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martedì 4 marzo 2014

Prime ombre e luci del governo Renzi



La Tasi è una bella botta” così si è espresso, con la consueta e un po’ ruvida franchezza il Presidente di Confindustria, a sottolineare che il primo “ fatto” del nuovo governo è stato  un aumento delle tasse, azione  tipica delle compagini di centrosinistra.
Va detto inoltre che è stato confermato il processo di progressiva revisione degli estimi catastali che dovrebbe portare, nel giro di quattro-cinque anni a valorizzare gli immobili a pressi di mercato. Con le aliquote attuali delle imposte sulla casa, la botta diventerà “bellissima” ( si fa per dire!) e il suo gravame potrebbe diventare insostenibile visto che in gran parte si tratta di imposte patrimoniali non temporanee ma permanenti: un vero e proprio  salasso ed  un paradosso in un Paese dove si finge contrarietà a questa forma d’imposizione, ma si continua a praticarla e ad aggravarla.
Il primo passo concreto, di natura economica,  del Governo è quindi un passo falso perché va in direzione opposta al contenimento delle spese dello Stato che resta l’unica strada seria per trovare risorse da dedicare alla crescita. Su questo versante, a parte la riduzione dei costi della politica che, sia pur gradualmente e parzialmente, è stata avviata, finora nulla si è visto. Se non si fa qualcosa di concreto a breve su questo terreno, la credibilità dell’esecutivo ne risentirà pesantemente.

L’altra grossa ombra del governo Renzi riguarda la nomina di sottosegretari indagati o comunque chiacchierati: il caso  del sottosegretario alle Infrastrutture Gentile, recentemente dimissionario, è il più eclatante ma non il solo: che dire di Francesca Barraciu,  esclusa in Sardegna dalla corsa alla Presidenza regionale perché indagata e  poi compensata con un sottosegretariato? Ci sono poi altri casi  di indagati, a conferma che il sottogoverno rappresenta il”buco nero” della  politica italiana.
L’argomentazione usata da Cicchitto per difendere Gentile (“non è indagato”) è un’ipocrisia che non possiamo accettare: abbiamo il diritto di pretendere che chi occupa incarichi istituzionali non sia neppure sfiorato da legittimi sospetti. Bisogna ridare alla parola “Onorevole”, di cui si fregiano i Parlamentari, il suo significato di “persona meritevole di onore”. Senza requisiti etici  inattaccabili non si dovrebbe stare  in Parlamento e certamente non si può accedere a incarichi governativi. Auspichiamo che Presidente del Consiglio accolga la richiesta della meritoria e consistente associazione “Eticasempre” di sottoscrivere il codice etico dalla stessa messo a punto e già in passato proposto agli attori della politica.

Venendo alle luci, l’aspetto più sorprendente e significativo di questo primo scorcio di azione governativa è  la determinazione con cui Renzi ha messo alla base del rilancio del Paese l’educazione e il ruolo sociale degli insegnanti. E’ certamente il primo Presidente del Consiglio che coglie e mette al primo posto delle priorità nazionali  un fattore “di lungo periodo” come è quello dello sviluppo della conoscenza e delle condizioni materiali in cui si trovano le scuole: senza una loro adeguata sistemazione e messa in sicurezza è impossibile un insegnamento di qualità. A mio avviso questo approccio lungimirante, non condizionato dalle urgenze, che pure ci sono, di  breve periodo è una mossa da statista. Se Renzi saprà portare avanti questa partita in modo efficace potrebbe davvero “cambiare verso al Paese”.

Un altro aspetto innovativo è  l’approccio alla politica estera. Iniziare i propri contatti internazionali dal bacino del Mediterraneo, area  strategica per l’Italia ( per le forniture energetiche, i flussi migratori,  le opportunità  di scambi commerciali e culturali) indica la consapevolezza di dover agire anzitutto nel contesto a noi più vicino ,col quale possiamo avere una positiva interazione, per poi misurarci con le problematiche europee ed extraeuropee, senza porci in una logica di subordinazione verso i  nostri partner, come il Premier ha più volte evidenziato. E’ un approccio  realistico che mira a costruire un ruolo internazionale dell’Italia coerente con il suo status di Paese industrialmente avanzato e  di media potenza regionale.

