Pubblico un articolo che fa il punto sulla critica situazione derivante dalla scellerata legislazione regionale sul Piano Casa. La Rete dei Comitati per la Qualità urbanistica lotterà ad oltranza e con tutti i mezzi politici, istituzionali e legali per far cessare lo scempio in atto e ripristinare il rispetto dei cittadini e del loro diritto ad una decente qualità di vita.
La Repubblica – 26 marzo 2012 – CASO - Una rete tra i residenti per lottare contro gli ecomostri nati nei cortili
Il piano casa ha reso possibile costruire un palazzo al posto di un garage senza che si possano contestare. Bocciati i ricorsi al Tar "Deve intervenire il Comune"
di FRANCO VANNI
Capannoni abbattuti per fare posto a palazzi di nove piani. Nuovi edifici che sorgono nei cortili. Tecnicamente sono «interventi di ricostruzione fuori sagoma», consentiti dal piano Casa regionale del 2009, rivisto quest’anno. Nei fatti, sono un incubo per i residenti degli stabili confinanti, che hanno deciso di fare fronte comune. Dopo avere tentato ricorsi al Tar e raccolte di firme, si sono riuniti in una «rete contro gli ecomostri», come spiega il portavoce Roberto Barabino. L’obiettivo è ottenere da Palazzo Marino un freno alla corsa verticale del cemento. «Siamo stati colti alla sprovvista, poi abbiamo preso coscienza — dice Barabino — si sta violentando la qualità della vita di migliaia di famiglie».
I proprietari di due capannoni nel cortile dello stabile in viale Abruzzi 43 hanno deciso di abbatterli e costruire un palazzo di cinque piani. I residenti sperano di fermare il progetto, «che ci toglierebbe luce e aria». Stessa situazione in via Farneti 6/8, dove si progetta di innalzare cinque piani nel cortile, oggi occupato dal capannone della ex Grafica Pinelli. Sempre cinque piani dovrebbero sorgere (al posto di un’officina) anche in via Sebastiano del Piombo 13, in zona Lotto. «Non dicano che l’intervento rientra nel piano casa — dice Claudia Ferrario, portavoce dei residenti — è uno stravolgimento completo». In via dei Sormani 10/12, in zona Solari, è in costruzione un palazzo di cinque piani al posto di un concessionario d’auto e se ne progetta un altro di nove.
La crescita di palazzi al posto di officine e magazzini è resa possibile da norme, statali e regionali, varate fra il 2009 e il 2011. La ratio è semplice: le strutture malandate possono essere abbattute, con il permesso di aumentare i volumi. Una sentenza della corte Costituzionale (la 309 del 21 novembre 2011) dichiara illegittima le legge regionale, ma con eccezioni che di fatto hanno sin qui consentito ai progetti di andare avanti. «Speriamo che il Comune fermi lo scempio», dice Barabino. Risponde l’assessore all’Urbanistica, Ada Lucia De Cesaris: «Abbiamo a cuore la questione — dice — nei limiti delle norme, controlleremo la dimensione e l’altezza dei fabbricati. Ma ci sono edifici in condizioni di grave degrado che vanno recuperati». E comunque sui progetti già autorizzati è difficile tornare indietro. Per il futuro, la cosa cambia. «La via da seguire è la perequazione», dice De Cesaris. In pratica: se un costruttore abbatte un capannone può costruire più piani, ma altrove, dove non danno fastidio.
6 commenti:
E' una giusta battaglia.
Sono con voi anche se non ho l'ecomostro sotto casa: è una questione di civiltà
Andrea
Mi fa piacere la tua solidarietà.
Abbiamo visto che, negli ultimi tempi, molti cittadini non coinvolti direttamente nel problema, sono indignati quanto noi per questa brutta vicenda, che non fa onore a Milano e alla Lombardia.
Lettera al CORRIERE MILANO del 27.03.12:
Gentile Signora Bossi Fedrigotti,
al numero 20 di via Mascheroni c'è unbel palazzo dei primi anni del Novecento che sicuramente è (o avrebbe
dovuto essere) tutelato dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici
e Paesaggistici di Milano, oltre che dal senso civico dei proprietari.
Passandovi davanti e alzando gli occhi verso l'alto la visione spaventa e sconcerta: il tetto è stato sovralzato con un massiccio e squadrato parallelepipedo munito di smisurate vetrate che non solo non cerca di
nascondersi alla vista dei passanti ma neppure prova ad adottare un aspetto meno contrastante con l'estetica della facciata.
Non so come sia stato autorizzato un manufatto così brutto, nè se sono state rispettate le eventuali indicazioni di chi avrebbe dovuto tutelare il
palazzo, ma mi rattrista vedere come la speculazione riesca a
sopraffare il bello anche nelle zone più centrali della città.
A.T.
Purtroppo le leggi regionali hanno dato via libera alla speculazione che si manifesta anche, come nel tuo caso, in sopralzi orrendi.
La Rete dei Comitati lotta contro questo scempio e sta per avviare un censimento degli ecomostri cittadini per creare un fronte comune. Se mi fai avere il tuo indirizzo mail, ti inserisco nella mailing list e ti tengo informato di quanto stiamo facendo e faremo. Grazie della segnalazione.
nel comune in cui risiedo Cesano Boscone si sta abbattendo una colata di cemento senza precedenti, come saprai i tagli ai comuni hanno tolto risorse importanti, quindi la risposta è stata aumento addizionali IRPEF e licenze edilizie a più non posso, pensa quest'estate addirittura avevano pensato di alienare un giardino comunale per costruire una casa.
La cosa che mi fa incazzare è che la macchina comunale, dipendenti, consulenti etc non è stata minimamente scalfita da questa nuova politica di tagli.
Bene per la tua battaglia, continua così,
Vittorio Bossi
Rispondo a Vittorio Bossi:
il macroscopico esempio che tu porti non fa che confermare la deriva prodotta da una legislazione regionale troppo permissiva e incostituzionale.
Il taglio delle risorse non può essere la scusa per cementificare a tutto spiano.
Ormai siamo di fronte ad una vera e propria emergenza, che richiede una forte reazione a tutti i livelli.
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