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domenica 21 aprile 2013

Perchè il PD è esploso e come rimediare


Il miglior commento al disastro prodotto dalla dirigenza del Partito Democratico è, a mio avviso, quello di Benedetto Della Vedova, parlamentare di Scelta Civica, che ha detto “Il PD è la prima squadra che riesce a fare autogol tirando un calcio di rigore”. Questa paradossale ma efficace metafora calcistica evidenzia bene una sindrome antica del maggiore partito della sinistra: l’incapacità di vincere, anche quando le situazioni sono favorevoli al massimo.
Le cause di questo paradosso sono tradizionalmente tre, cui se ne è aggiunta recentemente una quarta. Vediamo anzitutto quelle più radicate:
1 – la presunzione di “essere migliori”
E’ tipica del pensiero di sinistra l’idea che chi la vede diversamente da loro o è in malafede o è stupido.
Questa è la principale ragione per cui tre quarti degli italiani non vota a sinistra.
2 – il considerare l’avversario come “nemico”
Apparentemente anche il centrodestra demonizza l’avversario (l’accusa ai democratici di essere “comunisti”); ma la differenza sta nel fatto che per il centrodestra, e per Berlusconi in particolare, l’accusa di comunismo è un escamotage retorico, mentre quelli di sinistra credono davvero che Berlusconi sia “l’uomo nero”.
3 – la pratica del “fuoco amico”
I leader della sinistra non vengono mai “uccisi” dagli avversari politici ma dai loro compagni di partito.
Quello che il PD è riuscito a fare con Marini e Prodi è solo il capolavoro di una pratica antica.
Vi è poi un fenomeno che si è manifestato per la prima volta proprio in occasione delle recenti elezioni presidenziali, e cioè:
4 – la “dipendenza” dalla Rete
I parlamentari del PD, soprattutto ma non solo i giovani, sono stati letteralmente bombardati da mail, sms, tweet di militanti ed elettori, che protestavano contro le decisioni della dirigenza e che li hanno indotti ad agire emotivamente anziché lucidamente.
Per cercare di ricostruire un partito decente dalle macerie di quello scomparso, la dirigenza ma anche i militanti  e gli elettori del PD  devono  fare queste cose:
A -  “scendere dall’albero della superbia”: consiglio loro di leggere il libro sulla vita di Papa Francesco e, soprattutto, di osservarne quotidianamente i comportamenti: impareranno che l’umiltà è il mezzo più potente per cambiare il mondo, che è la loro mai realizzata aspirazione.
B -  “ uscire dagli steccati ideologici”. E’ quello che ha ben compreso Matteo Renzi: se non si cercano anche i voti di chi la pensa diversamente non si può vincere.
C -  “rispettare gli avversari” il che non significa una mera adesione di facciata al fair play istituzionale (evitando, ad esempio,  di parlare degli altri come degli “impresentabili”), ma quella di capire in profondità che una cosa è il giudizio morale e un’altra il giudizio politico.
Che Berlusconi sia moralmente  censurabile è ovvio, come è ovvio che  la sua disinvoltura e il suo narcisismo hanno provocato un grave danno all’immagine, e non solo, del nostro Paese. Tuttavia se, malgrado tutto ciò, 10 milioni di persone lo votano, è perché lo ritengono, perlomeno, il male minore. Le recenti vicende del PD danno loro ragione:  nel momento del bisogno, il centrodestra ha saputo, sia pure strumentalmente,  mettersi a disposizione mentre il PD, pur di evitare di contaminarsi con “l’immondo nemico”, ha preferito autodistruggersi.
D -  “capire che il compromesso non è l’inciucio”
Avendo la dirigenza del PD e dei suoi predecessori lungamente “inciuciato”, negli ultimi 20 anni,  con il centrodestra fino a portare il Paese sull’orlo del baratro, ora la base teme che qualunque  ricerca di accordo sia sintomo di malaffare e ciò impedisce di guardare alla sostanza delle proposte.  Il lavoro dei “saggi” hadimostrato che, se si guarda alla sostanza, si può giungere a soluzioni accettabili da tutte le parti.
E – “esercitare la delega ricevuta ascoltando, ma non subendo, la base
Chi è rappresentante del popolo deve guardare all’interesse del Paese e non a quelli di parte. Deve essere quindi capace di collocare le richieste della propria parte politica in un quadro più ampio e resistere alle pressioni che possono precludere le soluzioni.

26 commenti:

Dario Lodi ha detto...

