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sabato 6 aprile 2013

Renzi: un leader nazionale

Nel post del 21 novembre 2011 “Matteo Renzi: un potenziale leader nazionale?” (visibile cliccando sul seguente link: http://civicum.blogspot.it/2011/11/matteo-renzi-un-potenziale-leader.html) ho analizzato pro e contro della sua candidatura ad un ruolo di primo piano nella politica italiana ed ho messo in evidenza il singolare apprezzamento della sua figura da parte di elettori di diverse parti politiche, che ne facevano un caso unico nel panorama del nostro Paese.
Oggi, a un anno e mezzo di distanza, la sua popolarità è aumentata ( ha fiducia in lui il 56% degli italiani; Bersani è al 29%), a mio avviso per queste ragioni: ha confermato ad alta voce ciò che pensa la gente e cioè che il taglio dei costi della politica, a partire dal finanziamento pubblico ai partiti, è la priorità numero uno, senza la quale è impossibile procedere, in modo credibile, ai  tagli della spesa pubblica ed alle riforme; ha superato l’ambiguità iniziale sui suoi destini politici affermando chiaramente la sua intenzione di candidarsi alla guida del Paese, ha mantenuto, dopo le primarie, un atteggiamento assolutamente leale nei confronti del vincitore delle stesse, cosa rara in politica, ha preso una netta posizione contro il “corteggiamento” del Movimento 5 Stelle, che ha portato Bersani in situazioni imbarazzanti e talvolta umilianti senza produrre risultati.
E’ stato ridimensionato anche  il principale dei punti deboli da me segnalati, cioè la posizione di “ispiratore” assunta, nel suo entourage, da Giorgio Gori , per 11 anni coordinatore delle reti Mediaset, a mio avviso inquietante. Gori non è stato eletto al Parlamento ed  ha lamentato scarso supporto da parte del leader.
Nei giorni scorsi, di fronte alla continua “melina” con cui si stavano svolgendo i riti della politica, Renzi ha rotto gli indugi e chiesto al Partito di prendere una decisione: o un accordo con Berlusconi (accordo, non inciucio), legittimato dal fatto che circa 10 milioni di persone hanno votato per il centrodestra e dall’inesistenza di serie alternative, oppure il voto. Questa mossa conferma il  suo ben noto coraggio e ne dimostra l’acquisita maturità politica: Renzi sa bene che il timore per la sua discesa in campo può portare a un accordo  Bersani-Berlusconi tale da tagliarlo fuori dai giochi, almeno per un certo tempo, ma ha deciso di correrlo per far uscire il PD dalla china discendente in cui si è avviato con l’assurda rincorsa ai grillini  (e l’altrettanto assurda esclusione pregiudiziale nei confronti del centrodestra) e che è pienamente  confermata dai sondaggi. Con ciò ha dimostrato di saper anteporre gli interessi del Paese e del partito a quelli personali. Come ha ben detto su “La Stampa” di ieri Luca Ricolfi “è curioso che a restituire l’onore al PD non siano i  pasdaran di Bersani che sulle “radici” e sull’identità del partito avevano puntato tutte le loro carte, ma questo ragazzino bizzoso e un po’ strafottente che però della politica pare avere un’idea alta. Un’idea secondo cui la parola data si mantiene, quel che si pensa lo si dice, gli avversari si battono in campo aperto, gli elettori – tutti gli elettori – meritano rispetto”.
Quale che sia l’esito, a lui più o meno favorevole, delle trattative in corso fra le forze politiche, Renzi ha dimostrato una statura tale da giustificare pienamente le sue aspirazioni alla premiership. Tolgo quindi il punto interrogativo che avevo posto nel titolo del mio precedente post a lui dedicato e affermo, con il titolo di quello presente, la sua legittimazione a guidare il Paese.
Se il PD avrà l’accortezza di affidarsi a lui, potrà vincere, alla prossima tornata elettorale, in entrambi i rami del Parlamento; se non lo farà, dovrà probabilmente affrontare una dolorosa scissione.

28 commenti:

Manrico Tropea ha detto...

io non credo che Renzi abbia "dimostrato una statura tale da giustificare pienamente le sue aspirazioni alla premiership" un ruolo che, come vediamo, comporta doti non solo "di natura". Credo invece che abbia dimostrato di avere tutti i numeri per ricoprire ruoli di rilievo sia nel partito (o in un partito) sia in ambito istituzionale.
Quello che abbiamo sotto gli occhi ci dice quanto sia difficile affrontare il campo minato della politica ad alto livello senza un solido retroterra e una èquipe di valore (che non vedo dietro a Renzi)
M.Tropea

benito09 ha detto...

