Con la
notizia ufficiosa delle prossime dimissioni di Napolitano è iniziata la partita
finale fra le forze politiche prima delle prossime elezioni che, a seconda del suo esito, potranno essere
nella primavera del 2015 o molto più
avanti.
L’arbitro
della contesa ha invitato i giocatori a mettere le carte in tavola, dopo aver
tentato inutilmente di ottenere da loro risposte soddisfacenti sul piano delle
riforme e degli impegni istituzionali.
Ora ciascuna forza dovrà assumersi le sue responsabilità
e correre i rischi conseguenti , non potendo più contare sulla tecnica del bluff, cioè il rinvio ad oltranza, che
conserva le poltrone di maggioranza e di opposizione, ma non consente le
soluzioni di cui il Paese ha bisogno.
Al tavolo ci sono principalmente quattro giocatori: Berlusconi,
Grillo, Renzi e Salvini. Vediamo le loro
posizioni.
Berlusconi è
fortemente indebolito dai forti conflitti interni al suo partito, che ha molta
difficoltà a controllare, e dalla caduta verticale dei consensi, certificata da
vari sondaggi. Ha quindi l’interesse a trovare un accordo, rinnovando il Patto
del Nazareno, per restare al centro
della scena, ma ha il timore che Renzi,
una volta approvata la legge elettorale, se ne serva per andare presto ad
elezioni e sfruttare il momento a lui favorevole, prima che la crisi tuttora
in corso eroda anche i suoi consensi.
Così facendo, però, i contrasti con l’opposizione interna a Forza Italia sono
destinati ad acuirsi.
Grillo è
riuscito per un pelo a sedersi al tavolo da gioco, da cui si era autoescluso,
mediante l’accordo raggiunto col PD sulla nomina di un membro del CSM ed uno
della Consulta. Forse sono state le recenti elezioni amministrative, in cui il
Movimento 5 Stelle ha avuto, in alcune zone, una caduta impressionante (a
Reggio Calabria, ad esempio, è passato dal 28% delle politiche a meno del 2%) a
indurlo a scendere dall’Aventino e a cercare di negoziare scelte politiche rilevanti, cosa che
finora si era sempre rifiutato di fare. Grillo è un sostenitore della necessità
di andare presto ad elezioni e ciò potrebbe essere la base per una convergenza
con Renzi, se Berlusconi non desse una risposta positiva alle richieste fattegli
dal Premier. In questa eventualità i due potrebbero battersi , con una nuova
legge elettorale molto maggioritaria, per la leadership nell’agone politico nazionale.
Renzi è consapevole che, se non riesce a procedere
con le riforme tanto annunciate la sua credibilità e quella del Paese ne
soffriranno molto, con pesanti conseguenze in termini di aumento dello spread, di sostenibilità del debito pubblico e
di possibilità di contare in Europa, cosa cui lui ambisce. Essendo coraggioso e
spregiudicato, non c’è dubbio che giocherà
duro, andando a “vedere” i bluff degli altri giocatori. L’ultimatum
sulla legge elettorale dato a Berlusconi rientra in questa strategia. E’ questo il motivo per cui non condivido l’opinione
espressa da Massimo Cacciari ( di cui
peraltro apprezzo molte posizioni) nella trasmissione “Piazzapulita”, secondo
cui l’accordo sulle candidature alla Presidenza della Repubblica verrà fatto
con chi contribuirà alla nuova legge elettorale. Anche se questo esito non si
può certo escludere, penso che Renzi si terrà le mani libere e procederà un
passo alla volta, seguendo il principio ormai consolidato “le riforme si fanno
con chi ci sta”; quindi i soggetti dell’accordo potrebbero essere diversi nelle
prossime “mani” del poker: legge
elettorale, elezione del Presidente, riforma del Senato, Jobs Act.
Salvini è l’outsider,
che è riuscito a sfruttare la crisi del maggiore partito di centrodestra per trovare uno spazio politico molto ampio,
dimostrato dal successo della manifestazione d i piazza a Milano e dalla forte
crescita dei consensi ottenuti nei
sondaggi. Oggi Salvini è secondo solo a Renzi per potenziali preferenze elettorali. Un forte contributo alla forza della Lega e
del nuovo soggetto politico nazionale che da essa potrebbe scaturire verrà
certamente dai movimenti antagonisti
della sinistra che, con il loro scriteriato e controproducente assalto al
Segretario leghista, testimoniano in modo inequivocabile la presenza di forze
antidemocratiche che è necessario arginare e ridimensionare. Ciò può spingere
parte dell’elettorato moderato verso chi a queste forze si oppone senza peli sulla
lingua e con determinazione.
Riprendendo
quanto avevo scritto nel precedente post, il quadro politico è sempre più in movimento
e ciò, anche se comporta grossi rischi, è un bene in quanto dimostra che
nessuno, maggioranza e opposizione, può
più vivere di rendita in un Paese che è
ancora sull’orlo del precipizio e in cui il cambiamento “s’ha da fare”, volenti
o nolenti.
E’
impossibile dire ora quale sarà l’esito del duro confronto in atto, ma quello
che è certo è che “bisogna stare in partita”:
chi si defila, avrà grosse difficoltà a rientrare e potrebbe uscire dal gioco
senza alcuna “fiche”.
