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sabato 1 giugno 2013

Il flop di Grillo e le possibili conseguenze


  
Cito testualmente , di seguito, alcune frasi scritte nel post del  6 maggio u.s. “Senso del pericolo e responsabilità: fattori determinanti delle fortune politiche”, che  anticipano e spiegano il perché del “flop” del Movimento 5 Stelle alle recenti elezioni amministrative:


“i cittadini – pressati dalla crisi economica – si sono stancati di vane parole e chiedono soluzioni.  Ciò ha prodotto un’estrema mobilità dei voti  perché molti elettori non sono più condizionati da pregiudiziali ideologiche e sono disposti a cambiare anche radicalmente le proprie scelte politiche se si sentono “traditi”. Questo è un fenomeno assolutamente nuovo, di portata storica.”

“nessun partito può più contare su rendite di posizione e deve convincersi che, o contribuisce alla soluzione dei problemi del Paese, oppure verrà “bastonato” dagli elettori.”
“Grillo – inebriato dall’improvviso e inatteso successo elettorale - ha ritenuto di dover continuare,  anche dopo che i suoi eletti sono entrati in Parlamento, a inveire contro tutti e a mantenere un atteggiamento di totale rifiuto (“con loro non ci mescoleremo mai”), non capendo che in questo modo perdeva un’occasione storica di porre fine all’epoca berlusconiana e correva il grave rischio di un futuro clamoroso flop elettorale, di cui una chiara avvisaglia è venuta nelle elezioni in Friuli – Venezia Giulia, dove il M5S ha perso un terzo dei consensi ottenuti alle politiche. Il problema è che, in politica, i treni spesso passano una volta sola e, se non li si prende al volo, diventa impossibile recuperare.”
Numerosi commenti dei militanti del Movimento, pubblicati nel blog www.beppegrillo.it  dimostrano che molti di loro si sono resi conto dell’errore compiuto dai vertici di tale forza politica;  invece il commento, a botta calda,  di Beppe Grillo è stato “ la colpa è degli italiani”.
Ma le cose non stanno così e il M5S dovrebbe fare una seria autocritica se non vuole fare la fine del Movimento dell’Uomo Qualunque, che emerse  prepotentemente in Italia subito dopo  la creazione della Repubblica e scomparve in brevissimo tempo per aver illuso e poi deluso gli elettori.
Invece, anche nei giorni successivi, Grillo ha lanciato anatemi contro i Partiti che non approvano  in Parlamento le proposte del M5S , come se l’approvazione delle leggi potesse avvenire senza una qualche forma di accordo. Inoltre ha minacciato di espulsione chi cerca di trovare un’intesa con il PD e, infine,  ha “scomunicato” Rodotà reo di aver detto che la rete non è tutto e che, una volta entrati in Parlamento, occorre fare politica e assumersi responsabilità.
 E’ proprio quanto ho sostenuto nel post citato, in cui avevo detto  che la fortuna elettorale dipende da una opportuna combinazione di due fattori: Il senso del pericolo e l’assunzione di responsabilità, entrambi carenti nel leader del M5S.
Il pericolo fondamentale che questo movimento corre è quello di perseverare nell’idea illusoria che una forza capace di raccogliere un significativo consenso possa agire, dentro alle Istituzioni, come se ne fosse fuori e cioè con una logica di “lotta” anziché di “governo”. Questo  tragico errore è stato commesso in passato dalle forze di estrema sinistra che, avendo causato irresponsabilmente la caduta del secondo Governo Prodi al quale partecipavano, sono state cancellate dagli elettori, con totale esclusione dal Parlamento. Già nella riunione con i parlamentari di M5S tenuta alla Camera poco dopo le elezioni presidenziali, Rodotà aveva detto correttamente che “non ogni compromesso è un inciucio”.
Se non si  uscirà dalla logica dell’isolamento assoluto e non si instaurerà  nel movimento una vera dialettica democratica,  perseverando in  decisioni prese da una ristrettissima cerchia di persone , la conseguenza più probabile è la scissione del movimento : una sua parte, disposta al confronto con le altre forze politiche,  potrebbe confluire con parti del PD e SEL, dando vita ad una forza antagonista rispetto alle larghe intese ma anche rispetto all’immobilismo grillino.
 E’ un esito che, peraltro,  non auspico perché, come ho avuto occasione di scrivere più volte, malgrado gli eccessi del suo leader  e gli errori commessi, il M5S  è una forza imprescindibile per  cambiare il nostro obsoleto sistema politico. Si deve alla sua forte affermazione  se i  partiti tradizionali hanno iniziato, sia pur faticosamente, a “darsi una mossa” e sono convinto che i valori di onestà, trasparenza, sobrietà, spirito di servizio che ha saputo, sia pure con talune contraddizioni,  incarnare siano indispensabili per produrre un cambiamento reale.  Ma i suoi dirigenti e i suoi militanti  devono togliersi dalla testa l’idea del “mandiamoli tutti a casa” perché, altrimenti, a casa si troveranno loro. La politica non è l’eliminazione dell’avversario ma “l’arte del possibile”.
Se però i partiti tradizionali dovessero illudersi che l’attuale debolezza del M5S significhi lo scampato pericolo e , quindi, la possibilità di evitare le riforme ( come fa pensare lo sterile dibattito sulla legge elettorale) verrebbero comunque sommersi da un nuovo tsunami  grillino alle prossime elezioni politiche. La massa di elettori pronti a spostarsi da una parte all’altra e dal voto all’astensionismo, o viceversa, è immensa, come dimostrano le recenti amministrative, e può travolgere qualsiasi meschino calcolo politico.
 Questo non è il momento della bassa cucina ma quello  del coraggio. E ciò vale per tutti.