Non credo che Renzi abbia una statura da leader. Lo dimostra, a mio parere, anche i tempi che sceglie per esternare le sue idee. Nel momento più delicato per il suo partito e del suo segretario, la sua principale preoccupazione è stata quella di contrapporsi alla linea del segretario e indebolirlo rispetto agli avversari, non meno verso il PDL. Un personalismo più da ambizioso che da leader. Ora tutto si complica. La gatta frettolosa ha fatto i gattini ciechi e l'ambizione spesso crea fallimenti.

roberto ha detto...

Rispondo a Manrico:

Certamente a Renzi manca un'esperienza politica di alto livello, ma ha dimostrato una capacità d'interpretare le variabili in campo assai superiore a quella di Bersani: se fosse stato lui a giocare la partita dopo le elezioni, non sarebbe incorso negli errori che hanno impedito al Segretario di ottenere un mandato pieno.
Visti i progressi fatti da Renzi in poco più di un anno, ho pochi dubbi sulla sua capacità di superare le lacune attuali, se le circostanze lo richiedessero.
Roberto

roberto ha detto...



Rispondo a Benito:

Ritengo che Renzi abbia rotto la consegna del silenzio, che si era imposto dopo le primarie, perchè convinto che la situazione di stallo richiedesse un impegno preso alla luce del sole e non sottobanco. Un ruolo l'ha avuto certamente anche l'ambizione di non essere tagliato fuori in modo surrettizio,ma la sua mossa accelera il chiarimento fra le forze in gioco ed è, a mio avviso, utile al PD. Non siamo d'accordo, ovviamente, ma è utile confrontarsi.
Roberto

paolo della sala ha detto...

Sono d'accordo, soprattutto pensando che Renzi è davvero l'ultima spiaggia, visto il resto...
Secondo me può essere un buon leader, ma soprattutto ha imbroccato -vivaddio- la strada giusta: quel del riformismo liberal-laburista. Per l'Italia è un salto avanti di due secoli (e la mia NON E' affatto una boutade: siamo ancora divisi tra bismarckismo di destra; cattolicesimo assistenzialista; marxismo da Prima Internazionale.
E' poi ovvio, che dopo recenti delusioni, prima di dare pieno credito a un leader occorre un poco di distacco emotivo, ma resto dell'idea che quella di Renzi sia l'unica scelta rimastaci (tra l'altro è graditissimo da Obama), e inoltre è l'unico anticorpo efficace contro il grillismo. Del resto è anche un ottimo antibiotico contro il ritorno del berlusconismo e contro il sovietismo del Pd. Che vogliamo di più?

roberto ha detto...


E' proprio come dici:un pò di prudenza è certamente necessaria, ma Renzi è veramente l'antidoto contro il grillismo incapace di costruire, contro il berlusconismo succube degli interessi del capo,e contro il sovietismo del PD, disattento a ciò che pensa realmente il Paese( batto sempre sullo stesso chiodo, ma Bersani insiste ancora con il finanziamento pubblico dei partiti mentre Berlusconi, che ascolta la pancia degli italiani, si è subito allineato a Renzi puntando alla totale abolizione dei "rimborsi elettorali").

Giulio Lanzavecchia ha detto...

Ricevo da tempo le tue lettere, che sono sempre molto serie e spesso condivisibili almeno in parte. Questa volta non sono d'accordo con te per vari motivi. Penso che Renzi sia stato il principale affossatore delle speranze del PD, mettendo in evidenza la frattura che esiste al suo interno, o addirttura creandola. Adesso propone un accordo indecente con il PDL, senza preoccuparsi dell'assoluta incompatibilità delle idee berlusconiane con quelle di una qualsiasi altra persona di media onestà. Io penso che neppure il più convinto assertore delle idee di Machiavelli potrebbe accettare una simile alleanza, sia pure su temi ristretti (che poi penserebbe Berlusconi ad allargare). Trovo infine che si tratterebbe di una manovra molto pericolosa da un punto di vista pratico, in quanto in un simile accordo vedo soprattutto una trappola in cui Renzi (ed anche l'ingenuo Franceschini) verrebbero facilmente stritolati da Berlusconi e &.
Giulio Lanzavecchia

roberto ha detto...