9 commenti:
Bravo Roberto,sei un vero analista,attento e sintetico.perché non vai tu a piazza pulita?saresti migliore di molti partecipanti del momento.
Ti ringrazio dell'apprezzamento.
Se capitasse l'occasione di un intervento, non mi tirerei indietro perchè discutere serve sempre, anche quando ognuno resta delle sua opinione
Roberto
Caro Roberto,
hai scritto una riflessione pregevole.
Consapevole di essere più incline al pessimismo, per una volta voglio invece sperare che “l’acqua sopra la cintola” consenta al sistema politico di fare quelle riforme avviate/annunciate.
Lunga vita a questo governo quindi, purché faccia tempestivamente quanto promesso (che costituisce la precondizione per acquistare tempo sul piano internazionale).
Per cambiare veramente verso alla nostra nazione serve un lavoro in profondità sui valori comuni (istruzione, civismo, cultura, legalità, coraggio, solidarietà, fiducia ecc.) ben più impegnativo.
Un caro saluto.
Mario
Caro Mario,
condivido le tue considerazioni e ti ringrazio delle gentili parole.
Renzi ha potuto verificare con mano, in questa prima parte del suo Governo, la difficoltà e la complessità di "cambiare verso" al Paese che, come giustamente dici, non è solo questione di riforme, ma soprattutto di un cambiamento culturale lungo e faticoso.
Non c'è dubbio comunque che Renzi ci stia provando e lo dimostra la decisione con cui sta rompendo molti tabù della sinistra ( il rapporto con Berlusconi, i legami col sindacato, il potere di veto delle minoranze, la divisione fra imprenditori e lavoratori, ecc) per portare il Paese sulla lunghezza d'onda dei Paesi industriali avanzati.
Ciò gli ha procurato ampi consensi e ovviamente anche forti ostilità.
Il suo "vantaggio competitivo" sugli avversari esterni ed interni è, a mio avviso, la capacità di "sparigliare" (vedi ad esempio il recente accordo con Grillo) e di non farsi invischiare dai riti bizantini della politica romana.
Ciao.
Roberto
Carissimo,
Grazie per il Tuo ottimo blog. Condivido il Tuo parere su Salvini, che mi sembra che si muova abbastanza bene e con coraggio. Vedremo i risultati.
Con i migliori saluti
Giorgio Dodero
Caro Giorgio,
Salvini ha dimostrato fiuto e coraggio, cogliendo e cavalcando problemi veri, sentiti da molti elettori, ma che vengono spesso ignorati per la logica del "politically correct" fino a che diventano cancrena: basta pensare al degrado delle Case popolari a Milano dove si verificano da molto tempo ripetute occupazioni e prepotenze, troppo a lungo tollerate per un diffuso lassismo della maggoranza e dell'opposizione.
Grazie.
Roberto
Caro Roberto,
non vi son dubbi: Il paese è' sempre sull'orlo del baratro e, volenti e nolenti, il cambiamento s'ha da fare, ma con CHI? Ho avuto e, nonostante tutto, nutro ancora fiducia in RENZI. Il suo grande errore è' stato quello di mettere troppa carne al fuoco e di non essere in grado di gestire la giusta cottura. Troppe sono state le promesse rimaste tali e ciò' anche se solo in parte lo ha penalizzato.Credo sia giunto il momento di agire con un rimpasto di governo. Troppi dei suoi ministri sono privi di esperienza e ciò' sicuramente non favorisce il rispetto degli impegni assunti, non si può' procedere sempre per decreto.Salvini è' troppo lontano dalle mie aspirazioni, anche se debbo riconoscere la sua capacità' di destreggiarsi perfettamente a sfavore di Berlusconi.
Cosa altro dire ? FORSE NOI ITALIANI DOVREMMO CREDERE PIÙ' IN NOI STESSI E SMETTERE DI PIAGERCI ADDOSSO, non credi ?
Un caro saluto
Fausto
Caro Fausto,
sono d'accordo con la tua valutazione: troppe promesse rimaste tali e squadra un pò inesperta ( per gli Esteri è dovuto intervenire Napolitano per garantire uno standing adeguato).
Malgrado ciò, anch'io ho ancora fiducia in Renzi perchè è comunque l'unico che voglia cambiare davvero.
Concordo anche su Salvini.
La fiducia in se stessi è certamente un ingrediente indispensabile per uscire dalla crisi.
Ciao.
Roberto
Dopo il colloquio con il Premier per aggiornare il Patto del Nazareno, Berlusconi ci ha tenuto a far sapere che nell'incontro si era parlato anche di Quirinale e di come affrontare l'elezione del Presidente della Repubblica.
Renzi però non ha dato conferma di questo aspetto. Ciò mi rinforzanell'idea che intenda tenersi le mani libere almeno fino a quando non si vedrà se l'accordo porterà ,nei tempi previsti, all'approvazione della nuova legge elettorale.
In caso positivo l'interlocuzione con Berlusconi andrà avanti. Se invece il dissenso interno a Forza Italia impedisse tale esito, Renzi cambierebbe cavallo puntando su Grillo, interlocutore difficile da gestire ma che forse ha capito la necessità di cercare ulteriori accordi se non vuole sparire dalla scena politica.
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