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mercoledì 27 marzo 2013

Fenomenologia del Grillo

Pubblico con piacere un interessante articolo di Lorenzo Borla, membro  del Partito Democratico,  tratto dalla sua newsletter online " Zibaldone", che evidenzia i motivi del successo elettorale del Movimento 5 Stelle e la lezione che deve trarne la sua parte politica. Segue un mio commento.


Fenomenologia del grillo

Il risultato elettorale è stato, per noi della sinistra, uno schiaffo pesante. Per ragioni umane: eravamo convinti di avere il sorcio in bocca e questo, all’ultimo minuto, si è dileguato. Ragione per la quale non abbiamo ben compreso, secondo me, la portata della vittoria di Grillo. Il “fenomeno Grillo” non è Grillo: è il venticinque per cento dei votanti che ha scelto il suo movimento. Grillo è un mezzo, non un fine; è un autobus che stava passando al momento giusto, ed è venuto comodo saltarci sopra, per manifestare rifiuto,  e sdegno per la politica così come è praticata oggi in Italia. Rifiuto per come la politica ha affrontato la crisi economica che ha segnato non poco la vita di molte persone. E invece, quale spettacolo di benessere materiale, quale opulenza di mezzi, ci ha inflitto la sfilata quotidiana dei politici in televisione... Grillo, vorrei aggiungere, non è simile alla Lega, anche se allo stato nascente hanno punti i comune: ma la Lega si basava sull’egoismo, sul razzismo, latente di alcune parti del Nord.

Grillo è invece è un fenomeno trasversale che si è diffuso a valanga. Non ha granché importanza quello che dice Grillo: infatti l’espressione comune è: <Dice “anche” cose giuste...>. Grillo non è particolarmente simpatico, nemmeno ai suoi followers, ma quello che importa è che ha offerto un modo e un mezzo di ribellarsi. Avrei delle riserve a definire il fenomeno Grillo “populismo”. Populismo è quello di Berlusconi, Bossi e altri, che vellicano bassi sentimenti e usano proposte indecenti per attirare i voti, collocarsi nella vita politica e sfruttarne i vantaggi. Il movimento di Grillo è seriamente intenzionato a far valere le proprie ragioni, che sono nell’insieme ragioni nobili, almeno per il momento, anche se riflettono astratti furori e obiettivi impossibili. Insomma, il venticinque per cento dei votanti, ci ha colto di sorpresa perché mina alle base le procedure, i rituali, i balletti, gli scambi, di cui è fatta la politica, e che noi abbiamo finora accettato solo perché siamo abituati così. Grillo mette in crisi l’accademia, lontana dalla gente comune: il politichese di cui ci nutriamo, le sofisticate analisi che svolgiamo, le discussioni sul nulla che alimentiamo, i “bisognerebbe”, “occorre”, “ci vuole” “dobbiamo”, ipotesi sempre assai astratte, perché non si capisce bene a quali armate napoleoniche ci potremmo rivolgere per realizzare questi obiettivi.


Condivido l'affermazione "Grillo è un mezzo non un fine":molti elettori hanno usato il  voto al Movimento 5 Stelle per esprimere la loro profonda insoddisfazione verso la politica tradizionale, incapace di risolvere i problemi, ma capace di arricchirsi a spese dei contribuenti. Se i partiti non chiudessero rapidamente la "stagione della casta" potrebbero avere peggiori sorprese in futuro.
Ma anche Grilllo deve stare attento a quello che fa: che il suo Movimento non voglia arricchirsi è  un innegabile titolo di merito agli occhi dei più, ma se insiste a non voler contribuire ad alcuna soluzione politica per non "sporcarsi le mani" con la partitocrazia, potrebbe avere anche lui, nelle prossime elezioni,  un brusco risveglio, soprattutto se dovesse confrontarsi con un concorrente come Renzi, capace di prospettare una forte innovazione, ma in una logica costruttiva

10 commenti:

Dario Lodi ha detto...

Caro Roberto,

Grillo è inevitabile ed è una fortuna che ci sia, altrimenti continueremmo a sguazzare in una politica senza sangue, fatta di incapaci e di ladri (ladri di aspettative, di sogni, di giuste ambizioni). Grillo è un macigno dentro la palude. Ma è anche la dimostrazione del nostro provincialismo e della nostra povertà d'idee. Il mondo viaggia a velocità tripla, irride e sfrutta la nostra dabbenaggine, costringendoci a beghe da condominio. Ben altro il primo mondo ci riserva, ci riserva la manipolazione gratuita delle nostre menti e dlele nostre personalità. Noi siamo poveri di coraggio e di rispetto di noi stessi.

Bello il tuo pezzo. Saluti,

Dario Lodi

roberto ha detto...

