Il nostro paese deve essere
molto grato a Giorgio Napolitano che a 88 anni si è assunto il grave fardello
di un secondo, non richiesto, mandato presidenziale: si deve a lui, in larga misura, se l’Italia ha
evitato il default e se si sta gradualmente avviando ad un confronto politico
più civile e ad un rapporto più ragionevole fra avversari, attualmente costretti
dalla crisi a collaborare nella “strana maggioranza”.
E’ pertanto particolarmente
dissonante e sgradevole la minaccia di “impeachement” lanciata da un esponente
del Movimento 5 Stelle, forza che si distingue spesso per dichiarazioni tanto
roboanti quanto inverosimili e improduttive.
E’ invece corretto, a mio
avviso, quanto affermato da Matteo Renzi e
da Guglielmo Epifani: il primo ha detto che “ non è lesa maestà”
contraddire il Presidente della Repubblica, il quale ha tutto il diritto di
mandare messaggi e suggerimenti, ma che
spetta alla politica valutarli ed ha aggiunto che i provvedimenti di clemenza
generale, soprattutto se fatti a breve distanza l’uno dall’altro, sono “diseducativi”.
Il secondo ha affermato che “amnistia e indulto sono l’ultima possibilità”:
prima bisogna tentare altre strade per risolvere l’annoso problema del
sovraffollamento delle carceri.
E così la pensano i cittadini
( non solo quelli di sinistra): in un recente sondaggio è emerso che il 71% degli
elettori è contrario a tale provvedimento e che anche il 63% ei votanti per il
PDL è di questa opinione.
Su questo tema si è espresso
con grande chiarezza il primo Presidente del Circolo Rosselli mediante il conciso e acuto intervento
riportato di seguito:
Amnistia e indulto
(Luciano Belli Paci, Circolo Rosselli) Il problema delle condizioni disumane nelle quali
vivono gli ospiti delle carceri italiane è drammatico e richiede, da tempo,
interventi anche emergenziali. Molte cose si potrebbero fare: allargare magari
temporaneamente i requisiti per l’applicazione delle pene alternative ai
detenuti meno pericolosi, adibire a carcere temporaneo qualche ex caserma,
depenalizzare alcune fattispecie (immigrazione clandestina, droghe leggere,
reati colposi, violazioni privacy, ecc.), costruire nuove carceri. Le ultime due si devono fare in ogni caso e
rappresentano le uniche soluzioni “strutturali” al problema, che altrimenti è
destinato a ripresentarsi ciclicamente e ad intervalli sempre più brevi.
L’amnistia e l’indulto – così
come in altri campi i condoni, le sanatorie, ecc. – sono invece falsi rimedi
che producono danni profondi nel tessuto sociale e civile del nostro Paese.
L’Italia non è solo un paese di santi, poeti e navigatori. Molto più numerosi di questi sono gli evasori
fiscali, i truffatori, i mafiosi (camorristi ecc), gli autori di abusi edilizi,
gli inquinatori, i violentatori, i rapinatori, i corrotti e i corruttori, i
ladri, eccetera.
L’Italia funziona male perché
l’illegalità è diffusa, è capillare, non suscita riprovazione, ma trova
comprensione, spesso consenso, perfino ammirazione. L’effetto dei provvedimenti
collettivi di clemenza in un paese fatto così sono devastanti.
Il furbo si conferma
nell’idea di essere davvero furbo; l’imputato si convince dell’opportunità di
affrontare sempre e comunque tutti i gradi di giudizio nella speranza di
giovarsi dell’amnistia che verrà; la polizia e la magistratura vedono frustrati
sforzi enormi grazie ai quali hanno fatto funzionare una macchina farraginosa
che pare costruita apposta per favorire i delinquenti; la vecchietta vede
tornare davanti all’ufficio postale il guappo che poco tempo fa le ha scippato
la pensione … A me personalmente che l’amnistia possa giovare a Berlusconi
interessa fino a un certo punto. Quel
che mi “frega” invece, è che produce guasti profondi all’Italia. Produce un debito di civiltà, non meno
opprimente del debito pubblico.
13 commenti:
Non sono d'accordo. Dopo Monti, Napolitano doveva lasciare, come aveva promesso, oppure riproporre un governo tecnico. Massima credibilità recente italiana è stata raggiunta proprio dal governo del bocconiano. Napolitano, non dimentichiamolo, ha firmato anche leggi truffa di Berlusconi e s'è intrattenuto indebitamente con Mancino, negando con mille artifizi e altrettante connivenze la possibilità di pubblicazione delle famose telefonate. Ha digerito la questione Kazakhistan come fosse un brodino. Il governo di larghe vedute, da lui proposto, è risultato un flop e tale sarà sino a quando l'Italia verrà ricattata da B. Lo sanno tutti.
In quanto alle carceri è assurdo liberarle di nuovo dopo 7anni di uguale comportamento. Si deve agire seriamente sulle leggi affinchè non avvengano riempimenti indebiti di celle. Un velo pietoso sulla misura proposta in risposta alle vicende giudiziare del solito B. Credo ci si debba rendere conto che viviamo in una mediocrità intollerabile, priva di futuro. Tutti quanti dobbiamo impegnarci maggiormente per non finire ultimi nella classifica della civiltà in Europa, civiltà che addirittura l'Italia ha contribuito in maniera determinante a formare.
