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venerdì 21 giugno 2013

Salviamo l'Italia dal Far West edilizio


Rete dei Comitati per la QualitàUrbanistica
17giugno 2013
Stop allo scempio delle nostre città!
Lettera aperta a:
-         Presidente  e Vicepresidente del Consiglio dei Ministri
-         Ministro dell’Ambiente, tutela del Territorio e del Mare
-         Ministro dello Sviluppo Economico
-         Ministro della Pubblica Amministrazione e Semplificazione
-         Membri del Parlamento
p.c.: - Presidente ANCE               - Organi d’informazione
Oggetto.: Norme in materia di semplificazione edilizia
La nostra associazione si batte da tempo contro la costruzione  in Lombardia di “ecomostri”, cioè di edifici di grandi dimensioni e altezze che sostituiscono manufatti solitamente ad un piano ( garage, officine, laboratori, ecc .) e  che non rispettano il contesto urbanistico in cui si inseriscono,  arrecando grave danno agli abitanti degli edifici circostanti e togliendo loro spazio,  luce, sole e privacy.La situazione è aggravata nei casi, molto frequenti, in cui i manufatti predetti si trovano all’interno di cortili, il che rende le nuove costruzioni particolarmente invasive e oltraggiose.
Ciò è stato reso possibile da scellerate leggi della Regione Lombardia che hanno permesso di derogare altezze, volumi e sagome degli edifici preesistenti ed hanno consentito una speculazione edilizia indegna di un Paese civile e di una città come Milano, che si vanta di essere il motore economico della nazione.
L’opposizione dei cittadini a questo stato di cose ha ottenuto alcuni provvedimenti che hanno posto un freno un freno a questo insulto al vivere civile:
-         la sentenza 309/2011 della Corte Costituzionale che ha stabilito l’illegittimità della legge della Regione Lombardia che consentiva,nei casi di ristrutturazione, di superare il vincolo di sagoma,  vincolo che è  basilare per rispettare il contesto urbanistico di riferimento
-         l’inserimento nel PGT del Comune di Milano di una norma in base alla quale l’edificazione  in tutto o in parte nei cortili deve essere di altezza inferiore o pari a quella dell’edificio preesistente.
Quando è uscita la predetta sentenza, il Presidente dell’ANCE ebbe a dichiarare alla stampa  la propria contrarietà rispetto alle conseguenze della stessa e la convinzione che, per “rimediare” alla situazione, si sarebbe dovuto agire, a livello nazionale, per cercare di modificare le norme del testo unico per l’edilizia.Tale dichiarazione annunciava un’azione lobbystica, di cui abbiamo avuto notizia nello scorso anno,che  pare aver avuto successo, visto il contenuto del recente “Decreto del fare” approvato dal Governo. In tale provvedimento, infatti, all’art.37 c’è una norma apparentemente inoffensiva, ma virtualmente distruttiva. Laddove si stabilisce, infatti che nelle operazioni di demolizione e ricostruzione degli edifici non sarebbe stato più necessario rispettare la vecchia sagoma” (Francesco Grignetti, La Stampa  15/6/2013). Norma che “non è piaciuta assolutamente a chi istituzionalmente deve difendere il paesaggio(stessa fonte). E tale norma non piace neppure ai cittadini perchè in questo modo un’anomalia della Regione Lombardia – che in questa regione ha determinato conseguenze negative molto evidenti -  diventa legge dello Stato e porta un gravissimo problema in tutto il Paese. Si rischia, con la scusa del rilancio dell’edilizia e della semplificazione, in sé auspicabili, di consentire un autentico “Far West” in cui vige la legge del più forte.
Invitiamo, pertanto sia il Governo che il Parlamento a revocare tale norma ed anche quella che consentirebbe di fare questo tipo di operazioni non più con “permesso di costruire” ma con una semplice “dichiarazione d’inizio attività”.
La nostra Rete si sta raccordando con il Coordinamento dei Comitati milanesi, con analoghe associazioni di altre città italiane e con enti e movimenti ambientalisti al fine di fare una dura opposizione a tali norme in tutte le sedi opportune se quanto previsto non sarà adeguatamente corretto per evitare danni gravi e irreparabili su tutto il territorio nazionale.
Restiamo in attesa di conoscere le iniziative che verranno prese dalle Istituzioni e dalle Forze politiche più responsabili e attente ai veri interessi dei cittadini.
Cordiali saluti.
Il portavoce       Roberto Barabino

5 commenti:

Luca Gaburri ha detto...

bravo roberto, grazie. Mi fino a quando sapremo resistere a questi abusi! Grazie doppiamente per il tuo impegno.


luca

roberto ha detto...



Resisteremo fno a quando sarà necessario. L'importante è non demordere, anche se si constata che la politica si fa troppo condizionare da gruppi economici, che non hanno a cuore il benessere collettivo ma il loro portafoglio.
Stiamo ora contattando esponenti politici attenti alla cosa pubblica e alle tematiche ambientali, per favorire una soluzione dl problema.
Grazie del tuo aspprezzamento.

Roberto

Vittorio ha detto...

Buona sera Roberto,
Il piano casa del governo BERLUSCONI non è mai finito, il consumo di territorio continua (anche a Milano dove abbiamo il PISAPIA)
poi addirittura concediamo licenze edilizie per costruire senza tenere conto del contesto intorno alla nuova costruzione.
Che fare? bella domanda qui il partito del cemento non ha colore, se hai voglia di incazzarti guarda un filmato che avevano trasmesso a REPORT, l'attuale sottosegretario NITTO PALMA ad una platea di abusivi in CAMPANIA disse qui non si abbatte nulla ....
Ci sarà un movimento politico sensibile al nostro paesaggio e alla legalità????
Un caro saluto Vittorio

roberto ha detto...


Hai ragione: il partito del cemento non ha colore ( o quasi)perchè "pecunia non olet"!
Per la verità,il Movimento 5 Stelle ha dato disponibilità a sostenere le nostre posizioni nella fase di conversione in legge del "Decreto del Fare".
A breve chiederò supporto a tutti i aparlamerntari interessati alla tutela del territorio: vediamo chi batterà un colpo.
Ciao. Roberto

roberto ha detto...


Nella mia risposta a Luca c'è un errore di battitura che può creare un equivoco: ho scritto "grazie per l'asprezzamento" mentre intendevo "grazie per l'apprezzamento".
Chiedo venia.
Roberto