Su “Il Fatto
Quotidiano” del 13 marzo Stefano Feltri ha scritto:
“ Nessuno si augura che Matteo Renzi
fallisca e nessuno pensava che “cambiare verso” all’Italia fosse facile. Il
consenso di cui gode il premier, lo ha ammesso lui stesso, deriva dal fatto che
non ci sono alternative. Proprio per questo, per le attese che Renzi ha creato,
si rischia sempre di rimanere delusi. Il suo “mercoledì da leoni”è stato molto
renziano: energia, comunicazione perfetta per la tv, una mitragliata di numeri,
impegni e scadenze. Ma il provvedimento decisivo, quello che taglia le tasse ai
lavoratori e alle imprese non c’è”.
Su “Libero”
dello stesso giorno, Maurizio Belpietro ha scritto:
“Matteo Renzi è uno straordinario
giocatore d’azzardo, che ama le puntate forti e soprattutto i bluff. Tuttavia,
nonostante la sua passione per le sfide, stavolta rischia grosso perché si è
giocato tutto. …… Il consiglio dei Ministri tenutosi poco prima dell’incontro
con la stampa non ha licenziato un decreto che riducesse le imposte né ha varato qualcosa di immediatamente
esecutivo: ha semplicemente preso atto delle intenzioni del capo del Governo e dei suoi impegni…..con la sortita di ieri
il presidente del Consiglio si gioca i nostri soldi e, vista la situazione, non
c’è che da augurarsi che gli vada bene perché, altrimenti altro che ultima
spiaggia: finiremo l’ultimo cent”.
Come si
vede, due opinionisti di aree politiche molto
diverse esprimono opinioni sostanzialmente convergenti: sull’auspicio
che Renzi ce la faccia per il bene del Paese e per mancanza di valide
alternative e sull’azzardo che si è preso con promesse assai precise e
impegnative ma non suffragate da dati di copertura certi.
La
situazione è quindi veramente difficile anche perché, oltre alle sfide sul
piano economico Renzi dovrà affrontarne altre, altrettanto dure, sul piano
delle riforme: lo scarso margine con cui è stata approvata alla Camera la nuova
legge elettorale dimostra quanto pesino ancora i dissidi interni del PD sulle
prospettive e sulla tenuta della coalizione di governo. Ora il provvedimento
deve passare attraverso “le forche caudine ” del Senato e qui potrebbero verificarsi
sgradevoli sorprese, non solo per il desiderio di rivalsa dei “perdenti” del PD
, ma anche per la logica resistenza di
molti senatori, di tutte le parti politiche, ad essere azzerati con la riforma
della Camera Alta che Renzi considera un punto centrale e irrinunciabile del
proprio programma politico.
Anche se
Renzi ostenta notevole sicurezza ed è indubbiamente dotato di molto coraggio, i
rischi di una rapida involuzione del quadro politico sono elevati; in questo
senso possono essere letti anche i dati dello spread che sono, negli ultimi
giorni, in aumento, mentre il premier ha, un po’ imprudentemente, detto
di voler contare sulla loro riduzione per reperire risorse atte a finanziare il
taglio del cuneo fiscale.
In termini
di contenuti Il giudizio che si può dare del programma renziano è piuttosto
positivo perché propone “misure shock” senza le quali è difficile che la
“macchina Italia” possa ripartire, perché mira a favorire anzitutto le fasce deboli sia per ridurne il
disagio sia per favorire un immediato sviluppo della domanda di beni e servizi
dal quale dipende la propensione delle imprese ad investire, e infine perché taglia il costo dell’IRAP
finanziandolo con l’aumento delle rendite finanziarie.
E’ un
programma di sinistra ma attento anche ad alcune tematiche care alla destra. Il
problema è vedere se la riduzione delle tasse, su lavoratori e imprese, potrà
essere finanziata con misure permanenti e certe anziché con misure transitorie e non molto affidabili,
come alcune di quelle prospettate dal Premier. Su questo punto cito ancora Belpietro:
“ Si capisce che quella di Renzi è
finanza creativa: l’ex sindaco sta puntando fiches che non ha. Rompendo gli
schemi, i rituali e anche le resistenze della burocrazia, il capo del governo
si gioca tutto, senza paracadute e senza possibilità di ritorno, nella speranza
che l’urto serva a far smuovere l’economia e l’occupazione: Forse è giusto
così. Forse è il solo modo di rompere l’accerchiamento dei ragionieri di
Bruxelles. E forse, come ogni buon giocatore d’azzardo, alla fine vincerà lui
contro ogni previsione e ogni buon senso.”
