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venerdì 22 novembre 2013

Letta & Alfano: ora ci vuole coraggio



Qualche osservatore della scena politica ritiene che dietro la scissione del PDL ci sia un “gioco delle parti” mirante ad ampliare il bacino di consensi del centro-destra attraverso offerte politiche differenziate, filo o anti-governative, da compattare poi in una ampia coalizione in vista delle prossime elezioni: il banco di prova potrebbero essere le elezioni europee, che sono un territorio più neutrale, ma l’obiettivo vero sarebbero le politiche che, è ormai chiaro, non si terranno prima della fine del 2014. Ciò consentirebbe al partito di  Alfano di accreditarsi come ala moderata del centrodestra e a Forza Italia di consolidarsi come forza più radicale e populista. Queste differenze, cui si aggiungono quelle di Fratelli d’Italia e della nuova Alleanza Nazionale di Storace, sarebbero il lievito che dovrebbe far recuperare al centrodestra i quasi sei milioni di voti persi nell’ultima tornata elettorale.
Non nascondo che questa prospettiva ha una sua logica ed anche qualche probabilità di successo, ma mi sembra più dettata dal desiderio di Berlusconi di restare al centro della scena, in attesa di risolvere le sue pendenze con la giustizia, che dalle effettive intenzioni del Nuovo Centro Destra.
In realtà credo che la partita sia tutta da vedere perché sia Letta che Alfano si giocano, nella parte restante della legislatura, le loro prospettive migliori:  Letta, la possibilità di proseguire nel ruolo di Premier oppure quella di un lancio ad alto livello sulla scena internazionale, per la quale sarebbe adattissimo, qualora Renzi . dopo la probabile netta vittoria per il ruolo di Segretario del PD, gli precludesse la possibilità di proseguire nel ruolo attuale dopo il 2014; Alfano quella di diventare l’autore di un centrodestra di stampo europeo che possa mirare, in prospettiva, ad essere il fulcro di una coalizione di centro-destra. Il loro rapporto è di ferro e può condurli all’obiettivo solo se sarà in grado di fare ciò che il debole governo di larghe intese non ha saputo, ne’ potuto fare: poche scelte precise che diano il segno di un vero “cambio di passo” che gli italiani aspettano e che è fatto di tre cose: 1) un taglio netto dei privilegi, del numero di eletti e dei costi della politica 2) una riduzione marcata e non lineare della spesa improduttiva della Pubblica Amministrazione, dedicando i risparmi alla riduzione delle tasse, soprattutto sul lavoro  3) una legge elettorale che superi il porcellum ma non ricrei un proporzionalismo puro.
E’ vero ,come ha detto Quagliarello, che il tema della riforma elettorale è competenza del Parlamento, ma se il Governo non riesce a indirizzare le scelte in modo che il giorno dopo le elezioni si sappia chi ha vinto, pagherà un pesantissimo scotto.
Un primo segno positivo comunque c’è: il piano per la spending review presentato dal Commissario Cottarelli che ha un’ineccepibile impostazione metodologica in quanto prevede: una forte selettività degli interventi, la loro distribuzione su tutte le tipologie di spesa, la partecipazione in primo piano degli Organi della PA al processo di analisi delle spese, la valutazione finale del Commissario sulla congruità  e appropriatezza dei tagli previsti: una revisione "con" e non "contro" la PA.

Per quanto a Renzi si attribuisca il disegno di far cadere il governo per l’ambizione di fare presto il Premier, io resto dell’avviso, già espresso nel post “Letta e Renzi: una coppia vincente” del 22/9/2013 che Renzi non abbia la convenienza di attentare alla stabilità del quadro politico almeno fino alla fine del semestre italiano di Presidenza della Unione Europea. Certamente vorrà imprimere una forte accelerazione all’azione di Governo e qui si vedrà di quale pasta sono fatti coloro che attualmente guidano la compagine governativa.

Lo stesso Letta, d’altronde, dopo il voto sulla fiducia del 2 ottobre, ha detto “non abbiamo più alibi”.

14 commenti:

Laura ha detto...

Come sempre nel tuo blog,competenza e chiarezza di vedute. Ciao Lauretta!

roberto ha detto...


Grazie.
Roberto

Mario Aldo ha detto...