Memoria corta, al solito. Si sta parlando di persone che ci hanno portato in queste condizoni: e incoraggiamo l'inciucio? Mille volte meglio un governo di tecnici, di uomini onesti e capaci. Non riuscirà a cambiare le cose, date le loro radici, ma a dare un impulso verso la novità magari sì. La novità non è solo un parlamento decente, è soprattutto la presenza di una politca che fa politica, non interessi della propria parrocchia. Manca senso sociale come mai.

Ciao, Dario

roberto ha detto...


Francamente non capisco cosa c'entri la memoria.
So bene che l'inciucio ci ha portato vicino al disastro, ma oggi la criticità della situazione è evidente a molti e qualcosa bisogna pur fare. Come dice il vecchio adagio "il fuoco si fa con la legna che si ha".
Il PD, se fosse stato più accorto, avrebbe potuto nominare chi voleva come Presidente della Repubblica, dato che gli mancavano pochissimi voti.
Ma dividendosi per l'ennesima volta ha dimostrato la sua insipienza e si è "liquefatto", come ha detto Rodotà.
Anche Grillo ha sbagliato, con la stolida politica della "chiusura totale" e ora dovrà ridimensionarsi se vorrà contare qualcosa.
Circa i "tecnici" non ci sono le condizioni politiche per ripetere un'esperienza analoga a quella di Monti; lo scenario più probabile è un governo misto fatto di alcuni fra i "saggi" e di alcuni politici.
Infine, per me l'inciucio è "un accordo sottobanco fatto per perseguire interessi della casta e non del Paese". Su questa base il lavoro dei saggi, fatto alla luce del sole e cercando un ragionevole compromesso, non è un inciucio e Napolitano non permetterà certamente accordi sottobanco.
Se hai una diversa definizione di inciucio, fammelo sapere.
Roberto

Umberto Burani ha detto...

Caro Roberto,

complimenti per la tua analisi, sulla quale sono totalmente d’accordo. Ma non direi che il PD è esploso; è imploso, piuttosto. A parte i difetti che tu hai così bene indicato,penso che le cause dell’implosione vadano ricercate nella composizione stessa del PD, e a ben guardare c’è da stupirsi che sia durato così tanto. Nel PD ci sono , da sempre, tre anime: la sinistra pura e dura, ancora comunista nell’animo e nei comportamenti, che starebbe con Vendola ma sta nel PD solo perché lì dentro.si sente più forte; c’è poi l’anima ex democristiana di sinistra, che nel PD ci sta perché non sa dove andare; e c’è infine una sinistra giovane, intelligente e ambiziosa, che ha capito che con la vecchia mentalità non si va da nessuna parte, e guarda al futuro con realismo e con quel tanto di pragmatismo che le è concesso dalla disciplina di partito Il collante era l’avversione (e il timore) per Berlusconi; non è un caso che la terza anima, quella di Renzi per intenderci, abbia cominciato a manifestarsi appena dopo la caduta del nemico, soppiantato da Monti.

Bersani si è scientemente suicidato, e se l’è meritato: non ha capito che da solo non sarebbe riuscito a fare un governo, che l’opzione Grillo era inesistente, che rimanere schiavo di Vendola e dell’anima comunista del suo partito l’avrebbe portato in un vicolo cieco. Ha fatto melina per quasi due mesi aspettando un nuovo Presidente che gli desse l’incarico, avendo capito che Napolitano mai glielo avrebbe dato; ha fatto all’Italia una danno enorme; ha perduto la faccia, e farebbe bene a non mostrarla più sulla scena politica. Oggi la rinomina di Napolitano ci dà un barlume di speranza per il futuro, e aspettiamo di sapere a chi verrà dato l’incarico per fare un governo con le forze volenterose e disponibili che ancora abbiamo; certo, ho appena sentito i commenti della base PD (sperando che ne sia solo una parte): vogliono un governo che escluda il “nemico”, senza dire però se vogliano andare da soli o allearsi con qualcun altro. Se è con il libro dei sogni che vogliono fare andare avanti l’Italia, poveri noi.

Ti saluto cordialmente

Umberto

roberto ha detto...