12 commenti:

Ettore ha detto...


Qui è una gara a chi sbaglia di più: bisogna vedere se la testardaggine di Grillo riesce ad affossare il Movimento 5 Stelle prima che la furbizia levantina affossi i partiti, oppure se è vero il contrario. Una bella lotta.
Ettore

roberto ha detto...


E' proprio come dici; per ora è una guerra fra perdenti.Vincerà chi avrà il coraggio di prendere rischi e la smetterà di fare l'arrogante o il furbo.
Roberto

Gianfranco Quadrio ha detto...

Caro Roberto

Ho già risposto positivamente al tuo ultimo blog. Si fa un out look sul domani del M5S.
Il fatto è che inevitabilmente è la derivata di 2 errori del passato: uno di impostazione e uno di gestione.
Ti racconto come i miei tanti amici ed io, tutti voti dati a Grillo, la vediamo.

IMPOSTAZIONE: Grillo ha sempre sostenuto l’impossibilità di mischiarsi con questi “morti viventi”. Bene, dopo l’inaspettato successo alle votazioni e disponendo quindi di una forza contrattuale notevole, cosa avrebbe dovuto fare? Semplicemente assicurarsi tutte le posizioni di “controllo”, assecondando i desiderata dei suoi milioni di elettori e quanto ha sempre sostenuto in campagna elettorale. Invece, primo errore, si è imbarcato confusi programmi , ecc, ecc. NO, solo ferreo controllo delle attività dei “morti viventi”.

GESTIONE: se non ci fosse stato il primo errore, la gestione avrebbe potuto essere molto chiara. Sempre astensione (comprese le votazioni per il Presidente della Repubblica, invece di quella burletta dei desideri del popolo (?), come Gabanelli and company), salvo approvare in aula provvedimenti giudicati ok.

E’ chiaro che del senno di poi son piene le fosse. Ma è evidente che, ora e domani, non si può far altro che essere d’accordo con le tue considerazioni.

Vedremo.

Ti ringrazio per le tua cortesia e ti saluto cordialmente.

Gianfranco Quadrio




roberto ha detto...

Sono pienamente d'accordo con quanto scrivi ed è molto interessante l'opinione di chi ha votato M5S.
Come ha scritto Ettore nel primo commento a questo post "qui è una gara a chi sbaglia di più". E Grillo di errori ne ha fatto molti, come tu gai evidenziato.
C'è ancora tempo per rimediare, a mio avviso, ma non molto.
Grazie.
Roberto

Fernando Fancelli ha detto...

