Ai recenti scivoloni del Governo in materia
finanziaria, citati nel precedente post, si è ora aggiunta la vicenda delle
detrazioni agli insegnanti e al personale ausiliario della scuola, che ha
rischiato di produrre una potente protesta e che ha comunque già prodotto un
“vulnus” rilevante nei rapporti dello
Stato con una delle categorie sociali che meriterebbero maggior cura.
Ora che, per
diretto intervento di Renzi, si è messa una pezza alla vicenda, vale la pena di
fare alcune riflessioni sugli insegnamenti che se ne possono trarre:
1 – I tecnici non sono migliori dei politici,
anzi: se ne era già avuta la prova col Governo Monti che ha la
responsabilità della peggiore rottura mai avvenuta nel nostro Paese del ” contratto sociale” fra Stato e
cittadini, cioè la vicenda degli esodati. Aver lasciato un cospicuo numero di
persone con moltissimi anni di contributi prive di lavoro e di tutela
pensionistica è una mancanza capitale che, ritengo, un governo politico non
avrebbe mai commesso. Ora si è presentato
il problema degli insegnanti in cui colpiscono particolarmente le parole di
Saccomanni in merito alla richiesta di restituire gli scatti d’anzianità:
“è un atto dovuto, Il Ministero del Tesoro è solo un esecutore”.
Noi spesso
critichiamo i politici perché, per il consenso, sono capaci di fare
inverosimili promesse ed anche inverosimili regalie, di cui è pieno il Decreto
Milleproroghe. Ma cosa dire dei tecnici che si nascondono dietro difese
burocratiche per non far fronte alle loro responsabilità? Che non si trattasse di un atto dovuto lo
dimostra chiaramente il fatto che, una volta intervenuto un politico responsabile,
il Governo ha messo la marcia indietro. L’approccio burocratico del Ministro
Saccomanni è stato opportunamente e duramente stigmatizzato, però solo a
vicenda conclusa, anche dal Premier che ha detto: “Il Ministro dell’Economia e
delle Finanze non può dire di essere un mero esecutore. Esecutore di chi?”
2- Deve cessare l’immonda pratica di fare leggi
retroattive: anche se l’irretroattività delle norme civili non ha lo stesso
rango costituzionale di quelle penali, è pur sempre un principio fondamentale
del diritto, sancito dal codice civile, che può essere derogato, in via
assolutamente eccezionale, solo laddove vi siano indiscutibili motivi d’interesse
pubblico prevalenti su quelli individuali. Fare cassa a tutti i costi creando un forte "vulnus” alla certezza del diritto non rientra sicuramente
in questa fattispecie. Governo e Parlamento rispettino una volta per tutte il
principio di irretroattività.
3 – Bisogna smetterla di colpire soltanto i
“soliti noti”: le tre categorie che vengono costantemente munte per far
fronte alle esigenze di cassa sono: i
proprietari di case, i lavoratori dipendenti, i pensionati. A parte le vicende
allucinanti dell’IMU o TASI o LIUC ecc.,
in cui non ci si raccapezza più, bisogna dire che sulla casa è stata introdotta
surrettiziamente una tassa patrimoniale assai pesante: con un’imposta sulle
seconde case superiore all’1% annuo buona parte del patrimonio immobiliare privato italiano verrà
requisito dallo Stato in meno di cento anni. Il cuneo fiscale che
grava sui lavoratori dipendenti è notoriamente la maggiore “palla al piede” che
frena la competitività del Paese e le promesse finora fatte di ridurlo sono
rimaste tali. Ai pensionati, anche a quelli che non hanno certo “pensioni
d’oro” , si cerca di attribuire la responsabilità per le scarse prospettive dei giovani che sono
dovute invece ad una legislazione del lavoro
che mescola in modo folle un approccio novecentesco (la difesa ad
oltranza del posto fisso di chi già ce l’ha) con le forme più sfrenate di precariato
tardo-capitalistico.
E’ ora che
il Governo e la politica tutta si dedichino a cercare risorse in altre
direzioni:
- Taglio dei costi della politica: il decreto legge del Governo è un giusto passo in questa direzione, ma ancora
timido; come dimostra il Movimento 5 Stelle, nell’era di internet si può fare
politica con poche risorse. Renzi, che è
giustamente contrario al finanziamento pubblico e che si tiene il più possibile
lontano dai palazzi della politica, sostiene che da questa fonte si possono
trarre risparmi per un miliardo di euro l’anno. Non si tratta quindi solo di
tagliare i costi della politica come fatto simbolico (“dare il buon esempio”),
ma come contributo effettivo a risanare
i conti dello Stato.
In sede di conversione del decreto in legge il Parlamento deve agire
risolutamente in questa direzione.
