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giovedì 1 novembre 2012

Dopo le elezioni siciliane: sfide e opportunità per il Movimento 5 Stelle

Con  circa il 15% dei voti il Movimento 5 stelle si è attestato al primo posto in Sicilia e viene accreditato, dai sondaggisti e dagli opinionisti, di un possibile 25% nelle elezioni nazionali il che sarebbe già un bel terremoto  negli instabili equilibri della politica nazionale. Ma, a mio avviso, queste stime peccano per difetto in quanto non tengono conto di cosa potrebbe accadere  nel "partito del non voto", che in Sicilia ha ormai la maggioranza assoluta ed è rilevante anche a livello nazionale.
Io credo che molti non abbiano votato non solo perchè ritengono insoddisfacente l'attuale offerta politica dei partiti tradizionali  ma anche perchè non credono che la cosiddetta "antipolitica" sia una soluzione efficace.
I non votanti potrebbero essere indotti a ricredersi se di qui al prossimo aprile i partiti tradizionali continuassero a "fare gli gnorri", non giungendo ad un cambiamento della legge elettorale e non riducendo davvero i privilegi della casta.
A quel punto anche i più scettici potrebbero vedere nel movimento di Grillo, pur con tutti i suoi limiti, una strada percorribile, soprattutto se questa forza sapesse dimostrare, nei sei mesi che mancano alla consultazione politica, di saper davvero iniziare il percorso virtuoso volto a smantellare i privilegi che, in Sicilia, sono ancora maggiori e più spudorati che nel resto del Paese.
La sfida che attende il movimento, a questo riguardo,  è  comunque grande ed è stata ben  sintetizzata da Gianfranco Miccichè che ha detto: "Voglio vederli i grillini il giorno in cui si trovano in mano la busta paga con 15 mila euro netti al mese...voglio vederli". E'  ben vero che è stato dichiarato che la maggior parte di tale somma verrà versata dagli eletti al Movimento, ma ciò non toglie che il problema rimanga: ce la faranno i grillini a resistere alle lusinghe del potere ?
Basta guardare, da questo punto di vista, alla triste parabola dell'IDV, nato come movimento contrario alla politica tradizionale e votato a moralizzare la cosa pubblica, che è finito nel gorgo dell'arricchimento personale, come ha ben dimostrato la recente inchiesta della Gabanelli, che ha mostrato un Di Pietro in grave difficolta nel tentativo di giustificare l'enorme patrimonio immobiliare accumulato in questi anni.

Il  fatto è che, nella realtà italiana si è creata una collusione di fondo fra tutte le forze politiche, nessuna esclusa, che ha portato a tacitare qualunque vero dissenso nei confronti della logica spartitoria che ha dominato gli ultimi vent'anni: al di là dell'apparente, forte costrasto fra il centrodestra berlusconiano e la sinistra più o meno massimalista, si costruiva un sistema in cui tutti beneficiavano di una fetta crescente delle risorse pubbliche, dirottate più che ai partiti, ad alimentare le fortune personali dei loro membri. In questo contesto i comportamenti predatori dei Lusi e dei Fiorito non sono l'aberrazione di alcune "mele marce" , ma semplicemente le manifestazioni più visibili del "sistema". Ho già citato in un precedente post quanto affermato da Casini allo scoppio dello scandalo Fiorito e cioè che il PD non poteva tirarsi fuori dalla facenda chiedendo lo scioglimento del Consiglio Regionale perchè "tutti sapevano". Questa affermazione è appunto rivelatrice dell'esistenza di un sistema che ha, fra l'altro, messo in luce una delle grandi debolezze del nostro assetto istituzionale: un federalismo becero che non prevede più i controlli dello Stato sulle Regioni ( i Comitati Regionali di Controllo sono stati aboliti) e che lascia ampio spazio ad ogni forma di degrado.
Il malaffare è diventato la norma e in questo contesto si inserisce, direi armoniosamente, anche la collusione con la 'ndrangheta in Regione Lombardia.
Il livello di sopportazione dei cittadini rispetto a questa barbarie è ormai ampiamente superato e possono bastare piccoli eventi per produrre uno "tsunami" capace di travolgere completamente i partiti tradizionali.