La reazione
di Bruxelles agli annunci di Renzi è stata un misto di cautela e di apertura : si vogliono evitare
pericolosi sforamenti che potrebbero ricreare forti condizioni d’instabilità
nei mercati finanziari con rischi per tutta la zona Euro; ma si accoglie con
favore un approccio decisionista che ponga termine ad una pericolosa situazione
di stallo.
A favore del
premier potrebbe giocare il fattore psicologico che ha così grande valore nel
mondo dell’economia e della finanza come
dimostra il caso di Draghi, che è riuscito a fermare la crisi dell’euro, ritenuta
da molti ormai irreversibile, semplicemente pronunciando la famosa frase “faremo tutto quanto è necessario (whatever it takes)” per evitare
il tracollo della moneta unica. Anche
Draghi aveva giocato d’azzardo perché era tutt’altro che scontato l’appoggio
della Germania a misure d’intervento
nello stile del “quantitative easing” americano. Prendendo il rischio di
essere smentito, Draghi ha risolto il problema senza dover fare un solo
intervento.
Nel caso di
Renzi gli interventi sono invece necessari, ma non meno necessaria, per uscire
dal pantano e rilanciare il Paese, è
la creazione di un clima di fiducia, che
potrebbe rapidamente diffondersi se quanto da lui promesso arriverà davvero
nella busta paga dei lavoratori interessati durante il prossimo mese di maggio.
Auguriamoci che sia così.
10 commenti:
Caro Roberto,
tu scrivi pagherà l'azzardo Renzi?: ai miei occhi è inevitabile che lo pagherà, e che ce lo farà pagare, in un modo o nell'altro in quanto il signorino non ha un piano dettagliato di come farà a fare le cose che dice. Non si riesce a capire - ma non è colpa di Renzi - come il nostro apparato politico e il nostro sistema in generale possa partorire continuamente mostriciattoli. Ti vedo animato da buonissima volontà e, come accade a me stesso, ogni volta che al governo si presenta un pinco pallo qualsiasi ecco che si scatena in te, e in me, come dicevo, una speranza catartica, come se fosse facile mutare la situazione italiana in quattro e quattr'otto. Se vogliamo bene alla nostra Italia, se vogliamo bene ai nostri figli e nipoti, io ritengo si debba resettare la condizione politica attuale e ricominciare daccapo, magari promuovendo un referendum popolare intitolato: cosa vogliamo fare da grandi? Il resto, temo, siano chiacchiere. Allora, dov'è il piano di Renzi per l'attuazione di ciò che promette?
Dario
Ho parlato di azzardo e di gravi rischi per il Paese proprio perchè le intenzìioni di Renzi, in buona parte condivisibili(e apprezzate sia da sinistra che da destra), mancano di un piano attuativo concreto, anche se non di una strategia ,che ora descrivo.
Il fatto che la reazione europea più negativa al discorso di Renzi sia venuta da Mario Draghi che ha accusato l'Italia non aver fatto abbastanza per ridurre il deficit, non è certo casuale. Essendo stato Draghi autore di un forte e riuscito strappo nei confronti della politica rigorista tedesca, sa benissimo dove Renzi vuole andare a parare: forzare l'Europa a concedere la flessibilità di bilancio necessaria a trovare le coperture per tagliare il cuneo fiscale. La successiva reazioe della Maerkel che ha, tramite il suo portavoce, definito "molto ambizioso" il piano di Renzi è un misto di apprezzamento e timore, dovuto al fatto che la Cancelliera sa bene che Renzi dispone di un deterrente (coinvolgere l'Europa nell'eventuale fallimento dell'Italia)sul quale non si può scherzare. Ciò dimostra che Renzi non è "un pinco pallo qualsiasi" ma un uomo spregiudicato e determinato, molto più Craxi che Berlusconi. Che la sua strategia possa avere successo è tutto da vedere, ma è certo che Renzi non va in Europa come lo scolaretto che deve ricevere i "compiti a casa" e di ciò si deve tenere conto.
