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venerdì 7 giugno 2013

Competitività e sobrietà: obiettivi primari per il rilancio dell'Italia


Di seguito sono riportati i testi di due comunicazioni inviate a rilevanti esponenti del mondo politico e istituzionale , a livello nazionale e regionale, su alcuni temi cruciali per lo sviluppo del Paese e per la riforma della politica.
Tramite il blog li portiamo ora a conoscenza di cittadini, politici e giornalisti nell’intento di suscitare una riflessione ampia e favorire un’azione incisiva per la soluzione di problemi  che sono largamente noti ma affrontati finora con scarsa determinazione:


Gruppo di lavoro  “Qualità nella politica”
del blog “ La politica dei cittadini” (www.civicum.blogspot.com)

Lettera aperta al Governo e ai Leader politici

Il  nostro Gruppo, che  si propone di favorire  la coerenza fra  le attese dei cittadini e le risposte della politica,  intende porre alla Vostra attenzione alcune riflessioni e richieste in merito ai temi  più cruciali per il rilancio e lo sviluppo del Paese.  Iniziamo con due argomenti  fra loro correlati:
Lotta alla burocrazia nazionale
La burocrazia (statale, regionale, provinciale, comunale) è probabilmente il maggior problema dell’Italia e il principale freno della sua crescita. Molte iniziative, anche legislativamente sancite, non vedono la luce perché bloccate da procedure farraginose e gestite in modo non trasparente. I burocrati, specie quelli ad alti livelli, sono una casta più radicata di quella politica. E’ tempo che vengano convinti della necessità di un ammodernamento del sistema, pena il declino del Paese, oppure cambiati. 

Oltre all’azione di freno, la burocrazia comporta costi  insostenibili e sprechi  intollerabili. Ciò vale, in particolare, per le realtà regionali che controllano alcune delle voci di spesa più rilevanti in ambito pubblico. La questione regionale, così come si presenta oggi, appare grave sia materialmente sia eticamente.  Agire per riformarla è un imperativo categorico in quanto la Regione odierna è una sorta di regno a parte, così com’era ai tempi del Feudalesimo. Il rigore nella spesa pubblica è doveroso ed urgente: qui possono essere trovate risorse interessanti per il rilancio dell’economia attraverso promozioni  lavorative rivolte, particolarmente, ai giovani.
Globalizzazione e tutela del mercato unico europeo
Il secondo problema da prendere in seria considerazione è la  difficile realtà del mercato unico europeo. La globalizzazione, a suo tempo promossa dagli Stati Uniti d’America, è nata non solo per lo sviluppo dei commerci a livello planetario ma anche per evitare, attraverso l’interconnessione dei sistemi economici,  nuove guerre mondiali. Ma si sarebbe dovuta temperare secondo contributi direttivi da parte dei governi. Ciò non è avvenuto, se non come avallo di decisioni prese dal mondo economico, che  talvolta  si sono poste in contrasto con il rispetto dei diritti dell’uomo, sanciti nel 1948. Tutto questo ha portato  anche alla legittimazione di iniziative finanziarie estremamente spericolate che hanno messo recentemente a repentaglio la stessa sopravvivenza del sistema economico mondiale. Le imprese multinazionali, con il supporto della grande finanza, hanno sfruttato il basso costo del lavoro nei Paesi Orientali e, sotto gli occhi di governi impreparati (e spesso incapaci), hanno invaso l’Occidente di merci prodotte laggiù, costringendo molte industrie, in particolare europee, al fallimento. L’Italia, terzista d’Europa, terra ricca di piccoli imprenditori, che sono la linfa vitale del Paese, è divenuta preda di una crisi tremenda, con spaventose ripercussioni civili. Non è tardi per intervenire, ma occorre  coinvolgere l’intera Europa  e le sue Istituzioni per  evitare il peggioramento della situazione e ristabilire le condizioni per una concorrenza internazionale che non sia distruttiva. L’Italia, come seconda manifattura del continente dovrebbe farsi promotrice di azioni incisive, nelle sedi appropriate, per la tutela delle imprese di questa area e, in tale contesto, del “made in Italy”.
Il nostro gruppo sta elaborando, al riguardo, alcune proposte che verranno comunicate successivamente.


