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sabato 19 gennaio 2013

C'era una volta..............

“C’era una volta un Bel Paese, in cui molta parte del popolo era piuttosto credulona. Essa si fece sedurre per venti lunghi anni da un pifferaio, il quale raccontava che  quello era il paese di Bengodi, in cui molte cose erano gratis ed altre si potevano acquistare facilmente a debito, anche se non si aveva un reddito tale da rimborsarlo alla scadenza. Per convincere il popolo usava non solo le sue chiacchiere e il suo piffero magico, ma  anche la pubblicità, che propinava continuamente sulle televisioni del Bel Paese. Quando qualcuno gli faceva osservare che forse c’era la crisi, lui diceva che non era possibile “perché i ristoranti sono pieni”. La gente gli credeva o, per convenienza, faceva finta di credergli.
Poi un giorno arrivò nel Paese un messaggero, di nome Mercato, che , in modo un po’ brusco, fece sapere alla cittadinanza che aveva fatto troppi debiti, che i creditori non si fidavano più e che bisognava cambiare strada, ascoltando i consigli di un nuovo maestro, il Signor Spread.
Il maestro impartì alcune importanti lezioni che avevano i seguenti titoli:
1 – Non ci sono pasti gratis
2 – Le bugie hanno le gambe corte
3 – L’austerità vi salverà
Le lezioni erano impegnative ma i cittadini si applicarono e le assimilarono bene, anche se con fatica. A quel punto decisero di cacciare il pifferaio che aveva raccontato tante frottole e di lui, per un po’, si sentì parlare poco; pare che si stesse occupando di un processo in cui era testimone una sua giovane amica che lui, in passato, aveva aiutato dicendo  (era una delle sue fantasiose bugie) che fosse la nipote di un Capo di Stato.
Un anno dopo però, quando se ne erano quasi perse le tracce, il pifferaio tornò, irrompendo improvvisamente nella piazza più affollata del Paese, e mise in scena un pirotecnico spettacolo di cabaret, in cui si esibiva nei suoi numeri più spericolati  ( “ho mantenuto tutte le promesse”,  diceva, “ confermo che i ristoranti erano pieni”, ecc.) accompagnati da grandi sorrisi e ammiccamenti vari. Una scena che piacque molto fu quella in cui, prima di sedersi, puliva ben bene la seggiola in cui prima stava un suo acerrimo nemico. Successe, però, una cosa inaspettata: malgrado soffiasse poderosamente dentro al piffero,  dallo strumento non usciva alcun suono; le sue parole arrivavano invece forti ma erano stonate, come quelle di un disco rotto che ripete sempre lo stesso ritornello. I cittadini lasciarono la piazza un po’ divertiti per gli ingegnosi trucchi del  giocoliere e un po’ indispettiti per il fastidioso senso di “deja vu”che veniva dai suoi discorsi.
Circa un mese dopo arrivò in Italia una signora di nome Elezione che  raccolse il voto dei cittadini e fece capire  cos’era successo: il pifferaio sapeva bene di non poter più convincere  il popolo perché il suo piffero era rotto e l’incantesimo era sparito, ma aveva voluto togliersi lo sfizio di mostrare che era ancora un bravo “showman”. Il Paese, che aveva capito la lezione del Signor Spread,  si era divertito alle “gag” del pifferaio  ma non aveva abboccato alle  sue false promesse.
 Inoltre in quei giorni era arrivato anche uno straniero,  Mr. Fact Checker  (Il controllore dei fatti) che, d’ora innanzi, avrebbe verificato puntualmente tutte le dichiarazioni dei leader confrontandole con le loro  azioni successive e avrebbe pubblicato i  risultati sui principali quotidiani, mettendo in evidenza le bugie e smascherando chi le raccontava.
In alcuni paesi nordici, dove Mr . Fact Checker  lavorava da molto tempo, i pifferai – che pure da quei Paesi provenivano -  erano totalmente scomparsi.
E questo felice destino si realizzò anche nel Bel Paese dove le persone avevano ormai gli occhi ben aperti e non credevano più alle facili illusioni”.
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Se la favoletta vi è piaciuta fatela circolare , segnalando a chi può essere interessato il link per accedere al blog.

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Fate veramente pena , continuando a bersagliare Berlusconi, non vi siete accorti che vi state (gia da tempo) mordendo la vostra coda, siete Voi che aumentate la popolarità di costui che chiamate pifferaio! Ridicoli, e come sempre invidiosi, di personaggi di sucesso!

roberto ha detto...


Sul fatto che continuando a bersagliare Berlusconi gli si faccia un piacere sono d'accordo ( le precedenti elezioni lo hanno ampiamente dimostrato),
tanto è vero che mi sono ben guardato dal farlo: i riferimenti al Cavaliere nel mio blog sono rarissimi proprio per questo motivo.
Nel caso della partecipazione a "Servizio Pubblico" confesso però non sono riuscito a trattenermi.
Quanto all'invidia invece sono in totale disaccordo con te: del successo di Berlusconi non mi importa nulla; i miei modelli di vita sono ben altri.

