 in oggetto sia fondamentalmente non condivisibile in quanto, proprio perché non basato su un attento monitoraggio degli effetti dei precedenti dispositivi di legge (segnatamente della l.r. 16 luglio 2009, n.13) e su un’accurata valutazione del contesto economico in atto, rischia di incentivare ulteriormente la produzione edilizia residenziale, già sovrabbondante, in un momento che richiede interventi di stimolo altamente selettivi”.
In base a quanto precede
 I  COMITATI DEI CITTADINI  CHE ADERISCONO ALLA RETE DICONO BASTA AGLI ABUSI EDILIZI E ALLO SCEMPIO URBANISTICO E CHIEDONO AL CONSIGLIO REGIONALE DI NON APPROVARE IL PROGETTO DI LEGGE N. 133, SIA PER QUANTO CONCERNE L’ABOLIZIONE DEL VINCOLO DI SAGOMA, SIA PER L’AUMENTO DELLE VOLUMETRIE.
Si riservano inoltre  di agire in tutte le sedi opportune ( politica, istituzionale, giudiziaria) al fine di vedere rispettati i loro diritti e i principi costituzionali ribaditi dalla Suprema Corte.
Milano, 7 FEBBRAIO 2012


5 commenti:

Celio ha detto...

ho segnalato alla retecomitatiqualitaurbanistica due casi riguardanti però la città di milano. In entrambi questi casi, qualsiasi preposto "buon padre di famiglia" non corrotto avrebbe difeso strenuamente lo status quo.Purtroppo le posizioni quando vengono ricoperte troppo a lungo finiscono col degenerare verso clientele e corruzioni.

Armando Santini ha detto...

Certo che questi della regione Lombardia hanno una bella faccia tosta! Non temono nè il ridicolo, nè un'ulteriore certa bocciatura della legge 133 da parte della suprema corte, se venisse approvata.
Sono arroganti, ma anche sprovveduti.
Complimenti per la lotta che state facendo.

Armando Santini ha detto...

Certo che questi della regione Lombardia hanno una bella faccia tosta! Non temono nè il ridicolo, nè un'ulteriore certa bocciatura della legge 133 da parte della suprema corte, se venisse approvata.
Sono arroganti, ma anche sprovveduti.
Complimenti per la lotta che state facendo.

Anonimo ha detto...

Non credo che siano degli sprovveduti. Se prendono questi rischi (anche quello di perdere la faccia) significa che hanno i loro buoni motivi. Il principale è che vogliono difendere gli interessi dei costruttori, molti dei quali legati, direttamente o indirettamente, a Comunione e Lberazione, che si definisce un "movimento ecclesiale" ma che è soprattutto un movimento per fare soldi. Non dimentichiamo che Masseroli, Assessore allo Sviluppo del Territorio della Giunta Moratti, è di Comunione e LIberazione.

Gigi

Celio ha detto...

pubblico il testo della mail citata nel primo commento a questo post:


Via Sebastiano del Piombo n 13 (zona Fiera):
esiste una palazzina di 4 piani, 8 appartamenti nel cui cortile esisteva un autorimessa: Piano terra seminterrato e piano rialzato. Cortile molto luminoso che affacciava altri cortili. Un magnifico platano nel cortile adiacente che sovrastava il tetto a terrazza dell'autorimessa. Ora al posto dell'autorimessa esiste una palazzina di 6 piani che ha compromesso il platano,ha rubato molta luce agli appartamenti del fronte strada, violando anche la proiezione dei 60°.Tutto fatto con assenso del comune che ha ritenuto lecita la cosa. Ora l' impresa costruttrice, che nel frattempo non ha venduto nulla, fallirà e gli abitanti del corpo facciata si troveranno al buio,con vista sullo scheletro di un mostro.
Via Ippodromo tratto finale.
Di fronte al n°105 di questa via,C'è una enorme pista d'allenamento per cavalli denominata Maura, una bellissima macchia verde che compare anche in alcuni libri fotografici(es Lombardia ediz. Gribaudo) citanti le meraviglie della nostra regione. Bene questo spazio, ove tuttora si allenano i cavalli, verrà probabilmente sacrificato in nome della speculazione edilizia ....e poi probabilmente si farà in altra zona circostante uno spazio verde. Così tra fa e disfa le tangenti si raddoppiano.

Io ho l' impressione che questi governanti non si rendono conto che con i messi di comunicazione/associazione attuali rischiano una "primavera araba"
Cordialmente