Ti ringrazio dell'apprezzamento.
Ero incerto se usare "imploso" o "esploso", poi ho scelto la seconda parola perchè i danni della deflagrazione si sono propagati a tutto il sistema e non hanno riguardato solo il partito.
Sono pienamente d'accordo con quanto dici sulle anime del PD: qualcuno, nei commenti dopo l'elezione, ha detto che la messa insieme dell'anima ex comunista e di quella ex democristiana è stata una "fusione a freddo" destinata a non funzionare; ora c'è anche la terza anima, da cui forse nascerà qualcosa di meno settario e conservatore.
Anche se la colpa di quanto avvenuto non è solo di Bersani, bisogna dire che lui ha dato un contributo detrminante al disastro, per l'assoluta genericità del suo messaggio (cos'è il "governo del cambiamento?"), l'incertezza della strategia, la cocciutaggine nel perseguire un incarico di formare il Governo, non sapendo come ottenere il consenso di altre forze politiche.
Credo che Napolitano abbia posto condizioni ben precise ai partiti, che li indurranno a non alzare troppo la cresta e che dovranno non farsi condizionare troppo dalla base, se questa continua con un approccio perdente.

Ciao. Roberto

paolo della sala ha detto...

Aggiungerei anche che c'è il processo vizioso di "andare a sinistra". Cioé la sinistra non riesce mai a essere riformista: vuole più ricchezza dai capitalisti e insieme combatte il capitalismo: un vizio di origine che oggi è amplificato dai propri media, che hanno il vizio di amplificare la minoranza rumorosa. Metto in un commento successivo alcune cose che ho inviato a Umberto B.

paolo della sala ha detto...

MINORANZE RUMOROSE
Consiglio sempre la rilettura o la lettura di un meraviglioso testo di Ortega y Gasset del 1930, titolato in italiano “La ribellione delle masse”. Lì c’è tutto, ma proprio tutto, è un libro che in Italia dovrebbe essere testo obbligatorio per ogni anno scolastico, dalla quinta elementare alla laurea. Siamo nella età dell’oro della radio e del cinema, nascono i regimi dittatoriali di massa, ma i 3 dittatori mascherano la realtà: “Ormai non ci sono più protagonisti: c’è soltanto un coro”.
“Democrazie e legge, convivenza legale, erano sinonimi. Oggi assistiamo al trionfo di un’iperdemocrazia in cui la massa opera direttamente, senza legge, per mezzo di pressioni materiali [il Parlamento respinge Marini=viva il Parlamento; il Parlamento boccia Rodotà= “parlamento traditore”…].
“Noi viviamo sotto il brutale impero delle masse”, scrive OyG. Preciserei, nella dittatura della minoranza rumorosa, e nella tossicomania oppiata della maggioranza silenziosa.
Scrive anche “Le epoche di decadenza sono epoche in cui la minoranza direttrice di un popolo –l’aristocrazia- ha perduto le sue qualità di preminenza… Contro questa aristocrazia inefficace e corrotta la massa si ribella, giustamente. Però, confondendo le cose… e invece di sostituirla con altra più virtuosa, tende a eliminare ogni presenza aristocratica. Si arriva a credere che è possibile l’esistenza sociale senza una minoranza eccellente. Di più: si costruiscono teorie politiche e storiche che presentano come ideale una società esente di aristocrazia. E’ poiché questo è praticamente impossibile, la nazione accelera la sua parabola di decadenza”. Ebbene, si sostituisca “aristocrazia” con “partiti”. Si prenda infine il tentativo di sostituire l’aristocrazia burocratica dei partiti con l’aristocrazia della società dello spettacolo: attori, cantanti, registi, comici e persino calciatori… Si prenda il tentativo affannoso di imporre un governo tecnico, fallito anche quello.
SEGUE

paolo della sala ha detto...

“Si vuole che l’uomo mediocre sia signore”… Ora che l’uomo medio abbia diritti uguali agli altri è pacifico. La tragedia si ha quando i mass media danno all’uomo medio/mediocre i megafoni, i microfoni, il web, e quando l’uomo medio/mediocre, in virtù del suo salire sullo sgabello di Hyde Park, diventato con l’amplificazione dei media un parco grande quanto la nazione intera, spara le sue certezze e si sostituisce al tecnico, al politico. L’uomo medio, leggendo sul web che la Terra gira intorno al sole o che i Giganti di Don Chisciotte erano mulini a vento, si sente improvvisamente più ingegnere di un ingegnere e più matematico di Einstein, o più letterario di Cervantes.
Ciò è colpa di una funzione che suona così: la dittatura delle masse nasce dalla dittatura dell’ignoranza, quando crolla un sistema educativo: quello degli ideali repubblicani nell’antica Roma, il sistema scolastico del ‘900… La sparizione del libro, la bignamizzazione del sapere, ridotto a Twitter, a Mi piace/Non mi piace di Facebook…
Riprendo alcune righe di Ortega: “Il mondo che fin dalla nascita circonda l’uomo nuovo, non lo costringe a limitarsi in nessun senso, non gl’intima nessun veto né alcuna remora, ma, al contrario, eccita i suoi appetiti che, per principio, possono crescere senza limiti…”
“In tal modo si spiega e si definisce l’assurdo stato d’animo che queste masse rivelano; non sono preoccupate se non del loro benessere e, nello stesso tempo, non si sentono solidali con le cause di questo benessere”. Qui Ortega y Gasset spiega perfettamente la schizofrenia della sinistra antiriformista, che chiede di più dal capitale e insieme opera per la distruzione del capitale. Cioé mira ad affondare la zattera della Medusa, dimenticando che anche essa si trova su quella stessa zattera. Cioè, quello che vediamo sotto i nostri occhi.