E’ ancora troppo presto per dare giudizi ma è il tempo giusto per segnalare con approccio costruttivo i punti di debolezza e quelli di forza che via via si manifestano nell’operato dell’esecutivo.
Invito pertanto i lettori a integrare le mie prime osservazioni con i loro commenti sui temi da me trattati e su altri che non ho preso in considerazione .Seguendo senza pregiudizi e con vigile attenzione ciò che “bolle in pentola” possiamo dare un contributo ad una positiva evoluzione del nostro Paese.


16 commenti:

Dario ha detto...

Caro Roberto,

sono stanco di bizantinismi. Il governo Renzi è un pastrocchio come al solito, ha contro di se dele realtà radicate, consolidate. Non può funzionare che la politica dei piccoli passi, che riavvii subito il lavoro attraverso opere pubbliche: cosa si sta ancora aspettando? La rivoluzione renziana, secondo me, non ha possibilità di attuazione. Penso soprattutto alla eliminazione del Senato. Figuriamoci se il Senato non reagirà. Più che alle questioni amministrative, occorre pensare a come ridurre la discoccupazione, altrimenti il sistema salta miseramente. Dovrebbero capirlo anche coloro che stanno bene, alla faccia dei principi repubblicani. Ciao,

Dario

roberto ha detto...

Caro Dario,
gli ostacoli alla "rivoluzione renziana" sono certamente grandi: basta guardare a cosa sta avvenendo per la legge elettorale. E molti di questi ostacoli vengono dal suo partito.
Inoltre,le sue dichiarazioni hanno creato molte aspettative che, se non onorate almeno in parte, porterano a forte delusione e a contrapposizioni.
Sono d'accortdo che qualcosa va fatto subito per il lavoro, altrinmenti "salta il tappo": il "Job Act" da dichiarazione deve tradursi in fatto, sia pure guaduale, come tu suggerisci.
Ciao.
Roberto

Mario Aldo ha detto...

Purtroppo tutto il sistema è interdipendente e cioè : L'occupazione sale o per aumento della domanda interna o perchè la ns. produzione diviene più competitiva a livello esportazioni. La domanda interna aumenta se miglioriamo quello che rimane in tasca ai lavoratori occupati che così possono spenderla. Essendo il ns. costo del lavoro già altissimo solo una grossa "detassazione" degli stipendi "cuneo" può permettere un aumento della spesa individuale. La detassazione può avvenire solo se diminuisce la spesa pubblica intesa come sprechi, burocrazia , corruzione, stipendi d'oro e pensioni d'oro a chi non ha versato quasi nulla. Questo non può avvenire senza una piccola o grande rivoluzione in quanto ogni privilegiato tutela se stesso e la sua casta e dall'interno non può avvenire e infatti non riescono a diminuirla. Ultima cosa l'aumento delle esportazioni può avvenire con una più seria presa di coscenza sull'immenso valore del ns. made in Italy testimoniato da tutti coloro che lavorano con l'estero. C'è una incompetenza generale da parte di chi ci governa e siede nel parlamento, determinata dai partiti omnipresnenti e conresponsabili, da fare paura e con essa la speranza che con gli attuali amministratori possano cambiare le cose. Un caro saluto MARIO A.



roberto ha detto...

Sono d'accordo con la tua analisi ma non sono altrettanto drastico nell'escludere ogni possibilità di cambiamento con le attuali forze in campo.
Tu auspichi una rivoluzione che dovrebbe essere portata avanti, se capisco bene, dal M5S che contesta radicalmente il sistema attuale dei partiti. Io credo che, sotto la spada di Damocle di questa contestazione, i partiti potrebbero trovare una via d'uscita. La complessa vicenda delle legge elettorale e delle riforme costituzionali lo dimostra: il compromesso trovato fra PD e NCD, con l'assenso "obtorto collo" di Forza Italia va, a mio avviso, in questa direzione.

Le resistenze corporative che impediscono di tagliare la spesa pubblica sono enormi e potrebbero far naufragare la coalizione di governo. Se ciò avvenisse, il M5S avrebbe strada libera. Ma bisogna vedere se i Partiti faranno harakiri. Io ne dubito, anche perchè la turbolenza fra i grillini può aiutarli non poco.
Ciao.
Roberto

Dario ha detto...