Circa la tua proposta di "resettare la condizione politica attuale" sono concettualmente d'accordo, ma bisogna vedere come farlo. La strada del referendum non è attualmente percorriìbile perchè nel nostro Paese i referendum possono essere solo abrogativi, Comunque, parliamone.
Roberto
abbiamo altro ad attaccarci?bo...........................
Se ben capisco il senso del tuo sintetico commento, ritieni che non ci siano alternative a Renzi.
Lo penso anch'io, ma proprio per questo motivo bisogna seguire attentamento le sue mosse, che sono coraggiose ma ad alto rischio.
Come è stato unanimemente detto nel dibattito condotto ieri sera da Mentana su La 7, con ospiti De Bortoli, Vespa, Costamagna, Freccero, a differenza delle promesse di Berlusconi, quelle di Renzi si potranno verificare a breve: se non riesce a dare gli 80 euro netti a 10 milioni di lavoratori entro maggio, Renzi andrà a casa.
E' una buona domanda, ma è difficile rispondere. Quello che Renzi sta
facendo è sicuramente meglio del nulla (o troppo poco) fatto per troppo
tempo da Monti e Letta, o dei guai combinati dai governi Berlusconi, che
sono riusciti a portare l'italia alla rovina dopo averla rimbecillita
con una politiica che distruggeva qualsiasi forma di cultura e di
pensiero. C'è tuttavia una cosa che mi fa nascere un po' di ottimismo:
l'attività di Renzi viene giudicata malissimo, con il solito disprezzo e
la solita spocchia, da Renato Brunetta. Questo mi fa' supporre che Renzi
si sia incamminato sulla strada giusta, dato che Brunetta non ne ha mai
imbroccata una. Per il momento non posso dire altro, ma solo sperare che
avesse ragione Virgilio quando scriveva Audentes fortuna iuvat.
Giulio
La prudenza è d'obbligo ma un modesto ottimismo può essere alimentato dalle interessanticonsiderazioni fatte da Antonio Polito sul Corriere di oggi:
" Eppure oggi ci sono le condizioni per un nuovo patto fra Italia e Germania. Quello che strinsero Monti e la Merkel nel 2012 consentì, in cambio del rigore italiano, di dare via libera a Draghi, che anche contro la Bundesbank potè pronunciare le paroline magiche "difenderemo l'euro ad ogni costo": Bastò a salvare l'Italia dallo spread e la moneta unica dal fallimento.
Oggi l'Italia di Renzi è chiamata ad offrire riforme per la crescita, invece che austerità".
Roberto
Mentre i quotidiani gareggiano per lanciare critiche al nuovo presidente del consiglio, io resto in attesa di fatti concreti prima di esprimere un giudizio. Resto in attesa di quella svolta che aspetto da un ventennio.
Mi auguro di non dovermi ricredere.
Fausto
Le critiche sono molte ma c'è anche chi, come Antonio Polito che ho citato in una precedente risposta, ha scritto "la Merkel deve sapere che dietro Renzi c'è tutta l'Italia". Le aspettative nei suoi confronti sono molto alte e Renzi ha buttato il cuore oltre l'ostacolo: indietro non può tornare e presto sapremo se le sue promesse possono concretizzarsi, come tutti ci auguriamo.
L'uomo è tosto e non si arrenderà facilmente, anche se dovrà usare una certa diplomazia.
L’unica cosa certa è che ha aumentato le tasse sulle rendite al 26%. Si dice come in Germania, peccato che in Germania la pressione fiscale complessiva sulle aziende sia la metà di quella italiana.
In Italia il 26% viene applicato dopo che lo stato si è preso il 67%.
gn
Nel mio post precedente ho messo fra le prime ombre del governo Renzi aver aumentato la TASI; ora c'è l'imposta sulle rendite finanziarie che si aggiunge ad un carico fiscale già opprimente. Sono misure accettabili solo se accompagnate da un radicale taglio di spese che segni davvero una svolta nel modo con cui procurarsi le risorse per la crescita.
Se il taglio fosse solo marginale, come avvenuto col precedente governo, ci sarà una forte reazione dell'elettorato.
Roberto
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