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lunedì 24 settembre 2012

Dopo lo scandalo alla Regione Lazio: che fare?

Quanto sta emergendo sulle ruberie e sulla cafonesca autocelebrazione in costumi dell'antica Roma, alla Regione Lazio è l' emblema del degrado estremo cui è giunta la politica tradizionale, non solo affogata da scandali e sperperi inimmaginabili, ma anche paralizzata dalla totale incapacità di reagire di fronte alla prospettiva di una totale implosione del sistema.
Il Presidente della Corte dei Conti, che di anomalie e sperperi se ne intende, ha affermato che  la realtà che sta emergendo  sull'uso del pubblico denaro alla Regione Lazio supera di gran lunga la  più fervida fantasia.
Circa l'ncapacità di reagire è emblematico quanto affermato da Pierferdinando Casini di fronte alla proposta del PD  di sciogliere il Consiglio regionale del Lazio per indire nuove elezioni e cioè che nessun partito può tirasi fuori da quella vicenda perchè tutti sapevano.
E' certamente vero che sapevano perchè tutti (anche il  partito del "moralizzatore" Di Pietro) hanno  consentito ai loro rappresentanti nella Regione di spartirsi somme enormi ai danni della collettività. Ma se il paladino del rigore, colui che negli ultimi mesi ha invariabilmente appoggiato la linea del Governo e sostenuto ripetutamente che "dopo Monti c'è Monti", non si rende conto che non si può far pagare il costo del rigore ai cittadini e lasciar correre sull'impudenza con cui i politici difendono privilegi e attuano incredibili ruberie, vuol dire proprio che la politica tradizionale è alla fine.

Questa affermazione è corroborata anche dall'incredibile balletto che i partiti stanno facendo in merito al cambiamento della legge elettorale, in cui l'obiettivo di ciascuno è cercare di tutelare i propri interessi elettorali, facendo finta di voler ridare voce agli elettori: questo balletto ricorda tanto la vicenda del Titanic, in cui i passeggeri continuavano a danzare mentre la nave si stava dirigendo verso l'iceberg.
Di fronte a questo squallido spettacolo e in vista delle elezioni politiche di primavera è necessario domandarsi cosa possono fare gli elettori, che non accettano più le furbizie e il cinismo dei partiti ma neppure vogliono rifugiarsi nell'astensione, che non risolve i problemi e lascia comunque il potere a coloro che verranno eletti.
Mi pare che le possibilità siano tre:

- votare per il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Ho già espresso le mie valutazioni circa i pro e i contro di questa formazione  in un post precedente ( "Il salto del Grillo" del 5 maggio) al quale rimando. Aggiungo che una forte affermazione elettorale di questo movimento potrebbe dare una spallata definitiva al sistema di potere in atto in cui le collusioni fra i "soliti noti" hanno ormai eliminato una vera dialettica politica e affermato una logica spartitoria, che non si smuove nemmeno davanti alla corale indignazione dei cittadini e degli osservatori internazionali.

- scegliere nella nuova "offerta politica". Di qui ad aprile si definiranno i nuovi attori del confronto elettorale: è ormai certo che uno dei protagonisti sarà il Presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo, con Italia Futura e forse in concorso con altri movimenti. Su Montezemolo mi sono espresso con un post  (Montezemolo in politica: parliamone del 3 novembre 2011).
Altri nomi  di peso che si fanno sono: Emma Marcegaglia, imprenditrice ed ex Presidente di Confindustria e Corrado Passera, attuale ministro dello Sviluppo ed ex banchiere.
Un sondaggio compiuto da Renato Mannheimer e pubblicato sul Corriere della Sera del 23 settembre, ha domandato ad un campione rappresentativo dell'elettorato se prenderebbe in considerazione una forza politica che abbia come esponente di primo piano uno dei tre possibili candidati: ha risposto affermativamente:  per la Marcegaglia il 17% degli intervistati, per Montezemolo il 15% e per Passera il 12%.

votare i partiti tradizionali che punteranno alla conferma di Monti.
Se l'attuale capo del Governo venisse confermato attraverso il voto popolare (non come esponente di uno degli attuali partiti ma in quanto designato  dalle forze della futura maggioranza)  potrebbe portare nella politica le virtù di serietà e integrità cha ha dimostrato di avere in qualità di tecnico e potrebbe forzare i partiti che lo sostengono ad adeguarsi a standard europei di correttezza e di moralità.


Si tratta, ovviamente, di scelte molto diverse fra loro ma accomunate dal principio di non delegare più, almeno per la prossima legislatura, i compiti di governo ai partiti che ci hanno portato al disastro attuale.

Mi piacerebbe sentire l'opinione di qualche lettore del blog su questo tema.





12 commenti:

Aldo Mauri ha detto...


Mi piace la tua proposta di alternative che taglino fuori i partiti tradizionali dall'esercizio del potere di governo.
Hai qualche suggerimento da dare, a chi come me non è mosso da intenti ideologici e quindi può votare liberamente, sui criteri per scegliere fra le alternative presentate?
Grazie.
Aldo

roberto ha detto...

I due criteri principali sono: la discontinuità, rispetto all'attuale sistema politico e la credibilità, verso i mercati e i partner europei
Se si privilegia il primo aspetto, ovviamente Grillo è la scelta d'elezione; se si punta sul secondo, Monti è il riferimento.
Le fortune delle nuove offerte politiche dipenderanno da quanto esse riusciranno a miscelare i due predetti criteri. un adeguato distacco dal "sistema" e una credibile offerta che contemperi in modo convincente rigore e crescita.
Ciao.
Roberto

Ettore ha detto...