Di più: l’uomo massa si crede un genio, ma per crederci deve essere sordo, incapace di comunicare: “…Oggi l’uomo ha le sue “idee” più tassative su quanto avviene nell’universo. Per questo ha perduto l’uso dell’udito. Perché stare ad ascoltare se già possiede dentro di sé ciò che occorre?”
Da ciò discende che è impossibile “governare col nemico! Governare con l’opposizione!”. E’ la genesi delle dittature.
“…Per questo bolscevismo e fascismo sono i due tentativi “nuovi” di politica che in Europa e nelle sue adiacenze si stanno facendo, due chiari esempi di regresso sostanziale.” Sono “movimenti tipici di uomini-massa, diretti, come tutti, da uomini spesso mediocri, estemporanei e senza lunga memoria, senza “coscienza storica” (…) Non discutiamo il credo. Quello che appare inconcepibile e anacronistico è che un comunista del 1917 si getti a fare una rivoluzione che è, nella sua forma, identica a tutte quelle che si sono verificate prima e nella quale non si correggono per nulla i difetti e gli errori delle precedenti”.
Questo perché c’è sempre la presupponenza dell’uomo-massa che si crede un genio solo perché ha in tasca il Bignami della rivolta e della giustizia popolare.

roberto ha detto...

Grazie per l'ottimo "pezzo".
Le citazioni di Ortega y Gasset sono davvero illuminanti e spiegano in modo profondo ciò cui ho accennato nel mio ultimo suggerimento alla sinistra (" esercitare la delega ottenuta ascoltando, ma non subendo, la base). Il diritto di ciascuno di esprimere liberamente il proprio pensiero non può essere in alcun modo conculcato, ma chi esercita il ruolo politico non può essere "suddito delle masse", soprattutto se ha un ruolo direttivo in un partito.
Di questo problema ha scritto, con la consueta intelligenza, Giuliano Ferrara su Il Foglio del 20 aprile in un articolo intitolato e sottotitolato così: " Fedeli alla base, infedeli alla linea - la deriva anarco-grillina del PD è peggio dei vecchi franchi tiratori", da cui traggo la seguente citazione " Il punto critico sta infatti più in profondità: nel mancato riconoscimento delle procedure di democrazia interna al partito e ai gruppi come fonte di legittimazione delle decisioni......anche nel più strutturato dei partiti italiani c'è oggi chi giustifica la mancanza di rispetto del principio di maggioranza e quindi il rifiuto della disciplina, come effetto di una obbedienza alla "volontà della base" ".

Grazie. Roberto

Giacomo ha detto...

Non vedo cosa o personaggi nuovi che possano rifondare il PD.cordialmente
Giacomo

roberto ha detto...

I dubbi sono giustificati, data la situazione. Forse una parte del PD, quella più radicale, si fonderà con SEL e un'altra, di matrice renziana, darà vita ad un PD di impostazione più liberal-riformista.
Staremo a vedere.
Cordialmente.
Roberto

Otta ha detto...

Il P.d. è esploso perché, come diceva Montanelli, gli imbecilli sono tutti la'.
Tenersi insieme solo per contrapposizione verso altri e' la forma più infantile e retrograda dei consessi umani, anche se funziona come 'aggregante', appunto, per gli imbecilli.
Proponete idee vere, farete un partito vero e gli imbecilli si disperderanno in altri rivoli.

roberto ha detto...

Anche se stimo molto Montanelli, non sono d'accordo con quel giudizio per le ragioni che ho spiegato nel post: demonizzare l'avversario, dicendo che è stupido, è errato e controproducente.
Sono d'accordo invece sul fatto che "tenersi insieme solo per contrapposizione verso altri" sia infantile e che ci vogliono idee vere per fare un partito, non slogan o genericità.
Roberto

Anonimo ha detto...

