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giovedì 3 novembre 2011

Montezemolo in politica: parliamone

Di seguito pubblico due contributi nell'ordine in cui sono stati elaborati: quello di un lettore, Enrico, e il mio. Fra di essi vi sono convergenze ed anche divergenze, il che costituisce una buona base per la discussione. Il dibattito è aperto  a tutti i lettori del blog, che possono scrivere le loro osservazioni cliccando sulla parola "commenti" che si trova in fondo al post. Se si hanno difficoltà, è possibile fare le osservazioni inviandomi una mail; provvederò io ad inserirle, firmando ciascun contributo con il solo nome dell'autore (senza il cognome) per ragioni di riservatezza, a meno che nella mail mi vengano date diverse indicazioni. 


Enrico


Credo che l’ipotesi di una candidatura di Montezemolo ad elezioni politiche nazionali sia da vedersi all’interno del tipo di sistema politico e di legge elettorale con cui si andrà a votare.  Io sono da sempre a favore del bipolarismo, e anche a favore di una legge elettorale che favorisca premi ai partiti maggiori e stabilità di maggioranza / governo, rispetto a sistemi proporzionalistici con coalizioni larghe / leadership mutevoli e leggi elettorali che incentivano le piccole formazioni. (Per quanto criticabili penso che siano meglio i sistemi da Segni in avanti che prima).
In chiave bipolarista, Montezemolo credo che avrebbe senso solo o come sostituto del PdL o come alleato di una formazione di centro che puntasse alla maggioranza.  In entrambi i casi la pre condizione per un suo successo dovrebbe essere lo spappolamento del PdL.  Non riesco a vedere invece una sua collocazione nella coalizione di centro sinistra, né che riesca a prendere voti a sinistra.
L’unico aspetto positivo che vedo da una sua possibile candidatura sarebbe appunto quella di coprire un’area di centro destra nel momento in cui il Pdl si dissolvesse (esattamente come fece Berlusconi quando si dissolse la DC). Peraltro in quel caso se la dovrebbe giocare con i leader del terzo polo e con gli attuali colonnelli del PdL.
Non vedo alcun rischio se si candidasse, ma al momento non capisco cosa propone e in generale non mi piace l’idea che si riproponga il film del 94, cioè che invece di avere un partito (anche nuovo) che propone una visione della società e dei programmi, sostanzialmente si proponga invece un personaggio che cerca di ottenere il successo politico attraverso la sua notorietà e l’essere parte dell’establishment. Quanto alle competenze personali, indubbie quelle di pubbliche relazioni, per quelle di gestione ho dei dubbi: suggerisco di andare a vedere per quale motivo ad inizio anni ‘90 la Rizzoli stava per andare a picco quando entrò nel cinema e Montezemolo era a capo di RCS Video.  Infine, se servono leadership nuove, preferirei di gran lunga che emergesse un trentenne / quarantenne, piuttosto che un sessantenne / settantenne.



Roberto


Premessa


Un sondaggio effettuato su scala nazionale dalla società Demopolis fra il 29 settembre e il 3 ottobre 2011, mostra che l'ingresso in politica di Montezemolo è visto favorevolmente dal 60% degli intervistati (un campione rappresentativo della popolazione italiana), mentre è contrario il 33%. Guardando alla collocazione politica degli intervistati, sono favorevoli: il 39% degli elettori di Centro Destra, il 68% di quelli di Centro e il 63% di quelli di Centro Sinistra.
Montezemolo è conosciuto dal 93% degli intervistati.
Hanno molta o abbastanza fiducia in Montezemolo il 54% degli intervistati ( il 65% fra i giovani di età fra i 18 e i 34 anni).
Circa la capacità di rappresentare gli interessi del Paese nel ruolo di premier, è d'accordo il 49%, contrario il 40%, astenuto l'11%.


Aspetti positivi della candidatura


I dati riportati in premessa indicano che la "discesa in campo" di Montezemolo  è legittimata da un potenziale significativo consenso, anche se la traduzione di tale consenso in voti è molto incerta perchè dipende da vari fattori: la collocazione che avrà nello schierameno politico, il tipo di legge elettorale vigente al momento del voto e la novità percepita del suo progetto politico.