So che Renzi divide e che molti considerano, come te, indecente cercare un accordo con Berlusconi. Non ti nascondo che anch'io ho, al riguardo, notevoli perplessità essendo un fiero oppositore dell'ex premier, sia dal punto di vista politico che morale, e ne ho scritto spesso nel blog.
Tuttavia la politica impone realismo: se in campo ci sono tre giocatori di forza analoga, non ha alcun senso dire, come ha fatto Bersani, che ci si vuole accordare con uno solo degli altri due perchè ciò significa mettersi alla sua mercè e, date le intenzioni sempre ribadite da Grillo, esporsi all'umiliazione e all'inevitabile insuccesso.
Ora necessariamente la realtà si impone: o si blocca il paese, con tutti i drammi che ne conseguono, o si cerca una soluzione, tenendo conto dei gravi rischi che derivano da un possibile accordo con il centrodestra e gestendoli oculatamente.. Non bisogna dimenticare inoltre, che, al di là di quanto noi pensiamo di Berlusconi, ci sono 10 milioni di persone che, malgrado tutto, lo votano e non si può liquidare la cosa dicendo che sono elettori di serie B.
Se Bersani avesse, almeno tatticamente, tenuta aperta questa opzione, avrebbe potuto trattare con il Movimento 5 Stelle da ben altra posizione di forza e forse ottenere qualche risultato.
Renzi, a mio avviso, ha ben capito che, se non sfonda anche sul fronte dei moderati, il PD non vincerà mai.

Cordialmente.

Roberto

Annamaria De Grandis ha detto...

Questa mia 'lettera' è uscita su vari quotidiani del veneto nei giorni scorsi:

Gazzettino Nazionale - 3 aprile 2013
Credo di interpretare la voce di un'altissima percentuale di italiani dicendo che Matteo Renzi doveva essere il candidato per il PD e sarebbe stato votato oltre che dalla sinistra anche da parte di destra e centro. Con Renzi candidato Berlusconi non si sarebbe rimesso in gioco. Monti doveva rimanere escluso dalla politica come aveva annunciato inizialmente e sarebbe pronto per la Presidenza della Repubblica e il Grillo sparlante (troppo sparlante) avrebbe preso sì tanti voti ma non tantissimi. Sicuramente a quest'ora avremmo avuto un governo stabile e le eventuali elezioni anticipate sarebbero state un miraggio.

annamaria de grandis

roberto ha detto...


Condivido in toto quanto hai scritto.
Speriamo che il PD trovi il buon senso necessario per uscire dai suoi vecchi steccati ideologici e fare un'offerta politica appetibile per un'ampia fascia della società italiana.
Monti ha effettivamente perso una grande occasione: se fosse rimasto al di sopra delle parti, ora avrebbe le porte spalancate.Gli converrà, come già ha iniziato a fare, riprendere il suo "aplomb" che lo distingueva dai politici e tenersi fuori dalle risse. Così potrà riacquistare peso e credibilità.
Come detto anche in alcuni commenti precedenti, se Renzi scenderà in campo, sbaraglierà sia Grillo che Berlusconi.

Giulio Lanzavecchia ha detto...

La tua risposta può essere accettabile, ma io sono troppo vecchio (83
anni) e quindi ho visto troppe cose, per potermi minimamente fidare di
Berlusconi, che è un prodigioso incantatore, ma anche un pericoloso
imbroglione. Sono sempre dell'idea che Renzi sia un ingenuo ottimista, e
anche un precoce ambizioso. Tutto quello che scrivo può ovviamente
essere usato, poiché è quello che penso.
Giulio Lanzavecchia

roberto ha detto...


Fai bene a non fidarti di Berlusconi, ma con lui bisogna comunque fare i conti anche perchè non si può negare la sua formidabile, anche se "diabolica", abilità: basta vedere come ha "steso" Santoro, Travaglio e le due giornaliste nella trasmissione "Servizio Pubblico" cui ha partecipato.
Renzi per me non è affatto ingenuo (non so Franceschini) e credo che saprebbe ribattere colpo su colpo.
Forse è questa la ragione per cui Berlusconi cerca a tutti i costi l'accordo con Bersani che è un osso meno duro da mordere.

Dario Lodi ha detto...