Mah.... avete dimenticato un pezzo: Massimo D'Alema!!!!! Il vero deus ex machina. Chi sono i 100 grandi elettori del PD che non hanno votato Prodi???? Secondo voi a che congrega appartengono? Prodi, infondo, era stato fatto cadere - quando era presidente del consiglio, da D'Alema, o no? È stata una vera carognata, l'ha voluto umiliare davanti a tutti. Come mai al mattino, quando è stato proposto Prodi presidente, c'è stata la standing ovation, e dopo poche ore l'han silurato? Le vostre belle teorie non han i piedi per terra. Certo che la sinistra ha colpe enormi. La prima è aver aderito al neoliberismo imperante i modo acritico. Lo chiamiamo inciucio? Bene. E poi il vero disastro è la COMUNICAZIONE. Bersani è riuscito a farsi riprendere in campagna elettorale, perdendo 8 punti di vantaggio sul pdl, e non solo lui, ma tutti sono dei veri disastri. Ed eccoci a questo tragico punto.... e ora? Che facciamo? Ci ritroviamo Amato???? Mi vengono i brividi. Il drmamma è che più della metà degli italiani non si sente più rappresentato.

roberto ha detto...


Per la verità io non sono voluto entrare nella diatriba fra le varie correnti del PD, nè cercare il colpevole del "tradimento dei 101". Il mio obiettivo era indicare alcuni principi che stanno alla base del costante insuccesso del PC, PDS, DS, PD, fra cui quello del "fuoco amico" che sta alla base del tradimento predetto.
Comunque la tua ipotesi mi pare altamente probabile; non capisco però perchè la contrapponi a quanto ho scritto dicendo "le vostre belle teorie non han i piedi per terra": a me pare che il mio ragionamento di principio e il tuo, teso a individuare l'autore del misfatto, siano complementari, come lo sono i precedenti commenti di Umberto e Paolo. Comunque, se vuoi spiegare meglio il perchè della tua critica, ne sono lieto.
Spero anch'io che non ci ritrovamo Amato; comunque siamo in una situazione di assoluta eccezionalità, che richiede di non lanciare anatemi, ma di guardare i fatti e le proposte concrete: buona parte di quelle offerte dai saggi hanno senso in questo quadro, anche se alcune non le condivido.

Giorgio Giorgini ha detto...

Caro Roberto, non sapevo del tuo interesse profondo per le attuali situazioni e neppure che tu conducessi un blog.
Ho letto frettolosamente le tue ragioni, dico frettolosamente in quanto condivido praticamente le tue osservazioni sulle quali non mi sono troppo soffermato in quanto mi sembra rappresentino il pensiero di tutti, a stare ai commenti degli esperti ma soprattutto dei cittadini la cui indignazione è profonda e
giustificata. Credo che il dissesto attuale del PD sia motivato da gelosie interne, dalla presunzione di
alcuni personaggi vecchi ma anche del nuovo che emerge, intendo Renzi che ha voglia di arrivare tagliando le gambe a chi in fondo ha dato una struttura al partito standone lui lontano e vantando la sua professionalità di Sindaco di Firenze. Adesso spunta fuori Barca e vedremo quale sarà il suo apporto e soprattutto il suo rapporto con Renzi.
Quanto alle gelosie che originano le diverse correnti non so proprio da dove trovino origine se non da una malcelata invidia nei confronti di Bersani che purtuttavia ha vinto le primarie ma da quel momento purtroppo non ha più fatto campagna elettorale dimostrandosi stupidamente anche lui
presuntuoso.
Quanto alla politica va praticata da chi si sente portato al sacrificio pensando agli altri e non a se stesso. La politica deve essere frutto di una missione come dovrebbe essere il sacerdozio del prete
di campagna che conosce i suoi fedeli e ne riconosce i loro bisogni e agisce per soddisfarli. In questo modo si potrebbe dire che la politica deve nascere dal basso, ossia dai singoli cittadini che manifestando quali sono le loro esigenze e bisogni possano trovare chi è in grado di fare la sintesi del
tutto e stabilendo le priorità.
Mi sembra già di avere pensato e scritto troppo ma una cosa voglio dirti a conclusione : non so cosa
succederà e quali vie Napolitano seguirà ma a me i topi fanno schifo ragion per cui tutto accetterei ma
non amato, con la a minuscola.
Giorgio.

roberto ha detto...