Personalmente vedo come potenziali vantaggi i seguenti aspetti:


- lo "sparigliamento delle carte" dell'attuale gioco politico, che è ormai cristallizzato.


 C'è una sinistra molto divisa, che non riesce ad esprimere nè un leader, ne un programma comune e dà l'impressione di chi, avendo vinto al superenalotto un'ingente fortuna, abbia perduto la schedina.
Il declino di Berlusconi e del berlusconismo offre alla sinistra una grande opportunità, ma se continua l'attuale fase di stallo, essa consegnerà  nuovamente il Paese ad un centro destra formalmente rinnovato dal cambiamento di nome del PDL, dal cambiamento del leader e da qualche altra invenzione, ma sostanzialmente immutato.


Il centro occhieggia sia a destra, sia a sinistra senza decidere mai da che parte stare: sarebbe disposto a collaborare con un centrodestra privo di Berlusconi, ma nel contempo tratta con Bersani.


Il centrodestra ha pure forti divisioni, fra PDL e Lega e fra le varie correnti dei due partiti, ma è arroccato nel tentativo di sopravvivere.


In questa palude qualunque forza "nuova" dotata di  intelligenza sociale, mezzi economici e  capacità organizzative (doti che non difettano a Montezemolo) è in grado di portare lo sconquasso, perchè potrebbe  pescare consensi sia nella grande massa di persone che si sono astenute dal voto e che cercano qualche punto di riferimento con un minimo di credibilità, sia in coloro che, in entrambi gli schieramenti, sono insoddisfatti di chi attualmente li rappresenta.
Bisogna ricordare, a questo riguardo, che in occasione dei referendum di giugno, una gran parte degli  elettori di centro e di  destra (circa 10 milioni) ha "disobbedito" a Berlusconi, andando al voto e votando sì, mandando così un chiaro segnale d'insofferenza verso l'attuale maggioranza.
Sull'altro versante politico c'è una diffusa stanchezza per l'indecisione del PD che è stato spiazzato dalla raccolta di firme per il referendum volto ad  abolire il "porcellum". La raccolta, fatta in piena estate e in breve tempo, ha raccolto oltre 1,2 milioni di firme e solo alla fine ha ricevuto un blando supporto dal partito.
 L'ingresso di Montezemolo potrebbe essere il catalizzatore di un cambiamento che le attuali forze politiche di opposizione non sono in grado di fare da sole.


- il rinnovamento della spinta alla crescita e dell'immagine del Paese


Montezemolo rappresenta nell'immaginario collettivo, nazionale e internazionale, il "made in Italy" eccellente, capace di vincere anche nelle alte tecnologie. Ciò per i successi a ripetizione della Ferrari sia nel campionato piloti che in quello costruttori in quasi tutto il primo decennio di questo secolo.
Le idee espresse da Italia Futura , l'associazione fondata da Montezemolo, per uscire dalla crisi e riprendere un cammino  di crescita indicano che vi è un'acuta sensibilità per questo aspetto, in linea con la carriera e i ruoli da lui svolti in qualità di manager, imprenditore, Presidente di Confindustria. La recente proposta di un "governo di salute pubblica" per far fronte all'attacco dei mercati sta trovando positivi riscontri in varie forze politiche e istituzionali.
L'immagine personale di Montezemolo è  positiva e finora non inquinata da scandali anche se nel suo passato ci sono alcune ombre, di cui parlerò fra poco. Una sua presenza a livello istituzionale, se supportata da azioni politiche  incisive, alzerebbe anche l'immagine del Paese, oggi ai minimi termini ( vedi le ironie di Merkel e Sarkozy) a causa di indecisioni, inaffidabilità del governo, scandali e così via.


Rischi


Vedo questi punti di debolezza:


- il conflitto d'interessi


In quanto Presidente e rilevante azionista di NTV, la società che si appresta a entrare in concorrenza con le Ferrovie dello Stato nel trasporto passeggeri ad alta velocità, sarebbe in evidente conflitto se assumesse un ruolo di governo. In questo senso la sua situazione è molto simile a quella di Berlusconi; quindi, se non risolve con chiarezza tale conflitto prima o al momento di scendere in campo, la sua credibilità sarà fortemente minata.