Condivido, anche se solo per taluni aspetti, quanto espresso da Dario, ma mi piace sottolineare che, in assenza di un Presidente, come Napolitano, peraltro, da tempo, facente funzione da primo ministro, il nostro Parlamento si sarebbe ridotto ad un pietoso incontro di box
Un saluto
Fausto
Mi scuso per la omissione della "e" . La fretta gioca dei brutti scherzi.
Fausto
Rispondo a Dario:
Un nuovo governo tecnico subito dopo la caduta di un governo tecnico è un'ipotesi che non sta in piedi,a mio avviso.
Naturalmente non si può dire cosa sarebbe successo se Napolitano non avesse accettato il pesante fardello che si è assunto, ma ribadisco la mia ferma opinione che l'Italia sarebbe andata in default. E' facile fare i critici ora che, bene o male, l'abbiano sfangata, ma dovremmo fare molta attenzione a non disconoscere il ruolo di "ultimo garante" che Napolitano rappresenta.
Che poi lo si possa criticare, per esempio sull'amnistia, è indubbio, ma non credo gli si possa addebitare alcunchè per cose, come la vicenda del Kazakhistan, che sono di esclusiva competenza del governo.
Rispondi a Fausto:
Quello che tu dici sul ruolo svolto da Napolitano nel governare il conflitto politico coincide con il ruolo di "garante ultimo" cui ho fatto riferimento nella risposta a Dario. Senza Napolitano, lo ripeto, saremmo in bancarotta.
In questi giorni ho parlato con numerosi amici di ogni tendenza, ma anche agnostici. L’impressione che ne ho tratto è che agli italiani della sorte dei carcerati non gliene importi nulla, o quasi; quella che interessa è la sorte di Berlusconi. I favorevoli ai provvedimenti sono quelli che sperano che B. ne sia incluso; i contrari sono quelli che temono la stessa cosa. Analisi superficiale? Forse, ma provate ad affrontare l’argomento in generale e vedrete se non viene subito fuori il B.
Umberto
E' un peccato che della sorte dei carcerati importi poco alla gente perchè la civiltà di un Paese si misura anche dal modo in cui tratta chi ha sbagliato e sconta una pena.
Il fatto, poi, che tutti tirino in ballo le vicende di Berlusconi e agiscano come opposte tifoserie è anche dovuto ala tempistica assolutamente errata di un provvedimento che, se applicato a Berlusconi, sarebbe visto come un puro salvacondotto e, se gli venisse negato, come una conferma che la sinistra cerca di farlo fuori per via giudiziaria.
Per non parlare del fatto che un provvedimento di clemenza dopo soli sei anni dal precedente è un'incitazione a delinquere.
Roberto
Uscire dall'Europa facendo il gesto dell'ombrello. Ogni 50 anni stampare una quantità di moneta pari alla metà del debito pubblico e regalarla ai cittadini. La moneta non è di proprietà delle banche centrali. Il valore della moneta è data dall'operosità della nazione, specialmete ora che non c'è più l'obbligo della riserva aurea. L'Europa vuole distruggere la nostra industria e ridurci a semplice paese consumatore. Ci dice: Vi lasciamo il sole ed il turismo, il vino ed il parmigiano la produciamo noi per Voi ed i vostri turisti (che siamo noi).
Paolo Spinoglio
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Mi è piaciuta la tua provocazione e l'ironia sulla sorte che l'Europa ci riserverebbe ( il vino e il parmigiano non vorrei cederli....!).
Stare in Europa non avendo più il governo della moneta e quindi non potendo svalutarla è dura, ma uscendo da tale cortesto i nostri vizi nazionali avrebbero il sopravvendo e diventeremmo un Paese di serie C.
L' immigrazione,quella onesta è senz'altro una risorsa, ma se poi i numeri ci dicono che il 5% dell'immigrazione rappresenta il 50% dei detenuti dovremo intervenire anche in questa direzione per risolvere il problema delle carceri!!!
Un saluto Mancini
Certamente. E' un problema che, a mio avviso, andrebbe affrontato anche con i Paesi di provenienza con accordi per far scontare le pene più consistenti negli stessi. Per i reati minori si dovrebbe puntare, come per tutti i detenuti, su pene alternative e parziale depenalizzazione. Comunque è anche importante aumentare la capienza delle strutture. Non si può fare un'amnistia perchè non ci sono luoghi di detenzione.
Caro Roberto,
va bene la stabilità ma portare avanti questo governo delle larghe intese cosa vuol dire, non cambiare un CAZZO (scusa l'espressione) continuare
con lo staus quo, niente tagli, niente progetti, niente cambiamenti radicali.
Cosa fare è noto, quali misure da intraprendersi pure, certo è comodo in nome della stabilità e della credibilità dei mercati continuare nel vecchio adagio
che tutto cambi affinchè nulla cambi non ce lo possiamo più permettere, purtroppo in ITALIA non esiste un partito/movimento politico che vuole realizzare VERAMENTE IL CAMBIAMENTO, guardiamo il nuovo ovvero i 5 stelle ci lamentiamo del partito azienda di SILVIO, ma i 5 stelle cosa sono?
Riflettiamo amici riflettiamo
Ciao a presto Vittorio
Sono sostanzialmente d'accordo: se il governo aveva qualche giustificazione prima della fiducia ora non l'ha più e la legge di stabilità proposta dal governo è troppo debole.
Se non si cambia passo bisogna cambiare governo. IL M5S che prometteva una palingenesi è stato una delusione: pretende di cammbiare il sistema ma ha molti dei difetti dello stesso, oltre a un velleitarismo "rivoluzionario" che lascia il tempo che trova.
iao.
Roberto
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