Caro Giorgio, vedo che siamo parecchio in sintonia; comunque vorrei commentare alcune tue osservazioni che mi permettono di precisare quanto scritto nel post.
Le gelosie interne sono a mio avviso frutto del fatto che molti, nel PD, applicano ai rivali interni lo stesso disprezzo che usano verso quelli esterni.
Questo atteggiamento è frutto dei primi due principi che ho enunciato: "la presunzione di essere migliori" e "il considerare l'avversario come nemico"., che poi producono il terzo e cioè "la pratica del fuoco amico".
Sono dei veri e propri "tratti culturali" che permeano quella realtà e solo un forte bagno di umiltà, che spero verrà indotto dalla solenne batosta, potrà correggerli.
Come anche tu hai evidenziato, la presunzione è alla base di tutto e purtroppo anche Renzi, che pure io considero adatto a fare il premier come ho scritto in un precedente post, ne è abbastanza imbevuto.
Sono totalmente d'accordo con te sulla concezione di cosa dovrebbe essere la politica e su Amato, che è poco amato.
Roberto

Giorgio Giorgini ha detto...

Grazie Roberto, mi fa piacere trovarci di base sulla stessa sintonia, io sono un po' più duro
sull'atteggiamento di Renzi, che tutto sommato considero un arrogante arrivista non del
tutto pronto e maturo per affrontare certe battaglie; forse deve affinare il suo "essere
politico" ma in futuro potrà certamente essere utile al PD se ancora ci sarà, intendo il PD.
Giorgio

roberto ha detto...


Sì, credo che debba affinarsi un pò: alcune uscite fatte durante i giorni scorsi erano fuori luogo.
Comunque la stoffa c'è ed anche la voglia di segnare una forte discontinuità rispetto alle logiche della casta.
Roberto

Giorgio Giorgini ha detto...

Ciao Roberto, mi piace continuare il nostro dialogo di ieri. Questo dopo avere visto ieri sera tutte le televisioni che hanno commentato i fatti accaduti durante il giorno.

Inizio con Serracchiani : felice perché ha vinto individualmente, senza l'aiuto del partito. Questo
significa che la conoscenza e le esigenze del territorio hanno un valore immenso. Probabilmente
la Serracchiani ha preso conoscenza dei problemi di questa vasta Regione, certamente con proble-
matiche ed esigenze diverse, ed ha saputo rassicurare i cittadini circa la possibilità delle risoluzioni.
Vedi il concetto del prete di campagna e dei suoi fedeli.

Purtroppo un'altra persona ha vinto e ha così potuto liberarsi di tutti i suoi problemi con la giustizia
rappresentati dai processi in corso. E questo è veramente l'inciucio che Bersani non voleva ma che
il fuoco amico ha invece decretato. Avremo così il governo delle grandi intese, non so da chi guidato,
ma se fosse amato con la squadra che Vermigli ci ha fatto vedere saranno guai. Ed ha proposito di
quello che dicevo di Renzi temo adesso che lo buttino nella mischia con il grave pericolo che possa
bruciarsi immediatamente.

Ultima considerazione : non sono d'accordo con la rielezione di Napolitano. Vediamo ora quanto
era meglio che invece di un Governo Monti 16 mesi fa si andasse direttamente alle elezioni e questo
è un grave errore di Napolitano che ha dato fiducia a Monti che forse ci ha salvato inizialmente
imponendoci enormi sacrifici e nella seconda metà del mandato non ha fatto più nulla, non imponendo al Parlamento il cambio della legge elettorale. Nella seconda metà del 2012 tutti hanno
vivacchiato, Governo e Parlamento, e giunti allo stremo Monti ha avuto la faccia ed il permesso di
ricandidarsi, lui che essendo Senatore a vita doveva ritirarsi e invece ha creato una
lista sovvertendo gli schieramenti già esistenti.
Ciao, Giorgio

roberto ha detto...

Sono anch'io lieto della vittoria della Serracchiani, che ha vari pregi: idee chiare, conoscenza del contesto,entusiasmo e serietà; inoltre è la seconda donna a raggiungere il ruolo di Presidente regionale, il che non guasta.
La sua vittoria manda anche un preciso segnale a Grillo, che ha perso nel Friuli Venezia Giulia buona parte dei consensi: se continua nella politica urlata e senza costrutto, avrà altri bruschi e più dolorosi risvegli.