Oggi il Movimento 5 Stelle è l'unica forza politica in grado di tentare di rompere il sistema collusivo in atto: se continuerà a marcare la propria diversità rispetto ai riti della politica ( niente comparsate in TV,  niente accordi sottobanco, ecc. )  e  si saprà muovere in modo determinato e credibile nei prossimi mesi contro i privilegi e il malaffare, l'ipotesi di un "effetto valanga" potrebbe realizzarsi e il Movimento potrebbe andare molto al di là delle percentuali di consesnso elettorale che oggi gli vengono attribuite.  Il fatto che in Sicilia il Movimento 5 Stelle abbia pescato consensi in tutte le aree politiche è un segno premonitore in questa direzione.




15 commenti:

Gianmaria Scapin ha detto...

Caro Roberto,
vedo che ti stai avvicinando. Quando alcuni anni fa prevedevo un 5 stelle al 40% i più mi ridevano in faccia perchè si fermavano al comico Beppe Grillo e non andavano oltre, non frequentavano il blog (tra i più visitati al mondo)e quindi non sapevano di cosa si stesse parlando: nuove regole, democrazia dal basso, uno vale uno, la rete come strumento base per le proposte e decisioni politiche - gli eletti uno strumento, dei dipendenti, necessari ma nulla più. Questo in sintesi.

E ancora oggi molti non sanno che, alla base del successo del m5stelle, ci sono intuizioni e regole ben precise che stravolgono il modo di fare politica.
E' un area inesplorata che nessuno, nemmeno Casaleggio, sa come governare ma a questo punto della situazione politica è l'unica tentabile.
A questo punto le percentuali possono andare oltre il 60% perchè o condividi le regole della nuova politica m5stelle o rimani nel vecchio modello di cui, ad es.,anche Renzi fa parte.
Il m5stelle è senz'altro un salto nel buio, come lo stesso Beppe va dicendo da mesi, ma il tentativo va fatto anche perchè falliti economicamente e come modello lo siamo già (Monti che sta spegnendo la macchina Italia sta diventando patetico ai suoi stessi occhi).
Lo hanno scelto per trattare la resa tecnica sul debito dopodichè ricominciare come prima, già oggi, è impensabile. Quindi prepariamoci a fare questo salto nel buio dando semmai una mano per prevenire derive o sbandate pericolose magari con le competenze, quelle si anche se vecchie, potrebbero tornare utili.
Ma non riproponendo il vecchio sistema: quello, per carità, basta!

roberto ha detto...


Caro Skap,
come ricorderai, tempo fa rispondendo al tuo commento ad un post ho riconosciuto che avevi ragione: malgrado io avessi ed abbia perplessità sullo stile di Grillo nonchè su alcuni contenuti e posizioni del M5S ( e sia meno severo di te rispetto a Monti),riconosco che si tratta di una realtà vitale, non compromessa con il vecchio, ultracorrotto sistema e portatrice di forte innovazione politica.
Il problema è, come voi stessi dite, che si tratta di "un salto nel buio" e vi sono concreti rischi che, se il salto non riesce, il tracollo diventi irrimediabile. Tuttavia convengo con te che è meglio il salto nel buio che il perpetuarsi di un sistema che ogni giorno ci riserva nuovi orrori e rivela la sua spaventosa pervasività.
Sono quindi interessato a proseguire un confronto d'idee che possa contribuire all'indispensabile cambiamento di modello politico, evitando il collasso del Paese.
Grazie del contributo.
Roberto

Aldo Mauri ha detto...


A proposito della necssità di cambiare "evitando il collasso del Paese", mi domando come reagirebbero i mercati nel caso di una vittoria a valanga di Grillo alle prossime politiche. Io ho forti timori e tu?
Aldo

roberto ha detto...


Credo che inizialmente potrebbe esserci un contraccolpo negativo perchè ciò che i mercati temono di più è l'instabilità ma, dato che il secondo motivo di preoccupazione degli investitori è la corruzione e l'Italia è fra i Paesi più corrotti, una forza politica che lottasse seriamente contro questo fenomeno sarebbe, nel medio periodo, premiata. L'importante è che il Movimento % Stelle, nel caso acquisti dimensioni tali da influire sul governo del Paese,anche stando all'opposizione, passi dall'invettiva alla critica costruttiva, ma restando intransigente sulla correttezza dei comportamenti.

roberto ha detto...


