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sabato 11 gennaio 2014

Governo e opposizione: imparate dai vostri errori



Ai  recenti scivoloni del Governo in materia finanziaria, citati nel precedente post, si è ora aggiunta la vicenda delle detrazioni agli insegnanti e al personale ausiliario della scuola, che ha rischiato di produrre una potente protesta e che ha comunque già prodotto un “vulnus” rilevante nei rapporti  dello Stato con una delle categorie sociali che meriterebbero maggior cura.
Ora che, per diretto intervento di Renzi, si è messa una pezza alla vicenda, vale la pena di fare alcune riflessioni sugli insegnamenti che se ne possono trarre:

1 – I tecnici non sono migliori dei politici, anzi: se ne era già avuta la prova col Governo Monti che ha la responsabilità della peggiore rottura mai avvenuta nel nostro Paese  del ” contratto sociale” fra Stato e cittadini, cioè la vicenda degli esodati. Aver lasciato un cospicuo numero di persone con moltissimi anni di contributi prive di lavoro e di tutela pensionistica è una mancanza capitale che, ritengo, un governo politico non avrebbe mai commesso.  Ora si è presentato il problema degli insegnanti in cui colpiscono particolarmente le parole di Saccomanni  in merito alla  richiesta di restituire gli scatti d’anzianità: “è un atto dovuto, Il Ministero del Tesoro è solo un esecutore”.
Noi spesso critichiamo i politici perché, per il consenso, sono capaci di fare inverosimili promesse ed anche inverosimili regalie, di cui è pieno il Decreto Milleproroghe. Ma cosa dire dei tecnici che si nascondono dietro difese burocratiche per non far fronte alle loro responsabilità?  Che non si trattasse di un atto dovuto lo dimostra chiaramente il fatto che, una volta intervenuto un politico responsabile, il Governo ha messo la marcia indietro. L’approccio burocratico del Ministro Saccomanni è stato opportunamente e duramente stigmatizzato, però solo a vicenda conclusa, anche dal Premier che ha detto: “Il Ministro dell’Economia e delle Finanze non può dire di essere un mero esecutore. Esecutore di chi?”

2-  Deve cessare l’immonda pratica di fare leggi retroattive: anche se l’irretroattività delle norme civili non ha lo stesso rango costituzionale di quelle penali, è pur sempre un principio fondamentale del diritto, sancito dal codice civile, che può essere derogato, in via assolutamente eccezionale, solo laddove vi siano indiscutibili motivi d’interesse pubblico prevalenti su quelli individuali. Fare cassa a tutti i costi  creando un forte "vulnus”  alla certezza del diritto non rientra sicuramente in questa fattispecie. Governo e Parlamento rispettino una volta per tutte il principio di irretroattività.

3 – Bisogna smetterla di colpire soltanto i “soliti noti”: le tre categorie che vengono costantemente munte per far fronte alle esigenze di cassa sono:  i proprietari di case, i lavoratori dipendenti, i pensionati. A parte le vicende allucinanti dell’IMU o TASI o LIUC  ecc., in cui non ci si raccapezza più, bisogna dire che sulla casa è stata introdotta surrettiziamente una tassa patrimoniale assai pesante: con un’imposta sulle seconde case superiore all’1% annuo buona parte del  patrimonio immobiliare privato italiano verrà requisito  dallo Stato in  meno di cento anni. Il cuneo fiscale che grava sui lavoratori dipendenti è notoriamente la maggiore “palla al piede” che frena la competitività del Paese e le promesse finora fatte di ridurlo sono rimaste tali. Ai pensionati, anche a quelli che non hanno certo “pensioni d’oro” , si cerca di attribuire la responsabilità per  le scarse prospettive dei giovani che sono dovute invece ad una legislazione del lavoro  che mescola in modo folle un approccio novecentesco (la difesa ad oltranza del posto fisso di chi già ce l’ha) con  le forme più sfrenate di precariato tardo-capitalistico.
E’ ora che il Governo e la politica tutta si dedichino a cercare risorse in altre direzioni:

-          Taglio dei costi della politica: il decreto legge del Governo è un  giusto passo in questa direzione, ma ancora timido; come dimostra il Movimento 5 Stelle, nell’era di internet si può fare politica con poche risorse.  Renzi, che è giustamente contrario al finanziamento pubblico e che si tiene il più possibile lontano dai palazzi della politica, sostiene che da questa fonte si possono trarre risparmi per un miliardo di euro l’anno. Non si tratta quindi solo di tagliare i costi della politica come fatto simbolico (“dare il buon esempio”), ma come contributo  effettivo a risanare i conti dello Stato.
In sede di conversione del decreto in legge il Parlamento deve agire risolutamente in questa direzione.