Questo disfattismo scatenato da Grillo, fa male a lui stesso, e non se nè ancora accorto!

Fernando

roberto ha detto...

Forse, visti i risultati delle amministrative se ne è anche accorto, ma il problema è che si trova intrappolato dai suoi slogan (“con loro non ci mescoleremo mai”, “mandiamoli tutti a casa”, ecc), che erano buoni per la campagna elettorale, ma non possono diventare le parole d'ordine di una forza che vuole incidere sulla realtà.
Inoltre la pretesa di arrivare a nuove elezioni a settembre con due soli contendenti (Grillo e Berlusconi) è utopia.

Io spero che cambi registro per la simpatia che ho nei confronti di un movimento fresco, non colluso e in larga misura disinteressato.

Roberto

Fernando Fancelli ha detto...

Caro Roberto, siamo in un mondo che nonostante tutto lo sviluppo comunicativo, non mi sembra che si pratichi un dialogo dialogico, tutt´altro, ci stiamo chiudendo in "circoli personali"che inaridiscono semmpre più il nostro modo di parlare, si preferisce gli scontri che un dialogo sereno e ogettivo, capendo e ammettendo gli sbagli in cui ognuno di noi è caduto anche inconsciamente! Tutti vogliono aver ragione e nessuno assume i suoi sbagli! Sembriamo come dei bambini, capricciosi e ribelli.
Salve, Fernando.

roberto ha detto...

Hai ragione. Paradossalmente la Rete, che dovrebbe essere il luogo di un facile ed ampio scambio d’idee favorito dalla tecnologia, è diventato il luogo dell’insulto sistematico che impedisce una reale comunicazione e l’ammissione dei propri errori. I gruppi che vi si formano, sempre più autoreferenziali, si rinforzano in visioni unilaterali che accentuano il conflitto e la confusione.
L’unica alternativa a questo degrado è mantenere, negli spazi che ancora lo consentono, un confronto civile anche se aperto al dissenso.
Roberto

Fausto ha detto...

Grillo.......M5S !!!!!!!!!! Ma non dovevano essere loro a dare una sferzata alla vecchia classe politica? Ora non rappresentano più' il nuovo. Che delusione. Troppi annunci, troppi slogan, solo populismo.
Ora vogliono occupare la RAI.
Fausto

roberto ha detto...

Secondo me una certa sferzata l'hanno data ma sono d'accordo su una certa delusione. Distinguerei però fra le "sparate" del leader che sono sempre più eclatanti quanto più si rende conto di girare a vuoto (quella della RAI è proprio grossa!!) dal comportamento dei parlamentari e della base che spesso mostrano assai meno populismo e assai più concretezza del leader.
Io spero in una forte pressione interna, dal basso, per un cambiamento della linea politica, altrimenti sarà scissione, il che non mi piacerebbe perchè si ridurrebbe la possibilità, per il M5s, di far paura ai vecchi marpioni della politica.
Roberto

Umberto ha detto...

Caro Roberto,

Ottima la tua analisi, e prevedendo la calata dei consensi a Grillo sei stato buon profeta (ma la previsione era persino troppo facile, convienine). Sarei tentato di essere d’accordo con te, se non fosse che visceralmente sono lontano mille miglia da Grillo e dai suoi seguaci dei quali rispetto le opinioni anche se non le condivido; ma non posso rispettare un seminatore di odio con la bava alla bocca, manovrato da dietro le quinte da un evanescente e sinistro personaggio. La mia analisi differisce dalla tua in quanto ritengo che la causa del flop sia insita nella natura stessa del movimento e del suo capo.

Cominciamo da quest’ultimo: se andate a cercare nei documentari storici, troverete un Hitler che predicava le stesse cose con la stessa enfasi, la stessa rabbia, lo stesso odio per i politici. Ma per ricondurre il personaggio alle sue giuste e striminzite proporzioni, andate in una cineteca e rivedetevi Charlie Chaplin che impersonava “Il dittatore”: le analogie, anche estetiche, sono strabilianti. La differenza è che Charlie Chaplin era (anche) un grandissimo comico che impersonava un dittatore; Grillo è un velleitario dittatore non più comico che si crede uno statista.