A Mario Aldo:

Hai pienamente ragione. Il problema è la rimozione dei privilegi. I pivilegiati hanno il potere in mano, possono mantenere i diritti acquisiti perchè, appunto, comandano. I pensionabili, ad esempio, ne sono stati privati perchè non contano nulla. Sono numeri che i privilegiati spostano di qua e di là. Un governicchio - che si batte solo per durare - non riesce a rimuovere le incrostazioni di lunga data che hanno formato un' enorme macchina ferma e beata su se stessa: un secondo Stato che succhia il primo. Non è facile mettervi mano perchè questo mostro alimenta un sacco di sottoposti. Se tolgo 1000 auto blu tolgo 1000 o 2000 stipendi. Allora, chiede giustamente Roberto, che fare? Occorre avviare una politica di bonifica attraverso una correzione temporizzata, cosa che può fare un governo credibile, non certo rappresentato da un Alfano e da quattro ragazzine. Occorre avviare lavori pubblici: è la nostra unica risorsa per uscire dall'impasse.

Renzi è partito con propositi che è assurdo ottenere data la pessima situazione, radicale, in cui si ritrova il Paese e data l'infornata dei solito noti o giù di lì. Vorrei tanto avere torto, ma temo di no. La colpa è anche dei cittadini che parlano, parlano e assistono impavidi al gioco delle tre carte che ogni governo si limita a fare. Ciao a tutti

Dario

roberto ha detto...

Vedo che siao tutti d'accordo nel ritenere che il nodo cruciale sia quello della rimozione dei privilegi, che riguarda un pò tutte le categorie: dai pensionati con remunerzioni superiori ai contributi versati, agli imprenditori che fanno del "nero", ai commercianti che dichiarano meno dei loro dipendenti, agli evasori sistematici
Le resistenze potranno essere vinte solo se si riuscirà a distribuire il peso del taglio in modo abbastanza equo.
E' qui che si vedrà se ci sono coraggio e capacità adeguati.
Tu ritieni di no, io voglio verificare. Se i cittadini controllano, il "gioco delle tre carte" non riesce.
Roberto

Giuseppe Nava ha detto...

Un giudice di Corte d’Appello (ma la carriera se non erro è automatica) ha uno stipendio lordo di 305.000 euro.
Le auto blu, che non dovrebbero neppure esistere, sono una valanga.
E che ti fa il “nuovo” leader? In un Paese che sta morendo di tasse aumenta le tasse.
Dicevano di voler mettere Gratteri ministro della Giustizia e invece ti vengono a raccontare che il “regolamento” lo vieta.
Renzi è un simpatico signor nessuno, senza capacità, con discorsi preparati da qualche uomo di marketing, questo sì, in gamba.
Intanto concordati preventivi nel 2013 +103% rispetto all’anno precedente
Di contenere le spese folli di quegli organismi inutili chiamati regioni non ne parla. (ricordiamoci dei moniti di Ugo La Malfa e Malagodi che avevano previsto le inutili spese per organismi che prima del 1973 non esistevano)
Se il buon giorno si vede dal mattino...
Giuseppe Nava

roberto ha detto...

Anche tu dai un giudizio drastico su Renzi e non gli attribuisci capacità.
Io, come risulta dai diversi post che gli ho dedicato, sono di diverso avviso, anche se non mi nascondo i suoi limiti.
Certo, di errori ne sta commettendo (le tasse, le nomine, ecc)ma voglio aspettare ancora a giudicarlo. Per usare la tua metafora: il mattino è così così, ma il giorno deve ancora venire.
Almeno un merito gli va comunque riconosiuto: la sua velocità e la disponibilità a prendere rischi mette in difficoltà i suoi interlocutori: basta vedere la prudenza del leader di Forza Italia sui temi della legge elettorale e delle riforme e la difficoltà di Grillo a sostenere credibilmente , anche con i suoi, la politica attendista, di fronte ad un avversario che si muove e non si fa imbrigliare facilmmente..
Roberto

Dario ha detto...

A Roberto:

Sono con te nella speranza. Non voglio essere negativo.

Mario Aldo ha detto...