Caro Roberto, più si va avanti e più emerge l'approfittamento e sperpero di quello che milioni di Italiani (sopratutto i dipendenti) sono stati costretti a versare con infiniti balzelli ad opera di TUTTA la classe politica finora. O si sono appropriati o hanno omesso di controllare e denunciare quello che era evidente accadeva del denaro pubblico. Non ci sono scusanti che tengano, o intervengono facendo restituire da parte di tutti coloro che ne hanno beneficiato in termini di compensi, pensioni, liquidazioni e quant'altro o la rivoluzione contro il sistema è nell'aria. Ci mancava anche la Corte Costituzionale che ha fatto diventare diritti quesiti il furto perpetuato contro lo stato da parte di politici e sub politici amici

grazie a leggi di comodo !! Immensa e fuori controllo la spesa pubbica e in tutti l'impressione che i cittadini paghino per tutelare diritti delle tante Caste dirigenti. La prima conseguenza sarà il voto che andrà verso il Movimento di Grillo in percentuali del 50% e se non bastasse verrà messa in atto qualsiasi altro tipo di azione di protesta. Lo dico da moderato ma quello che sta emergendo grida veramente vendetta e Letta e Alfano ben poco possono fare in quanto non hanno "palle" per FARE oltre che per solo "DIRE". Scusa ma sono veramente sconcertato per non dire di peggio!!! Mario A.

roberto ha detto...

Le considerazioni che fai sullo sperpero e sui privilegi diffusi non fanno una piega: ne sono una riprova le notizie di stampa di questi giorni sulla forsennata disinvoltura con cui si è fatto peculato, con i rimborsi spese, da parte di tutti o quasi tutti i gruppi politici nel Consigli di molte Regioni.
Questo è il motivo per cui insisto da sempre sul fatto che, se non si pone fine a questo costume e non si ridimensiona l'assetto e il costo della politica, non si troverà mai una soluzione accettabile da parte della maggioranza dei cittadini. Questa è la priorità n° 1, come ho scritto nel post.
Sul fatto poi che Letta e Alfano abbiano o meno gli "attributi" per fronteggiare la crisi in atto ho anch'io i miei dubbi. Ma, come sai, io cerco di vedere preferibilmente il bicchiere mezzo pieno piuttosto che mezzo vuoto e non si può negare ai due governanti di averli mostrati (gli attributi) in occasione del voto di fiducia del 2 ottobre.
Ora diamo loro il tempo di usarli per il rilancio del Paese, avendo una maggioranza più ristretta ma più coesa. Se falliranno, ne prenderò atto ma, per ora, non emetto sentenze.
Ciao. Roberto

Fausto ha detto...

Come sempre il tuo ottimismo lascia sconcertati di fronte agli ultimi episodi che si sono manifestati.
Credo veramente inutile lo sforzo di Letta nel fare trasparire che il paese ha i conti a posto e che crede di potere trasformare il rigore ancora decantato dalla Merkel in politiche di ripresa in occasione del semestre italiano. La nostra credibilità' ed in particolare quella di Saccomanni e' stata valutata per quello che realmente manifesta. I giochetti delle privatizzazioni sono infantili ed a nulla servono. La presenza di Cottarelli e del suo gruppo che parlano di un obiettivo di 30 mld sulla revisione della spesa nell'arco dei prossimi tre anni rappresentano una pura illusione...... Si deve dare corso alle riforme strutturali se vogliamo apparire come un paese normale. Alfano con l'operazione di scissione, non certo da Lui congegnata, e' convinto di potere intaccare in quel bacino elettorale ormai lontano da Berlusconi, ma non credo possa ottenere grandi risultati visto il suo temperamento piuttosto ambiguo. Non mi sembra un politico capace di brillare di luce propria. Letta ed Alfano non hanno gli attributi per favorire la ripresa di questo povero paese, non sono in grado di affrontare il vero problema che ci attanaglia da sei anni. Siamo forse giunti alla fine ? mi auguro di no, ma il chiar di luna che si intravede mi lascia poco sperare.
Fausto

roberto ha detto...

Rispetto la tua valutazione totalmente negativa della situazione e non nego che ci siano motivi per sostenerla. In effetti il Governo cerca di mostrare una realtà e delle prospettive più rosee di quanto non siano. E' proprio questo il motivo per cui affermo che ci vuole coraggio: bisogna dire le cose come stanno e prendere decisioni anche impopolari.
Detto questo chiedo a te e a chi ha posizioni analoghe alle tue cosa pensa si possa concretamente fare. Dovremmo auspicare elezioni subito con il porcellum?
Chi potrebbe attuare oggi le riforme strutturali alle quali fai riferimento?
Io cerco di cogliere segnali di un possibile cambiamento e, diversamente da te, penso che la spending review sia ben impostata: bisogna vedere se la politica sarà poi in grado di trarne le necessarie e non indolori conclusioni.
Roberto

Vittorio Bossi ha detto...