La recente proposta di Grillo di candidare Di Pietro al Quirinale trattandosi di persona onesta è chiaramente una provocazione, ma è comunque un esempio dello "stile" del personaggio che io contesto.
Come ha ben detto con giusta ironia Maurizio Crozza nella sua sapida introduzione a "Ballarò", prima di fare tale dichiarazione Grillo poteva almeno vedere il servizio fatto su Di Pietro dalla Gabanelli nella trasmissione "Report" o, almeno, incaricare qualcuno di farlo.
Per il leader di una forza politica che vuole cambiare il Paese questi scivoloni non vanno bene: la provocazione e la vis polemica sono utili ingredienti della lotta politica ma nel loro uso ci vuole attenzione. Il proverbio dice: "il troppo stroppia"




Giuseppe Valoppi ha detto...

Ciao Roberto , è un pezzo che non ti scrivo ma continuo regolarmente a leggerti.
Per una volta lasciami dire che non sono d'accordo con te anzi precisiamo:
Sono d'accordo sull'analisi, non sulle conclusioni.
Parliamo di politica e Mov 5 stelle.
La tua analisi sullo stato attuale della politica e spietata secca ma estremamente corretta.
Ritengo che finalmente i cittadini e la società civile debbano riprendersi gli spazi che gli competono.
Sin qui appoggio totalmente le tue idee. Trovo anche molto interessante che i cittadini (tramite 5 stelle) possano finalmente mandare un segnale chiaro di cambiamento.
Sono però spaventato da alcune cose e ti pregherei se possibile di darmi una risposta:
1)Democrazia interna in 5 stelle:
E' normale e corretto che solo un leader che poi non si definisce tale possa decidere per gli altri impedendo a tutti di agire?
2)Programmi: dopo la giusta fase della critica mi piacerebbe sapere quali sono i programmi del movimento.
Io penso che la paura del confronto televisivo (grillo stesso evita i confronti) sia data dal timore di non poter reggere il confronto sulle proposte.
Quali sono poi queste proposte?
Parliamo di euro. . . .
Mi pare si dica che l'unica ricetta sia l'uscita dell'Italia dall'euro.
Vediamo cosa succederebbe:
A)Svalutazione immediata della moneta per almeno il 30%
b)Conseguente salita del rapporto deficit pil a oltre il 170%
c)default conseguente dello stato Italiano
d)corsa dei risparmiatori ai prelievi dei depositi bancari
e)revoca conseguente degli affidamenti bancari alle imprese
f)conseguente chiusura di almeno il 40% delle imprese private con 5/M di nuovi disoccupati.
Mi è sfuggito qualcosa o è questo il paese che vogliamo.
Io credo a qual cosa di diverso e infatti ho aderito al movimento "Fermare il Declino" che in quanto a critica verso il sistema non è certo inferiore a 5 Stelle ma che poi in punto proposte sviluppa idee e suggerimenti completamente diversi.
Scusa se ho invaso il tuo post ma ritenendoti analista serio e capace volevo stimolare il confronto.
Grazie e saluti

roberto ha detto...


Ciao Giuseppe, mi fa piacere ritrovare una tua opinione sul blog e ti dico subito che condivido le tue perplessità sull'ipotesi ventilata da Grillo di un'eventuale uscita dall'Euro, in verità non compresa nel programma del Movimento 5 Stelle che potrai leggere cliccando sul seguente link:

http://www.beppegrillo.it/iniziative/movimentocinquestelle/Programma-Movimento-5-Stelle.pdf


Sarebbe, come tu dici una catastrofe e non credo che, se mai il Movimento dovesse arrivare a posizioni di Governo, confermerenne tale ipotesi.Comunque un rischio esiste al riguardo ed è uno dei tanti motivi per cui il supporto al Movimento 5 Stelle è un "salto nel buio", come detto in precedenti commenti.
Se tu leggi il predetto programma vedrai che contiene moltissime intenzioni assolutamente positive in merito alla lotta alla corruzione, alla riduzione dei costi della politica, alla trasparenza, alla tutela delle fasce deboli, dell'ambiente e della salute, al contrasto verso lo strapotere della finanza ecc.
Manca però una visione complessiva, e supportata dai dati, di come contemperare tali diversificate e in taluni casi onerose esigenze con i vincoli di bilancio derivanti dallo stato di quasi default delle nostre finanze pubbliche.
Convengo che il programma di "Fermare il declino" è, per vari aspetti, più plausibile ma dubito che questo movimento possa dare una spallata al sistema di potere corrotto che si è istituito perchè troppo giovane e con consensi ancora limitati.
Il movimento di Grillo, pur essendo discutibile per vari aspetti, avrebbbe la forza e la determinazione per rompere la ragnatela di collusioni che ci imprigiona, ma potrebbe riuscirci solo se non facesse troppi errori (vedi il mio commento precedente per un esempio). Ma di questo parlerò in un prossimo post.
Grazie.
Roberto