A Dario:

Purtroppo il termine pensionati è alquanto incerto . Sinteticamente comprende pensionati da 500 euro al mese, pensionati che sono andati a carico dello stato con soli 15 anni di contributi e che "rubano" le loro mensilità, poi la stragrande maggioranza tra i 1000 e i 1.500 euro al mese e infine gente a cui leggi di comodo stanno assegnando importi mensili di decine di migliaia di euro. Stai certo, caro Dario che questi ultimi sanno tutelarsi benissimo anche attraverso la Corte Costituzionale che tutela i suoi componenti in primis e tutti gli altri ricchissimi pensionati di stato, compresi i militari. Con imposte che arrivano al 70/80 % della ricchezza prodotta hai vogli di parlare evasione, sapete come la penso ed è solo legittima difesa vietata solo ai dipendenti perchè li fregano all'origine e non possono scaricare nulla rendendio improponibile il paragone con le imposte prelevate negli altri paesi. Con simpatia Mario A

Fausto ha detto...

Ritengo sia troppo presto per esprimere un giudizio sull'operato del nuovo presidente del consiglio. Mi esprimerò' unicamente in base alle azioni che attiverà'.
La speranza e' sempre l'ultima a morire.
Fausto

roberto ha detto...

Concordo con te, nel senso che ho dato un parere positivo delle potenzialità di Renzi, ma anch'io voglio vederlo alla prova per esprimere un giudizio cero e proprio. Il primo test dovrebbe arrivare la prossima settimana con i provvedimenti per la crescita e l'occupazione e con la legge elettorale.
Come si dce a Milano.....speremm!!
Roberto

Gianfranco ha detto...

Sul tema dei privilegi riporto un pezzo della mia e-mail del 29/01/2014:

“”””””””””(Da Michele Salvati Corsera …. Omissis ….) “meno ideologia, più lotta ai privilegi”.

Ecco, a parere mio, se c’è una cosa che proprio sta sullo stomaco a tutti gli italiani (meno ovviamente i beneficiari) è il PRIVILEGIO.

Ora mi aspetterei che PER IL FUTURO si desse uno stop a qualsiasi privilegio. Mentre invece ci tocca leggere, ad esempio, su una decisione governativa relativa agli alti stipendi pubblici : tranne il CONI. O bella, perché? Quali titoli hanno al CONI per non rientrare nella norma? Ancora un “privilegio”?

Per non parlare di come si pensa di sistemare i militari: in pensione a 50 anni con l’85% di stipendio, eccetera …… Ancora un “privilegio”?

E non chissà quanti altri esempi si potrebbero citare, specialmente in periferia (Sicilia docet).

Mentre PER IL PASSATO sembra che qualcosa si stia muovendo. Speriamo in bene …..

Rimango della mia idea e concordo con Roberto di fare di tutto (per quanto ci è consentito) per cercare di muovere qualsiasi cosa sull’argomento.

Cordiali saluti.

Gianfranco



roberto ha detto...

Gli esempi di privilegi che hai fatto sono molto calzanti e dimostrano l'ottusità di chi li ha proposti. Mi pare che sulla pensione dei militari si sia fatta una marcia indietro.
Comunque contnuiamo a vigilare e a segnalare.
Roberto

Giulio ha detto...

Roberto ha chiesto un primo giudizio sul governo Renzi: mi sembra prematuro. Io avevo qualche dubbio sulla persona, e l'ho tuttora, ma sicuramente è positivo il suo attivismo in un sistema politico che sembra legato al pensiero di Zenone, secondo il quale Achille non poteva mai ragiungere la tartaruga. Se poi agirà anche bene lo si vedrà in seguito, e anch'io potrei finalmente erdonargli qualche leggerezza
giovanile. E' un augurio e un auspicio.
Su questo tema si è inserito
quello dei privilegi: vediamo se vi piace la frase seguente: La regioneSicilia ha 5 milioni di abitanti (reddito pro capite 13.600 euro),19.739 dipendenti (di cui 2245 dirigenti) per una spesa di 1.240.000.000 di euro all'anno. La regione Lomdardia ha 9.700.000 abitanti (reddito
pro capite 25.300 euro), 3129 dipendenti (di cui 245 dirigenti) per una spesa di 207 milioni di euro all'anno. Non sono un leghista,ma certe cosa mi danno ai nervi.
Giulio

roberto ha detto...

Su Renzi siamo tutti in speranzosa attesa: parleranno i fatti.
Il clamoroso caso della Sicilia, che anche a me fa "girare le scatole", dimostra che davvero c'è bisogno di una riforma che responsabilizzi le Regioni, le quali dovrebbero essere valutate sui costi standard e penalizzate se li sforano, dovendo chiedere ai loro abitanti di colmare i deficit.
Occorre la riforma del titolo quinto della Costituzione.
Roberto