- la cultura autocratica di provenienza


Come Berlusconi, Montezemolo è figlio della cultura d'impresa che è, allo stato attuale delle cose, fortemente autocratica: chi è al vertice è abituato a comandare, non a mediare ( caratteristica invece necessaria in politica). Chi non è d'accordo col capo viene messo da parte, nel migliore dei casi, oppure allontanato. Nella vicenda berlusconiana è ormai famosa la frase "Che fai? Mi cacci?" detta da Fini a un congresso del PDL, che testimonia di questa interpretazione aziendalista della politica da parte del premier.
Considerando poi che Montezemolo, per estrazione familiare e vicinanza alla Famiglia Agnelli non ha dovuto mai "fare gavetta", tale orientamento potrebbe essere acuito.


- la mancanza di esperienza


La politica come tutte le professioni richiede un certo apprendistato. Chi salta tale fase e va subito al vertice rischia di avere una visione distorta della realtà. Ancora una volta Berlusconi è l'esempio di questa lacuna: per velocizzare i lavori del parlamento avrebbe voluto far votare solo i capigruppo dei partiti, considerando gli altri parlamentari degli "impiegati", necessariamente ossequienti. Non credo che Montezemolo arriverebbe a questo, ma il rischio di distorsioni c'è anche per lui.


- le ombre del passato e i detrattori


Dei trascorsi nel Gruppo FIAT, quando il govane Montezemolo era il pupillo dell'avvocato Agnelli e fu improvvisamente spedito alla Cinzano si ricordano le feroci parole pronunciate da Cesare Romiti, per 24 anni al vertice del Gruppo torinese "Abbiamo pescato un paio di persone che prendevano denaro per presentare qualcuno all'Avvocato. Uno dei due l'abbiamo mandato in galera, l'altro alla Cinzano". Il tema è stato ripreso in un'intervista fatta da Il Giornale a Romiti il 18 aprile 2010.


Quattro anni fa Montezemolo ha detto agli studenti della LUISS, università di proprietà di Confindustria,  " A scuola ero campione mondiale di copiatura e questo dimostra che anche chi copia ha speranza. Credo di non avere rivali per tecniche e sofisticatezza. Trovavo sempre il modo di mettermi vicino ad uno bravo e generoso che mi permettesse di copiare". Per uno che propugna il merito come base dell'avanzamento di carriera è una contraddizione niente male, anche se mitigata dal tono scherzoso e dal fatto che dimostra una certa consapevolezza dei propri limiti.


Partendo da questi precedenti la stampa a lui ostile  cercherà  ossessivamente di trovare altre ombre e non mancherà di metterle, se esistenti, in grande risalto.
Non sono da sottovalutare, infine, i tantissimi detrattori che Montezemolo ha nel "popolo della rete" ( dato un pò contradditorio con il fatto, segnalato in precedenza, che  sono i giovani ad avere maggiore fiducia in lui): basta fare un giro nei blog, nei quotidiani online, nei forum per vedere che in quel contesto Montezemolo è  oggetto di epiteti non edificanti e fortemenetre osteggiato. Data l'influenza che ha oggi il web nella formazione della pubblica opinione, ciò potrebbe creare difficoltà sia al Montezemolo candidato che all'eventuale attore politico


Aree in cui  potrebbe prendere prendere voti


Come già accennato, questa candidatura può, a mio avviso,  trovare consensi non solo nell'area dell'astensionismo, se la proposta programmatica sarà convincente, ma in tutto l'arco politico, fatte salve le frange estreme dei due schieramenti.  Provando a ipotizzare una distribuziuone dei consensi, direi: 25/40% dalla destra, 30/50%dal centro, 10/30% dalla sinistra.


Alleanze


Se il sistema elettorale resta quello attuale ( proporzionale con liste bloccate) Montezemolo ha convenienza a presentarsi come indipendente dagli attuali schieramenti, ma comunque alternativo all'attuale maggioranza.
Se si tornasse a votare con il mattarellum (maggioritario), gli accordi preventivi avverrebbero probabilmente con le forze di opposizione.