-
Lotta all’evasione: ci sono notoriamente in Italia intere categorie di artigiani,
professionisti, imprenditori, anche nel settore del lusso, che dichiarano
mediamente meno dei loro dipendenti. Questo scandalo deve finire e presto. Gli
strumenti ci sono, basta usarli. Uno è consentire detrazioni fiscali per chi
chiede e ottiene fattura per i servizi ricevuti. L’altro è un rigoroso confronto fra dichiarazioni e
tenore di vita dei contribuenti. Finora lo Stato ha chiuso non un occhio, ma
tutti e due. Ora basta.
-
Taglio della spesa pubblica : Raffaele Bonanni, leader della Cisl ha più volte
sottolineato in interviste con vari organi d’informazione qual è il punto
centrale. Cito ad esempio una sua dichiarazione sulla legge di stabilità: ''Squinzi ha ragione, bisogna tagliare la spesa improduttiva e
le ruberie. Letta ha perso il primo round nei confronti del partito della spesa
che gestisce i soldi pubblici a piacimento. E' un bubbone che va inciso
subito''. E’ necessario
che chi ruba o spreca il denaro pubblico venga reso responsabile della
restituzione del maltolto con eventuale esproprio del suo patrimonio. Devono
poi essere previste aggravanti penali per chi ruba e spreca in circostanza particolarmente odiose, come è
il caso recentissimo delle mazzette prese per i lavori di ricostruzione de
L’Aquila. Va imposto subito agli Amministratori pubblici che fanno spese fuori
dai “costi standard” di rispondere con il proprio patrimonio delle spese che
eccedono gli standard.
Ho fatto solo degli esempi sui possibili provvedimenti, per indicare che è necessario “andare con la
mano pesante” nei confronti di coloro che sono maggiormente responsabili
dell’attuale degrado. La discussione è aperta.
4 – E’ indispensabile coniugare rapidità e
ponderazione: molti degli errori recenti del Governo sono dovuti anche alla
fretta con cui si sta agendo per reperire risorse. Non c’è dubbio che bisogna
far presto visti gli enormi ritardi accumulati nella soluzione dei problemi
nazionali , ma come si sa, “la fretta è cattiva consigliera”. Per recuperare tempo
è necessario che Governo e opposizione
la smettano di perderlo in sottili e bizantini rituali o in improbabili dichiarazioni che servono solo a stare in
campagna elettorale permanente, ma discutano
davvero nel merito delle cose. Il
tema centrale ora è la legge elettorale: valutiamo con quale chiarezza e disponibilità
viene affrontato, da tutte le forze politiche, il compito di stabilire le regole del gioco e
teniamolo ben presente quando dovremo, con tali regole, andare a votare,
premiando chi ha realmente contribuito a superare questo critico snodo.
6 commenti:
L'esperienza dei tecnici non è stata certo molto positiva.
Quello che senz'altro però dobbiamo evitare sono i "ladri e i disonesti" e questi si annidano soprattutto nella politica !!
Cari saluti
Francesco
sarebbe interessante discutere come distinguere i "ladri e disonesti" da quelli che non lo sono, ammesso che il futuro sistema elettorale consenta di dare delle preferenze.
A parte ovviamente i condannati e gli indagati che sarebbero da evitare comunque, è fra quelli che non hanno pendenze giudiziarie che bisogna dsitinguere. Ma come?
Ciao. Roberto
Quello che mi fa imbestialire è che ci sono intere categorie di evasori che da sempre dichiarano meno dei loro dipendenti. E’ mai possibile che non si possa aggredire questa moltitudine di manigoldi? C’è qualche politico che se ne vuole occupare?
Ettore
Capisco bene la tua rabbia, che accomuna molti di coloro che, avendo uno stipendio o una pensione, sono necessariamente virtuosi.
Vari politici leggono questo blog. E' sperabile che qualcuno di loro si faccia vivo per informarci su eventuali iniziative parlamentari o di altra natura in merito a questo tema davvero cruciale.
Roberto
Tutto OK ! ma non concordo col dare maggior potere alle regioni. Le regioni vanno soppresse. Sono un costo secco e creano confusione legislativa, disparità di trattamento tra italiani. L’esperienza disastrosa non insegna nulla? Errare è umano, perseverare no.
gn
Condivido le tue perplessità sulle Regioni che ne hanno combinato di cotte e di crude e non ho scritto che bisogna dare loro maggior potere ( ho riletto il post e non ho trovato alcun passaggio in questo senso).
Abolirle? Forse sarebbe un bene, ma chi ha la forza di farlo nel momento in cui si stanno (forse) abolendo le province?
Comunque è un tema da porre se continua, nelle Regioni, il massiccio spreco di denato pubblico e la corruzione diffusa.
Roberto
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