I due temi suindicati sono correlati perché la burocrazia imperante è uno dei più seri ostacoli agli investimenti esteri nel nostro Paese e quindi allo svolgimento del suo ruolo nel contesto internazionale.

Contiamo su un vigoroso intervento in entrambe le problematiche, auguriamo buon lavoro e attendiamo, direttamente o indirettamente,  notizie al riguardo sia da parte del Governo che delle forze di maggioranza e di opposizione.

Grazie e cordialità. 

Il portavoce

Roberto Barabino


28 maggio 2013


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Gruppo di lavoro “Qualità nella politica”
del blog “La politica dei cittadini” (www.civicum.blogspot.com)

31 maggio 2013

Lettera aperta al Presidente e ai Consiglieri della Regione Lombardia

Oggetto:  Emolumenti dei Consiglieri regionali

Facciamo seguito alla precedente lettera in merito all’oggetto, per formulare alcune ulteriori considerazioni al termine dei lavori del Tavolo sulla riduzione dei costi della politica.
Quando hanno ricevuto il primo stipendio relativo a un mese e mezzo di lavoro, pari a oltre 16.000 euro netti, alcuni nuovi consiglieri regionali della Lombardia hanno detto pubblicamente  di essersi vergognati. Giustamente, a nostro avviso.
La “ riduzione degli emolumenti “ preparata  dal Tavolo di lavoro della Regione e che verrà presentata martedì prossimo alla Giunta, non consentirà a questi consiglieri di riaversi dalla vergogna, perché la soluzione prevista (riduzione dello stipendio e sostanzioso aumento dei rimborsi spese, non più documentate ma pagate a forfait) è, come si dice colloquialmente,   “una pezza peggiore del buco”, per vari motivi:
1 – Sfrutta i margini di manovra consentiti  dalla “lettera” dal Decreto 174/2012 del Governo Monti ( non superare gli 11000 euro lordi l’anno), ma tradisce chiaramente lo “spirito” della norma,  che è quello di dare un taglio sostanzioso e credibile agli emolumenti. Nulla vieta di scendere sotto tale limite, come proposto dal Movimento 5 Stelle.
2 – Aggira  comunque tale limite perché, al fine di stare entro gli 11000 euro lordi, abbassa la componente retributiva , che si esprime al lordo, e aumenta quella dei rimborsi spese, espressi al netto. Così, mentre un comune lavoratore vede un netto spesso pari al 50% del lordo, tale differenza, per un consigliere regionale, sarebbe inferiore al 30%.
3 – Compie un’opera di mascheramento analoga a quella fatta, a livello nazionale, con il finanziamento ai partiti, bocciato da un referendum e ricomparso sotto forma di “rimborso spese”. Analogamente, la Regione Lombardia maschera una parte sostanziale della retribuzione sotto forma di rimborso forfettario
4 – Commette un azzardo fiscale perché è tutto da verificare ( e sarà verificato nelle opportune sedi istituzionali) se  sia fiscalmente ammissibile un  così cospicuo “rimborso spese” esentasse.
5- Dà l’impressione di voler aggirare anche la Corte dei Conti, che ha pesantemente stigmatizzato le “spese pazze” dei consiglieri regionali, sottraendoli, con il rimborso forfettario, al controllo di quanto effettivamente speso.  Se di spese si tratta, queste devono essere documentate, come avviene in tutte le organizzazioni, private e pubbliche. Le spese forfettarie sono un privilegio ingiustificabile.
Si potrebbe continuare, ma ci pare che l’elenco fatto sia sufficiente a dimostrare che la Giunta e, poi, il Consiglio Regionale debbano valutare attentamente l’impatto che tale proposta avrebbe, se approvata, a diversi livelli:
-          L’opinione pubblica, che attende dalla politica uno scatto di dignità
-          Gli organismi di controllo, che non potrebbero restare indifferenti a disposizioni così disinvolte
-          Il Governo, che ha segnato un cammino per il riscatto della politica, che non può essere messo a repentaglio da una malintesa autonomia regionale.
Invitiamo, quindi, gli organismi competenti a formulare una proposta retributiva che rispetti lo spirito della legge, gli orientamenti governativi e le aspettative  dei cittadini.
Cordialmente
Il Portavoce
(Roberto Barabino)












10 commenti:

Fausto ha detto...