12 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi sono piaciuti entrambi gli interventi ed ho due domande da porre agli autori.
Da Enrico vorrei sapere perchè esclude la possibilità che Montezemolo prenda voti a sinistra, visto che i suoi principali collaboratori (ispiratori di buona parte delle idee di Italia Futura) sono intellettuali ex PD: Andrea Romano e Nicola Rossi, certamente attenti alle ragioni della sinistra.
Da Roberto vorrei sapere, se pesando i pro e contro che ha precisamente indicato, sarebbe disponibile a votare Montezemolo alle prossime politiche.

Aldo

roberto ha detto...

Rispondo ad Aldo.

Di Montezemolo apprezzo varie qualità: comunicativa, dinamismo, capacità di fare squadra, forte orientamento ai risultati.
Tuttavia il peso dei punti di debolezza che ho segnalato nel post è tale che non mi consentirebbe, attualmente, di votarlo.
Potrei cambiare opinione se si verificassero le seguenti condizioni:

- una soluzione credibile del conflitto d'interessi

- un chiarimento esplicito su come Montezemolo intende garantire la democrazia interna nel costituendo partito e la libera manifestazione del dissenso

- la presentazione di un organico programma di governo capace di accogliere, in una sintesi virtuosa, istanze dei moderati e dei progressisti, per uno sviluppo del Paese attento alla solidarietà sociale e intergenerazionale. Naturalmente tale programma andrebbe confrontato con quello di altre forze politiche.

Nella lettera inviata recentemente al Corriere della Sera Montezemolo ha indicato cinque punti ( taglio ai costi della politica, contratto unico per i lavoratori,tassa per i ricchi, revisione del sistema pensionistico, liberalizzazioni) che sono funzionali ad un rilancio per superare l'attuale crisi ma non costituiscono ancora un programma compiuto.

roberto ha detto...

Commento le riflessioni di Enrico:

Sono anch'io favorevole al bipolarismo ma ritengo, come ho detto nel precedente commento, che entrambe le coalizioni che si fronteggeranno ( di centrodestra e di centrosinistra) debbano saper incorporare alcune ragioni e alcuni valori della parte opposta. Le sfide che si presentano al nostro Paese sono così grandi che soluzioni politiche attente solo ad un unico blocco sociale non sarebbero applicabili.
Come ho scritto nel post, vedo il contributo di Montezemolo utile più ad una coalizione alternativa che al centrodestra.
Circa le competenze gestionali di Montezemolo, credo che quanto ha fatto, sia in hiave industriale che sportiva, in Ferrari dia una buona garanzia anche se vi sono stati in passato dei passi falsi.

Sulla preferenza per i trenta/quarantenni sono d'accordo: vediamo come si sviluppano il dibattito e le proposte fra i giovani dell'area PD.
Di Renzi, come già detto, parlerò nel prossimo post, invitando te e altri lettori a dare un loro contributo.

Anonimo ha detto...

Non nego che Montezemolo abbia delle qualità, ma per me sostanzialmente è un altro imprenditore-imbonitore che, facendosi forte dei mezzi economici posseduti, delle vaste relazioni e della sua parlantina, entra in politica con lo scopo prevalente di fare meglio i propri interessi, come Berlusconi.
La prova del nove sarà come gestisce il suo macroscopico conflitto d'interessi: per me non lo scioglie.

Manuela

roberto ha detto...

Rispondo a Manuela:

Condivido l'idea che il conflitto d'interessi sarà la prova del nove della candidatura di Montezemolo ma, sui motivi che lo hanno portato alla politica, sono meno pessimista: a mio avviso c'è anche una giusta reazione ad un contesto politico-istituzionale sgangherato, che penalizza sia gli imprenditori che i singoli cittadini.
Staremo a vedere gli sviluppi.

enrico ha detto...

Rispondo ad Aldo e provo a dire perché mi sembra difficile che Montezemolo possa prendere voti a sinistra.
Se lo si immagina partecipante alle primarie del centrosinistra credo che la parte non riformista non lo voterebbe e perché invece i riformisti non dovrebbero votare uno del PD ?
Se lo si immagina come leader di un partito che si candida autonomamente, la scelta per un elettore di sinistra (anche riformista) è fra molti potenziali leader.
Fatico ad immaginare un elettore di sinistra che alla fine preferisca una persona che per storia, origine, ceto sociale e direi persino antropologia è così diverso da lui. E' vero che la Ferrari fa da traino, però forse non basta...
Enrico

Anonimo ha detto...