-          Lotta all’evasione: ci sono notoriamente in Italia intere categorie di artigiani, professionisti, imprenditori, anche nel settore del lusso, che dichiarano mediamente meno dei loro dipendenti. Questo scandalo deve finire e presto. Gli strumenti ci sono, basta usarli. Uno è consentire detrazioni fiscali per chi chiede e ottiene fattura per i servizi ricevuti. L’altro è  un rigoroso confronto fra dichiarazioni e tenore di vita dei contribuenti. Finora lo Stato ha chiuso non un occhio, ma tutti e due. Ora basta.

-          Taglio della spesa pubblica : Raffaele Bonanni, leader della Cisl ha più volte sottolineato in interviste con vari organi d’informazione qual è il punto centrale. Cito ad esempio una sua dichiarazione sulla legge di stabilità: ''Squinzi ha ragione, bisogna tagliare la spesa improduttiva e le ruberie. Letta ha perso il primo round nei confronti del partito della spesa che gestisce i soldi pubblici a piacimento. E' un bubbone che va inciso subito''. E’ necessario che chi ruba o spreca il denaro pubblico venga reso responsabile della restituzione del maltolto con eventuale esproprio del suo patrimonio. Devono poi essere previste aggravanti penali per chi ruba e spreca  in circostanza particolarmente odiose, come è il caso recentissimo delle mazzette prese per i lavori di ricostruzione de L’Aquila. Va imposto subito agli Amministratori pubblici che fanno spese fuori dai “costi standard” di rispondere con il proprio patrimonio delle spese che eccedono gli standard.

Ho fatto solo degli esempi sui possibili provvedimentiper indicare che è necessario “andare con la mano pesante” nei confronti di coloro che sono maggiormente responsabili dell’attuale degrado. La discussione è aperta.

4 – E’ indispensabile coniugare rapidità e ponderazione: molti degli errori recenti del Governo sono dovuti anche alla fretta con cui si sta agendo per reperire risorse. Non c’è dubbio che bisogna far presto visti gli enormi ritardi accumulati nella soluzione dei problemi nazionali , ma come si sa, “la fretta è cattiva consigliera”. Per recuperare tempo è necessario che Governo e opposizione la smettano di perderlo in sottili e bizantini rituali  o in improbabili  dichiarazioni che servono solo a stare in campagna elettorale permanente, ma discutano davvero nel merito delle  cose. Il tema centrale ora è la legge elettorale: valutiamo con quale chiarezza e disponibilità viene affrontato, da tutte le forze politiche,  il compito di stabilire le regole del gioco e teniamolo ben presente quando dovremo, con tali regole, andare a votare, premiando chi ha realmente contribuito a superare questo critico snodo.

6 commenti:

Francesco Mancini ha detto...

L'esperienza dei tecnici non è stata certo molto positiva.
Quello che senz'altro però dobbiamo evitare sono i "ladri e i disonesti" e questi si annidano soprattutto nella politica !!
Cari saluti
Francesco

roberto ha detto...


sarebbe interessante discutere come distinguere i "ladri e disonesti" da quelli che non lo sono, ammesso che il futuro sistema elettorale consenta di dare delle preferenze.
A parte ovviamente i condannati e gli indagati che sarebbero da evitare comunque, è fra quelli che non hanno pendenze giudiziarie che bisogna dsitinguere. Ma come?
Ciao. Roberto

Ettore ha detto...

Quello che mi fa imbestialire è che ci sono intere categorie di evasori che da sempre dichiarano meno dei loro dipendenti. E’ mai possibile che non si possa aggredire questa moltitudine di manigoldi? C’è qualche politico che se ne vuole occupare?
Ettore

roberto ha detto...


Capisco bene la tua rabbia, che accomuna molti di coloro che, avendo uno stipendio o una pensione, sono necessariamente virtuosi.
Vari politici leggono questo blog. E' sperabile che qualcuno di loro si faccia vivo per informarci su eventuali iniziative parlamentari o di altra natura in merito a questo tema davvero cruciale.
Roberto

Giuseppe Nava ha detto...

Tutto OK ! ma non concordo col dare maggior potere alle regioni. Le regioni vanno soppresse. Sono un costo secco e creano confusione legislativa, disparità di trattamento tra italiani. L’esperienza disastrosa non insegna nulla? Errare è umano, perseverare no.
gn

roberto ha detto...


Condivido le tue perplessità sulle Regioni che ne hanno combinato di cotte e di crude e non ho scritto che bisogna dare loro maggior potere ( ho riletto il post e non ho trovato alcun passaggio in questo senso).
Abolirle? Forse sarebbe un bene, ma chi ha la forza di farlo nel momento in cui si stanno (forse) abolendo le province?
Comunque è un tema da porre se continua, nelle Regioni, il massiccio spreco di denato pubblico e la corruzione diffusa.
Roberto