Nel movimento di questo personaggio troviamo una quantità di degnissime persone che hanno ritenuto di poter usare il loro voto a Grillo per smuovere quella tetra palude che è la politica italiana, ripulendola dalle scorie e dando un colpo di frusta a governanti e istituzioni. Nessuno nega che un merito del movimento sia stato quello di dare una vigorosa spinta in quella direzione; ma la storia finisce qui: la scintilla ha acceso il motore, ma per proseguire la marcia occorre un carburante che il movimento non ha: idee, qualità, coesione e soprattutto una guida. Esaurita la spinta iniziale, le degnissime persone di cui parlavo cominciano a interrogarsi, per il momento fra sé e sé perché prudenza vuole: se elettori, si chiedono quale fiducia si possa riporre in un movimento che rifiuta i contatti con la stampa e il confronto con tutti gli altri, che non sa tirare fuori uno straccio di programma al difuori delle trite proposte da circolo delle bocce, che in Parlamento può contare su una schiera di pupazzi agli ordini di un cupo e violento puparo. Quanto agli eletti, lasciamo a loro di interrogarsi, dandosi le risposte e traendone le conclusioni: se credono che dei deputati e senatori (senatori, capite?) possono lasciarsi trattare come scolaretti indisciplinati che devono ricevere non istruzioni, ma ordini da qualcuno che non è nemmeno parlamentare? Dove hanno messo la dignità, il decoro, il senso del ridicolo? E il popolo italiano dovrebbe tollerare ancora a lungo questo indegno spettacolo?

Presto o tardi (meglio presto) chi si pone questi interrogativi se ne andrà, sperabilmente per portare nuova linfa nei partiti che già esistono, poco importa se destra o sinistra; rimarrà la parte becera, quella che non si riconosce in nessun partito perché nessun partito li vorrebbe, né come eletti né come elettori. Se siete andati a vedere un comizio di Grillo e vi siete guardati attorno, capirete di chi parlo.

Chiedo scusa se ho urtato qualche nervo scoperto, ma dopo tanti discorsi osannanti dovevo pur dire che – almeno secondo me - il re è nudo.

Ciao a tutti,

Umberto





roberto ha detto...

Caro Umberto,
convengo senz’altro sul fatto che fosse facile prevedere il flop di Grillo e condivido diverse delle tue considerazioni; vi sono indubbiamente aspetti inquietanti nella leadership di Grillo e Casaleggio che negano il principio “uno vale uno” .su cui si fonderebbe teoricamente il movimento, affermando in realtà il principio “due valgono tutto”. Ho più volte evidenziato che, se non si sviluppa una reale democrazia interna che consenta anzitutto agli eletti di esprimere liberamente il proprio pensiero, il movimento corre serissimi rischi.
Sono meno d’accordo sul fatto che il movimento manchi d’idee: il suo Programma contiene certamente molte ipotesi utopistiche, ma vi sono anche cose altamente condivisibili, ad esempio quasi tutto quello che viene detto sulla riforma della politica.
Se poi si passa dai programmi di principio alle cose concrete, il movimento ha presentato diverse proposte di legge, sia a livello nazionale che regionale, di buona qualità ma spesso ignorate dalla stampa: ad esempio, condivido al 100% la posizione assunta da M5S a proposito della riduzione degli emolumenti dei Consiglieri Regionali, sulla quale tutti partiti tradizionali si sono accordati, in modo consociativo, su ipotesi improponibili.
Sono poi in disaccordo con te sull’auspicio che gli elettori lascino definitivamente il M5S per rifluire nei vecchi partiti: se ciò avvenisse in tempi brevi ci ritroveremmo preda di un sistema che va, invece, abbattuto.
Secondo me gli elettori devono giocare a tutto campo senza pregiudiziali di alcun tipo: voto ai partiti tradizionali che preferiscono se questi fanno riforme serie, utili al Paese, voto al M5S se ciò non avviene e il movimento si muove in modo pragmatico e rispettoso delle opinioni altrui, astensionismo, se non si verifica alcuna delle precedenti opzioni.
Ciao. Roberto