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mercoledì 14 gennaio 2015

Lettera al Governo sul decreto fiscale



Progetto Trasparenza

10 gennaio 2015

Lettera aperta a.
Presidente del Consiglio dei Ministri
Ministro dell’Economia e Finanze
Ministro della Giustizia
Ministro delle Riforme costituzionali e Rapporti con il Parlamento
Ministro dello Sviluppo economico
p.c.: Membri del Parlamento

Oggetto: Decreto fiscale

Il Progetto Trasparenza è stato recentemente avviato da un gruppo di cittadini per esercitare e far esercitare, con spirito collaborativo, il diritto al controllo sull’operato della Pubblica Amministrazione, degli Organi di vigilanza e delle Istituzioni politiche che il Decreto Legislativo 33/2013 attribuisce a tutti i membri, singoli ed associati, della comunità nazionale.
Desideriamo presentare  riflessioni, domande e proposte in merito ad alcune contestate norme del dispositivo in oggetto e, in particolare, all’art.19 bis,  di cui il Presidente del Consiglio si è pienamente attribuito la paternità. Ciò è indubbiamente un elemento di chiarezza ma impone di conseguenza, per il principio di trasparenza, allo stesso Presidente ed ai Ministri più direttamente interessati di fornire opportune spiegazioni al Paese in merito alle ragioni per cui tale norma è entrata nel provvedimento e perché non ne siano state valutate appieno le prevedibili conseguenze.
Il Presidente Renzi ha affermato che non è intenzione del Governo fare Leggi ad personam o contra personam ma  solo leggi nell’interesse del Paese. Chi ha steso e approvato l’articolo  predetto non poteva certo pensare che lo stesso passasse inosservato, né ignorare che, anche al di là delle intenzioni, avrebbe portato, fra l’altro, ad un sostanziale condono nei confronti del leader del centrodestra per il reato di frode fiscale, sollevando così necessariamente un forte conflitto politico, che poi si è puntualmente verificato . Attendiamo di sapere quali motivi hanno indotto a correre il rischio di questo clamoroso  scivolone, che ha inferto un grave colpo alla credibilità del Governo e dei partiti che lo sostengono.
Anche prescindendo da questo punto, che investe tutti i reati previsti dal Decreto,  pure le altre  norme del dispositivo riguardanti specifiche ipotesi di reato non corrispondono certamente alle attese dei cittadini, quando prevedono, ad esempio,  la non punibilità penale di reati che comportano “ la dichiarazione fraudolenta mediante artifici o “ la dichiarazione fraudolenta mediante fatture per operazioni inesistenti”: solo sentire queste espressioni fa rabbrividire chi pensa che compito dello Stato sia perseguire chi froda il fisco e quindi la comunità nazionale.
Il fatto che tali reati sarebbero perseguibili per via amministrativa non costituisce certo un deterrente efficace contro comportamenti delittuosi che consentirebbero di evadere con poco rischio somme anche assai ingenti con la perversa logica “ più sei grande più puoi evadere”.
La provvista “in nero” così ottenuta andrebbe quasi certamente ad  alimentare quei fenomeni diffusi di corruzione e malversazione che il Governo si è pubblicamente impegnato a contrastare. Sappiamo che le forti reazioni  prodotte dal provvedimento hanno indotto a ripensare l’impianto e i termini del decreto, che verrà ridiscusso nel Consiglio dei Ministri del 20 febbraio.
Chiediamo che, in tale occasione, vi sia una reale dialettica fra i membri del Governo, che sembra essere del tutto mancata in occasione del CDM del 24 dicembre u.s.. Solo con  tale dialettica possono realizzarsi la collegialità del Governo e  il varo di provvedimenti equilibrati, realmente utili alla collettività. Un altro punto di attenzione è l’esigenza che gli organi d’indirizzo politico esercitino un effettivo controllo sull’operato degli organismi tecnici affinché non avvengano manipolazioni improprie dei testi legislativi oggetto di delega, magari sotto la pressione delle lobby politiche o economiche.
Chiediamo inoltre che,  sempre per rendere effettivo il principio di trasparenza, vengano resi noti i verbali delle riunioni del CDM, dai quali risultino le posizioni assunte sui punti all’ordine del giorno dai titolari dei vari dicasteri e l’esito delle votazioni effettuate.
Se il Governo intende davvero “cambiare verso” al Paese, deve iniziare da se stesso.
Con i migliori saluti.
Il Coordinatore
Roberto Barabino


6 commenti:

Dario ha detto...

Questa è una richiesta altamente civile che deve avere una risposta assolutamente responsabile. La democrazia si deve difendere. Fenomeni come quello citato dimostrano che non lo fa abbastanza. Siamo stanchi di duci e ducetti, di politici incapaci, di caste inamovibili e impunibili! Ottimo messaggio, caro Roberto.

roberto ha detto...

Ti ringrazio per l'apprezzamento.
Sono d'accordo sulla necessità di difendere la democrazia e questo è compito sia della politica che della società civile.
Come abbiamo dibattuto in relazione ai più recenti post, la trasparenza è un ingrediente basilare e ineludibile della democrazia sul quale non si può transigere.
Il Progetto che abbiamo avviato al riguardo si propone appunto di sviluppare questo requisito nella sfera pubblica.
Ciao
Roberto

Edvige Cambiaghi ha detto...

caro Roberto, ammiro il tuo ottimismo! hai visto che anche il padre di Renzi non ha la coscienza pulita: vuoi vedere che inventeranno altro per salvare anche lui? Mah...

Ciao

eddi

roberto ha detto...


Cara Eddi,

non so se sono ottimista ma certamente credo che il cambiamento sia possibile e che la cittadinanza attiva possa essere un motore dello stesso.
Il rischio di favoritismi esiste sia a vantaggio dei leader che per altri soggetti. Ma è sempre più difficile porli in atto perchè la gente e, bisogna dirlo, la stampa vigilano.

Roberto

Laura Banchelli ha detto...

Come sempre,pienamente d'accordo su tutto.attendiamo una concreta risposta dagli interpellati!

roberto ha detto...


Grazie.
La cosa più concreta che dovrebbe avvenire è l'eliminazione delle norme che oggettivamente favoriscono chi froda.
Se ciò non accedesse,il governo sarebbe squalificato agli occhi dei più.
vediamo se, avendo messo la sua "manina" per fare il pasticcio, Renzi è ora capace di mettercela per rimediare.
Questa volta le parole non bastano. Dalle chiacchere bisogna passare ai fatti.