Secondo diverse agenzie internazionali in Italia la libertà di stampa è limitata. Tuttavia vi sono, nel nostro Paese, eccellenti giornalisti d’inchiesta che hanno denunciato scandali e degenerazioni della politica, fra i quali : Milena Gabanelli con il suo “Report”, Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, autori fra l’altro del libro “La Casta” che ha avviato il filone delle inchieste giornalistiche su questi temi, Mario Giordano, autore di numerosi libri di denuncia, di cui l’ultimo “Spudorati” tratta dei costi della politica. Inoltre la stampa quotidiana e periodica informa ampiamente e spesso in modo accurato di quanto emerge dalle inchieste giornalistiche e giudiziarie.
Mal grado le forze politiche abbiano probabilmente raggiunto il livello più basso di credibilità nella storia italiana, vi sono in Parlamento e in altre assemblee elettive molte persone serie che si danno da fare per cogliere e rappresentare degnamente le istanze dei cittadini e i bisogni del Paese.
Vi sono però limiti nella loro azione: i giornalisti “inseguono la notizia”: quando questa è data, i successivi sviluppi spesso vengono tralasciati. Faccio un esempio: nei giorni scorsi è stata pubblicata con evidenza la notizia della richiesta fatta dal Presidente del Senato ai senatori interessati di scegliere se mantenere l’incarico in tale assemblea o altro con esso incompatibile. IL giorno successivo è stato segnalato che la maggior parte di loro si erano adeguati ma che tre erano ancora inadempienti. Può darsi che mi sbagli, ma non mi pare che il pubblico sia stato informato se questi tre si sono poi adeguati.
Per quanto riguarda i politici, la buona volontà del singolo è relativamente impotente se si verificano, a livello collettivo, fenomeni di collusione diffusa quali, ad esempio, quelli che hanno consentito di aggirare con i cosiddetti “rimborsi spese” il referendum del 1993 che ha abolito il finanziamento pubblico ai partiti e quelli che hanno permesso alle Regioni di moltiplicare a dismisura i rimborsi fasulli, il finanziamento ai gruppi politici, l’abuso di tali risorse e, con l’eliminazione dei Co.Re.Co (Comitari Regionali di Controllo) hanno impedito di porre un freno a tale malcostume.
Cosa possono fare al riguardo i cittadini attivi ( come coloro che leggono questo blog)? Credo almeno due cose:
- Rilevare tutte le notizie che vengono lasciate monche, come quelle citate e chiedere ai giornalisti di completarle
- Tenere contatti con i politici che sono interessati al bene comune ( qualunque sia la loro parte politica) e supportare, con lettere alla stampa cartacea e online, e con altri mezzi, le loro battaglie. Verificare, con il loro aiuto, la legislazione vigente e in corso di approvazione onde evitare “imbrogli” come quello avvenuto dopo il referendum citato.
Se, come spero, si formerà presto il Governo, che ha dichiarato fra i suoi punti principali la riforma della politica e la lotta a privilegi della casta, questo potrebbe essere il primo terreno di collaborazione.
A questo fine pubblico di seguito una lista di temi da tenere presenti:
1 – Abrogazione del finanziamento pubblico dei partiti
2 – Contenimento numerico e riduzione delle assemblee elettive
3 – Riduzione degli emolumenti e dei privilegi degli eletti
4 – Emanazione di una legge per regolare i partiti politici in linea con l’art. 49 della Costituzione
5 – Riduzione del numero dei mandati elettivi
6 – Applicazione delle norme che vietano il cumulo delle cariche
7 – Divieto di nominare ex-politici in ruoli direttivi di aziende pubbliche
8 – Cesura del rapporto fra politica e affari
9 – Pubblicazione online dei patrimoni e dei redditi dei politici
10 – Ripristino del controllo sugli enti locali
Chiedo ai lettori di farmi sapere cosa pensano di questa proposta e, nel caso la valutino positivamente, di dare suggerimenti per la sua attuazione e il suo miglioramento.
Chi poi desidera partecipare attivamente alle azioni collaborative descritte in precedenza, è pregato di farmelo sapere.
Sono molto gradite anche le opinioni di giornalisti e di politici.