Giuseppe Valoppi ha detto...

Ciao Roberto grazie per la segnalazione.
Ho letto il programma di 5 stelle e mi sembra veramente tutto ok magari tanti sogni ma anche sognare e bello.
Peccato però che grillo abbia parlato a parma il 22 settembre 2012. Mi pare che abbia detto tutt'altro. Fino al min 18 bene poi ha iniziato a delirare e poi è passato all'idiozia dal minuto 24.
Non ti anticipo i contenuti ti consiglio però di ascoltare la sua ricetta per la riduzione del debito pubblico:
Ascolta bene e poi prova a pensarci su.
Io ne avevo sentito parlare ma non avevo mai sentito tutto il discorso.
Oggi l'ho fatto e ne sono uscito sconcertato.
Ti aspetto con una tua analisi

roberto ha detto...


Ho ascoltato il discorso di Grillo, tutto sopra le righe, come è nel suo stile. Sui temi parmensi dice alcune cose che sembrerebbero fondate (ma non ho gli elementi per verificarle), mentre sulla questione del debito pubblico dice effettivamente delle sciocchezze. Se si adottasse la ricetta dell'Ecuador, che lui considera plausibile e che consiste nel non ripagare il debito, le conseguenze sarebbero ancora più gravi di quelle derivanti dall'uscita dall'Euro.
E' ovvio che se Grillo vuole portare il suo Movimento verso posizioni di governo deve abbandonare queste irresponsabili provocazioni e cercare soluzioni che siano compatibili con il ruolo e il peso dell'Italia nel contesto internazionale. Con tutto il rispetto per il citato Paese sudamericano, l'Italia non è l'Ecuador e non può farsi aiutare da Argentina, Brasile, e Venezuela a fronte di un embargo da parte dei Paesi creditori.

Giuseppe Valoppi ha detto...

Ciao Roberto complimenti perchè sei sempre obiettivo nella tua analisi.Io non credo che Grillo sia capace di di trovare soluzioni compatibili perchè per lui l'importante è rompere col passato ed ormai si è spinto troppo in la con le provocazioni. Spero sia il movimento invece a fare un passo indietro su alcune posizioni troppo spinte ed allora si che con un grande atto di responsabilità si potrebbero cambiare in meglio le cose.
P.S. ho provato molta pena per la vicenda della consigliera comunale di Bologna; ho letto il suo discorso ed ho provato una profonda amarezza.
In un paese civile non possono avvenire simili cose; compagni di partito che escono al momento del discorso; militanti che sfruttando l'anonimato insultano le persone con termini come puttana ecc.
Beh che schifo e ribadisco ancora :
E' questa l'Italia che vogliamo per i nostri figli?
Ciao e continua a scrivere.

roberto ha detto...

Io non ho letto il discorso della consigliera comunale di Bologna ma ho visto sul blog di Grillo molti interventi critici e spesso offensivi nei suoi confronti.
La reazione dei grillini è indubbiamente eccessiva e discriminatoria, ma la richiesta di Grillo di non andare in TV è ben fondata per vari motivi:
- i tlak show sono riti della vecchia politica; parteciparvi è un pò omologarsi
- i grillini hanno poca esperienza politica e potrebbero facilmente cadere in qualche trappola
- dichiarazioni improprie, come quella fatta a Ballarò dalla Salsi in merito alle modalità di gestione della parte retributiva dei consiglieri regionali restituita al Movimento, possono danneggiarlo
- la Rete è molto più efficace della TV per il confronto politico perchè è interattiva e il dialogo non è filtrrato da un conduttore.
Alla prossima.

Fausto ha detto...