Ho trovato interessante sia lo spirito che il contenuto delle tue proposte ma il giudizio su Casini mi pare un pò ingeneroso: se la Polverini e il Consiglio regionale sono andati a casa lo si deve anche al voto determinante dell'UDC.

roberto ha detto...

Ettore, premetto che ho scritto e pubblicato il mio post prima che si sapesse della decisione di Casini di votare per lo scioglimento del Consiglio Regionale.
Direi che, con tale decisione, Casini "ci ha messo una pezza" (anche a seguito dell'intervento del Cardinale Bagnasco) ma resta il fatto, assai sgradevole, che lui e gli altri leader nazionali sapevano quanto avveniva nel Lazio e non hanno mosso un dito finchè non è intervenuta la magistratura.
Vale anche per lui la strofa del Metastasio "Voce dal sen fuggita, poi richiamar non vale....".
Ciao.
Roberto

Anonimo ha detto...

Penso che confermare Monti non sia una buona soluzione. Perchè comunque abbia dimostrato più serietà di altri leader, non ha voluto in nessun modo toccare i privilegi dei politici, cosa questa che potrebbe almeno far pensare che con lui si potrebbe veramente cambiare qualcosa. Io voterò Grillo. Se mai dovesse fallire anche lui, l'alternativa sarebbe non votare.

roberto ha detto...


Evidentemente tu assegni maggiore importanza al fattore discontinuità rispetto a quello della credibilità. Da questo punto di vista la tua scelta è ineccepibile: chi vuole mandare al sistema un chiaro e inequivocabile messaggio di rifiuto non ha al, momento, altra alternativa.
Circa Monti direi che, se avesse un'investitura popolare, sia pure indiretta (non si candiderà certamente come rappresentante di un partito) potrebbe fare certamente di più contro la resistenza dei partiti a ridurre i propri privilegi.

marina colombo ha detto...

CREDO CHE LA "SOCIETA' CIVILE" DOVREBBE SCENDERE IN PIAZZA

INVECE ABBIAMO TROPPI PROBLEMI CONTINGENTI E CONTINUIAMO A TOLLERARE QUESTI SOPRUSI.

MARINA COLOMBO

roberto ha detto...

L'idea di scendere in piazza sarebbe buona, ma non è facile individuare soggetti sociali, in grado di mobilitare vasti strati di cittadini, che non siano condizionati da contiguità con la politica e quindi passibili di strumentalizzazioni.
Se qualcuno dei lettori ha indicazioni utili al riguardo, lo faccia sapere.

Fausto ha detto...

Roberto siamo sicuri di avere toccato il fondo ? Io personalmente credo di no,
il marciume che imperversa in questo paese è più radicato di quanto si possa
immaginare. Solo il tempo ci darà ragione e la magistratura farà emergere solo
parzialmente il cancro che ci attanaglia, non certo per incapacità.
L’idea che una Marcegaglia possa entrare in politica non mi affascina affatto,
visti gli aspetti caratteriali emersi durante il Suo mandato.
Montezemolo che ho sempre considerato un Soggetto ,legato mani e piedi alla
famiglia Agnelli, per i ben noti trascorsi, lo lascerei gestire la nuova
azienda in compagnia di Della Valle.
Passera, a mio modo di vedere, ha dimostrato di essere incapace di gestire un
ministero così fondamentale come quello dello sviluppo, forse sarebbe
auspicabile un Suo ritorno al mondo bancario.
Alla luce di ciò quali personaggi politici,di cui oggi disponiamo, sarebbero
nella condizione di mantenere ciò che Monti con mille difficoltà è riuscito ad
attivare? Riuscite ad immaginare un Bersani od un Berlusconi a Berlino a
conversare con Angela Merkel od a Francoforte a suggerire aggiustamenti di
natura economica finanziaria alla BCE? Mi spaventerebbe se ciò accadesse a tal
punto da vergognarmi di essere italiano.
L’unica strada percorribile è quella impostata da Monti che, se investito
nuovamente della funzione che attualmente ricopre, sarebbe in grado di
trasformare la struttura politica di questo paese con una serie di riforme
costituzionali che la politica non è in grado di risolvere, ma neanche di
affrontare.
Un cordiale saluto a tutti
Fausto

Fernando Fancelli ha detto...

Cosa fatta, capo ha!!! bisogna cambiare binario, così siamo allo sfacelo, Olio di ricino a certi pseudo democratici!

roberto ha detto...


Rispondo a Fausto:
anch'io sono convinto che il marcio non sia finito e che Monti sia la scelta migliore se si punta alla credibilità internazionale.
Gi attuali politici non hanno le "carte in regola" per portare avanti in prima persona la "Linea Monti".
Sui potenziali candidati farei queste osservazioni: Montezemolo ha,sia pure in misura minore di Berlusconi, un problema di conflitto d'interessi per la concorrenza di NTV alle Ferrovie dello Stato e alcune altre criticità che ho esposto nel post a lui dedicato nel novembre scorso, ma Italia Futura è un soggetto sociale apprezzabile per le posizioni prese. Marcegaglia ha, secondo me, ben gestito Confindustria, è energica e determinata: può avere uno spazio in politica.
Passera, con cui ho collaborato per 10 anni, è un manager di grandissimo valore; come membro del governo è stato penalizzato dall'essere Ministro dello Sviluppo in un periodo in cui non vi sono risorse da dedicare alla crescita: gli darei fiducia e aspetterei prima di emettere un giudizio.
Roberto

roberto ha detto...


Rispondo a Fernando:
Sono d'accordo che bisogna cambiare binario ma l'olio di ricino non è la strada giusta.
Roberto