Renzi è una persona disinvolta e sicura di sè. Ha dalla sua la gioventù e francamente pare pensare ed agire sulla base di essa, non sembra avere molto altro. Che il PD decida di affidarsi a lui è una probabilità augurabile considerando la situazione politica generale e attuale. Bisogna dimenticare, nel caso, ogni idealismo. Oggi c'è bisogno di maneggioni che abbiano il coraggio di compromettersi con chiunque, senza tante storie. Il guaio è che abbiamo a che fare con partiti spompati, zeppi di incapaci, di mezze figure che son lì non certo per chissà quali meriti. Il partito, qualunque partito, è un'azienda che a differenza di quelle classiche, fa utili (o va in rosso per insipienza o ladrocinio) attingendo direttamente dalle casse dello Stato, come se quest'ultimo fosse un bancomat incontrollato. Qui dovrebbero interevenire gli organi statali che difendono la Costituzione e che dovrebbeo garantire la correttezza dell'esercizio politico. Se non mettiamo mano alla ricostituzione delle fondamenta del sistema, penso sia inutile pensare che questo uomo politico sia migliore di quello. Sono tutti quanti sulla stessa giostra. Temo abbia ragione Grillo: l'Italia è da rifondare. Renzi quanta forza ha, quanta preparazione umana ha per fare meglio di Bersani? Su quale credibilità personale potrebbe contare? Sappiamo che il sistema è corrotto in maniera profonda? Siamo a conoscenza di uno Stato dominato dalla burocrazia (i cambiamenti che proponi va a gestirli uno che li vede contrari a se stesso? I burocrati sono tanti e compatti, possono fare, impunemente, il contrario di quello che dici). Allora, accanto alla ricerca di un leader provvisorio che dia più fiducia del vecchio, perchè non agitare le problematiche di fondo e cercare la chiave per rimuoverle? Sarebbe bene non concentrarsi troppo sulla forma, ma preoccuparsi, finalmente, della sostanza delle cose, altrimenti si continua a rigirarsi nella solita accademia.

Ciao, Dario

roberto ha detto...

Circa le qualità di Renzi ti rimando al post del novembre 2011 che ne fa un elenco significativo, integrato poi nell'ultimo post. In sintesi: ha coraggio, idee chiare, dice quello che pensa, rispetta gli avversari, ha capito che senza i voti moderati il PD perderà sempre. Mi sembra che bastiper fare meglio di Bersani.

Fare compromessi, come tu dici, è indispensabile, ma non è una cosa negativa: l'arte della politica consiste appunto in questo.
Un esponente politico tedesco ha recntemente commentato lo stallo del nostri sistema politico dicendo che i nostri partiti sono falliti perchè hannno perso qualsiasi capacità di compromesso.

Grillo ha certamente ragione quando dice che l'Italia è da rifondare, ma non lo si può fare solo dicendo no: è un approccio che lo psicanalista Recalcati ha giustamente definito "adolesecnziale". Dopo l'adolescenza ci vuole la maturità: è il passaggio che il Movimento 5 Stelle deve ancora fare.

Sul grave vincolo che la burocrazia impone alla politica, esautorando molte delle leggi emanate dal Parlamento, c'è stato un bell'articolo sul Corriere della Sera di cui nion ricordo l'autore. E' un tema che i politici dovrebbero affrontare di petto se non vogliono andare incontro al furore del popolo che sente parlare di riform,e ma poi vede pochi risultati (pensiamo, ad esempio, alle liberalizzazioni).
Ciao. Roberto

Fernando Fancelli ha detto...

Non sono di sinistra, ma Renzi mi é sempre piaciuto, se quelli di sinistra vogliono uscire dall´immobilismo bersiano, debbono avere la forza di tentare! Chi non tenta, non rosega!

roberto ha detto...

Il tuo commento testimonia l'"appeal" di Renzi anche nei confronti di elettori non di sinistra ma scontenti dell'offerta politica di centrodestra. E' qui che il PD deve pescare se vuole farcela e non limitarsi a "perdere con onore".

Fausto ha detto...