Gli scandali che prolificano, la confusione che regna nell’ambito di tutti i partiti, senza esclusione alcuna, producono seri e costanti momenti di riflessione.

In questo marasma ecco imporsi il M5S in una regione che vanta la maggior spesa pubblica, il maggior numero di indagati per collusione con la mafia e quant’altro di negativo si possa sottolineare.

Il successo ottenuto è sicuramente la risultante di un malcontento generalizzato che regna in quella parte di Italia martoriata dagli scandali e dalla politica personalizzata ; io personalmente ho vissuto esperienze allucinanti in quella regione, quando la finanziaria dello stato mi mandò a gestire una azienda decotta in provincia di Palermo.

Personalmente mi auguro che la straordinaria vittoria del M5S in Sicilia non corrisponda ad un analogo primato in occasione delle prossime elezioni politiche. Sarebbe una vera catastrofe per un paese che ha subito, a ragione, una politica di estremo rigore cosciente di affrontarla per il bene dell’intero paese.

Le manifestazioni di Grillo che urla, che strepita e che demonizza, a ragion veduta, tutta la politica può servire a scardinare definitivamente quella classe dirigente corrotta che ha governato il paese in questi ultimi 20 anni ? Non sono del tutto convinto, anzi, esiste il pericolo che una volta presente sugli scranni del Parlamento potrebbe comportarsi come i suoi predecessori.

La fase delicatissima che il paese sta attraversando non merita che si inneschi una bomba ad orologeria che ci porterebbe ad annullare tutti i sacrifici sostenuti, lasciando il potere ad un movimento di improvvisati il destino del nostro paese.

Al di là di Grillo che ritengo un ciarlatano, come potranno incidere positivamente persone della società civile prive di alcuna esperienza politica, anche se volonterose, a gestire la difficile situazione che si profila a breve? La politica non è un gioco……………..dovrebbe essere una cosa seria.

Fausto

roberto ha detto...


Condivido in buona parte le tue osservazioni:
- certamente preoccupa anche me il costante attacco di Grillo a Monti al quale dobbiamo molto, in questa fase così critica, anche se il suo Governo ha peccato di poca equità e di una certa distanza dalle ansie concrete delle persone in difficoltà (penso agli esodati, soprattutto)

- mi preoccupa anche l'inesperienza dei suoi seguaci Ma su questo punto direi due cose: è certamente meglio inserire nelle istituzioni dei dilettanti della politica che dei professionisti del furto con destrezza; inoltre, nei Comuni dove l'M5S è andato al governo, non fa certo peggio dei suoi predecessori. La politica, come tutti i mestieri si impara.

- il rischio che anche i Grillini si facciano sedurre dai soldi e dal potere è molto concreto. Forse il compito dei cittadini è quello di aiutarli a non cadere in tentazione

Dove mi discosto alquanto dal tuo pensiero è circa l'auspicabilità di un grosso successo del M5S alle elezioni politiche. Vittorio Feltri, che non è certo accusabile di vicinanza ideologica a Grillo, ha affermato in una recente trasmissione televisiva che, essendo in corso una fase "destruens", cioè di smantellamento di un sistema politico decotto, il contributo di Grillo è indispensabile. Io concordo con lui. A mio avviso un grande successo elettorale del M5S è certamente un rischio, ma è un rischio che va corso se vogliamo che il nostro Paese esca dalla morta gora in cui l'hanno cacciato i partiti tradizionali.




Fausto ha detto...

Scardinare il vetusto sistema politico ed i Soggetti che lo compongono è sicuramente fondamentale, ma siamo convinti che la demagogia ed il populismo di Grillo rappresentino il corretto antidoto?

Nutro seri dubbi in tal senso.

ciao

Fausto

roberto ha detto...


Anch'io nutro seri dubbi, ma credo che una prova vada fatta, altrimenti la vecchia politica, magari con un pò di maquillage, riprenderà le redini e ll pervasivo sistema di corruzione che ci ha portati allo sfascio si svilupperà ulteriormente.
La condizione affinchè la demagogia e il populismo lascino spazio a responsabilità e riconoscimento dei vincoli da rispettare, è che i cittadini non pensino di cavarsela con il voto, sia che scelgano M5S, sia che optino per altre formazioni politiche. Gli elettori devono vigilare e la Rete è lo strumento per farlo.
Il tempo della delega in bianco è finito.