Oscar ha detto...


Non abbiamo bisogno di miraggi ma di tenere i piedi per terra, dato che la crisi non è finita. L'ironia della favola lo dice chiaramente.
Sulla Lombardia, avendo visto all'opera Albertini come sindaco non lo vorrei certo come governatore. Peccato che Monti lo sostenga.

Francesco Mancini ha detto...

Che bisogna fare con BERLUSCONI:
-Ribattere punto per punto le sue false promesse che non può mantenere e che già NON ha mantenuto o
-Ignorarlo ???

Questo è il problema !!!!!

Francesco

roberto ha detto...

Rispondo a Oscar

Certo,la crisi impone di non creare aspettative irrealistiche.
Io credo che su questo aspetto gli elettori sapranno distinguere e scegliere.
Anch'io penso che il supporto dato da Monti ad Albertini non sia stata una buona idea: il ricordo degli errori che ha fatto a Milano è ancora molto vivo.
Ciao. Roberto

roberto ha detto...


Rispondo a Francesco

Nella risposta al primo commento di Anonimo, ho detto che ritengo opportuno non insistere troppo nella critica perchè altrimenti si fa il suo gioco. La mia favola è un'eccezione, che conferma la regola.
Roberto

Laura ha detto...

Bravo! Non posso che concordare su ogni punto.speriamo che Monti possa tenerne conto...

roberto ha detto...


Grazie Laura, condivido il tuo auspicio.

Ezio Dosa ha detto...

Se fosse uno slogan di efficacia elettorale, suggerirei anche: "per non sprecare I sacrifici fatti"
Ezio Dosa
E buona domenica.

roberto ha detto...

Il tuo slogan è bello perchè sintetizza molto bene le ragioni per scegliere Monti.Se ce ne sarà occasione, lo userò.
Grazie
Roberto

Aldo Mauri ha detto...

Stando alla lettera allegata la catena di errori di Albertini sindaco è impressionante. Ma saranno solo errori?
Bene la favola, ma meglio non insistere nelle critiche per evitare leffetto bbomerang.
Aldo

roberto ha detto...


Su Albertini ti rispondo citando una frase che ho scritto nel post del 18/10/2012 a lui dedicat, dopo aver parlato dei gravissimi danni prodotti dalla sua politica dei parcheggi: "Si è trattato ovviamente di una scelta politica mirata a dare cospicui vantaggi ai costruttori, che sono parte integrante del blocco sociale che ha consentito l'elezione di questo sindaco".
Circa Berlusconi, come ho scritto in una precedente risposta, la regola è non reagire alle provocazioni; la favola è stata un'eccezione, attuata perchè la provocazione era troppo forte.
Roberto

Stefano ha detto...

Caro Roberto ,


Concordo con tutti i tuoi pensieri, ma mi domando se il dott Monti non debba spogliarsi della sua eccessiva signorilità pensando che il popolo italiano e' un popolo per la stragrande maggioranza ancora acerbo ed ha bisogno di un maggiore coinvolgimento " popolare" appunto dei suoi leader. Dovrebbe a mio parere rendersi più' cittadino e farsi sentire parte del popolo . La percezione e' ancora troppo sintetica e dovrebbe essere più "lanosa" affinché un tanto atteso "lavaggio" con centrifuga possa essere di efficacia.



Un caro ed affettuoso saluto


Stefano

roberto ha detto...

Caro Stefano,

sull'aspetto che segnali ho un sentimento ambivalente. E' vero quanto tu dici: una maggiore vicinanza ai cittadini potrebbe fargli guadagnare popolarità e consensi, ma è anche vero che il fattore distintivo di Monti, che ha segnato la netta differenza con i politici tradizionali, è proprio lo stile con cui ha svolto il suo ruolo di "tecnico", fatto di serietà, sobrietà, equilibrio. e rispetto per i suoi interlocutori; cosa che non si vedva da tempo .
Ora, essendo "salito" in politica deve aggiustare il tiro, cosa che sta facendo con i vari strumenti d'interazione adottati (l'Agenda aperfa al contributo dei cittadini, l'apertura dei canali twitter e facebook, ecc); ma certo non è solo lo strumento che conta; ci vuole anche un modello di comunicazione più "caldo",
Il problema è come tenere insieme le due cose senza snaturare la propria "differenza". Che non sia facile lo dimostra un altro aspetto del cambiamento da lui intrapreso e cioè il rapporto con gli altri leader: con l'inizio della campagna elettorale Monti ha ovviamente inteso evidenziare le peculiarità della sua proposta e le sue richieste agli interlocutori, ma talvolta il tono usato è stato improprio ( ad esempio: non si può chiedere al capo di un'altra coalizione, di "silenziare" un'ala della stessa).
Un caro saluto anche da parte mia.
Roberto