Caro Roberto,
sicuramente la burocrazia e' una brutta bestia e, se vogliamo dare impulso alla ripresa , si rende necessario snellirla. La nave Italia none' inaffondabile, tanto che molti italiani la stanno lasciando.Tutti gli indicatori segnalano che il dislivello con la Germania sta diventando un fossato.Se non invertiamo la rotta, tra poco, vivremo in due continenti diversi.Per quanto attiene l'aspetto della globalizzazione, possiamo dire che il nostro paese ha bisogno di una terapia intensiva e di una ricostruzione dell'intero sistema industriale.E' assolutamente mecessario distinguere misure immediate per interrompere ed invertire la dinamica recessiva da quelle di più' lungo respiro che configurano la ripresa complessiva dell'aspetto produttivo italiano, reso sempre più' inadeguato da questa crisi.Lla banca d'Italia lo ha sottolineato per anni, nelle relazioni di Fazio e di Draghi: alla base del rallentamento del progresso tecnico della economia italiana c'è' un eccesso di flessibilita'( che poi è' solo quella sul mercato del lavoro). Eppure, i cosi' detti esperti ripetono il ritornello: ne serve di più', lo esige la globalizzazione.Questa globalizzazione a senso unico ha dato dei frutti. A cominciare dalla riduzione del potere di acquisto delle famiglie per la pressione congiunta del lato del mercato dei beni e di quello della produzione, con l'incremento di forme di occupazione precaria a salari ridotti, un freno anche per i salari dei non precari.Con il crollo dei consumi, stanno venendo, come era presumibile, i nodi al pettine, i nodi di questa compressione cui le famiglie e la piccola industria, che nel nostro paese, rappresenta la linfa vitale, hanno tentato di fare fronte in tutti i modi. Ma che allo stato non possono più' arginare.La erosione del potere di acquisto delle famiglie, assieme al rallentamento della crescita produttiva hanno generato due effetti: prima la stagnazione degli anni duemila e poi la peculiare doppia crisi nella domanda e nella competitività'.quando poi nel 2011 l'ossessione europea per l'austerita' ci ha imposto una politica recessiva concentrata nel tempo, il crollo della domanda interna ha messo in ginocchio le imprese già' in difficoltà'.C'e' un solo modo per uscire dall'impasse: LA SPESA , L'UNICA A DARE EFFETTI DI STIMOLO POSITIVI. Ecco il senso del contenuto della lettera allegata.E' arrivato il momento che che anche la politica faccia la sua parte.
Fausto

Francesco Mancini ha detto...

Caro Roberto,
a proposito di risparmi mi piacerebbe sapere che fine hanno fatto le trattative che la BOLDRINI doveva avere con i Sindacati di Camera e Senato!!!!
Un saluto Mancini

roberto ha detto...


Rispondo a Fausto:

la tua analisi contiene utili approfondimenti sulle cause della crisi attuale e sottolinea giustamente le gravi conseguenze di una "globalizzazione a senso unico" che ha messo in difficoltà sia i lavoratori che le imprese.
La battaglia che si sta ora sviluppando fra Unione Europea e Cina sui dazi all'importazione indica che forse l'Europa non vuole più subire passivamente le conseguenze di una politica di "dumping" da parte del gigante asiatico.
Convengo che, dopo la massiccia dose di austerità sia necessario rilanciare investimenti e consumi, ma ciò richiede il beneplacito del'Europa e , in particolare, della Germania; bisognerà vedere l'esito delle elezioni tedesche per capire quali margini di manovra avremo.
Roberto

roberto ha detto...