Caro Dario,
concordo con l'idea che Grillo, pur necessario, sia anche un chiaro indicatore dei nostri limiti. Basta pensare al fatto che, in una situazione drammatica come l'attuale, la politica, Grillo compreso, continua ancora a cincischiare in uno sterile balletto di veti reciproci invece di concentrarsi rapidamente su ciò che va fatto almeno per tornatre alle urne in condizioni da avere una maggioranza credibile. Negli altri Paesi avanzati il giorno dopo le elezioni si sa chi governa e per questo li dobbiamo invidiare e, possibilmente imitare.
Mi è meno chiaro il riferimento che fai alla manipolazione delle menti: puoi darmi un chiarimento al riguardo?
Grazaie. Roberto

Umberto Burani ha detto...

Guglielmo Giannini: chi era costui? Ho evocato il suo nome con una coppia di quarantenni, che mai l’avevano sentito nominare. Eppure, quando nel 1946 fondò il Fronte dell’Uomo Qualunque ottenne un clamoroso successo elettorale tale da impensierire i grandi partiti dell’epoca, il dominante PCI e la DC. Giannini era un demagogo di destra, violentemente contro tutti i partiti, contro le tasse, contro la corruzione, contro la burocrazia; proprio per questo raccolse larghi consensi e ottenne 20 seggi in Parlamento. Tre anni dopo, il Fronte si sciolse come neve al sole: aveva provato a diventare un partito di tipo parlamentare e i suoi elettori, delusi, lo abbandonarono. Dice niente questa storia? Si potrebbe essere tentati di stabilire un parallelo fra i due personaggi: tuti e due facondi demagoghi, tutti e due uomini di spettacolo ( l’uno drammaturgo e regista e l’altro attore), tutti e due dotati di carisma, tutti e due con un bacino elettorale di persone per bene, esasperate dai difetti della politica e vogliose di cambiamento. La fine per Giannini venne tre anni dopo, quando le persone perbene che l’avevano votato si accorsero che dietro i paroloni distruttivi non c’era pensiero costruttivo, che la volgarità degli insulti agli avversari nascondeva solo un ego arrogante e stupido, che l’inesperienza può portare la gente sulle barricate ma certamente non sui cantieri. Grillo è stato votato da molte persone perbene e animate dalle migliori intenzioni; proprio per questo aspetto fiducioso il futuro.

Buona giornata,

Umberto



roberto ha detto...


Il paragone che hai fatto fra Giannini e Grillo mi pare molto centrato: chi ha come unico obiettivo la distruzione del quadro politico esistente non può durare. Per questo motivo ho segnalato, nel mio commento all'articolo di Borla, che Grillo corre il rischio di essere spazzato via se continua su questa strada. Renzi mantiene giustamente un basso profilo ma, se lo chiameranno a fare la sua parte, chi vuole una forte critica al sistema ma anche delle proposte di soluzione, non potrà che votare per lui.

Fausto ha detto...

Ciao Roberto,

innanzi tutto mi scuso per non avere dato corso al Tuo suggerimento visto che ero in partenza per la Germania.

Per quanto attiene l'ultimo post, consentimi di sotolineare che il risultato a cui siamo pervenuti era più che prevedibile.

Eravamo tutti convinti che l'entrata del M5S in Parlamento avrebbe dato una scossa alla classe politica, oramai inadatta

ed incapace a governare queto povero paese.

La testardaggine di Grillo e l'imposizione dettata ai Suoi Parlamentari ha generato una situazione di stallo che ha fatto piombare

l'intero paese in una situazione insostenibile.

La colpa non è di nessuno, ma fondamentalmente è di tutti. Il Paese sta andando alla deriva ma Nessuno si pone il problema;

l'impotante è mantenere la poltrona.Se il buon Monti non fosse salito in politica, forse quest'oggi non ci troveremmo in questa

drammatica situazione; è sconcertante ascoltare le critiche di coloro che hanno appoggiato, sino all'ultimo, il Suo governo dimenticando

che senza il Suo intervento oggi saremmo nelle condizioni della Grecia.

Si prospetta di ritornare al voto, ma con quale legge elettorale?? Sono troppi gli interrogativi a cui non si riesce a dare risposta.

Resta solo una possibilità ....... affidarsi alla saggezza del nostro Presidente.

Con stima

Fausto


roberto ha detto...

Ciao Fausto,
come vedrai nelle mie risposte ai precedenti commenti, siamo in sintonia sulla posizione improduttiva di Grillo: capisco che lui tema di essere messo in trappola dai volponi della politica,ma se si limiterà a dire no, andrà a sbattere.
Sono d'accordo con te anche sulla scelta di Monti: se fosse rimasto "super partes" oggi raccoglierebbe copiosi frutti, mentre ora è in grande difficoltà; comunque le feroci critiche al suo Governo da parte di chi lo ha sostenuto per oltre un anno sono strumentali e inaccettabili.
Forse la saggezza del Presidente permetterà di trovare una soluzione temporanea che consenta di varare quella legge elettorale che occorre per non trovarci più nella palude attuale.
Stiamo a vedere.
Roberto

Dario Lodi ha detto...