Ciao Roberto,
è curioso potere condividere la testardaggine di Bersani che continua a perseguire un obiettivo che sempre più lo allontana dalla possibilità di assumere il ruolo di primo ministro.
Tutto sommato gli sta bene …… ha cantato vittoria troppo precocemente.
Il partito si divide ed il rischio di essere silurato e’ sempre più realistico.
Non ritengo questo il momento più adatto per Renzi di puntare al premierato; il momento che il paese sta attraversando e’ troppo critico, troppo difficile per puntare su di un giovane carico di entusiasmo , ma scarico di esperienza.
Inserirsi ora in un contesto così articolato e complesso significherebbe bruciarsi prima del tempo; non è ancora giunto il suo momento.
Io personalmente propendo per un governo di scopo che affronti in un periodo contenuto le necessità essenziali di cui il paese ha assoluto bisogno, lascio quindi al PDL ed al PD l’onere e/o l’onore di accordarsi prima che il paese si rivolti pesantemente contro una casta incapace di assumere le proprie responsabilità.

Fausto

roberto ha detto...


Sono d'accordo sul governo di scopo per fare alcune cose essenziali: legge elettorale, riduzione dei costi della politica, alcune misure per il rilancio economico.
Ma poi bisognerà andare alle urne, probabilmente entro un anno,e a questo punto Renzi deve entrare in campo. Come ho scritto in un precedente commento, a Renzi manca certamente un pò d'esperienza, ma anche Obama quando è stato eletto la prima volta era in condizioni simili: chi ha stoffa impara presto.
Ciao. Roberto

Francesco Mancini ha detto...

Caro Roberto,come già ho detto, la nostra situazione politica è drammatica.Pur tuttavia se ci pensiamo bene, basterebbe che soltanto DUE personaggi (BERLUSCONI e BERSANI)sparissero dalla scena politica per mutare completamente la situazione.
A questo punto ,secondo me,RENZI è il personaggio che in questo momento,scendendo in campo ufficialmente,può sconvolgere la scena politica e obbligare quei personaggi ad andare in pensione.

roberto ha detto...


Renzi scenderà certamente in campo o come leader del PD o come capo di una nuova formazione politica, se non venisse scelto dai suoi compagni di partito e tale evento cambierà molte cose: magari indurrà anche Grillo a capire che la politica è l'arte del possibile, non la palingenesi totale.
La prima soluzione è, a mio avviso preferibile e porterebbe ad un "pensionamento" di Bersani e probabilmente ad un successivo ritiro dalle scene di Berlusconi, come tu auspichi.

Mariano Marchetti ha detto...

Caro Roberto,sono completamente d'accordo con il tuo nuovo post su Matteo Renzi.Ciao,Mariano.

roberto ha detto...


Grazie Mariano, mi fa piacere sentirti.
A presto.
Roberto

Umberto Burani ha detto...

Vedo che per molti dei tuoi corrispondenti il problema è di sapere se Renzi abbia le qualità per fare il presidente del Consiglio. Nelle condizioni nelle quali Bersani ci ha ridotti, il problema urgente è soltanto di sapere “se” Renzi riuscirà: non abbiamo più alternative. Bersani è fuori gioco, si è squalificato. Non è riuscito a capire che il suo asservimento all’ala sinistra del PD e al SEL lo avrebbero portato in un vicolo cieco, e l’umiliazione che ha dovuto subire da Grillo e soci la si può qualificare solo con l’espressione cara all’ex direttore di Rete 4: “che figura di m…!”. Berlusconi ha già detto (e sarà il caso di prenderlo in parola, prima che cambi idea) che non vuole niente per sé – e fa bene. Dei grillini non vale nemmeno la pena di parlare: nullità folcloristiche. Che cosa rimane? Rimane quello che un grande quantità di italiani (non so se la maggioranza, ma comunque tanti) vedeva sin dall’inizio: un governo con la parte moderata del PD di Renzi, con il PdL senza Berlusconi e con l’appoggio di Monti e di Casini. Se sarà così ce la saremo cavata, magari per il rotto della cuffia; ma nella situazione in cui siamo possiamo permetterci di fare gli schizzinosi?



Umberto

roberto ha detto...

Piacerebbe anche a me un governo come quello che prefiguri, ma la possibilità di realizzarlo dipende da alcune condizioni: che il PD scelga Renzi o che ci sia la scissione e che Berlusconi rinunci forzatammente ( per cause giudiziarie) oppure volontariamente al suo ruolo, dato che non esiste nel PDL qualcuno capace di sfidare il leader.
La prima condizione si verificherà certamente, in una delle due opzioni, ma forse non in tempi brevi. Circa la seconda condivido quanto dice Renzi: "voglio Berlusconi in pensione, non in galera".
L'appoggio di Monti ad una coalizione come quella da te ipotizzata lo darei per acquisito.