La vittoria di Berlusconi, che era all'angolo, è un gentile "cadeau" della dirigenza autolesionista del PD, che prima ha puntato tutto su Grillo e poi ha fatto un totale voltafaccia, ma anche di Grillo che credeva di lucrare sullo sfascio; ora però non parliamo di inciucio perchè Napolitano non permetterà accordi sottobanco e un accordo ci vuole comunque, piaccia o non piaccia.
Sono d'accordo che Renzi corra il rischio della scottatura; non lo sono,invece, su Napolitano perchè, se avesse mandato il Paese al voto anzichè incaricare Monti, l'esito elettorale avrebbe probabilmente portato lo spread a livelli insostenibili, con drammatiche conseguenze.
E' vero che Monti ha commesso errori, fra cui citerei ad esempio gli esodati e un'ipocrita legge sull'ineleggibilità che escludeva dal Parlamento solo due fra i più di cento indagati e inquisiti, ma ci ha salvati dal baratro.
Ora i partiti devono andare con i piedi di piombo:ulteriori risse e tatticismi metterebbero a repentaglio la loro sopravvivenza.

Otta ha detto...

È pregevole il suo tentativo di cercare di essere al di sopra delle parti ma, mi creda, bisogna esserlo per riuscirci. Cercare di fingersi tali per instillare messaggi che appaiano più credibili e' come il mentire: non si va lontano. Un tempo si chiamava 'disinformazione', arte in cui i comunisti erano ben ferrati.
Non credo che lei sia un cattolico praticante convinto, come insegna la Chiesa, che anche i santi pecchino sette volte al giorno, laddove parla della moralità di Berlusconi (che non giudico). Lei ritiene ovvia l'immoralità del personaggio. Le risultano prove che noi comuni mortali non abbiamo? Ritiene che essendo ricco, sicuramente sia condannabile e non transitabile per le crune degli aghi? Lei ha insomma prove più certe di quante ne abbiano gli altri comuni mortali? Io avrei informazioni molto più certe nei confronti, ad esempio, del Clero (pedofilia, riciclo di danaro sporco, circonvenzione di incapaci, millantato credito) o ai dirigenti di sinistra (Nomisma, Greganti, Prodi e tangenti ai partiti, M.p.s., Coop, Unipol, c.g.i.l. e brigatismo rosso, Bersani-Penati-Milano Serravalle, ecc. )?
Detto tutto questo, mi creda, da anni sono stanco di sprecare il mio tempo nel cercare di far ragionare gente che ragionamento non ha, i famosi imbecilli di sinistra.
Se vuole pubblichi, ma la invito a cancellare il mio nominativo dalla sua rubrica.



roberto ha detto...

Non credo ci vogliano giudizi di tribunale per farsi un'idea delle "feste di Arcore". Comunque, solo per fare alcuni esempi di cose accertate, Le sembra corretto far votare ai propri parlamentari che Ruby è nipote di Mubarak, dire che la Merkel "è una culona inchiavabile", fare le corna nella foto del G8, fare pesanti avances sessuali ad una bella impiegata nel corso di una riunione d'imprendtori, e così via? Sa quanto discredito Berlusconi e il bunga-bunga hanno gettato sul nostro Paese? Detto questo ritengo che i politici vadano giudicati soprattutto per le loro azioni politiche e ritengo che Berlusconi, nelle recenri vicende per l'elezione del Presidente della Repubblica, abbia fatto la figura di un gigante rispetto a dei pigmei. Non a caso poi vince le elezioni.
Concordo sulle critiche al clero e alla sinistra che, mentre ha scatenato parte della magistratura contro Berlusconi, è sempre riuscita a nascondere le proprie malefatte. E' paradossale che Berlusconi sia stato condannato per aver fatto uscire una notizia coperta da segreto istruttorio mentre nessuna sanzione è prevista per Fassino che , con la sua famosa frase "allora, abbiamo una banca?" ha svelato di essere protagonista del perverso intreccio fra politica e affari e neppure per tutti quei giudici che hanno alimentato la stampa con notizie coperte da segreto istruttorio
Infine, Lei ha perfettamente capito che non sono un cattolico praticante, proprio perchè non accetto la teoria per cui, dato che anche i santi peccano sette volte al giorno, si può fare ciò che si vuole, tanto basta andare dal prete e farsi dare una bella assoluzione.
Pubblicherò il Suo commento e la mia risposta e cancellerò il Suo nominativo dalla mia rubrica, come da Lei richiesto.

Dante Manferrari ha detto...