Ho scritto di getto, a braccio. Tuttavia la manipolazione cui alludo si riferisce all'esibizionismo capitalista che il sistema tollera e addirittura incoraggia attraverso l'universo bancario. Secondo questo esibizionismo, la prevaricazione è lecita e la lotta spietata fra gli individui pure, anche se guerra fra poveri. Così si offende il senso di civiltà maturato con gran fatica nel corso di secoli. Grillo, seppur confusamente e velleitariamente, raccoglie l'indignazione che nasce dalle trascuratezza del sistema, della politica, e sogna un mondo nuovo: dimenticando che l'indignazione non è spontanea, ma sorge dai disastri della globalizzazione (conseguenza dunque materiale, non intellettuale: ecco il suo limite).

Un caro saluto,

Dario

roberto ha detto...

Grazie del chiarimento.Sui guai prodotti da una globalizzazione selvaggia e da un capitalismo rapace sono d'accordo.
La teoria secondo cui "i mercati si autoregolano" si è rivelata fallace. E' necessaria una regolazione pubblica affinchè gli stessi funzionino in modo accettabile. Grillo ha colto il problema ma ancora una volta le sue soluzioni sono improbabili ( si veda, ad esempio, l'ipotesi di non ripagare il debito pubblico).
Ciao.
Roberto

Mario ha detto...

Caro Roberto,

torno a risponderti dopo il ‘brusco risveglio’ post elettorale; uso questo termine perché, come ti ricorderai, ho sperato nella maturità degli italiani ...

Condivido solo in parte l’analisi che ci proponi che certamente rileva un dato di fatto: molti hanno votato ‘per Grillo’ perché ritenuto il mezzo più diretto per dare voce alla protesta.

Detto questo, a me pare che l’analisi sottovaluti l’aspetto deleterio dell’improvvisazione fatta potere, diretta conseguenza dei milioni di voti catturati dai grillini (per buona parte inattesi anche dal loro vertice).

Tenere insieme istanze che vanno dalla sensibilità verso il terzo settore, che attraversano aree ambientaliste, decrescite felici, radicalismi no global, ideologie sovversive poundiste e financo pulsioni evasioniste della piccola impresa del nord est, mi pare francamente troppo.

Temo, caro Roberto, che tra qualche tempo all’entusiasmo iniziale e al senso di riscossa, subentri l’ennesima delusione (paragonabile a quella generata da Lega nord, ma estesa su scala nazionale).

Se consideri l’attuale contesto di acuta crisi economica, l’ennesima dimostrazione di incapacità del quadro politico di risultare in qualche misura concludente, un’Europa sempre più matrigna con i propri aderenti più deboli e, soprattutto, lo sconsolante disprezzo istituzionale che caratterizza il grillismo, forse addirittura superiore rispetto a quello berlusconian – leghista, ne vien fuori una miscela esplosiva che non promette nulla di buono sul versante della tenuta democratica del Paese.

Personalmente confido nel grande buonsenso di Napolitano (se non sarà in grado di scovare il classico coniglio dal cilindro, le elezioni alle porte le rivince Berlusconi) e a una tenue speranza che il 2° semestre lasci intravvedere qualche segnale di ripresa economica (altrimenti la Grecia sarà a pochi passi).

Un saluto cordiale con i migliori auguri di buona Pasqua.

Mario

roberto ha detto...

Caro Mario,
condivido le tue preoccupazioni: il voto di protesta non dà in sè alcuna garanzia di sviluppi positivi, soprattutto se le proteste sono molto diverse, spesso contradditorie e a volte del tutto inaccettabili, come risulta dagli esempi che hai fatto. Il rischio di delusione è forte.
Credo che il peso sia troppo grosso per le spalle di Grillo ( e forse di chiunque) e che ciò lo spinga, per paura, a posizioni intransigenti e di disprezzo istituzionale,che producono uno stallo, se non peggio.
La speranza in Napolitano è ben riposta ma certamente non sarà facile "trovare la quadra". La tua previsione elettorale potrebbe essere smentita dall'ingresso in campo di Renzi che, può sottrarre molti consensi a Grillo e ad altre forze politiche perchè offre un giusto mix di ragionata protesta (vedi il finanziamento ai partiti) e di proposta.
La partita è ancora da giocare, a mio avviso.
Ricambio vivissimi auguri.
Roberto