Roberto

Giancarlo De Caroli ha detto...

Invito a riflettere su quanto espresso in merito alla candidatura di Renzi da Eugenio Scalfari nel suo "elzeviro" apparso domenica 7 su "Repubblica". Buona lettura! Giancarlo

roberto ha detto...

Riporto, per comodità dei lettori, alcuni passi dell’elzeviro di Scalfari che mi hai segnalato domenica via mail:

“ Matteo Renzi accusa la politica in genere e il segretario del suo partito in particolare, di perdere un tempo prezioso. E di allontanare quello che secondo lui è il solo sbocco possibile ed urgente e cioè lo scioglimento delle camere………………………………………….
La maggior parte degli osservatori stranieri e delle autorità internazionali ritiene che nuove elezioni in Italia sarebbero esiziali per l’economia italiana e di conseguenza per quella europea e americana.
Napolitano ed anche Bersani la pensano allo stesso modo. Renzi invece ritiene che elezioni a breve siano la sola e vera soluzione. Lascio ai lettori giudicare chi sia nel vero e chi nel falso”

Francamente non mi sembra che Renzi sostenga le elezioni come unico sbocco. Cito dalla sua intervista ad Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera del 4 aprile:

“ Il PD deve decidere: o Berlusconi è il capo degli impresentabili, e allora chiediamo di andare a votare subito, oppure Berlusconi è un interlocutore perchè ha preso 10 milioni di voti”

Alla richiesta dell’intervistatore se il PD debba fare un accordo con Berlusconi, Renzi risponde:

“ Non necessariamente: Deve smettere di fare melina: Non parto dall’accordo con Berlusconi. Parto dal fatto che si devono avere le idee chiare. O si va a votare e la cosa non mi spaventa…..altrimenti si fa un patto costituente da cui nasce la Terza Repubblica”

Sempre in prima pagina Curzio Maltese scrive un articolo intitolato “Quanto tempo perso” che inizia così:

“Perdere tempo. L’accusa di Matteo Renzi è quella che brucia di più ai vertici del PD perché è condivisa da milioni di italiani”

Come Scalfari anch’io lascio ai lettori del blog decidere dove stia la ragione.

On. Giuseppe Brescia ha detto...

Gent.mo sig. Barabino,

La ringrazio per il Suo cortese messaggio. Per quanto riguarda le riforme della politica come avrà potuto sentire noi parlamentari del M5S abbiamo già provveduto a dimezzarci volontariamente lo stipendio ed il Movimento ha già rinunciato al finanziamento pubblico, speriamo adesso che anche i partiti si adeguino. Speriamo di poter contribuire al miglioramento del sistema Italia ma per farlo abbiamo bisogno del supporto di cittadini attivi come Lei.

Colgo l'occasione per porgerLe i miei più sinceri saluti ed auguri di buona giornata.

Giuseppe Brescia

roberto ha detto...

Gent.mo Sig. Brescia (non uso l'appellativo "onorevole" per le note ragioni),

ringrazio Lei per l'attenzione, per le informazioni che mi ha fornito e per la richiesta di supporto.
Sono fra quelli che hanno molto apprezzato lo spirito e le concrete azioni di rinnovamento portati dal Movimento 5 Stelle nello stagnante contesto politico italiano. Come potrà vedere dal link seguente: http://civicum.blogspot.it/2013/02/diamo-la-pagella-ai-partiti.html ho attribuito, in una ideale "pagella", un voto molto alto al Vostro Movimento su alcuni aspetti chiave per migliorare la difficile situazione italiana. Meno positivi i giudizi su altri aspetti e, in generale, sulla difficoltà del Movimento a passare dalla giusta protesta alla condivisione di responsabilità.
Spero che la Vostra presenza in Parlamento possa gradualmente portare ad un sostanziale contributo non solo ai lavori di tale Istituzione ma anche alla governabilità .
Sono, ovviamente, aperto ad ogni possibile confronto e collaborazione che possano essere utili ad un migliore funzionamento del Sistema-Paese.
Le segnalo, infine, che la convenzione linguistica adottata nel blog è l'uso del "tu", alla quale propongo di attenerci in auspicabili futuri scambi d'dee.
Con viva cordialità.

Roberto Barabino