Rispondo a Francesco:

Vorrei saperlo anch'io.
Magari Le scriviamo una lettera, dopo aver verificato, tramite internet, se ci sono notizie in merito.
Magari potresti collaborare a questa indagine; che ne dici?
Roberto

Franco Trotta ha detto...


I rilievi fatti sugli emolumenti ai consiglieri della Regione Lombardia indicano che i politici non hanno ancora capito l'antifona.
Devono ridurre le loro pretese se non vogliono essere cancellati dalla furia popolare.
Sono curisoso di vedere gli sviluppi della loro proposta.
Saluti
Franco

roberto ha detto...


Nella precedente legislatura la Regione Lombardia è stata quella con il maggior numero di inquisiti ed è stata travolta da scandali di ogni tipo ( dagli abusi nella sanità e nell'edilizia, alla collusione di un Assessore con la N' drangheta e così via).
Ora il personale politico si è ampiamente rinnovato ma deve dimostrare di aver cambiato approccio. La vicenda degli emolumenti non è un buon segnale.
La sobrietà s'impone come prova di serietà ed è condizione per riacquistare credibilità.
Speriamo in un "ravvedimento operoso" da parte del Consiglio Regionale, altrimenti i cittadini dovranno trarne le conseguenze.
Saluti anche a te.
Roberto

Gianfranco Quadrio ha detto...

Caro Roberto

Ho letto con molto interesse sul blog di oggi, 7 giugno 2013, il tema sulla “Lotta alla burocrazia nazionale”.
Sappiamo tutti che la burocrazia discende dalle leggi e dai regolamenti.
In proposito, ti racconto un significativo episodio capitatomi qualche anno fa.
Ad un convegno su Società verticale e Società orizzontale, il relatore Gherardo Colombo alla conclusione di un suo ragionamento cita il famoso “ignorantia legis non excusat” . Al che gli ho chiesto: “Scusi, Dottore, onestamente. Lei potrebbe ammettere di conoscere tutte le oltre 250.000 leggi italiane (e lasciamo pure perdere le europee e le regionali)? Risposta con un sorriso: Touchè! Allora, riprendo io, se Lei che è un professionista del mestiere ammette che non Le è possibile conoscere tutto il corpus legislativo, come potremo mai noi, semplici cittadini …….”.

In sostanza bisognerebbe fare come in Olanda, dove si sono messi sul serio a revisionare questo maledetto corpus legislativo (hanno leggi del 1800!)

E da noi riscriverelo in buon italiano (e non in politichese), in modo di condurre alla semplicità la successiva azione della burocrazia.

Ad majora!

Cordiali saluti.

Gianfranco Quadrio


roberto ha detto...


L'esempio che hai portato è illuminante.
Davvero la semplificazione e lo snellimento del corpus legislativo sono indispensabili se il nostro Paese vuole portarsi all'altezza dei suoi competitors.
Un aspetto particolare da segnalare sono quelle leggi che contengono quasi solamente rimandi ad altre leggi in modo tale che chi non è un tecnico non è in condizione di capire il contenuto del provvedimento. Si tratta di uno dei tanti escamotage con cui i politici, nella loro veste di legislatori, ingannano i cittadini.
E' un tema da approfondire.
Ciao. Roberto

Mario Pasetti ha detto...

Caro Roberto, finalmente sono emerse le due cause primarie della recessione: Spreco pubblico e Globalizzazione che come accade è stata venduta per i più alti scopi morali (evitare guerre) e invece è stata fatta per agevolare la Cina che così si è comperata il Debito degli USA( armamenti per salvare il mondo di cui sono i guardiani) per contropartita. Almeno stabilite le cause ora pensiamo ai rimedi sperando di essere in tempo
. Mario


roberto ha detto...



Credo che il Gruppo "Qualità nella politica", partendo dal lavoro che Umberto sta preparando, permetterà di mettere a fuoco, in modo approfndito, i termini della questione e formulare ipotesi da sottoporre alle competenti autorità.
E' ovvio che il tema per la sua dimensione e complessità richiede un intervento almeno di livello europeo.
Roberto