Bene le considerazioni sono condividibili, ma la storia del socialismo italiano non è altro che una serie infinita di SCISSIONI basta ricordare la nascita del comunismo, della socialdemocrazia, fino ad arrivare a socialisti, oggi che militano sia col centrodestra che col centrosinistra. Confondo il socialismo con il PD? Forse DS, Ulivo e Margherita non sono stati componenti incompatibili,formati a loro volta di parti discordanti fra loro?
Queste sono le ragioni di inaffidabilità di un "partito"che tale non è mai stato se non per effetto dell'odio e dell'invidia verso Berlusconi unico legame reale.
Con ciò sono ben lontano dal pensare che invece il PDL sia un bell'esempio di partito coeso! Queste probabilmente sono le vere ragioni del perchè la nostra politica non funziona.


roberto ha detto...

Concordo con quanto dici.
La tua analisi storica e la mia analisi culturale sono coerenti. Dietro alle ripetute scissioni cui hai fatto riferimento sta, appunto, la cultura della sinistra, il cui tratto essenziale è la supponenza, da cui deriva il disprezzo per l'avversario, intero o esterno, che produce poi il "fuoco amico" verso i compagni di partito e la "demonizzazione" di altre forze politiche, di cui l'odio e l'invidia verso Berlusconi sono il maggiore esempio.
E' questo il motivo per cui ho invitato le persone di sinistra a fare un bagno di umiltà e ho segnalato che, a differenza da loro, il centrodestra ha saputo "mettersi a disposizione".
E' con piacere, quindi, che ho sentito Enrico Letta dire che affrontava l'incarico datogli da Napolitano "con spirito di umiltà" e la Bindi affermare "noi siamo a disposizione".
Roberto

Dario Lodi ha detto...

Caro Roberto Barabino,

ovviamente un certo attivismo "popolare" è indispensabile, anzi è auspicabile, tenendo tuttavia presente quanto segue:

1. la realtà politica non è quella che emerge, ma quella che s'è insinuata nei gangli vitali del paese grazie a connivenze varie, a partire da quella dei media (più che mai approssimativi e insulsi)
2. il cittadino comune può stigmatizzare un comportamento e raccomandare l'adozione di un altro, più civile, ma prima di emettere giudizi e pareri dovrebbe informarsi bene su come avvengono i fatti, sulle persone coinvolte e perchè, sulle varie composizioni piduiste e sui motivi della loro esistenza alla faccia di chi governa
3. l'attenzione sulle manovre dei partiti si deve alla forma non alla coinsistenza della nostra curiosità; mentre i vari Schettino sono liberi di manovrare contro le coste, noi stiamo a discutere del menù della serata
4. il possibile governo attuale è la solita espressione del ventre molle della nostra povera Italia, dove una metà di cittadini vive infischiandosi della sorte dell'altra metà
5. sarebbe ora di finirla con l'importanza data a questo o quel gorverno: chi è in grado di cambiare le cose anche di poco a vantaggio dell'intera comunità quando tutto il mondo si muove nella sola orbita finanziaria e bancaria? Non c'è persona politica in grado di ragionare diversamente dalle peggiori regole capitalistiche

Per cambiare le cose, dobbiamo prima cambiare noi: non a parole, ma con i fatti. Bisogna essere meglio informati, approfondire le cose, rispettare noi stessi, la nostra personalità, la nostra sensibilità, praticare empatia e simpatia, pretendere impegno da noi stessi e dagli altri. In una parola, occorre maturare, togliendoci i legacci delle frasi fatte, delle formule civili che di civile hanno solo idee remote. Occorre abbattere la presunzione: non si sa per sentito dire e neanche per elucubrazioni neutre, magari di riporto (alla larga da parodie e disamine in sedicesmo!).

Ciao,

Dario Lodi

roberto ha detto...

Nei tuoi vari commenti, non solo in questo, hai spesso espresso l'opinione che i temi da trattare sarebbero altri, soprattutto quelli attinenti la finanza mondiale. Io me ne sono occupato più volte in passato e lo farò ancora se si presenteranno novità di rilievo. Se tu hai idee al riguardo puoi esprimerle liberamente nel blog.
Se poi vuoi passare all'azione, il prossimo post te ne darà l'occasione.
Non ho capito se la tua ultima frase "occorre abbattere la presunzione: non si sa per sentito dire e neanche per elucubrazioni neutre, magari di riporto" fa riferimento ai miei scritti o ad altro. E' gradito un chiarimento con riferimenti precisi