Un pò di coraggio avrebbero dovuto dimostrarlo in occasione del reperimento delle risorse per coprire l'IMU, ad esempio una tassa ad hoc per pensionati d'oro, diciamo oltre i 6.000 euro netti al mese e su stipendi oltre i 200.000,00 EURO l'anno .


Così per dimostrare che c'è una compartecipazione ai sacrifici da parte di tutti, no ROBERTO non ho fiducia di questo governo delle chiacchiere del tempo esagerato alla vicenda BERLUSCONI e intanto il paese sta peggiorando notevolmente la situazione economica.


Buona domenica Vittorio

roberto ha detto...


Sono d'accordo: finora il coraggio è mancato anche perchè le larghe intese rendevano impossibile prendere decisioni nette e talvolta impopolari. Non è che io abbia una grande fiducia in questo governo ma conto su un fatto: che, se Letta e Alfano non invertono la tendenza, saranno spazzati via. Hanno quindi tutta la convenienza a provarci e anche Renzi deve lasciarli lavorare, almeno per un pò. Se poi tutto resta come prima bisognerà rovesciare il tavolo.
Buona domenica anche a te.
Roberto

Fausto ha detto...

Rispondo ai tuoi interrogativi :
1) il problema non e' il porcellum; dobbiamo renderci conto, una volta per tutte, che disponiamo di una classe politica inadeguata alle problematiche che stiamo vivendo, tanto e' vero che della legge elettorale se ne discute ormai da troppo tempo; evidentemente a nessun partito conviene metterci mano.
2) Nessuno e' in grado di affrontare il problema delle riforme strutturali di cui il paese abbisogna; a parole e da anni sentiamo parlare e predicare che il paese non può' più' reggere senza riforme sostanziali, ma anche in questo caso nessuno ha il coraggio di lanciare la prima pietra, sono troppi gli interessi personali che condizionano la vita di questo povero paese. Neanche gli scandali quotidiani sono in grado di accelerare questo processo. Ormai tutto è' diventato normale. Dobbiamo, nostro malgrado, renderci conto che la situazione che stiamo vivendo e' la medesima che tempo addietro ha favorito la triste pagina del fascismo.
Fausto

roberto ha detto...


Sulla legge elettorale c'è stata in effetti una grande "melina" ma Renzi ha detto chiaramente che non accetta più rinvii e credo che manterrà la promessa.
Anche sulle riforme si è fatto poco (quel poco che ha potuto il governo Monti sotto la minaccia del default).
Io credo si debba partire dai tre punti indicati nel post: se si innesca un circolo virtuoso, potranno venire anche altre riforme più impegnative ( costituzione, giustizia, assetto dello Stato, ecc,).

Renato ha detto...


Caro Roberto,

a proposito della speranza che Letta faccia qualcosa di utile ho ricevuto molti tweet divertenti, con fondo di verità. Eccone uno: “Nuova formula per il Viagra: agirà in pochi minuti. Lo dicevano anche di Letta.”

Ciao,

Renato

roberto ha detto...


E' una gustosa battuta.
Forse per Letta la nuova formula può essere questa: "senza-Berlusconi si fa prima" !
Roberto

Dario ha detto...

Letta e Alfano mi sembrano riferimenti poco attendibili. Ma, attenzione, è tutta la politica ad essere decaduta. Ormai è diventata una sovrastruttura. Trovo inutile attribuire valori a personaggi che escono dalla politica attuale.
Ribadisco poi che abbiamo un sistema ormai logorato. La nostra situazione fatta di governicchi (per qualità e durata) non regge più. Hai ragione, la politica va riformata.

roberto ha detto...

Il problema è come riformarla. Se la politica non riesce ad autoriformarsi ( e questa è davvero l'ultima occasione) dovrà succedere qualche sommovimento elettorale o extraelettorale di grande portata, con conseguenze imprevedibili.
Personalmente preferirei che ci fosse un sussulto di dignità e che il cambiamento non venisse imposto dall'esterno, magari da un commissariamento europeo.