Solo un commento su Montezemolo non come politico, ma come manager. Quando lavoravo nel gruppo Fiat era diffusa l'opinione, quasi certamente falsa , di Montezemolo figlio naturale di Agnelli, resa credibile dal fatto che non fosse stato cacciato nonostante i disastri combinati, in particolare in Cinzano. Se questo è il nuovo che avanza ...

Andrea

roberto ha detto...

Rispondo ad Andrea:

Come ho detto nel mio commento alle riflessioni di Enrico, quanto Montezemolo ha fatto in Ferrari mi sembra compensi ampiamente gli errori fatti in gioventù.
Comunque (l'ho scritto nella mia risposta ad Aldo) le mie perplessità sulla candidatura sono molto forti ,anche se apprezzo varie doti del nostro.

Anonimo ha detto...

Io penso che, dietro alle critiche rivolte a Luca Cordero di Montezemolo, ci sia anche una buona dose di invidia.
Certo, lui è stato fortunato: proviene da una famiglia nobile e ricca, è stato il pupillo di Agnelli e ciò lo ha senz'altro favorito nella carriera, ma non può essere considerato un demerito.
Luca ha dimostrato che, quando il gioco si fa duro, lui c'è: sa vincere e sa risorgere dalle sconfitte.
E' uno tosto: personalmente lo voterei.
Matteo

roberto ha detto...

Rispondo a Matteo:

Non escludo che, magari inconsciamente, l'invidia possa giocare un ruolo ma, per quanto mi riguarda, credo di avere ben esplicitato, sia nel post che nei commenti, i motivi delle mie perplessità. Sono sempre pronto a cambiare idea se Montezemolo metterà in atto le condizioni a mio avviso necessarie perchè possa dargli il mio consenso elettorale.

Anonimo ha detto...

Ho una simpatia per Montezemolo, ma credo che si deva anche al fatto che la Ferrari è nei nostri cuori da tempo. Mi ricordo che quando mio padre era vivo, mi disse che Mussolini aveva offerto un posto di alto rango al presidente della Fiat, (scusa ma ora non mi viene il nome).Ricordo invece che Lui rispose al Duce, con queste parole, ... grazie per l´invito eccellenza, ma non posso accettarlo, perche nella Fiat comando io, e nel governo no.

Renzi, ha coraggio, é sangue freddo e fresco, spero che riesca a sotterrare quei dinosauri, che fanno più male che bene,politicamente, socialmente, alla nostra amata Patria.Mi permetto di trascrivere un brano del libro di mio padre, La Logocrazia, PG 88. l´UGUAGLIANZA È UN CONTROSENSO cosmico, perchè nell´uguaglianza v´è monotonia, mentre nella diversità v´è armonia. L´idea dell´uguaglianza é un ambizione umana che ha le sue origini fra la classe povera. Alla classe povera non duole vedere tutti scendere per portarsi al suo livello; male comune mezzo gaudio, dice l´antico adagio. Ma noi, per veder chiaro nelle nostre relazioni umane, non possiamo parteggiare nè per i poveri, nè per la classe media, nè per i ricchi. Noi dobbiamo individuare i difetti maggiori esistenti nelle nostre relazioni per poterli eliminare senza badare a chi può far dispiacere o a chi può piacere. Noi possiamo benissimo vivere nella diversità ma in armonia con la logica perchè sia comprensibile a tutti. Questo è quello che dobbiamo cercare.

Fernando

roberto ha detto...

Capisco la risposta del Presidente della Fiat: se si vuole il comando ( il che è perfettamente legittimo per un capo azienda) è meglio stare nell'impresa. Se si entra in politica bisogna esercitare certamente una leadership, ma non si può pretendere che i parlamentari siano degli "impiegati", come per troppo tempo ha fatto il nostro attuale premier. Il mio timore è che Montezemolo, venendo dall'azienda, possa incorrere in qualche misura nello stesso errore. E' uno dei rischi presenti nella sua candidatura che mi trattengono attualmente, dal dargli un supporto.
Anch'io ho simpatia per Renzi ma intravedo un grosso pericolo che espliciterò nel prossimo post.

Roberto